Il libro di Storia
Corri, per cortesia, non ti fermare.
E’ tardi!
Torna qua.
Và di là.
I corsi e i ricorsi…
Quelli storici ovviamente.
Io, come molti prima di me, scrivo.
Già, non ho molto da fare, o comunque non voglio.
Vi scrivo con la mia biro rossa.
Sola in questo mare di voci confuse.
A un passo da me c’è chi studia inglese.
Chi spinge convulsamente i tasti di un cellulare.
Chi recupera il tempo perso, le ore di sonno ovviamente…
Tutti e tre attenti a restare invisibili, nascosti dallo stridere del gessetto.
Celati a quella voce incessante e cadenzata
che ci presenta affascinanti scenari di un tempo neppure troppo lontano.
La voce indignata della nostra ignoranza.
Qualcosa di indubbiamente interessante.
Non ricordo, presa nel pensiero di me e dei posteri.
La parvenza d’ordine della nostra vita, cos’è?
Come la Tuscia assorbita ed annientata da ciò che c’era di più grande e pericoloso.
Probabilmente di questo passo non servirà più che mi ponga la domanda…
Cosa scriveranno di noi sui libri di Storia?
L'avvelenata