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Autore: Frankie92    14/10/2012    1 recensioni
Happy Klaine Week! Questo è il mio piccolo contributo per questa iniziativa, bellissima e necessaria per sopravvivere a queste lunghe settimane. Grazie a chiunque leggerà questa raccolta che spero vi regali un sorriso, anche se piccolo.
Day 1: Cooper + Klaine: Fratelli di troppo e boxer fortunati
Day 2: Roomates Klaine: Dalton Arrest
Day 3: Heroes!Klaine: New York's Hero
Day 4: Skank/Nerd Klaine: Smoke and Bowties
Day 5: Photographer/Model: Purple Album
Day 6: Dalton Klaine: Modellini, colazioni e sorprese speciali
Day 7: Winter in NY Klaine: Best moments with you
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Best moments with you

Piccola Avvertenza: questa fan ficftion è stata scritta prima della 4x04, quindi non segue gli eventi della puntata

Kurt Hummel sedeva sulla sua comoda sedia a dondolo, una cioccolata calda tra le mani e lo sguardo fisso sulla finestra, mentre fuori cadevano lentie silenziosi milioni di fiocchi di neve. 
Amava l’inverno: poteva indossare ogni giorno una sciarpa diversa, bere cioccolata calda davanti a un bel fuoco, festeggiare il Natale insieme alla sua famiglia e osservare la neve cadere come zucchero a velo sulla città di New York.
Prese un sorso della bevanda e chiuse gli occhi, ripensando ai passati inverni newyorkesi.  

