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Autore: Saphira_chan    13/10/2012    10 recensioni
Kagome prende qualche giorno di ferie per scoprire la verità sulla morte di una persona a lei cara e si imbatte in un grazioso cottage in cui vive un'anziana vecchia con due misteriosi figli...
...
" Kagome sorrise di fronte alla cordialità della donna, pensando di essere veramente fortunata ad essere capitata lì. Ma qualcun'altro invece, era di tutt’altra opinione... "
...
Una storia di magia e inganno, ma anche ricca di speranza e di amore... fra una bella e giovane ragazza di città e un hanyou imprigionato dalle catene invisibili della foresta millenaria in cui vive.
Buona lettura!! :)
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, izayoi, Kagome, Kikyo, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Timeless Forest - Il luogo senza tempo'
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Camminava da diversi minuti senza rendersi conto di dove si trovava.
Non poteva finire tutto cosi.
Non adesso che aveva trovato una ragazza bella e buona come Kagome che lo aveva accettato per come era, un mezzo demone, e lo aveva amato.
 
Si fermò di botto.
Strinse i pugni e ringhiò deciso.
Doveva tentare il tutto per tutto.
Non poteva perderla.
Parlare con sua madre non sarebbe servito a nulla.
Avrebbe giocato l’ultima carta.
Sperando che almeno stavolta, avrebbe funzionato.
 
 
 
Le lacrime non accennavano a fermarsi.
Tremava, ma non per il freddo, per la sua rabbia e per la delusione che gli aveva inferto il suo hanyou. L’aveva amato, l’aveva consolato quando nessuno l’aveva mai fatto, gli aveva donato anima e corpo e lui… l’aveva sempre ingannata.
Usata.
Questa era la parola adatta.
Perché non si sarebbe dovuto un po’ divertire con il “giocattolino” della mamma prima che questo venisse buttato via?
Strinse le gambe al petto, singhiozzando più forte. Era stata davvero cosi cieca??
E sua sorella? Era capitato lo stesso destino??
- MALEDIZIONE!! – urlò, sbattendo un pugno a terra
- Maledizione, MALEDIZIONE!! – continuando a picchiare le nocche ormai sporche di terra sul terreno.
 
- Miao –
Kagome spalancò gli occhi e alzò la testa, ritrovandosi davanti il piccolo micio a due code, seduto dietro le sbarre, che la guardava incuriosito.
Curvò un angolo della bocca simulando un sorriso:
- Sei tu… se adesso ti trasformassi in un mostro o che so altro, non mi stupirei nemmeno un po’… oggi sembra che tutto vada per il verso sbagliato… è tutto sbagliato! – concluse prima di rinascondere il volto dietro le gambe.
Il gattino, dopo aver ascoltato il bizzarro ragionamento della ragazza, oltrepassò le grate e si accoccolò vicino a lei, facendole le fusa e facendole capire che almeno lui, era dalla sua parte.
Lei posò gli occhi rossi sull’animale e po’ rincuorata, cominciò ad accarezzarlo sulla testa.
‘Almeno se morirò, non sarò da sola…’ riflesse amaramente lei, pensando che quella era la sola consolazione che poteva avere in quel momento.
Successivamente, il piccoletto si alzò e si avvicinò alle grate e le superò, facendo segno di seguirlo.
- Non posso venire con te stavolta.. mi dispiace.. –
Il micio iniziò a mordere le grate verdi con determinazione, ma era troppo lento e non riusciva a finire di rompere una grata che quell’altra si era già riformata.
Kagome sorrise di fronte alla fermezza del gatto, ma la speranza di andarsene da lì non era ancora emersa in lei. Ormai si sentiva vuota, senza scopi da realizzare, perché il suo grande amore, in un attimo, glieli aveva fatti scomparire tutti.
 
Fu allora che sentì la sua voce.
- Kagome!!! –
Lei scattò in piedi, livida di rabbia, stringendo i pugni mentre vedeva arrivare il giovane da lontano.
Il micio invece si era messo in posizione di difesa, soffiando verso di lui.
Appena si trovò a due passi dalla prigione parlò:
- Non c’è tempo da perdere! Adesso… -
- Tu cosa?? Mi vuoi portare più velocemente possibile da tua madre?? Questa prigione è troppo bella per i suoi gusti?? –
- No stupida! Io… -
- STUPIDA?? Hai anche il coraggio di chiamarmi “stupida”?? Lasciami in pace!! Non voglio avere niente a che fare con un verme come te!! –
- E invece mi ascolterai! Potrai anche non perdonarmi per averti tenuto nascosto tutto, ma tu adesso devi uscire di qui! Perché se non te ne vai da questo luogo maledetto finirai per… -
- …fare la stessa fine di mia sorella??? – calde lacrime erano ricominciate a scendere.
Inuyasha aveva fatto un passo indietro, abbassando le orecchie.
