Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Mahiv    13/10/2012    6 recensioni
Sono passate tre settimane dall'esplosione in cui Mello è rimasto ferito.
Ogni singola volta che Matt cerca di avvicinarsi a lui, viene cacciato.
Mello non mangia più, non esce dalla sua stanza, non si interessa più al caso. Matt decide di farlo tornare in sè, qualunque mezzo debba usare. *** {dal testo} Presi un respiro profondo.
Ne avevo abbastanza di quella situazione.
Non facevamo progressi sul caso, Mello sembrava voler morire chiuso in quella stanza, ed io stavo andando fuori di testa.
Lo avrei fatto tornare in sè, maledizione.
Quella volta, a costo di tramortirlo, mi sarei fatto ascoltare.
Chiusi le dita attorno alla maniglia della porta, producendo un fastidioso squittio con il guanto.
E, con decisione, spalancai la porta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

.Mercy

 

Il letto sfatto occupava il centro della stanza, Mello era seduto sul bordo destro, con una gamba a penzoloni, dandomi le spalle. 

Non diede segni di aver notato la mia intrusione, per quanto irruenta. 

Sulla scrivania giacevano almeno una ventina di barrette di cioccolato, ne portavo una ogni giorno, ma non sembravano suscitare alcun interesse in lui. 

Feci due passi avanti.

«Vattene.»

Mi bloccai per un attimo, stupendomi di quanto potesse suonare autoritario il suo sussurro, per poi avvicinarmi ancora.

«Ho detto, fuori. »

Non mi curai di ció che diceva e mi sedetti sulle ginocchia, accanto al letto, riuscendo così a vedere il volto del biondo di profilo. 

Teneva le palpebre forzatamente serrate, le sopracciglia aggrottate, la mascella contratta.

Gli sfiorai la gamba con le dita, tentando di infondergli un po' di sicurezza.

Le mani che teneva mollemente poggiate sulle gambe si strinsero a pugno, producendo con i guanti di pelle il solito sgradevole squittio.

«Matt... » Pronunció, con voce incrinata, quasi mi stesse supplicando.

«Lasciami solo. »

Sospirai, non sapevo come comportarmi, non  avevo intenzione di ascoltarlo, non quella volta, ma non ero abituato a vederlo così.

Mi spiazzava, era quasi..doloroso.

«Hey.. » Allungai la mano destra verso il suo volto, sorridendo rassicurante.

La sua mano, repentina, bloccó la mia, stringendo febbrilmente il mio polso.

«Non toccarmi. »

Sputó quelle parole, soffrendole. 

Io sgranai gli occhi, avevo intuito che non sarebbe stato semplice, ma avevo creduto di poter gestire la situazione.

Non ne ero più molto convinto.

La mia mano libera andò verso quella che stringeva il mio polso, poggiandovisi sopra.

Lo sentii sussultare, mantenendo le palpebre ostinatamente serrate.

«Mello, io-»

«Sto bene, Matt. Non occorre che tu stia qui. »

La sua presa sul mio polso sparì in un istante.

Mi fece infuriare.

«No Mello. » Ringhiai.

«Mi ci potrei giocare la Camaro sul fatto che tu non stai affatto bene. »

Lo presi per le spalle, cercando di farlo voltare verso di me. 

Lui si sottrasse e, nuovamente, mi bloccó le mani, allontanandole da sé, finalmente aprendo gli occhi.

«Ti ho detto di-»

La voce gli morì in gola quando vide il mio volto davanti al suo, completamente esposto.

«..Non toccarmi.. » Sussurró.

Restammo per un momento entrambi paralizzati.

Fino ad allora mi aveva permesso di vedere il suo viso solo di profilo.

Il profilo destro

La parte sinistra del viso era quasi completamente coperta da una cicatrice visibilmente recente, che si allungava anche sul collo, fino a sparire sotto il colletto del suo gilet.

La seguii con lo sguardo, con le sopracciglia aggrottate e gli occhi spalancati. 

E pensare che Mello non mi aveva nemmeno permesso di aiutarlo a medicarsi..doveva esser stato atroce

Ed era riuscito a non far uscire nemmeno un lamento da quella stanza.

E per tutto il tempo io non avevo fatto altro che  pensare che si stesse comportando in modo infantile. 

Un'ondata di senso di colpa mi investì, colpendomi all'altezza del petto. 

Guardai Mello negli occhi, sperando che leggesse nei miei il rammarico, ma lo trovai con uno sguardo vuoto, come se non mi vedesse nemmeno.

«Mello.. »

Lentamente lui chiuse gli occhi, lasciando la presa su di me e facendo ricadere le braccia sui suoi fianchi.