2012
Si dice che le feste rendano le persone più buone. In realtà le rendono semplicemente più isteriche.
Isabelle gli aveva affidato il compito di organizzare un party natalizio per Vogue.Com e voleva che tutto fosse perfetto. Perfino lei era diventata nevrotica per i preparativi della festa, passando da “sarà il party migliore della storia” a “è tutto un disastro, Kurt! Diventerò una senzatetto!”.
Kurt riusciva  a gestire molto bene queste crisi (ringraziava Rachel per questo) e inoltre l’organizzazione della festa era un’ottima fonte di distrazione dalla sua vita sentimentale.
Erano quasi due mesi che lui e Blaine si erano lasciati, spezzando l’uno il cuore dell’altro. 
La distanza purtroppo aveva pesato fin da subito sul loro rapporto, nonostante le infinite telefonate, i messaggi e gli appuntamenti su Skype. 
Blaine l’aveva lasciato perché sentiva di essere un peso per lui, voleva lasciarlo libero di godersi New York, ma da quando avevano rottoanche New York sembrava più spenta.
Certo, amava la città e la sua nuova vita, ma continuava a sentire un vuoto nel cuore che forse nienteo nessuno avrebbe potuto colmare.
Il giorno del party era arrivato e, con grande soddisfazione di Isabelle e Kurt, ogni cosa era perfetta: le decorazioni in argento e bianco erano a dir poco stupende, il buffet, abbondantemente assortito, attirava perfino i gusti più sofisticati e l’intrattenimento dato da ballerini, musica natalizia e un buffo Babbo Natale per i bambini l’avevano davvero reso il party natalizio dell’anno.
Kurt salutò un gruppo di colleghi e si avviò al bar, già pregustandosi uno di quei colorati cocktail analcolici.
Sospirò lentamente e si guardò attorno, felice che tutte quelle ore di lavoro avessero portato ad un risultato così eccezionale. Sì, tutto era perfetto, ma ancora sentiva di non essere felice.
Portò una mano sul cuore: continuava a sentire quel vuoto lì dentro, come se qualcuno gli avesse portato via un pezzo della sua anima.
“Per favore, un altro” ordinò al barista dopo aver vuotato in un solo sorso la bevanda davanti a lui.
Ad un tratto il telefono squillò e, senza neanche controllare l’ID, rispose.
“Pronto?”
“Ciao Kurt” lo salutò una voce fin troppo familiare che scatenò in lui un turbinio di sentimenti contrastanti: dolore, rabbia, nostalgia, amore. 
“Blaine…” sussurrò appena mentre sentiva i suoi occhi riempirsi di lacrime “Come… come stai?”
“Sto male”
A Kurt mancò un battito “Come stai male? Sei in ospedale? O mio Dio, prendo il primo volo per l’Ohio e…”
“No, Kurt. Non sto male fisicamente” lo rassicurò il ragazzo “Sto male dentro. Da quando ci siamo lasciati, mi sento come se avessi un coltello piantato nel cuore. Sono stato uno stupido a farmi prendere dal panico, dalla paura di perderti, ma non ho mai smesso di amarti. Ogni giorno sento di amarti sempre di più, nonostante siano passati due fottuti mesi da quando ho commesso l’errore più grande della mia vita. Cavolo, sono anche andato ad un appuntamento, ma tutto quello che riuscivo a pensare era “Kurt non farebbe mai questo” o “Gli occhi di Kurt sono molto più luminosi”. Mi manchi da morire ogni secondo, ogni minuto, ogni ora di ogni giorno. Ho fatto un errore e mi dispiace. Non sto chiedendo di tornare ad essere il tuo ragazzo, anche se lo vorrei con tutta l’anima, ma di perdonarmi. Perdonarmi perché sono un codardo, perché sono scappato senza combattere per il nostro amore”
Kurt rimase senza fiato a quella dichiarazione. Appoggiò una mano sulla guancia, trovandola stranamente bagnata: alla fine aveva ceduto alle lacrime.
“Blaine…” mormorò con voce roca “Sei stato tu a lasciarmi”
Sentì un sospiro dall’altro capo del telefono “L’unica cosa che volevo e che ancora voglio è la tua felicità. Pensavo di essere un’ancora per te, un ostacolo al vivere il tuo grande sogno. Ti amo Kurt, ma la tua felicità per me è tutto. C’era un detto che diceva “Se ami qualcuno, lascialo libero”. E l’ho fatto.”
“Ho sempre odiato quel detto” borbottò il biondo “E ora cosa vorresti fare?”
“Ho intenzione di fare qualunque cosa per farmi perdonare. Per renderti felice anche se non stiamo più insieme. Prima di essere fidanzati, eravamo anche migliori amici. E questo che fanno gli amici, no?”
“Non ti ho chiesto cosa hai intenzione di fare, ma cosa vorresti fare”
Blaine rimase in silenzio per un paio di secondi “Vorrei essere il motivo della tua felicità”
Kurt sorrise tra le lacrime: proprio la risposta che si aspettava.
“Sarai sempre la mia felicità, Blaine Anderson. Sei l’amore della mia vita”
“E tu sei l’amore della mia di vita” 
“Allora credo che dovremmo riprendere il discorso quando ritornerò in Ohio, no? Dovrei arrivare la sera del ventitré”
“Il nostro secondo Natale insieme” mormorò Blaine felice “Una domanda: dove sei ora? Sento delle canzoni di Natale”
“Isabelle mi ha fatto organizzare un party natalizio. Giuro che organizzare il matrimonio di mio padre e Carole è stato più semplice e meno stressante”
Blaine scoppiò a ridere “E cosa stai facendo adesso?”
Iniziò a giocherellare con la cannuccia del cocktail “Niente, sono al bar. Non credevo che i cocktail analcolici fossero così buoni”
“Cerca di non versarlo sui tuoi vestiti. Non vorrei che quel bellissimo completo bianco si rovinasse. Le macchie di succo d’arancia sono un po’ difficili da togliere”
Kurt sgranò gli occhi per la sorpresa e per poco non si strozzò “Come fai a sapere cosa indosso?”
Ci fu un lungo minuto di silenzio, quando qualcuno attirò la sua attenzione con un colpetto sulla spalla.
Non voleva crederci, non era possibile. Si girò lentamente ancora con il telefono in mano e davanti a lui, con uno smoking perfetto e un adorabile papillon blu, c’era Blaine Anderson.
“Devo dire che hai  fatto un ottimo lavoro qui. Non mi stupisce che Isabelle ne sia tanto entu…”
Ma non riuscì a terminare la frase che Kurt lo abbracciò stretto, come se non lo volesse più lasciare.
“Ciao, amore…” sussurrò Blaine staccandosi leggermente e fissando quegli splendidi occhi cerulei “Sei ancora più bello di quanto ricordassi”
E Kurt non ce la fece più, così annullò la distanza tra le loro labbra e lo baciò ferocemente, con tutta la passione possibile perché, cavolo se gli era mancato. 
“Ti amo…” sussurrò semplicemente e lo baciò di nuovo, questa volta con più dolcezza.
Era come essere tornato alla vita, aver cominciato a respirare di nuovo. Era come se avesse ritrovato il suo pezzo mancante. 

