Capitolo
7: “Interferenze”
Quel giorno,
quando JunHyung rientrò in casa, i suoi
amici non si lasciarono sfuggire la sua strana euforia, cercando di
togliergli
di bocca il motivo per cui era così felice.
-“Ehi,
com’è andata oggi?” chiese per primo
GiKwang,
anche lui a conoscenza di come si era svolto più o meno il
pomeriggio. “Sei
riuscito a farti perdonare da quella ragazza?”
-“Mmm.”
questa fu la risposta dell’interpellato.
-“Mmm?!”
ripeté DongWoon, chiedendo tacitamente una
delucidazione al riguardo.
-“Si,
sono riuscito a farmi perdonare.” biascicò
l’altro, con un’espressione ebete dipinta in faccia.
-“E
cosa avete fatto di bello?” domandò ancora una
volta GiKwang, sempre più curioso.
-“Siamo
andati al Luna Park.” alzò le spalle, come
se fosse ovvio.
-“Quello
già lo sappiamo, scemo! Intendevo dire cosa
avete fatto al Luna Park?”
insistette il maggiore.
-“Oh
beh, tante cose.” altra scrollata di spalle.
GiKwang scosse
la testa, sconsolato e si alzò dalla
sua postazione, ovvero di fronte al computer, per raggiungere
l’amico.
-“O ti
senti male o sei completamente andato!” sbottò,
posandogli le mani sulle spalle “Ma, dato che non hai
l’aspetto di uno malato,
ne deduco che è successo qualcos’altro che ti ha
reso così…
così…imbecille!”
schioccò le dita quando gli venne in mente la parola
più adatta a descrivere lo
stato del coinquilino.
-“Ehi,
vacci piano con le offese, non sono
imbecille!” replicò l’altro.
-“Ok,
allora sei ubriaco? Fammi sentire l’alito!”
alzò un sopracciglio circospetto.
Allora JunHyung
gli diede una lieve spinta per
allontanarlo da sé.
-“Ma
la smetti di fare il deficiente?! Poi dici a
me! Sai benissimo che non bevo.”
-“Ha
ragione lui, Kiki. Temo che stai cominciando a
perdere colpi.” si intromise il più piccolo dei
tre, rivolgendosi al moro.
Quest’ultimo
gli fece una linguaccia, incrociando le
braccia al petto e mettendo il broncio come un bambino piccolo.
-“Uffa!”
batté un piede per terra “Voglio solo
sapere perché sei così felice! Sono
curioso.” continuò, senza lasciar perdere
la questione.
-“Mio
dio!” esclamò il maggiore, roteando gli occhi
“Certe volte sai essere peggio di YoSeob, ed è
un’impresa ardua, credimi.”
-“Allora?
Vuoi dirmi o no cosa è successo?”
insistette di nuovo, ignorando volutamente il paragone con il loro
amico.
-“DongWoon,
ti prego, aiutami tu a liberarmi da
questo investigatore apprendista!” si voltò per
implorare il minore, invocando
il suo aiuto.
-“Scordatelo,
sono curioso anche io!” si sfregò le
mani, divertito, ricordando una mosca che strofinava le zampette tra
loro.
“Tanto se non me lo dici te, me lo dirà lei, lo
sai vero?”
-“Non
vale, mi stai minacciando!” JunHyung si lasciò
cadere sul divano, sprofondandoci letteralmente e mettendosi un cuscino
sul
viso.
GiKwang, non
soddisfatto della situazione, glielo
tolse di mano, scoprendogli il volto e costringendolo a guardarlo negli
occhi.
-“O tu
mi dici come sono andate le cose o ti butto
fuori di casa!” sbottò.
-“Te
sei pazzo, questo è poco ma sicuro.”
borbottò
la vittima di tutta quella curiosità “Dovresti
imparare a farti gli affari
tuoi.”
-“Hai
ragione, ma dal momento che vivi sotto il mio
stesso tetto e sei mio amico, beh, ritengo che questo sia un affar
mio.”
-“E va
bene, mi arrendo!” raddrizzò appena la
schiena, per sedersi più compostamente “C- ci
siamo baciati. Contenti ora?”
GiKwang
tirò un urletto, sembrava peggio di una
ragazza in piena crisi isterica, e un sorriso gli attraversò
il volto da parte
a parte.