Allungai la mano verso la sua guancia sinistra, timorosamente, sfiorandola appena. 

Lui sussultó.

«Ti fa male? »

Chiesi subito, preoccupato, ma Mello fece altrettanto velocemente cenno di no con la testa.

Seguii con la punta delle dita il contorno della bruciatura, passando sulla palpebra, la linea della mascella, il collo, fino alla clavicola. 

Sentivo il suo respiro farsi più rapido, e vedevo le sue mani tremare leggermente.

«Mello, guardami. »

Nessuna risposta.

«Mihael.»

Spalancó gli occhi, sentendmi pronunciare il suo nome.

«Perchè hai voluto affrontare tutto da solo? Cosa avevi intenzione di fare, si puó sapere?» 

Parlai lentamente, anche se pieno di rabbia. Se per me stesso o per lui, non me ne curai. 

« Pensavi che restandotene qui a morire di fame avresti risolto qualcosa?! »

 Mello sorrise amaramente, spostando lo sguardo sul pavimento. 

«Io... » Aggrottó le sopracciglia, probabilmente indeciso sul parlare o no. 

«Io non volevo che tu vedessi. »

...Rimasi impietrito.

Al pensiero che Mello si fosse imposto di soffrire da solo e in silenzio per una preoccupazione tanto stupida quanto lodevole, non seppi se lasciar prevalere la commozione, la rabbia, o il rammarico. 

 Vinse la prima, credo, perchè la mia mano raggiunse il suo viso, carezzandolo leggermente.

«Non mi importa niente, Mello. » 

Affermai con convinzione, sorridendo appena, per poi cercare di sdrammatizzare.

«Insomma, dopo dover sopportare il tuo essere presuntuoso, arrogante, saccente, borioso, autoritario e capriccioso, davvero, questo non è niente. »

Lui si esibì in una risata piena di amarezza.

 «Non voglio la tua pietà, Matt. »

Rimasi paralizzato dalla freddezza con cui lo disse. 

«Non voglio doverti vedere distogliere lo sguardo da me per paura di ferirmi, non riuscendo a decidere se sia peggio esser stato beccato a guardarmi o a non guardarmi. Non lo sopporterei. »

Sussurró ogni singola parola con rabbia, e con una maschera di strafottenza. 

Io scattai in piedi.

«Pensi che questa sia pietà? Pensi che possa comportarmi in modo diverso con te solo per una dannatissima cicatrice? Ti guarderó, ovvio che ti guarderò.

E non mi importerà niente se tu te ne accorgerai, perchè io starò maledicendo la tua impulsività e la poca considerazione che hai di te stesso per averti permesso di essere a tanto così dal non tornare, e ringraziando chissà quale assurda divinità che tu te la sia cavata con solo quella.»  indicai il suo volto.

«Probabilmente staró maledicendo anche me stesso, per non averti saputo risparmiare quel dolore, ma una cosa te la garantisco, non staró provando pietà.>>

Lui mi guardava ad occhi sbarrati, avevo cominciato ad urlare.

Deglutii a vuoto, cercando di calmarmi, ed estrassi velocemente una sigaretta dal mio pacchetto. 

«Quella cos'è? »

Chiese Mello atono.

«Una sigaretta. » Risposi posizionandola fra le mie labbra.

Frugai nella tasca dei jeans, trovando l'accendino.

«Non ti azzardare. »

Mi bloccai con la mano a mezz'aria e l'accendino acceso, per poi voltarmi verso Mello, che aveva un'aria minacciosa. 

«Scusami? » Gli domandai, inarcando un sopracciglio. 

«Non ti azzardare ad accendere quella sigaretta. » 

«Non ho bisogno della tua pietà. » Gli feci il verso, portando l'accendino all'estremità del cilindro fra le mie labbra. 

In un attimo Mello si alzó, e prima che potessi aspirare la prima boccata di fumo sia la sigaretta che l'accendino caddero a terra, spargendo qualche scintilla. 

Era stato più veloce di quanto mi aspettassi. 

NdA

Comincio col cercare di discolparmi.
Insomma, ho postato dopo quanti mesi...due, tre? Sono imperdonabile ._.
In mia difesa (ma neanche tanto) ho avuto un assurdo blocco dello scrittore, o della scrittrice,
e tutto quello che sono riuscita a ricavarne è stato questo scialbo capitolo di "transizione", per così dire.
Mi scuso se non dovesse essere nemmeno lontanamente accettabile, o per eventuali errori.
Ringrazio tutti di cuore per le recensioni del capitolo precedente, mi scaldano il cuore.
Alla prossima! (Sperando che passi poco tempo!!!)


I Am the Lightning, the rain transformed

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Mahiv