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Autore: chaska    13/10/2012    2 recensioni
Durante l'inverno, quando non si poteva uscire a giocare, o durante l'ora della pausa pomeridiana, quando gli occhi non volevano chiudersi per dormire, i bambini raccontavano una strana storia.
Dicevano che nelle aule più buie, quelle dove non era loro permesso entrare, c'era un mostro.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mostro di ghiaccio






Fra le aule dell'asilo "Rioti" circolavano strane voci.
Durante l'inverno, quando non si poteva uscire a giocare, o durante l'ora della pausa pomeridiana, quando gli occhi non volevano chiudersi per dormire, i bambini raccontavano una strana storia.
Dicevano che nelle aule più buie, quelle dove non era loro permesso entrare, c'era un mostro.
Questo mostro era alto fino al tetto e non diceva mai una parola, ma cosa più importante, si diceva fosse fatto di ghiaccio.
La sua pelle era infatti fredda quanto quest'ultimo, così come gli occhi ne conservavano il colore sbiadito.
A causa di tutto il freddo che sentiva data la sua natura, il mostro era sempre molto triste. E quando occasionalmente incontrava un bambino, il mostro ne rubava il calore uccidendolo, e solo allora sorrideva contento.
Ad Antonio quella storia non era mai piaciuta.
Così, ogni volta che qualcuno la raccontava, lui si allontanava e si metteva a giocare con un pallone o con le preziose macchinine che suo padre gli regalava, e, semplicemente, non ci pensava più.
Eppure, si ripeteva, era proprio strano come quella stupida storia gli stesse venendo in mente proprio in quel momento.
E intanto, teneva gli occhi spalancati sulla figura dinnanzi a sè.
Era alto, molto alto, nonostante al momento fosse inginocchiato. Gli occhi, protetti dai vetri degli occhiali, erano azzurri come un triste cielo d'inverno, e la pelle era chiara come mai aveva visto in vita sua. E con quei corti capelli biondi, Antonio non poteva far altro che pensare al mostro della storia. Quell'uomo sembrava triste quanto lui.

«F'tto.»

Il piccolo Antonio sussultò per la sorpresa.
L'uomo aveva alzato il volto verso il suo, e fra le mani gli porgeva una delle sue macchinine.
Il bambino l'osservò stupefatto. Non riusciva a crederci: il giocattolo su cui aveva versato tante lacrime perchè credeva rotto, quell'uomo era riuscito a sistemarlo!
Lentamente, posò una manina su quella fredda dell'uomo e prese la macchinina. Se la portò dinnanzi agli occhi e fece girare le ruote su se stesse.
Funzionava. Funzionava veramente!
Se dapprima abbozzò un timido sorriso, ben presto, colto da un'irrefrenabile felicità, Antonio scoppiò a ridere.
E l'uomo di ghiaccio lo guardò ridere e ridere, e quando poi si alzò per ritirarsi nelle sue aule buie, il bambino scorse un sorriso sul suo volto.
Mai, il piccolo Antonio, aveva visto un sorriso più bello, anche se era quello di un mostro.





Note: Non scrivo qualcosa inerente a hetalia da quanto? Boh, comunque mesi. E sì, mi ero ripromessa di ripresentarmi in questa sezione con una storia bella, sensata e affascinante. Ahimè, me ne sono uscita con questo obbrobbio. Rimedierò la prossima volta, spero D:
   
 
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