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Autore: BlackKay97    13/10/2012    8 recensioni
C’è un solo semidio che ha deciso di rinascere tre volte: Luke Castellan.
A quattordici anni Luke Reasonson, sua seconda vita, scopre di essere un semidio e si imbarca, suo malgrado, in una missione che lo condurrà ad oscure verità su sé stesso e sul suo destino. Potrebbe essere la maledizione vivente che porterà alla fine del mondo.
Contemporaneamente il divino Hermes rischia l’esilio al Tartaro nel tentativo di salvarlo dall’ira dei fratelli e del padre che ritengono Luke debba morire: è troppo potente per essere un semidio. Eppure il dio dei ladri pare aver notato qualcosa che agli altri sarebbe sfuggito.
Scritta da: Kay
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ermes, Gli Dèi, Luke Castellan, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rimanemmo così per tutta la mattina. Non volevo separarmi da lui. Capivo quello che provava, non so come ma lo capivo e sapevo che stare lì con lui, in silenzio, era la cosa giusta da fare.
No so a cosa avesse pensato quando mi staccai da lui, ma fu stupito di vedermi tornare poco dopo con un vassoio in mano.
Glielo misi davanti e lui lo squadrò: c’erano due piatti e due bicchieri. Gli sorrisi, ma il mio era un sorriso amaro: non mi sentivo felice in quel giorno.
- Travis, ho già fatto io l’offerta per entrambi. Questo è il pranzo. - feci spallucce: in effetti non c’era molto, ma qualcosa si.
Lui prese un piatto ed un bicchiere senza dire nulla e tornò ad osservare il fiume.
Connor era morto in un fiume: potevo solo immaginare cosa stesse provando Travis in quel momento.
Sospirai:- Vuoi parlare? -. Lui scosse leggermente la testa con diniego.
- Vuoi che stia qua con te? - domandai allora e lui annuì.
Ebbi tempo per pensare: la mia vita era perfetta. Insomma, mi lamentavo di avere una madre apprensiva, ma in fondo mi voleva bene. Non avevo mai litigato con mio padre, anche perché forse mi avrebbe polverizzato fosse successo.
Avevo trovato una buona scuola con docenti che mi seguivano nonostante dislessia, iperattività e varie. Non avevo fratelli, il che forse era una pecca: tra fratelli ci si aiuta e si creano forti legami, ma così non potevo perdere persone a me care. E comunque avevo i miei fratellastri e le mie sorellastre.
Improvvisamente mi sentivo egoista e viziato. Io avevo tutto, Travis non aveva niente.
Avrei voluto fare di più per lui, ma non avevo idea di come fare. Dopo circa tre ore dal pranzo lui mi afferrò per un braccio guardando il cielo:- Ora vai, Luke. Torna nella Casa 11 e fai le attività del Campo, come da programma. -
- Non voglio lasciarti. Sto bene qui. -
- Te lo chiedo io, per favore. -. Rimasi fermo alcuni istanti tentennando: volevo stargli accanto, ma poi cedetti: me lo stava chiedendo lui. M’alzai e mi voltai in direzione delle Case:- Travis? C’è ancora speranza per Shilla? -
- Perché dici? -
- Perché la voglio salvare. -
- Vedi di riposarti sta notte... credo tu sappia dove trovarla. -
- Cos...? -
- Domani partiamo insieme. Andiamo a cercarla. -
Non credevo alle mie orecchie: pensavo mi avrebbe dato del matto e mi impedisse di fare questa idiozia, invece era dalla mia parte. Lo abbracciai rivolgendogli un grazie prima di andare e lasciarlo stare. Credevo di sapere perché desiderava la solitudine: stava arrivando nostro padre nel giorno in cui condividevano la perdita della stessa persona, ad entrambi cara.

Tornai al campo, ma venni fermato da una figura alle mie spalle:- Dove vai Luke? - quella voce mi martellò nelle tempie nonostante fosse decisamente bella. Mi voltai per vedere la ragazza bionda che avevo visto in infermeria. - Anna... Annalise, giusto? -
- Annabeth, veramente. Annabeth Chase. - e, dopo quella breve presentazione, il mondo prese a vorticare velocemente. La pressione del sangue nel mio corpo si fece più intensa facendomi male. Del mondo che avevo davanti agli occhi distinguevo solo luci nel buio e la figura evanescente e sfocata della ragazza. Forse mi avevano dato delle sostanze stupefacenti in qualche modo, ma non ebbi il tempo per pensarlo che persi i sensi e caddi a terra come corpo morto cade. Perché si, quando si sviene si pensa alle cose più assurde, come io avevo pensato a Dante. Dove lo avevo sentito nominare? Immagino mio padre... lui sapeva tutto ed amava raccontarmi tutto quello che imparava nei suoi viaggi.