2013
“Kurt, amore, che ne dici di darmi una mano a portare l’albero dentro?” chiese Blaine affannato mentre trascinava dietro di sé un enorme abete.
Kurt, dal canto suo, stava tirando fuori le decorazioni, non prestando attenzione a nient’altro se non alla scelta di quali palline mettere sull’albero.
“Tesoro, sei stato tu a scegliere quell’albero, quando io ho insistito sul fatto di prenderne uno più piccolo e più maneggevole. Hai voluto la bicicletta? E ora pedali!”
Blaine borbottò qualcosa sul genere “Stasera niente coccole” e riuscì a sistemare quel dannato albero al centro del loro appartamento.
“Continuo a pensare che sia troppo grande” 
“Amore, è l’appartamento che è troppo piccolo. Quando avremo una casa enorme tutta nostra, avremo un albero ancora più grande!”
E Kurt non poté fare a meno di sorridere: amava quando Blaine parlava del loro futuro insieme, lo faceva sentire come se ogni cosa fosse al suo posto.
Si avvicinò a lui e gli cinse le spalle da dietro, baciandogli dolcemente prima la guancia poi la spalla.
“Bravo il mio piccolo uomo forzuto”
“Ehi!” Protestò Blaine fingendosi offeso “Ho una forza straordinaria, mio caro!”
Kurt gli schioccò un altro bacio sulla guancia e prese lo scatolone dietro di lui.
“Allora il mio uomo forzuto mi darebbe una mano a decorare? Prometto che dopo preparo una bella cioccolata calda e dei biscotti, così possiamo fare una maratona di film natalizi. Che ne dici?”
Blaine annuì eccitato “Direi che è un affare”.