-“Lo
sapevo!” esclamò poi, abbracciando il
più
grande e lasciandolo letteralmente di sasso.
-“Te
hai dei problemi seri, Kiki.” disse,
ricambiando l’abbraccio con impaccio.
Nel mentre,
DongWoon aveva sorriso soddisfatto,
pensando già a come deridere l’amica il giorno
successivo a scuola.
***
Il giorno dopo,
Crystal si recò,come al solito, a
scuola, ma stavolta non c’era JunHyung ad accompagnarla e lei
si preoccupò un
po’, temendo che dopo quel bacio lui non si sarebbe fatto
più vedere.
Inoltre,
in
classe dovette affrontare il terzo grado da parte di DongWoon, il quale
voleva
sapere tutto nei minimi dettagli e lei ne approfittò anche
per chiedergli
notizie dell’amico.
-“Come
mai JunHyung non si è fatto vedere stamani?”
domandò, con una punta di ansia nella voce.
-“Siamo
già a questi livelli!?” esclamò
l’amico,
sorpreso e divertito insieme.
La ragazza lo
guardò confusa, non capendo dove
volesse arrivare con quell’uscita.
-“Nel
senso che già ti preoccupi così tanto solo
perché non l’hai visto stamani!?”
spiegò “Comunque tranquilla, mi ha detto di
riferirti che ti viene a prendere a fine mattinata.”
-“Mm…ok.”
biascicò Crystal, strofinandosi gli occhi.
Passò
il resto delle lezioni a pensare a lui
e aspettando impazientemente la fine
della mattinata scolastica per rivederlo. Quando suonò la
campanella della
ricreazione tirò un sospiro di sollievo, perché
stava a significare che era già
a metà mattinata, un altro paio di ore e l’avrebbe
rivisto.
-“Io
vado in bagno.” disse rivolta a DongWoon mentre
si alzava elegantemente dalla sedia.
Poi
uscì nel corridoio, riversandosi nella solita
folla che popolava la scuola, e raggiunse a passo svelto il bagno delle
ragazze, facendosi largo tra le persone. Con sua fortuna lo
trovò vuoto e non
dovette fare la fila, ma, mentre si stava lavando le mani, la porta si
aprì
facendo entrare… un ragazzo?
-“Ehi!
Non dovresti stare qua dentro!” esclamò
allora Crystal “Questo è il bagno delle
ragazze!”
Lui le fece un
sorrisetto sinistro, e cominciò ad
avvicinarsi alla ragazza, la quale stava arretrando verso il muro
dietro di
lei.
-“Dici
davvero?” chiese, fingendosi ingenuo.
-“S-
si, dico davvero.” sussurrò “Se non esci
immediatamente…u-urlo.”
Crystal stava
cominciando davvero a spaventarsi e
fissava con occhi impauriti la figura possente di colui che le stava di
fronte.
Dalle maniche della uniforme spuntavano due braccia decisamente
muscolose, il
che suggeriva che doveva essere un tipo abbastanza palestrato; i
capelli neri
come la pece gli coprivano leggermente gli occhi, anch’essi
neri e freddi e
quando parlava le labbra carnose si muovevano con sensualità.
La sua immagine
ispirava tutto tranne che sicurezza
e Crystal si ritrovò a rabbrividire di paura davanti a lui.
-“P-
potrebbe arrivare qualcuno da un momento
all’altro.” tentò così di
raggirarlo.
-“La
vedo dura, visto che davanti alla porta ci sono
dei miei amichetti.” rispose con voce melliflua.
-“Chi
sei? Cosa vuoi da me?” sbottò, cominciando
anche ad innervosirsi.
Il ragazzo
sconosciuto si fermò a pochi centimetri
da lei, continuò a fissarla deciso e annuì a se
stesso con un cenno del capo.
-“Tu
dovresti essere Crystal, giusto?” insinuò poi,
senza distogliere minimamente lo sguardo.
-“Non
hai risposto alla mia domanda!” replicò lei,
stringendo i pugni.
-“Ok,
sei tu, mi avevano detto che hai un
caratterino combattivo.” altro sorrisetto.
-“Tra
un po’ suonerà la campanella e se non mi
vedono rientrare in classe verranno a cercarmi!” come
minaccia poteva bastare?