- Come! Come hai potuto farmi una cosa del genere!! Io le volevo bene! E tu… tu… L’HAI AMMAZZATA!! –
- IO NON… io non l’ho uccisa Kagome!! E’ quello che cercavo di dirti! Ho provato a fare fuggire pure lei… ma … qualcosa non ha funzionato… quando sono arrivato era troppo tardi! Ormai Sango era sotto le grinfie di mia madre! Non potevo fare più nulla… -
- Potevi ribellarti invece!! Non sei abbastanza uomo da dire di no alla mammina?? –
Questa frase colpì l’orgoglio del ragazzo, ma ingoiò pesante e andò avanti. Non era nelle condizioni di fare il permaloso adesso.
- Pensi che sia cosi semplice?? Pensi che sia cosi semplice fare morire tua madre, solo perché non avevi più voglia di fare quello che lei voleva!? Lo sai Kagome? Io c’ho provato! E anche più volte! Ma ogni volta che lo facevo, lei mi accusava che io la volevo vedere morta, perché se me ne andavo era questa la sua fine! E continuava a raccontarmi tutte quelle cattiverie sui mezzi demoni facendomi credere che se fossi andato via da questo bosco non ci sarebbe stato nulla per me… solo odio e disgusto nei miei confronti… Solo con te ho scoperto che erano tutte menzogne quelle che mia madre mi diceva! Ecco perché sono qui!! Metterò la parola fine su questa faccenda, ma per fare ciò, ho bisogno che tu scappi da qui! Se non te ne vai, morirai Kagome… e io non potrei sopportarlo! Preferirei mille volte morire al tuo posto, piuttosto che vederti morire! –
Nei suoi occhi c’era determinazione e anche lei se ne accorse. Aveva paura a fidarsi di nuovo di lui, d soffrire di nuovo. Ma di fronte a quelle gemme d’oro colato, l’odio che provava in fondo al cuore cominciò lentamente a svanire.
Il gattino drizzò le orecchie e scodinzolò felice, per poi ritornare a mordere quelle odiose grate.
Inuyasha se ne accorse e per aiutare l’animaletto, tese gli artigli e tagliò i filamenti, permettendo alla giovane di uscire.
Quando incrociò il suo sguardo, le sorrise, felice che gli aveva creduto, ma lei guardò da tutt’altra parte in maniera arrabbiata, facendogli capire che non l’aveva ancora del tutto perdonato.
Abbassò le orecchie, come un cane bastonato, ma sotto sotto, la poteva capire…
Sospirò per allontanare quel pensiero e la sua attenzione cadde sull’esserino che gironzolava fra i suoi piedi.
Strano… non ricordava di aver mai visto quel gatto…
Il micetto si fiondò tra le gambe di Kagome, emettendo dei mugolii e battendo qualche volta il suo musetto contro le gambe di lei.
- Vuoi che ti segua anche stavolta? – chiese non molto sorpresa lei.
Come se avesse capito, annuì impercettibilmente e corse verso il bosco. La fanciulla fece qualche passo in sua direzione, ma l’hanyou la prese per un braccio bloccandola.
- Aspetta Kagome! Che stai facendo??? Ho aperto un portale sul lago! E’ l’ultima possibilità che hai di fuggire! Non fare sciocchezze!! –
La ragazza guardò prima lui, e poi la sua mano che la teneva ferma.
Adesso le dava anche ordini?
Strattonò il braccio, per liberarsi dalla sua presa e gli diede le spalle.
- Di sicuro, dopo quello che è successo, mi fido più di quel gatto che di te! Per lo meno non mi ha ancora tradito LUI! –
Inuyasha rimase a bocca aperta, mentre la vedeva correre dietro quella creatura a quattro zampe. Preferiva quella palla di peli a lui???
- EIIII!!! KAGOME!!!!! – ma la giovane non si girò nemmeno.
‘ Tsè! Quella stupida non mi considera neanche!! ‘
Guardò in direzione del villaggio e poi verso il punto in cui era scomparsa la ragazza. E pensare che aveva utilizzato di nascosto l’ultima fiala indispensabile per aprire il portale sul lago! Non sapeva se poi si fosse veramente aperto, ma valeva comunque tentare! … ‘ E quella sciocca preferisce inseguire il micio!! ’ pensò scocciato lui, mentre stava correndo verso la sua donna.
 
Quando la raggiunse, provò a convincerla a tornare in dietro, che non c’era tempo per quelle cavolate, ma ogni volta lei lo inceneriva con lo sguardo, facendolo sudare freddo, finché non si arrese e si limito a seguire silenzioso anche lui, il gatto a due code.
Impegnato cosi com’era a convincere Kagome ad andare al vecchio villaggio, non si accorse nemmeno di dove quell’animaletto li stesse conducendo.