Non ebbi incubi. Rimasi privo di sensi fino alla mattina seguente. Ma credo sia utile dirvelo: feci un sogno particolarmente coinvolgente, senza suoni, solo immagini ed emozioni: ero io ed allo stesso tempo non lo ero.
Ero un vero e proprio figo! Lo sentivo: ero capace d’arrangiarmi da solo, a quattordici anni non ero legato a nessuno e giravo per l’America contrastando tutti i mostri che mi si presentavano dinnanzi. Ma ero più di questo: ero un capo branco! Così forte da non pensare solo a me stesso, ma anche alle due ragazzine che mi seguivano.
Una mi ricordava particolarmente Annabeth Chase. L’altra non la conoscevo. Non ci feci troppo caso. Ero occupato ad invidiare quel mio speciale alterego. Io svenivo facilmente e avevo bisogno che gli altri mi salvassero, quel Luke no. Era lui a salvare gli altri.
Perché io non potevo essere così? Beh, lo sarei diventato. Avevo deciso. In fondo, ero pur sempre un semidio!
Non sentivo solo quella forza, però. Sentivo anche un forte legame che mi univa a quelle due ragazzine. Noi eravamo come una famiglia, questo lo sentivo forte, il che mi stupì perché nemmeno le conoscevo.
Avevo la forza di combattere tutti i mostri, ma non di farlo proteggendole e questo mi aveva fatto scegliere una vita in fuga, per poter star loro accanto e potermi assicurare non accadesse loro niente.
Ad un certo punto del sogno, mentre “parlavo” con le altre due, avvertii una sensazione sgradevole: odio. Era un odio profondo e pressante. Mi dava fastidio, soprattutto perché non sapevo da cosa fosse scaturito. Mi svegliai di soprassalto mettendomi a sedere. Mi guardai intorno: ero di nuovo in infermeria. Di fianco a me c’era Annabeth intenta a leggere un libro ed accanto alla porta Travis parlava con Percy. Filtrava dalle finestre la luce mattutina.
- Come ti senti? - mi chiese la bionda. Stranamente la sua voce non mi fece male questa volta. Annuii:- Tutto bene, grazie. -
- Come mai sei svenuto? -
- Saperlo! - eh, già. Mica svenivo perché ne avevo voglia!
- Hai sognato Shilla? - mi chiese con una leggera apprensione nella voce. Scossi la testa:- Credo d’aver sognato te. -
- Me?! - fece una faccia allibita. Annuii un’altra volta:- Lo so è assurdo! - feci per difendermi ma lei mi interruppe chiedendomi di raccontarle, così le dissi a grandi linee quello che avevo visto senza soffermarmi sulle sensazioni. Lei mi fissava attonita il che mi mise a disagio. Ma leggermente, eh! Insomma: che effetto volete che faccia essere guardati come se aveste appena preannunciato la fine del mondo?! Nulla di che! Mi grattai una spalla infastidito da quel guardarmi insistentemente:- Che c’è? - intanto ci avevano raggiunti anche gli altri due semidei. Lei si riprese leggermente:- Sai di essere Luke Castellan, vero? -. Ok, ora basta. Mi avevano stufato con quella storia:- Sentite ragazzi, - cominciai:- io sono Luke Reasonson, non Castellan. -
- Chirone no gliel’ha detto? - m’interruppe la bionda rivolgendosi a Travis. Lui rispose come suo solito:- No. - l’essenziale! Nulla di più.
- Perché?! - questa volta fu Percy a chiedere. Travis alzò le spalle:- Voleva che prima Luke si abituasse all’idea di essere un semidio. -
- Non fate come se non ci fossi! - intervenni, ma venni palesemente ignorato da Percy (che riconfermò il suo soprannome d’Antipatico!):- Beh, mi pare se ne sia fatto un’idea! -. La bionda si alzò in piedi:- Travis, dovremmo dirglielo. Sta ricordando! -. Il mio fratellastro ci pensò su e poi annuì calmo. Annabeth mi appoggiò una mano sulla spalla risedendosi e Percy prese una sedia mettendosi di fianco a me:- Luke, dobbiamo dirti una cosa. -
Quella situazione non mi piaceva per niente.

Angolo di Kay e Connor Stoll

Kay: Yeah! Povero cucciolo! X3 Gli ho fatto fare certe lucubrazioni e farneticazioni(?) mentali! XD
Connor: Eh, si! Ma dimmi... quello che gli devono dire... è quello che penso?
Kay: Si, e credo sia quello che tutti pensano! Tranquilli lettori! Non ho intenzione di stressarvi più del dovuto! Anche il prossimo capitolo è da leggere!
Connor: Si, ma non spoilerare!
Kay: Ok, (grazie d'avermi fermata) attendo i vostri commenti. Positivi e negativi. Ragazzi, lo so che è noioso fin qui, ma... cavolo! Non potevo lanciare un principiante in un avventura suicida ai limiti del sadismo! Un minimo di conoscenze le dovrà avere! U.U ... Si, lo so. Capitoli, fino a qui, terribilmente noiosi! Mi spiace! Ma abbiate fiducia! Questo strazio avrà fine!
Connor: ... Teoricamente!
Kay. Grazie della fiducia. -.-'
Connor: Oh, dai che ti voglio bene! ^^
Kay: Lo so! ^^ *prova ad abbracciarlo ma lo trapassa* :'(
Connor: *la fissa a terra* ... essere un fantasma comincia a piacermi. :)
Kay: Ci tengo a dirlo: secondo i miei piani originli, a questo punto dovevano essere già in viaggio. Come vedete, i personaggi, avevano un'idea diversa.
Connor: è la mia vendetta... ^^

Kay & Connor Stoll (Non ricominciare! ndConnor) (Invece si! Muahahah! ndKay)

   
 
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