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Autore: micRobs    13/10/2012    8 recensioni
Merlin/Arthur | Fluff, cliché, AU, fluff, cliché |
Dal testo: "Avrebbe dovuto comprare una macchina. Era evidente.
Sarebbe andata bene anche una bicicletta, a conti fatti, ma quando anche le previsioni meteo erano contro di lui, Merlin dubitava che se ne sarebbe fatto qualcosa.
Una cosa era certa però: avrebbe dovuto smettere di fare affidamento sui servizi pubblici. O sui presunti migliori amici. Sì, anche le migliori amiche erano incluse nella categoria.
Sospirò e si strinse nel giubbotto, affondando il viso nella sciarpa e aumentando il passo.
Doveva solo arrivare a lezione, dopotutto. Vivo e sulle sue gambe, possibilmente, e non trascinato di peso dalla bufera fuori stagione."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Pairing:Merlin/Arthur
Genere: Generale, Commedia, Romantico.
Avvertimenti: Cliché, fluff, AU, One Shot, cliché, fluff, cliché. AU.
Rating: Verde
Parole: 1077 (secondo Word)
Note d’Autore: …E poi è accaduto che sono tornata nel fandom di Merlin, dopo quasi un anno d’assenza. E mi presento con una cosa tanto inutile e scemotta. Mea culpa, abbiate pietà. Il problema, a conti fatti, è che sono tipo mesi che ho promesso ad Izumi che avrei scritto di nuovo su questi due bimbi idioti, solo che non sono mai riuscita a trovare qualcosa che mi soddisfacesse abbastanza. Non che questa shot sia chissà quale capolavoro di arte letteraria, per carità, ma Silvia aveva chiesto fluff, lieto fine e demenza e quindi fluff, lieto fine e demenza siano.
Fondamentalmente è una cosa molto tranquilla ed easy, giusto per riprendere la mano con questi personaggi che era troppo tempo che non maltrattavo adeguatamente.
Dedica: Una dedica speciale ad Izumi, quindi, perché ti ho fatto aspettare un anno e alla fine me ne sono uscita con una cosa così inutile e quindi la dedica è per rabbonirti e pregarti di non mandarmi alla gogna alla fine.
E a Silvia, perché è stato il nostro “anniversario” qualche giorno fa e, siccome ci siamo conosciute grazie ad un video sul Merthur, era giusto che ti regalassi una fic sul Merthur. *Cin cin* Ad un altro anno di sclero e demenza, dunque.
*manda baci ad entrambe*
Note di Betaggio: quella meraviglia della mia Vals che, pur non frequentando questo fandom, trova sempre il tempo per correggere la mia dislessia dilagante e le mie parole smozzicate.
 
 
 
                                                                    Sometimes,
                                                                         
  an ordinary day...
 
 

 
 
 
Avrebbe dovuto comprare una macchina. Era evidente.
Sarebbe andata bene anche una bicicletta, a conti fatti, ma quando anche le previsioni meteo erano contro di lui, Merlin dubitava che se ne sarebbe fatto qualcosa.
Una cosa era certa però: avrebbe dovuto smettere di fare affidamento sui servizi pubblici. O sui presunti migliori amici. Sì, anche le migliori amiche erano incluse nella categoria.
Sospirò e si strinse nel giubbotto, affondando il viso nella sciarpa e aumentando il passo.
Doveva solo arrivare a lezione, dopotutto. Vivo e sulle sue gambe, possibilmente, e non trascinato di peso dalla bufera fuori stagione.
Aveva anche dimenticato il lettore mp3 a casa, quindi tutto ciò che aveva per riempirsi le orecchie era il fruscio del vento fra gli alberi e lo scricchiolio delle foglie secche sotto le suole.
E sarebbe stato anche piuttosto poetico e suggestivo se si evitava di pensare che, per quanto bella e caratteristica, la strada per raggiungere la facoltà era ancora lunga e che Ottobre si era improvvisamente ricordato di essere un mese autunnale e che quindi ci si aspettava da lui che facesse freddo. E di freddo ne faceva fin troppo per la T-shirt leggera di Merlin.
Qualcuno avrebbe pagato per il raffreddore che si sarebbe buscato. Forse il pullman che era partito senza di lui, o Gwen che era troppo impegnata con Morgana per dargli un passaggio, o Gwaine che lo aveva fatto aspettare per buoni venti minuti prima di dirgli che non ce la faceva ad accompagnarlo.
 