Quel luogo gli faceva male.
Evitava sempre quel luogo, salvo alcune eccezioni che stabiliva sua madre.
Era una macchia indelebile di tutti i suoi sbagli, di tutte le sue paure.
Era il luogo in cui riposavano i corpi senza vita delle giovani vittime del rito.
La prossima tomba che avrebbe dovuto scavare per la donna che lui amava.
Si fermò, osservando le lastre ormai non più bianche e corrose dal tempo. Poi spostò lo sguardo su Kagome, aspettando che anche lei capisse di che posto si trattasse e il suo intuito non tardò ad arrivare. La vide sgranare gli occhi e tremare, mentre sul volto si dipingeva una maschera di dolore e di paura.
- Kagome… - ma lei sembrò non averlo nemmeno ascoltato.
Inuyasha si piazzò davanti a lei, mettendo le sue mani sulle sue spalle, spronandola.
- Kagome… Lo so che è difficile… ma dobbiamo… -
- Dov’è??? – esclamò lei, come risvegliatasi dallo stato di trance in cui era caduta. - Dov’è??? –
- E’ passato tanti anni!! Il suo corpo non è più quello di una volta!! Non farti ancora più male! –
- Ti ho chiesto dove hai messo il corpo di mia sorella!! – gridò forte lei, come se la frustazione di prima fosse riemersa tutta d’un botto.
Lui abbassò lo sguardo e prima che potesse dire qualcosa, il gattino miagolò, attirando l’attenzione di tutti e due.
Kagome corse verso la lapide sulle quale si trovava l’animale, mentre l’hanyou rimase in un primo momento sconcertato, seguendola a ruota camminando.
La fanciulla provò a cercare qualche scritta sulla tomba, in modo da identificarla, ma quella lastra non aveva nessuna particolarità rispetto a quelle altre.
Si assomigliavano tutte.
I corpi delle vittime erano tutti uguali, non avevano nessun valore per Izayoi.
Un moto di rabbia la pervase:
- E’ questa la tomba di mia sorella?? –
Lui non rispose
- E’ qui dentro Sango si o no??? –
- Ecco… si… - balbettò lui. Sembrava che il gatto sapesse dove si trovava Sango. Possibile?
Kagome iniziò a spingere con tutte le sue forze il coperchio della bara, ma nonostante ci stesse mettendo l’anima, non ci riuscì. Era troppo pesante.
Si inginocchiò ai piedi della lapide, con gli occhi lucidi per non essere riuscita a spostarlo nemmeno di un centimetro.
Non era buona a nulla. Era un disastro in tutto.
Ma mentre la sua autostima stava calando verticalmente, sentì un rumore basso e profondo. Come se qualcosa di pesante si stesse spostando.
E così era.
Inuyasha, sentendo grazie al suo olfatto sopraffino l’odore delle sue lacrime, si era messo al suo fianco e l’aveva aiutata. Forse un umana non poteva spostare una lastra del genere, ma un mezzo demone si!
Si alzò stupita, e in cuor suo contenta, mentre vedeva l’hanyou spingere anche se con fatica l’enorme coperchio della tomba. Anche se sua madre aveva detto tutte quelle cattiverie, forse, non tutte erano vere… che l’Inuyasha che amava fosse il VERO Inuyasha? E non l’uomo senza scrupoli che le aveva dipinto la vecchia poco fa?
Ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti dal rumore della lastra caduta sul terreno.
Adesso la tomba era completamente aperta, ma solo Inuyasha che era più vicino, poteva vedere il fondo di questa.
Stava trattenendo il respiro, dalla tensione di ritrovare i resti della sorella. Si stava preparando psicologicamente a vedere il corpo putrefatto di Sango, quando l’espressione del mezzo demone la spiazzò.
Aveva gli occhi spalancati, come qualcuno che aveva appena visto qualcosa che non doveva vedere. Ma non vi era nessuna nota di disgusto in quello che guardava, e questo non era normale… che cosa c’era che non andava??
Deglutì sonoramente e si avvicinò a lui. Quando però vide ciò che stava fissando il ragazzo, soffocò un urlo con la mano.
 
No. Non era possibile! Quella… quella… non può essere Sango!, si ripetevano entrambi.
Ma eppure era così, perché nonostante non scorresse nessuna nota di vitalità in lei, dentro la tomba vi era il corpo perfetto e giovane di Sango.
 
Nemmeno Inuyasha parve capirci qualcosa. Il viso della giovane era bianco, cadaverico… e il suo cuore non batteva più… ma allora perché il suo corpo era ancora intatto?? Perfino i demoni dopo qualche mese si decomponevano… perché lei no??
Poi ripensò al rituale, in cui sua madre non era riuscita a diventare giovane. Forse aveva a che fare con tutto questo??
Kagome toccò tremante un braccio della sorella, ritirandolo subito non appena costatò che fosse ghiaccio come il marmo.