2014
“Stupido riscaldamento che non funziona. Stupida tempesta di neve che non ci permette di tornare a Lima. A quest’ora potevamo starcene a mangiare il polpettone di Carole con le sue patate al forno!” 
Kurt si strinse sempre di più nella coperta: quel Natale la sfiga aveva decisamente pensato di fargli un bel regalino con quella tempesta di neve che aveva bloccato tutti i voli. Inoltre, con una tempistica pazzesca, si era rotto il riscaldamento in tutto il condominio, costringendo lui e Blaine a dividersi una paio di stufette elettriche capaci di riscaldare quanto un fiammifero al Polo Nord.
Blaine entrò nella stanza con un vassoio di leccornie, tra cui due tazze di caffè caldo, biscotti e toast con marmellata.
“Dai, tesoro. Vedrai che la caldaia verrà riparata presto e noi passeremo comunque un bel Natale” Diede a Kurt una delle tazze, ignorandone i borbottii lamentosi.
Posò il vassoio sul letto e si infilò anche lui tra le coperte, un braccio che stringeva le spalle del suo ragazzo e una mano che reggeva il caffè.
“Odio il tuo ottimismo” disse Kurt accoccolandosi sul petto dell’altro “È come avere un elfo felice di Babbo Natale per tutto l’anno”
“Ma sarei un elfo adorabile, giusto?”
Kurt abbozzò un sorriso e lo baciò castamente “Il più adorabile”
Con un sorriso soddisfatto, Blaine strinse ancora di più Kurt “E poi con il fatto del freddo, coccolarci è diventato ancora più bello ed utile”
“Sei una puttana di coccole” lo prese in giro il fidanzato mentre entrambi  finivano di bere il caffè.
“Forse, ma finché ho te da coccolare, il mio Natale sarà sempre perfetto” Blaine si fermò un attimo, dopo di che aprì il cassetto del comodino e ne tirò fuori una scatola.
“Uhhh, il mio regalo di Natale?” Domandò Kurt curioso.
“In realtà ho comprato questo il giorno del mio diploma” ammise Blaine un po’ titubante “Non sono mai riuscito a dartelo perché volevo trovare il momento perfetto. E questo, nonostante le circostanze, lo è”
Si girò completamente verso Kurt e gli mostrò una scatolina di velluto blu “Kurt, sei l’amore della mia vita. Ogni giorno ringrazio il destino per averci fatto incontrare su quelle scale. Ogni momento con te è perfetto, vivere con te è perfetto, anche se litighiamo per le cose più stupide. Svegliarmi ogni giorno accanto a te è il più bel regalo che la vita mi potesse fare, che tu mi potessi fare. E voglio svegliarmi accanto te per il resto della mia vita, vivere insieme a te fino a quando saremo due vecchietti chiusi in un ospizio e voglio passare ogni Natale abbracciato a te. Quindi, Kurt Hummel, mi faresti l’immenso onore di diventare mio marito?”
Kurt lo guardò con gli occhi lucidi, con tutto l’amore che fosse in grado di trasmettere. 
Si avvicinò a Blaine e sussurrò un semplice sì, prima di baciarlo e amarlo per tutta la notte.

2018
“Amore, sono a casa!” gridò Kurt aprendo la porta della loro splendida casa. Dopo la laurea di Blaine, si erano decisi a trovare una casa che fosse più grande di una scatola di scarpe e, dopo tanto cercare, l’avevano finalmente trovata. Vivevano lì ormai da un anno e tante cose erano cambiate: ora Kurt era diventato capo redattore a Vogue, mentre Blaine insegnava letteratura e storia in un liceo privato di New York. 
Kurt appoggiò la giacca sull’appendiabiti e diede uno sguardo alla sua foto preferita: erano lui e Blaine al loro matrimonio a Central Park, sei mesi dopo la proposta di Blaine in quella sera d’inverno.
Era stato un matrimonio in grande stile, con una preparazione così meticolosa che aveva prosciugato tutte le loro energie, ma ne era valsa la pena.
“Kurt, tesoro, puoi venire in cucina?” lo chiamò Blaine e dal suo tono sentiva che c’erano grandi novità.
Entrò in cucina, dove Blaine sedeva al tavolo insieme ad una giovane ragazza bionda.
“Amore, questa è Erika. Ce l’ha mandata l’Agenzia”
Suo marito sgranò gli occhi “L’Agenzia?” 
Erika annuì con un sorriso smagliante “Ho sentito la vostra storia e vi ammiro davvero molto. Voi siete la prova vivente che il vero amore esiste. Quindi mi sono offerta per aiutarvi”
“Vuoi dire che…”
Blaine si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto “Erika sarà la nostra mamma surrogato”
Quello che si dice “un vero miracolo di Natale”