-“Oh,
tranquilla, ho bisogno di pochissimo tempo per
fare ciò che devo fare.” allungò una
mano verso il suo volto, accarezzandole
una guancia, ma lei si ritrasse prontamente a quel tocco, rabbrividendo
di
nuovo.
-“N-
non mi toccare.” ringhiò tra i denti.
Lui rise
fragorosamente, ritraendo la mano con
estrema lentezza.
-“Non
voglio farti niente, non preoccuparti, non
sono così cattivo. Il
mio compito è
quello di metterti in guardia, mi hanno detto di riferirti di stare
lontana da lui.”
-“Lui
chi?” sbottò, sempre più confusa.
-“Andiamo,
non fare la finta tonta! Hai capito
perfettamente a chi mi riferisco, se non erro ieri pomeriggio eravate
insieme
al Luna Park, no?”
Crystal
spalancò gli occhi, non sapendo più cosa
pensare, anche se aveva mille domande da fare.
-“C-
chi ti ha detto di dirmi di stargli lontana?”
chiese, con una punta di incertezza nella voce.
-“Questo
non ti deve interessare, ti basti sapere
che non si tratta di una cosa tanto semplice e che è bene
che tu non ti
immischi, lo dico per la tua incolumità. E
poi…sei solo una delle tante,
sarebbe un peccato se un gioiellino come te soffrisse inutilmente
quando
potrebbe evitarlo.”
-“N-
non è vero, tu stai mentendo!” ormai aveva le
lacrime agli occhi, sia per il nervoso che per l’ultima frase
udita.
Lui si
limitò a fissarla di nuovo negli occhi, poi
uscì silenziosamente dal bagno, senza aggiungere altro. La
ragazza appoggiò la
testa al muro, cercando di regolarizzare il respiro e portandosi una
mano sul
petto, poi suonò la campanella e, dopo essersi sciacquata
velocemente il viso,
rientrò in classe.
-“Cry,
è successo qualcosa?” domandò
preoccupato
DongWoon, notando la strana espressione che aveva l’amica.
Lei scosse
energicamente il capo, sussurrandogli che
era tutto ok, ma non riuscì a convincerlo pienamente. Durante l’ultima
ora di lezione aveva lo
sguardo del tutto assente, e il ragazzo non si lasciò certo
sfuggire quel
particolare, provò anche a parlarle ma lei sembrava
rifiutarsi di dargli
spiegazioni.
Nonostante non
glielo avesse detto, era più che
sicura che non doveva fare parola con nessuno dell’incontro
avvenuto in bagno,
era sottinteso. Con nessuno…tranne con JunHyung, con lui ne
avrebbe parlato
senza ombra di dubbio, voleva delle spiegazioni.
***
JunHyung era
già arrivato di fronte alla scuola, per
aspettarla e riaccompagnarla a casa. Non riusciva a trattenere la
propria
felicità e non vedeva l’ora di poterla rivedere.
Così era appoggiato alla
macchina, con le braccia incrociate al petto e in attesa.
Sentì
il suono della campanella, e pochi istanti
dopo gli studenti cominciarono a riversarsi fuori
dall’edificio. Lui allungò
subito il collo alla ricerca di Crystal, impaziente come non mai.
In quel momento,
un gruppo di ragazze gli passò
davanti e sarebbe stata una cosa alquanto normale, se non fosse stato
per quella voce e quel
profumo fin troppo familiari che gli aveva appena inebriato le
narici.
Fece una smorfia
disgustosa, ma quando si voltò per
verificare le sue supposizioni, il gruppetto era già
scomparso alla sua vista.
Intanto
il suo cuore aveva preso a scalpitare per la preoccupazione e dalle sue
labbra
uscì un verso sofferente.
Fortunatamente
arrivò Crystal a riportarlo alla
realtà e ad interrompere il flusso dei suoi pensieri. Di
fronte a lei non poté
non sorridere, anche se non riusciva ancora a togliersi dalla testa
quanto
appena accaduto.
-“Ciao.”
sussurrò lei, scossa.
-“Ciao.”
replicò il ragazzo, mentre il suo sorriso
si spengeva all’istante.
La
osservò attentamente, e gli mancò un battito. Era sicuramente successo qualcosa, e,
probabilmente, voleva dire solo una cosa… lei
era tornata.
PS: Come sempre ringrazio coloro che hanno ancora la voglia e la pazienza di recensirmi, vi dovrei fare una statua :)) Thanks!!