- Inu… cosa… cosa… -
- Non lo so… - ammise lui, continuando a studiare incredulo la ragazza.
Intanto il micio a due code con un balzo atterrò ad un lato del sarcofago, chiamando i due con un miagolio. Li osservò incuriosito e poi scodinzolò la coda, prima di tuffarsi dentro la tomba.
Inuyasha e Kagome non avevano emesso ancora una sillaba durante tutto quel tempo, ma appena una luce bianca intensissima circondò il corpo di Sango, si allontanarono da lì, cadendo rovinosamente a terra.
Il ragazzo strinse forte a sé la giovane fra le sue braccia, in modo da proteggerla in caso di qualsiasi pericolo, non sapendo cosa sarebbe uscito da quella bara dopo.
Non appena la luce affievolì, saltò fuori il tenero micino che scodinzolava felice, però non più concreto, reale, come lo era prima, ma sotto forma di spirito, che mano a mano che si allontanava, sbiadiva, fino a scomparire, come per diventare un tutt’uno con la foresta. Poi fu il turno di qualcun altro di uscire, ma quando ciò avvenne, entrambi non potevano credere ai propri occhi.
Davanti a loro, più viva che mai, c’era Sango.
 
Kagome, rimase a bocca aperta per un po’, facendo ridere la sorella.
- Oh andiamo Kagome! In questi giorni ne dovresti aver viste di peggiori o sbaglio?? –
La giovane, inizialmente sbigottita, si lanciò fra le braccia della sorella, che nel frattempo che lei si riprendesse dallo shock, era uscita completamente dalla tomba di marmo.
L’hanyou osservò le due sorelle abbracciarsi e il suo animo si placò un poco. Finalmente, dopo tante lacrime, aveva rivisto il sorriso della sua Kagome.
Sorrise, e Sango sembrò accorgersene.
Ruppe l’abbraccio e si avviò verso Inuyasha, che aveva fatto un passo indietro istintivamente, credendo che adesso si sarebbe dovuto sorbire pure le accuse di Sango per quello che aveva fatto a Kagome.
Ma con sua sorpresa, abbracciò anche lui, sotto lo sguardo stupito di Kagome, che osservava divertita le guance dell’hanyou tingersi di rosso per quel contatto improvviso.
- Grazie per tutto quello che hai fatto… so che hai provato ad aiutarmi, e che non ci sei riuscito, ma l’importante è che tu ci abbia provato… -
Kagome increspò le sopracciglia. Allora era vero quello che le aveva detto!
Lui non rispose all’abbraccio ma si limitò ad annuire nervosamente. Stare cosi vicino ad una ragazza sotto gli occhi di Kagome, anche se era suo sorella, lo metteva fortemente in disagio… lei parve accorgersene e si allontanò:
- Grazie anche di esserti presa cura di lei… - finì, guardando l’altra giovane dietro di lui.
Quest’ultima, chiamata in questione, arrossì e distolse lo sguardo da quello dell’hanyou, che la stava fissando ansioso di una sua risposta, temendo che ancora lei non si fidasse del tutto di lui.
- Beh… avrebbe potuto farlo meglio in verità… - lo accusò lei, incrociando le braccia e gonfiando il petto. Certo, adesso si fidava del ragazzo, ma il suo orgoglio certe volte faceva davvero dei brutti scherzi, facendola sembrare sempre un po’ arrabbiata con lui, il quale scattò in avanti ponendosi proprio di fronte a lei.
- Kagome io morirei per te!! – urlò lui, spaventandola a causa della espressione seria che aveva in volto – ti ho amato dal primo momento che ti ho visto! Nessuna donna mi aveva fatto quest’effetto. Nessuna mi fa provare cosi tante emozioni come te… Quando… quando sono al tuo fianco io mi sento… completo! Per secoli ho vissuto in solitudine, sognando di trovare qualcuno come te, che mi accettasse per quello che sono… Adesso che ti ho trovata non posso perderti. Ho bisogno di te, del tuo sorriso e di saperti al sicuro! Io ti proteggerò a costo della mia vita, fosse l’ultima cosa che faccio! Ti amo Kagome! Lo farò per sempre! –
La ragazza dopo aver ascoltato la sua dichiarazione, aveva quasi le lacrime agli occhi. Non poteva essere più felice di così. Aveva creduto di essere stata tradita dall’uomo che amava e per questo si era sentita distrutta. Ma ora… un moto di desiderio e tenerezza si era fatto strada in lei e sembrava volesse esplodergli nel petto.
- Per sempre?... – gli sorrise, mentre una lacrima le scendeva sulla guancia. Lui si avvicinò ulteriormente e dopo aver riempito la sua mano con il volto di lei, le asciugò la lacrima con il pollice.