D’un tratto, poi, accaddero più cose contemporaneamente e Merlin quasi non si rese conto della dinamica dei fatti. Seppe solo che una foglia aveva deciso di atterrargli dritta sul naso nell’esatto momento in cui qualcuno usciva di corsa dal vialetto alla sua destra e tutto ciò che riuscì a concepire poi fu la consistenza fredda ed umida del marciapiede a contatto con il suo fondoschiena. Oltre che un dolore diffuso alle ossa e la consapevolezza che peggio di così non potesse andare.
Borbottò un paio di maledizioni sottovoce, passandosi una mano tra i capelli e sospirando frustrato.
«Oggi non è proprio la mia giornata.»
Dall'altra parte, in tutta risposta, provenne una risata sommessa che, se possibile, irritò maggiormente Merlin. Quando però il ragazzo alzò lo sguardo, indispettito, la prima cosa che notò fu una mano tesa verso di lui accompagnata da un sorriso sincero e un'espressione mortificata.
«Perdonami, non volevo... investirti in questo modo.»
L'altro aggrottò la fronte, registrando lentamente quelle parole e afferrando la mano che gli veniva offerta.
«E in quale altro modo avevi intenzione di farlo?» Sorrise, tirandosi su e pulendosi approssimativamente i pantaloni per riacquistare un aspetto decente e composto.
Il ragazzo di fronte a lui fece una smorfia e si passò una mano tra i capelli biondissimi. «Magari avrei potuto avvertirti, così avresti avuto il tempo di metterti in salvo» considerò.
Merlin si permise di ridere e scuotere la testa. «I miei riflessi non sono così pronti, sarei finito a terra comunque.»
«In tal caso, mi sento un po' meno in colpa» decise l'altro, prima di aggrottare la fronte e mettere su un'espressione pensierosa che fece sentire Merlin profondamente a disagio.
«Non ci siamo già visti da qualche parte?» Proruppe dopo un po', squadrandolo attentamente.
«Emm... Non credo» rispose Merlin. Anche perché di uno così mi ricorderei, aggiunse mentalmente.
L'altro non parve particolarmente convinto, comunque, tant'è che si aprì in un enorme sorriso inquietante, tutto occhi luminosi e denti bianchissimi.
«Ma sì! Seguiamo insieme storia medioevale!» esultò. «Tu sei sempre seduto al primo banco.»
L'espressione di Merlin era pura incredulità e confusione. Sì, in effetti seguiva un corso di storia medioevale e sì, era solito occupare il primo banco, ma era anche piuttosto certo che un ragazzo del genere non potesse affatto passare inosservato.
«Temo di non avere idea di chi tu sia» si scusò con un sorriso incerto, «purtroppo sono un pessimo fisionomista.»
Il che è un vero peccato.
Ma l'altro non si scoraggiò per nulla: allungò una mano nella sua direzione e si aprì nell'ennesimo sorriso mozzafiato che causò a Merlin qualche scompenso cardiaco. «Sono Arthur» si presentò.
Non poteva stare accadendo davvero, no. Non a lui. Quella giornata era partita malissimo, non poteva migliorare in maniera così improvvisa ed incredibile.
Piantala di pensare, si impose mentalmente, mano, prendila, adesso!
«Merlin» si riscosse dopo un attimo, prendendo, per la seconda volta nel giro di pochi minuti, la mano che Arthur gli porgeva.
«Dunque» esordì il ragazzo dopo un attimo trascorso a fissarlo, «vai a lezione, uh?»
Merlin sospirò. «Ci provo, anche se sembra che il mondo stia cercando di suggerirmi che farei meglio a cambiare programmi.»
Arthur fece una smorfia e si sistemò la tracolla sulle spalle. «Forse farai meglio ad assecondarlo, allora» suggerì, serafico, «insomma, se non fosse per una giusta causa, non si sarebbe scomodato ad informarti».
Una folata di vento costrinse Merlin a stringersi nelle spalle e a desiderare con tutto se stesso che Arthur avesse ragione. Forse avrebbe fatto meglio a restare a letto quando la sveglia non aveva suonato.
«Stai proponendo di lasciar perdere il professor Johnson e tornarmene a casa?» domandò, assottigliando gli occhi e stringendo le labbra mentre prendeva in considerazione quell'idea neanche poi tanto assurda.
Arthur affondò le mani nelle tasche dei jeans e fece una smorfia. «In realtà stavo proponendo di lasciar perdere il professor Johnson e andarci a prendere un caffè» spiegò con un sorriso luminoso, «per farmi perdonare di averti travolto, sai com’è.»
E quello non aveva alcun senso, ma la mente di Merlin registrò la situazione troppo tardi, quando ormai lui aveva già sorriso entusiasta alla proposta di Arthur.
«Perfetto» annuì Arthur mentre estraeva il cellulare dalla tasca, «dammi solo un attimo che...» digitò qualcosa sul touch screen in maniera talmente veloce che Merlin si domandò quanti messaggini mandasse ogni giorno per avere le dita così allenate.
Quando ebbe finito, ripose il cellulare e si rivolse nuovamente a Merlin.
«Allora, questo caffè...?»
Okay, com’era quella storia che le giornate iniziate male finiscono anche peggio?
 

*°*°*°

 
Il trillo del cellulare distrasse la ragazza dalle sue chiacchiere concitate. Lo sollevò rapidamente dal tavolino, sorridendo leziosa nel leggere il messaggio appena ricevuto.

Da: Arthur
"Se me lo avessi semplicemente presentato, come avevo suggerito io sin dall'inizio, sarebbe stato molto più rapido e indolore. Ciò che hai voluto architettare per farmelo conoscere rasenta l'illegalità, Morgana."
 
La ragazza chiamata Morgana ridacchiò soddisfatta.
«Ed è così, mia cara Gwen, che si combina un incontro.»
 
 
 
 
 
The End.
 
   
 
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