2024 
Il viaggio nel passato fu interrotto da un piccolo pianto che proveniva dal baby monitor accanto a lui.
Posò la tazza sul tavolo e si alzò, dirigendosi verso la stanza dei bambini.
“Ehi Damian” disse con voce tenera avvicinandosi alla culla “Ti sei svegliato, dormiglione”
Il bambino lo fissò con i suoi grandi occhi color caramello e si calmò immediatamente quando il padre lo prese tra le braccia. 
“Che ne dici di aspettare Daddy e Lily in salotto?”  
Tornarono di nuovo nel salone e Kurt si sedette sulla sedia a dondolo, canticchiando qualcosa al bambino di sei mesi. Damian era la fotocopia di Blaine: aveva ereditato i suoi grandi occhi nocciola, i suoi ricci neri e i suoi polmoni, vistocome ogni tanto iniziava a urlare a squarciagola nel bel mezzo della notte. 
Continuò a coccolare il piccolo, ogni tanto lasciandogli qualche tenero bacio sulla fronte, fino a quando non sentì la porta aprirsi e una piccola furia travestita da bambina di quattro anni saltellare dentro casa.
“PAPÀ,PAPÀ,PAPÀ,PAPÀ!” Lo salutò abbracciandogli le ginocchia per non far male al fratellino.
Kurt le sorrise e le diede un bacio tra i capelli biondi “Ciao Lily. Allora avete preso l’albero?” 
Lily annuì “E’ grandissimo, Papà! Più alto di Daddy!”
“Non che ci voglia molto” scherzò Kurt facendola ridacchiare.
Blaine entrò dentro casa trascinando un gigantesco abete “Kurt, le battute sull’altezza stanno diventando vecchie!” 
“Amore, non saranno mai vecchie. Ma perché ti ostini a comprare sempre un albero così grande?”
“Dillo a tua figlia: non so dire di no a quegli occhioni blu”
Lily era la figlia biologica di Kurt: aveva i suoi grandi occhi cerulei, il suo grazioso nasino e ovviamente il suo senso della moda.
“Così ci mettiamo più decorazioni e quando Babbo Natale verrà e lo vedrà, penserà che è il più bell’albero del mondo e ci lascerà più regali!” spiegò Lily con tono serio “E poi è il primo Natale di Damian, si merita un albero grandissimissimo!”
“Ho un piccolo genio come figlia” disse Kurt con un sorriso orgoglioso “Allora, direi che dobbiamo iniziare subito e preparare l’albero, altrimenti non faremo in tempo per Natale!”
Lily sgranò gli occhi e corse subito a prendere le decorazioni, mentre Kurt posò Damian nel box.
Blaine si avvicinò a lui e gli baciò una guancia “Un altro Natale insieme”
Kurt annuì e gli diede un bacio sulle labbra “Ti amo” 
“Ti amo anch’io”

Note dell'autrice:
E cosi siamo arrivate alla fine...no, non sto piangendo *nasconde i fazzoletti* 
Comunque anche se è l'ultimo prompt della Klaine Week, è stato il primo che ho scritto: amo l'inverno, amo NY e amo la Klaine, quindi il mix perfetto per scrivere. 
Una piccola nota sulla rottura: come già detto, l'ho scritto prima della puntata e ancora prima di quei maledetti spoiler, quando avevo fiducia che Murphy avesse inventato qualcosa di più intelligente di un tradimento con uno stupido faro, e questa è stata la mia teoria. Perchè la distanza fa sempre schifo, ma l'amore supera tutto.
Non ho nient'altro da aggiungere perchè è questo quello che conta: no regrets, just love.
Bene, direi di terminare questo monologo e di passare alle cose serie.
Grazie a chiunque abbia letto questa storia, anche se in silenzio: sapere che qualcuno l'abbia anche solo presa in considerazione mi ha fatto molto piacere.
Grazie a chiunque abbia recensito o inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate, perchè grazie a voi la fiducia in me stessa è aumentata.
Grazie a chiunque abbia scritto questa settimana (non ho recensito, ma le ho lette tutte: siete il fandom più eccezionale di sempre) 
E un grazie speciale alla mia fantastica beta Michela, che mi ha sopportato tutto questo tempo.
Spero che vi sia piaciuta questa mia Klaine Week, che vi abbia fatto sorridere e divertire.  
E ora vi svelo un piccolo segreto: ho in testa una nuova long sui nostri Kurt e Blaine (e guest star che sono apparse anche questa settimana) e (se non perdo il coraggio che ho adesso) vorrei pubblicarla. 
Detto questo, 
clicca qui per aggiungermi su FB, per domande, critiche o solo per parlare ^^ 
Ora vi saluto 
Baci e tanti sorrisi
Frankie
  
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