- Per sempre… - le mormorò dolcemente, prima di baciarla sulle labbra, senza malizia alcuna.
Dopo alcuni secondi, un colpo di tosse però li riportò sul pianeta terra.
Sango era ancora lì e quando se ne ricordarono, si allontanarono con una tale velocità, rossi in volto, da farla ridere di gusto.
- Smettila Sango! – la minacciò sua sorella
- Ahaha… scusa! E’ che… eravate così carini mentre vi sbaciucchiavate! Tutti assorti nel vostro mondo! – li schernì lei, mentre le guance dell’hanyou stavano prendendo fuoco.
- Adesso basta però! – sbottò lui, provando a cambiare discorso per uscire da quella situazione imbarazzante. – Ci devi sempre spiegare come tu possa essere ancora viva dopo essere stata uccisa da mia madre! –
- Si avete ragione… - disse mentre osservava sua sorella farsi più attenta -… ma è meglio che vi racconti tutto dall’inizio… -
 
 
Flashback
Una sera, mi sentii improvvisamente male. Non seppi spiegarmi cosa mi fosse successo, sapevo solo di sentire un forte bruciore al petto, al centro del quale faceva mostra una macchia violacea che fino a poche ore fa non avevo… Passai la notte insonne e il pomeriggio dopo, magicamente, tutto il dolore di prima svanì. Cercai Izayoi per avvisarla che stavo meglio, che non occorreva che si occupasse più di me, dal momento che avevo deciso di ritornare a casa, ma non la trovai. Provai a scendere in cantina… e lì capii che quella donna non era quello che voleva fare sembrare.
Una strega, ecco cosa era veramente. E dopo la macchia nera sul mio petto della notte prima, capii subito che lei c’entrava qualcosa, e di sicuro non era una cosa positiva per me!
Corsi fuori di casa, approfittando che lei non ci fosse e corsi nella foresta… E’ lì che incontrai Inuyasha, che mi raccomandò di andare verso il villaggio, perché lì ci sarebbe stata la mia unica via di fuga.
Non so perché, ma mi fidai. Sembrava sincero e io feci come mi disse. Corsi per vari minuti, fino a che mi persi dentro il bosco, per colpa delle statuette situate sul sentiero. Osservavo intimorita quei calici a forma di folletto aprire e chiudere gli occhi. Ovunque io andavo, li trovavo sempre pronti ad aprire quei malefici occhietti… sempre puntati su di me.
Erano creature magiche? Non lo sapevo, ma in quel momento realizzai di non avere possibilità di fuga, perché ero seguita costantemente.
Provai a intraprendere vie secondarie, ma l’unico effetto fu quello di perdermi ulteriormente. Sentivo che l’aria stava diventando sempre più tesa e i rumori del bosco stavano per lo più scomparendo, facendo sprofondare il bosco in un silenzio quasi irreale.
Avevo perso.
Mi lasciai cadere in ginocchio, sconfitta, aspettando che quella megera mi catturasse.
Tuttavia, una luce intensa catturò la mia attenzione. Davanti a me, si era materializzata una giovane donna. Alta, capelli lunghi e neri, con uno sguardo fiero e nobile che mi lasciò un momento spaesata. Non sapevo se era dalla parte della vecchia, ma quando parlò, tutti i miei dubbi svanirono.
- Tu devi essere un’altra vittima sacrificale di quella strega, non è vero? Io sono Kikyo, sacerdotessa del villaggio ormai in rovine qua vicino. – fece una pausa - Venni uccisa per mano di quella strega per aver sterminato tutti i suoi mostri, o meglio quasi completamente… - contorse un po’ gli angoli della bocca, in segno di dissenso e quella fu l’unica espressione più umana che vidi in lei. – il mio spirito vaga ancora per questa foresta di tanto in tanto, in attesa di utilizzare le mie ultime energie di sacerdotessa per sconfiggere definitivamente quella pazza –
Un barlume di speranza riemerse, ma mi chiesi come mai quella donna avesse aspettato cosi tanto ad apparirle.
- Perché non avete agito prima? –
- Perché mano a mano che mi avvicino alla casa, il mio spirto diventa sempre più debole… e la mia presenza, seppur lieve è sempre stata chiara a lei… ecco perché non lascia mai andare via da sole le sue prede… tu sei la prima che è riuscita a sfuggire in tempo… ma ormai non ce la farai mai a raggiungere il portale prima che arrivi lei… la sua magia è molto forte, credimi! –
- Ma allora che cosa posso fare?? – esclamai confusa.
