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Autore: bolladisapone_    14/10/2012    4 recensioni
Mi svegliai, con il solito chiasso mattutino di casa mia.
Mi ritrovai subito due labbra sulle mie, e qualcuno saltellare sul letto.
-“Buongiorno amore mio” mi sussurrò Louis sulle labbra, ed io sorrisi.
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Larry versione genitori.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai, con il solito chiasso mattutino di casa mia.

Aprii prima un occhio, poi l’altro.

Mi ritrovai subito due labbra sulle mie e qualcuno saltellare sul letto.

-“Buongiorno amore mio” mi sussurrò Louis sulle labbra, ed io sorrisi.

-“Buongiorno piccolo” gli risposi, con la voce resa ancora più rauca dal sonno.

Ci guardammo negli occhi, e dopo così tanto tempo, ancora potevo dire di vivere e morire ad ogni suo sguardo.

Mi persi in quelle due pozze d’acqua, ammirando la luce che trasmetteva con un solo sorriso, quando il letto improvvisamente non rimbalzò più e sentii qualcuno correre lungo il corridoio.

-“Devi smetterla di sfrenarli così la domenica mattina” guardai Louis con sguardo di rimprovero, e lui mi sorrise colpevole, dandomi uno dei suoi bacetti a stampo, che lasciavano tanto intendere il ‘dai, perdonami. Mi ami lo stesso’.

Sorrisi e ricambiò il sorriso, sobbalzando sul letto accanto a me.

-“Allora?” mi guardò “Papà Styles vuole svegliarsi o no?”

Sorrisi a quel nomignolo.

Nonostante Cristian e Valerie fossero nella nostra vita da quasi un anno, io ancora non riuscivo a crederci.

-“Okay papà Tomlinson, mi alzo” sorrisi e mi sedetti al centro del letto.

I bambini arrivarono saltellando sul letto, venendo ad abbracciarmi.

-“Buongiorno papà”

Cristian mi abbracciò e subito scappò di nuovo a giocare, mentre Valerie, rimasta tra le mie braccia, si lasciava coccolare, da bambina più dolce del mondo qual’era.

-“Buongiorno papi” mi sussurrò dolcemente, con la sua vocina piccolissima.

Sorrisi spontaneamente, e baciandole una guancia le risposi “buongiorno principessa”.

Mi sorrise e guardò Louis, che la fissava nei suoi grandi occhioni azzurri.

Mi ricordavano lui ogni volta che la guardavo.

Fissai entrambi, vedendo poi Valerie allungare le braccia verso Louis, segno che voleva essere presa in braccio.

Cominciarono a giocare, e io scesi dal letto, ancora in boxer.

-“Piccolo, dove vai?”

Mi voltai, notando Louis che mi guardava curioso.

Mi infilai una mano tra i ricci e sbadigliando feci spallucce.

-“A preparare la colazione amore. Tu hai fame?” mi rivolsi alla bambina, mentre il mio ragazzo si alzò stringendomi in un caldo abbraccio.

-“Tu non vai da nessuna parte senza me” mi disse con la voce da bambino, e potei giurare che aveva messo su un broncetto niente male.

-“Mai, amore” sorrisi, schioccandogli un bacio sulle labbra.

-“Cristian!” lo chiamai, senza ricevere risposta.

Sospirai.

-“Amore, chiamalo tu.”

Scesi al piano di sotto, e mettendomi ai fornelli cominciai a preparare delle frittelle.

Sbadigliai e mi sedetti sul marmo della cucina, chiudendo il gas.

Chiusi gli occhi, quel chiasso al piano superiore, con Louis che urlava ai bambini di non correre.

Gli schiamazzi e le risate.

Erano musica, pura musica per me.

Riaprii gli occhi quando sentii qualcuno tirarmi per una gamba.

-“Piccolo” guardai mio figlio con un sorriso “Cosa c’è?” gli chiesi, notando che mi fissava.

-“Papà..” inclinai di poco la testa in un lato, aspettando che parlasse.

lo presi in braccio, facendolo sedere accanto a me sul marmo della cucina, aspettando invano che parlasse.

-“Papà si incavola se ci sediamo qui, lo sai”

Risi, quant’era vero.

Nonostante non sapesse niente di cucina, secondo Louis William Tomlinson, sedersi –come spesso io e Cristian facevamo- ovunque capitasse, su ogni ripiano della cucina, non era un giusto comportamento.

Ma io e lui lo facevamo lo stesso, mai avevamo imparato la lezione, e mai l’avremmo imparata.

Subendoci spesso un sacco di ramanzine, risolvibili poi con un bacio o un abbraccio un po’ più caloroso e un ‘ti voglio bene papà’.

Gli occhioni di Cristian erano un’arma a doppio taglio per Tomlinson.

Ridemmo e ci guardammo complici, mentre Louis entrava in cucina con in braccio Valerie.

-“Quante volte vi ho detto di non..”

Saltammo entrambi dal marmo, e io feci cadere il pacco di farina accanto a me, provocando un epicfacepalm da parte di Louis, che già si disperava.

-“Dai, che tanto pulisco io” risi, andando a schioccargli un bacio sulle labbra.

-“Dov’è il mio Lou sempre scherzoso e sorridente, eh?” gli sorrisi dolcemente, e mi guardò con aria di sfida.

-“Dov’è, dici?” mi guardò e poi con un sorriso, fece scendere Valerie e prese la farina dal tavolo, urlando “Guerra”.

A casa Stylinson era sempre così.

Risate, schiamazzi, chiasso, amore, gioia.

E cosa potevo chiedere di più?!

La lotta si chiuse con un bacio, e un mega abbraccio con entrambi i bambini.

Il lieto fine esisteva anche per noi.
  
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