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Autore: Mana    25/04/2007    3 recensioni
Due one-shot sul medesimo momento: gli ultimi episodi della seconda serie, in particolare il 20, dal punto di vista di Brian e dal punto di vista di Justin.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 aprile 2007
Vorrei scrivere una fan fiction “seria” su Queer as Folk, ma prima voglio provare a entrare un po’ nella mente dei personaggi, per cercare di comprenderli meglio. Scrivo circa due brevi oneshot di pensieri riguardo ai personaggi che mi interessano, prendendo in considerazione alcuni punti dove cerco di inserire i pensieri: gli ultimi episodi della seconda serie.
(Praticamente è una specie di esercizietto preparatorio per vedere se sto in character.)

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Brian Kinney
(Justin lascia Brian per mettersi con Ethan)

Sono consapevole di essere uno stronzo. Non perché io non mi interessi delle persone che sono intorno a me, anche se in parte è così, né perché fingo costantemente di non avere nessuna cura delle mie amicizie. Semplicemente, sono uno stronzo di natura con lui. Dico che è nella mia natura perché sono fatto così: mi piace scopare e lo faccio senza alcun problema con chiunque mi possa dare del puro sesso.

Non mi interessano le relazioni, l’amore... anzi penso che siano tutte cazzate, perché chi dice di amarsi in realtà poi cosa fa? Molti si tradiscono, tantissimi mentono a se stessi e al partner, continuando a dirsi felici nonostante la propria insoddisfazione interiore.

Io non sono affatto insoddisfatto. So di essere bello e attraente, e mi scopo chi mi pare. Se chi mi incontra non può accettare chi sono, non può neanche avvicinarsi a me: Brian Kinney, tutti conoscono questo nome, tutti sanno cosa vuol dire.

Ma lui, all’inizio almeno, non lo sapeva. Io invece sapevo benissimo che era un ragazzino immaturo, che non aveva alcuna esperienza e che era uno sprovveduto. Me ne sono accorto dopo poco, perché era davvero molto ingenuo, e lo è stato ancora per parecchio tempo. E, per certi versi, lo è ancora...*

Sono appena uscito dalla dark room del Babylon, dopo una scopata come le altre. E cosa vedo? Michael mi ha detto che Justin si vedeva con qualcuno, e che era qualcosa di particolare... eppure io non l’ho ascoltato. Ho capito anche io quello che è successo, ma non ho mai avuto intenzione di fare nulla: lui scopa chi gli pare, esattamente come faccio io, e neanche i nostri assurdi accordi in fondo contano per me.

Ma per Justin sì...

Lo guardo impegnato in un bacio che appare molto appassionato, e non mi muovo minimamente. Lui si accorge di me, e mi tolgo la maschera per guardarlo negli occhi, senza parole. Cosa farai? Vedo i tuoi occhi, delusi, stanchi, tristi, e poi vai via con lui, l’altro, quello che ti ha rapito il cuore con le sue romanticherie, con chissà quali dolci parole che io non sono in grado di dire, né le vorrei mai dire.

Anche se dentro di me sapevo che sarebbe successo, ho sperato fino all’ultimo che tornassi fra le mie braccia. Ma tu non lo saprai mai. Mi rimetto la maschera con indifferenza, anche se sul palato sento il sapore amaro di una delusione che è anche mia. Accosto un ragazzo e ballo con lui, mentre la musica nella mia mente svanisce e ballo per mera inerzia.

Deglutisco cercando di sciogliere quel nodo alla gola – quello strano nodo – che si è formato e che mi impedisce di rilassarmi. Credo di sentire qualcosa che punge e preme contro i miei occhi, ma è impossibile che io pianga per una cosa del genere: non me ne importa nulla.

Justin ha fatto la sua scelta: e, quella scelta, non sono io...

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Justin Taylor
(Justin mette alla prova Brian, e dopo l’ennesima delusione, va via con Ethan)

Brian: è stato amore a prima vista. Lui è stato il mio primo uomo, il mio primo amante, ma non solo, perché mi ha insegnato un sacco di cose sull’omosessualità e sui rapporti umani. Ma la sua grande pecca è proprio nella cosa più fondamentale per ogni essere umano: l’amore. Non sa cosa vuol dire questa parola né lo vuole comprendere; anzi, neanche esiste nel suo vocabolario!

Io, però, sono un tipo determinato, e volevo lui sin dal principio, anche sapendo che non voleva avere un ragazzo. Mi sono impegnato al massimo... eppure sembra che non ci sia mai un risultato: Brian scopa indistintamente chiunque, a prescindere da tutto il resto. Insomma, spesso basta che respiri – tant’è vero che se li è praticamente fatti tutti, o quasi. Non capisco come faccia. A me non va affatto bene farmi chiunque: sì, d’accordo, qualche volta è eccitante, qualche volta mi piace divertirmi con Brian e con qualcun altro, ma, dopotutto, vorrei soltanto che mi dimostrasse un po’ più di affetto.

Neanche amore! Mi basterebbe un po’ di affetto: una briciola del suo essere, una qualche minuscola attenzione per me... cosa che puntualmente non accade. Del resto, cosa mi posso mai aspettare, da Brian Kinney? Anche quel patto che abbiamo fatto, in fondo so bene che per lui non ha molto significato.

E poi ho conosciuto Ethan. Ethan, che con le sue parole mi ha sorpreso, mi ha stupito: lui è molto diverso da Brian. Praticamente è un artista di strada, è povero, non è appariscente come Brian, eppure ha qualcosa di profondamente affascinante: la cadenza della sua voce, i suoi occhi magnetici, il suo animo poetico e la sua sensibilità...

Dall’altro lato, c’è Brian. Le ho provate tutte: ho cercato in tutti i modi, se non di farlo sbilanciare, almeno di dargli la possibilità di mostrarmi che ci tiene un minimo a me, e che non viviamo insieme solo perché sono una delle sue tante scopate. So bene che siamo diversi, però a tutto c’è un limite. Lui preferisce tutto, tutto il resto – le avventure, il Babylon – a me. Non gli importa mai di passare anche solo una serata in mia compagnia per il semplice gusto di farlo. Forse ho sbagliato a cercare di andargli così vicino...

Ethan: Ethan e i pic-nic romantici in casa, Ethan e le sue mani calde, la sua pelle profumata, Ethan che suona nudo melodie d’amore, guardandomi pieno di speranza...

E così sono andato dall’altro: Brian ha detto che devo essere io a scegliere qual è il mio posto, ma Ethan ed io abbiamo litigato e non c’è stato verso di ragionare insieme, anche se io in quel momento mi sentivo deciso a stare con lui. Forse, però, non lo ero abbastanza.

Come potevo sapere che me lo saprei ritrovato qui al Babylon? Brian mi ha deluso ancora una volta: niente pic-nic, niente tempo per noi due soli, e niente, nient’altro che il solito Brian Kinney che scopa con qualcuno che non sono io.

Le labbra di Ethan sono morbide, dolci e cariche di promesse, di passione, di sentimenti. Vedo i suoi occhi guardare dietro di me, e c’è Brian, che ci osserva: si toglie la maschera. Sembra quasi che voglia dire qualcosa, invece si limita a guardarmi. Cosa faccio? Ma tu non rispondi; Sono io a dover decidere. Ti guardo con un po’ di tristezza – forse tanta – ma non riesco più a starti accanto, perché non sono felice.

Con un ultimo sguardo, vado via dal Babylon insieme ad Ethan.

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