- Non farti uccidere – rispose la sacerdotessa come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Non farmi… … e come dovrei fare?? Avete appena detto che non posso sfuggire di qui e che lei sta per arrivare!! –
- Lo so quello che ho detto! Ma il portale non è l’unica via di salvezza per te… io ti posso aiutare… - il mio core si alleggerì, ma quello che sentii dopo mi fece capire che non era tutto rose e fiori come sembrava
- Grazie alle mie ultime energie rimaste, invocherò uno spirito della foresta, che ti permetterà di restare in vita, impedendo cosi alla vecchia di ringiovanire. Trasferirò la tua anima dentro il corpo dello spirito, cosi che tu abbia la possibilità di non essere presa. Izayoi non sospetterebbe di questo scambio d’anime… e quando sarà il momento del sacrificio, proverà ad acquisire l’anima dello spirito… cosa impossibile anche per lei e in questo modo, se non avrà più una ragazza da sacrificare, morirà, come tutte le persone umane. –
- E… in che cosa mi dovrei trasformare?? Una volta che io sarò fuori pericolo potrò mai ritornare nel mio corpo?? – Chiesi, beccandomi un occhiata gelida.
- Non è cosi semplice… ogni volta che Izayoi uccide una persona fa seppellire dal figlio il corpo in una tomba di marmo, sotto i suoi occhi vigili… finché il tuo nuovo corpo, non toccherà il tuo vero corpo, non ci potrà essere nessuno scambio di anime! Dubito che nelle tue condizioni riusciresti mai ad aprire il coperchio della tomba… -
- Volete dirmi che rimarrò per sempre nel corpo dello spirito della foresta?? –
- No… quando morirà però potrai uscire da questo bosco maledetto perché la barriera sarà distrutta… dovrai attendere qualcuno che ti aiuti ad aprire la tomba… anche se questo potrebbe dire aspettare molti anni… -
- Molti anni??? Dovrei vivere in un corpo non mio per cosi tanto?? Nell’attesa che dopo che sia scomparsa la barriera, arrivi qualcuno?? –
- Si, più o meno è cosi! – rispose lei non scomponendosi, mentre la guardavo sbigottita.
- O muori adesso, o vivi per anni in un corpo non tuo… hai la possibilità di scegliere… -
Di fronte a quella scelta, sospirai e presi la mia decisione.
- D’accordo… farò come mi hai detto… accetto il tuo aiuto… -
- Però devi sapere una cosa… ci può essere una piccola possibilità che Izayoi non muoia, se arrivasse una nuova vittima… Vedi, le notti del rito, non le sceglie lei, ma il cielo! Gli astri nell’ universo si riuniscono solo dopo un determinato numero di anni, e solo in quei momenti, Izayoi può compiere il rito! Se io salvo te, poi in futuro potrebbe arrivare un’altra ragazza, e tutto sarebbe vano! –
- Potresti aiutare anche lei, no? –
- Purtroppo no… ho energia a sufficienza per aiutare te e poi il mio spirito riposerà in pace. Dovremo essere davvero sfortunate se durante quel periodo arrivasse una nuova vittima, ma l’unica cosa da fare è tentare… e sperare che questo non succeda… E’ molto furba Izayoi… di solito compie i sacrifici ad un età più giovane, in modo che se io sprecassi le mie ultime forze per una persona, lei avrebbe comunque tanti anni a disposizione e molte occasioni per rimediare! –
Ascoltai senza fiatare.
- Adesso invece è diverso! Ormai è vecchia, ha solo questa e un’altra possibilità di tornare giovane… e se non funzionasse, sarebbe la fine dei suoi giorni! – fece una pausa e continuò - Ecco perché sono qui… questa è una buona probabilità di sconfiggerla… ma… prima devi essere sicura tu di essere salvata… -
Inarcai un sopracciglio, pensando che mi stesse prendendo in giro
- Certo che accetto! E poi se è l’unica possibilità di batterla lo farò volentieri! Se dovesse arrivare una nuova ragazza, cercherò di fare del mio meglio per aiutarla! Le tue energie non saranno state vane! –
Kikyo annuì e unendo le mani e chiudendo gli occhi, aumentò l’intensità della luce che la circondava.
Mentre la stavo ancora fissando, vidi sbucare da dietro gli alberi un'altra fonte di luce, bianca stavolta, che mano a mano che si avvicinava a me, diventava sempre più nitida.
Con mia sorpresa, questo spirito, aveva l’aspetto di un tenero micino.
- Questa è Kirara. Il suo spirito dormirà per sempre nel tuo corpo fino a che tu non lo toccherai con il suo. –
Io guardai la gattina avvicinarsi decisa, fino a fermarsi di fronte a me, in attesa di un mio segnale.
- Grazie Kikyo… riposa in pace… adesso ci penserò io a finire la tua guerra. – osservai Kirara e annuii con il viso.
- Sono pronta – e con un balzo, lo spirito entrò dentro il mio corpo, facendomi perdere i sensi.
