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Autore: MegJung    13/10/2012    1 recensioni
Due ragazzi innamorati, il capo di una setta sanguinaria, Sylvia dovrà vendicare un torto fatto da una persona che non avrebbe mai sospettato...
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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McBean fu svegliato dalla luce del sole, non potendo più riposarsi decise di farsi un giro.
Indossò una T-shirt verde, un paio di jeans e un cappello con visiera per nascondere i suoi capelli ricci disordinati.
Erano le nove e mezza, di solito verso le ore mattutine non era insolito trovare in quel quartiere gli zingari con i loro vestiti consumati e variopinti che chiedevano l'elemosina.
Una gitana stava sempre vicino la soglia del portone del condominio dove abitava Dennis, ogni volta che la donna vedeva l'impiegato lo guardava male e gli diceva cose strane in tono apocalittico.
Quel giorno i due si incontrarono e la zingara, come al solito, comiciò ad emanare quelle strane sentenze sul conto di Dennis.
- Tu hai fatto molte cose malvagie - esordì con uno strano accento - e l'ultima che hai fatto la pagherai a caro prezzo! -.
- Zitta pazza - sbottò Dennis stringendo i denti - tornatene nel tuo paese! -.
L'incontro terminò con McBean che snobbò la gitana e continuò a camminare per la sua strada. Quello che non aveva messo in conto era che la sua adorata figlia, Sylvia aveva visto tutta la scena dalla finestra e che quello che aveva avvistato l'aveva lasciata alquanto perplessa.
"Perchè la zingara aveva detto così?" pensò la ragazza "perchè ce l'aveva sempre con mio padre? Se aveva ragione lei e lui era davvero malvagio?".
Non poteva saperlo, oltre che appena alzata dal letto non riusciva a comprendere e a ragionare molto bene. Andò in bagnò e guardò il suo viso trasandato allo specchio, i capelli scuri arruffati gli scendevano sulle spalle e per il sudore erano appiccicati al viso, il suo sguardo era ancora assonnato. Aprì il rubinetto del lavandino per sciaquarsi il viso, ma pochi secondi dopo che l'acqua sgorgò accadde qualcosa di insolito.
Al posto dell'acqua iniziò ad uscire una strana sostanza liquida rossa che pareva sangue mescolato con qualcos'altro.
La ragazza spaventata chiuse il rubinetto e il liquido smise di sgorgare, tingendo il lavandino di rosso.
"C'è qualcosa che non va" pensò Sylvia.
L'atmosfera si stava facendo sempre più surreale e la ragazza era sempre più confusa. Fissando lo specchio vide improvvisamente la figura di due ragazzi dietro di lei, non avevano un aspetto malvagio, ma non capiva come fossero arrivati. Si voltò di scatto, ma non trovò nessuno.
La situazione era troppo strana, Sylvia si rese conto c'era qualcosa che non andava, ma non capiva cosa fosse.
Poi le venne in mente l'unica persona che forse poteva spiegargli quello che le stava accadendo: la zingara sotto casa.
Aveva sempre diffidato di quelle persone, data la loro cattiva fama, ma in quel momento era indispensabile averci a che fare. Scese sotto casa e trovò la donna seduta sul marciapiede, doveva avere una quarantina d'anni. Era una signora dalla carnagione olivastra, con i lineamenti dolci; aveva una folta chioma di capelli neri corvini crespi, raccolti in una treccia ;gli occhi nero carbone che le conferivano uno sguardo amaliante e penetrante e la bocca era carnosa e sensuale. Era difficile non notarla, indossava un lungo abito rosso e verde scargiante e ai piedi scalzi aveva delle cavigliere d'oro che luccicavano al sole.
Sylvia timidamente si avvicinò alla zingara.
- Tu mi devi aiutare - disse schivamente la ragazza.
La zingara si voltò verso di lei e la guardò con un'espressione di una che le stava dando ascolto.
-Devi dirmi cosa sai di mio padre - continuò.
La donna si alzò e invitò la ragazza a seguirla, Sylvia accettò il suo invito.
- Devi sapere che io non sono semplicemente una nomade che chiede l'elemosina - esordì la donna, la sua voce era bassa e quasi sensuale - sono Kalika, una medium e sono spesso in contatto con gli spiriti -.
-Ma perchè hai preso di mira mio padre? -.
La donna senza chiederle neanche chi fosse suo padre le rispose:
- Tuo padre ha reso dannate tante anime e ha disturbato degli spiriti del mare - 
- Anime dannate? Spiriti? Cos'ha fatto? - la ragazza era ancora più perplessa.
- Tuo padre ha ucciso tante persone, non sai chi è realmente, durante la notte è il terribile "macellaio" -.
Sylvia non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
- Non è possibile, non può essere lui - balbettò.
- Se non crederai a me, farò in modo che tuo padre stesso te lo dirà -.
Intanto passeggiando Sylvia e Kalika erano giunte nella coloratissima comunità degli zingari, un posto al quanto affascinante e misterioso. La zingara entrò in una tenda e ritornò con in mano una specie di maschera di protezione per gli occhi. Kalika diede l'oggetto alla ragazza.
- Non vuoi credermi? - disse la gitana con tono di sfida - sarà tuo padre stesso a confessare i suoi delitti -. 

   
 
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