Quando mi risvegliai, mi ritrovai ai piedi di un albero, nascosta fra le radici, dentro il mio nuovo corpo. Cercai con lo sguardo la mia vera me, ma quello che vidi furono solo delle enormi piante che mi avvolgevano come una spira e che mi trascinavano via, mentre la strega guardava vittoriosa il mio corpo umano, come un predatore si gusta l’attimo prima di mangiare la sua preda.
 
 
- Ecco com’è andata… quando sono andata alla tomba, ho realizzato che non ce l’avrei mai fatta ad aprirla da sola e avevo comunque timore se fidarmi o meno di Inuyasha, perché alla fine di tutto, non so se aveva aperto o meno quel portale… non volevo sprecare il sacrificio di Kikyo, e quindi decisi di aspettare che la vecchia morisse… ma purtroppo… -
- Sono arrivata io… - concluse Kagome che aveva seguito interessata tutto il racconto. Si sentiva colpevole. – Scusami Sango… io… -
- No Kagome! Non è colpa tua! Tu non potevi mica sapere… e poi… grazie a te sono ridiventata normale e lo spirito di Kirara è potuto di nuovo tornare nel bosco… -
Inuyasha prese la mano della compagna e la strinse, in segno di conforto, e lei gli sorrise, per poi baciargli dolcemente la guancia.
- Adesso bisogna andare via però – disse Sango, facendo riferimento al portale che aveva aperto il mezzo demone.
- Si… sperando che ci sia riuscito… -
- Sono sicuro che ce l’hai fatta Inu – lo rincuorò Kagome, facendo sorridere il ragazzo.
Così, a corsa, si precipitarono al villaggio, e quando arrivarono al lago, i loro cuori avevano cominciato a correre veloci nel loro petto, perché sopra il livello dell’acqua, a pochi metri dal lago, c’era il portale!!
Sango istintivamente aveva esultato assieme alla sorella, che in quel momento stava abbracciando felice il giovane.
- Bisogna sbrigarci però! Il portale sta per chiudersi! – confessò lui, costatando come la luce turchina di quel portale stesse svanendo.
Appena salirono sul molo di legno, una barca fuoriuscì dal portale, pronta a traghettare nuove persone al di là di quel varco magico.
Sopra quella piccola imbarcazione, c’era uno strano spirito, totalmente incappucciato, che remava verso il piccolo pontile su cui si trovavano loro.
- Inu… -
- Tranquilla, è il traghettatore. Lui non sta da nessuna parte… né con noi, né contro di noi… fa solo il suo dovere. – la calmò, accarezzandole i capelli e guardandola in maniera malinconica.
La barca si accostò al molo e Inuyasha aiutò le due giovani a salire.
Ma senza preavviso, il traghettatore iniziò a remare, mentre ancora il mezzo demone era sul pontile. Istintivamente Kagome si aggrappò ad un bastone di legno e gridò allo spirito di fermarsi e cosi lui fece.
- Inuyasha! Dai muoviti!! – gli disse, approfittando che erano fermi.
Ma lui non si mosse.
La guardava in maniera strana, ma non presagiva niente di buono.
- Inuyasha? – adesso stava tremando. Perché aveva quella strana sensazione?
- Mi sa che da ora in avanti dovrai fare senza di me… Io non posso salire… -
- Perché?? – domandò quasi urlando e con le lacrime agli occhi.
- La barca può portare al massimo due persone… e a me va bene cosi… mi basta che tu sia salva… - ammise lui, guardandola dolcemente iniziare a piangere.
- Ma… ma… non è giusto!! –
- Lo so, ma… non posso farci niente… dovrai cavartela senza di me… Kagome sei una persona eccezionale… non avrai nessun problema a cavartela da sola… io rimarrò qui… infondo è quello che mi merito per aver sempre aiutato mia madre…-
- NO!! Non è colpa tua se tua madre ha ucciso molte persone! Ti prego Inuyasha! Vieni con noi! A nuoto, sopra un pezzo di legno, con cosa vuoi tu!! Ma vieni via con noi! Con me… -
L’anima del ragazzo era straziata dal dolore, ma non poteva permettersi di fare vedere alla compagna quanto stesse soffrendo.
Doveva mostrarsi forte per lei. Altrimenti non se ne sarebbe andata da quel bosco maledetto.
Kagome ormai stava piangendo, perché stava incominciando a realizzare che lui da lì non se ne sarebbe mai andato e anche Sango versò una lacrima. Non si meritava tutto questo dopo quello che aveva fatto per loro…
- Kagome, il portale funziona come la barca… solo due persone… mi dispiace… il mio posto sembra essere solo questo… -
- Ma tua madre sarà furiosa con te!! Ti ucciderà! –
L’hanyou sorrise con amarezza. Forse l’avrebbe veramente ucciso… chissà… ma a lui in quel momento non importava. Guardò la giovane aggrappata al molo sotto di lui, che con gli occhi lo implorava di non lasciarla, di andare con lei.
Si inginocchiò e le prese la mano con la quale reggeva il legno sotto i suoi piedi.
- Devi andare adesso… buona fortuna Kagome… ti amerò per sempre – e dopo averle dato un bacio sulla fronte, l’allontanò dal molo, permettendo cosi al traghettatore di continuare la sua corsa.
I due non si staccarono mai gli occhi di dosso. Kagome guardava con il cuore a pezzi il suo grande amore diventare sempre più piccolo, mentre lei si avvicinava sempre di più al portale. Calde lacrime le rigavano il volto.
Quello di prima era un addio.
Non l’avrebbe mai più rivisto.
Lo spirito remava lentamente, senza proferire parola. Si sentiva solo il muoversi dell’acqua e i rumori della foresta.
Il portale era maledettamente vicino.
- Kagome… - la chiamò la sorella dietro di lei. Ma la ragazza non si girò. Non voleva distogliere il suo sguardo da quello del suo amato hanyou.
- Kagome… guardami! –
Riluttante lei si girò.
- Lo ami davvero? – le chiese prendendole le mani.
- Si Sango… lo amo più della mia stessa vita! – confessò lei, iniziando a singhiozzare – Io… non posso stare senza di lui! … Io… non… non posso!! –
Voltò la testa verso di lui e lo vide sempre in cima al molo, che la guardava con gli stessi occhi della prima volta che si erano incontrati.
Sango sorrise tristemente.
- Beh… allora non c’è più tanto da fare… -
Kagome la guardò, confusa. Ma dopo qualche secondo capì il significato delle sue parole. Sango aveva già capito cosa le avrebbe detto di fare il suo cuore.
- Sango… io… mi dispiace… -
La sorella l’abbracciò
- Non devi preoccuparti per me! Se questo è ciò che vuoi, devi farlo! Avrai sempre il mio consenso… Sii felice Kagome! –
Guardò Sango, grata che avesse capito. Abbracciò più forte la sorella e le sorrise, in pace con se stessa.
Adesso non avrebbe avuto più rimorsi.
Adesso aveva preso la decisione giusta.
Avrebbe mantenuto la sua promessa: Rimanere al fianco del suo hanyou.
E con un salto si tuffò dalla barca, un attimo prima che sua sorella scomparisse dentro il portale, lasciando esterrefatto il mezzo demone.
 
Inuyasha rimase pietrificato quando vide Kagome tuffarsi. Spalancò gli occhi terrorizzato a quella vista. Il suo cuore si era come fermato bruscamente in quel momento, ma quando la sentì chiamare il suo nome, ricominciò a battere furiosamente nel suo petto.
- KAGOME!! – gridò lui, mentre guardava il portale chiudersi alle sue spalle.
Perché?? Perché l’aveva fatto??
- INUYASHA!!! – urlava lei, nuotando in sua direzione.
Lui con un balzo si tuffò in acqua e la raggiunse, stringendola forte fra le sua braccia.
L’acqua gli arrivava al petto e nonostante fosse gelata, sentiva solo il calore del corpo di lei.
- STUPIDA!! Perché?? Perché l’hai fatto?? – le chiedeva, mentre le accarezzava in maniera quasi frenetica tutto il viso, come per accertarsi che lei fosse veramente lì.
- Per sempre, ricordi? – disse lei, mentre gli accarezzò la guancia.
Lui sorrise, al culmine della gioia.
- Si... – ammise mentre una lacrima di felicità gli rigava il viso. Lei commossa quanto lui, lo baciò con passione, mentre l’hanyou la spostava fino a riva. La sdraiò lì, con le gambe ancora nell’acqua, perché il desiderio che aveva di lei era talmente tanto, che fare altri due passi in più era un totale supplizio.
Kagome lo baciava in maniera febbrile, sussurrando un “ti amo” ogni volta che si staccavano per riprendere fiato e l’abbracciava stretto a sé, come se avesse paura che se ne andasse da un momento all’altro. Lui ovviamente non voleva stare da nessun altra parte se non lì, con lei. Quasi tremando dalla fretta di farla sua, le levò le mutandine e si abbassò i pantaloni, non preoccupandosi affatto di spogliarsi, sprofondando in lei con un'unica spinta.
Fecero l’amore così, l’uno stretto nell’altra, desiderosi di stare solo da soli, nella loro bolla di piacere, che ad ogni spinta diventava sempre più travolgente e il loro gemiti si alteravano tra sorrisi, dolci parole, baci infuocati, fino a che non vennero insieme.
I loro cuori battevano ancora impetuosi nel loro petto e il loro respiro era ancora irregolare. Il vento cominciava ad essere più freddo al calarsi della sera e a raffreddarsi maggiormente sui vestiti bagnati dei due innamorati.
Ma loro sembravano non accorgersi di nulla.
Erano solo loro
Due anime in un solo corpo.
  
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