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Autore: LyStyles    14/10/2012    4 recensioni
L’odore acre e pungente di disinfettante, morte e dolore.
Infermieri a corsa, rumore di passi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We are toghether now.


Fin da piccoli ci insegnano che la vita è un dono, un regalo, un miracolo.
Viene, arriva come una valanga, veloce come un’esplosione, ma se ne va troppo facilmente.
Ci dicono anche che la vita è troppo corta, e non vale la pena di sprecarla, ma bisogna viverla a pieno, rischiando quando c’è bisogno di rischiare, lottando quando c’è bisogno di lottare.
Mi sono sempre chiesto, con che coraggio e dopo quali sofferenze un uomo decide di porre fine al regalo più grande che ci abbiano mai fatto e si convince che morire è la decisione giusta, che così ogni cosa sarà a  posto, che sarà la soluzione di ogni problema.
Si vive aspettando la morte e si muore sperando in una nuova vita.
La sua nuova vita è qui, è con me al suo fianco, è col mio sorriso e con la mia pelle sotto le sue mani, e io voglio che sia la vita più bella.
Ci sono troppi modi per morire e troppi pochi per nascere.
Si può morire buttandosi sotto un treno, investito da un auto, solo per casualità e sfortuna, si può morire di malattia, si può morire con un colpo di pistola.
Mi chiedo ancora oggi, per quale assurdo miracolo, quel giorno Louis abbia deciso di ingoiare tutta la boccetta di sonnifero, invece di buttarsi da un ponte o da una finestra.
Me lo chiedo ora che Louis è sdraiato accanto a me, stringendomi la mano e con un braccio intorno alla mia vita dopo che, nudi, abbiamo fatto l’amore.

E con gli occhi pieni di lacrime, amore e ricordi, posso ricordarmi il suo viso pieno di vomito, quel viso perfetto, con la barbetta appena accennata, e quando entrai dalla porta principale, coi capelli attaccati al sudore della fronte, gli occhi chiusi, ho davvero temuto che non avrei mai incontrato più il blu dei tuoi occhi.
E non riesco nemmeno a ricordare con che freddezza e lucidità apparente riuscii a chiamare l’ambulanza coi battiti sempre più flebili del tuo cuore sotto il mio orecchio, e la testa che mi girava.
E non so quanto tempo passò mentre io ti ripulivo il viso mentre la mano era fissa sul tuo collo per sentire se il tuo cuore batteva ancora,  i miei baci che disegnavano tutto il tuo corpo e la paura che mi dilaniava dall’interno.

Sento ancora i singhiozzi di Niall nel sonno, negli incubi solitamente, e ogni tanto quando ci vede entrare nello studio, mano nella mano, sorridenti, a volte abbraccia Louis scoppiando a piangere stringendolo fra le sue braccia ringraziando quel Dio di cui non aveva mai creduto l’esistenza, annusando il suo odore, che sa di lui, sa di vita.
Quella sera c’era solo odore di morte.
L’odore acre e pungente di disinfettante, morte e dolore.
Infermieri a corsa, rumore di passi.
E quella voce incisa in quel CD, è anche quella un miracolo, mentre il silenzio quella sera regnava in quella sala d’aspetto, eravamo stanchi, spaventati, e dentro stavamo urlando.
Di dolore, di bestemmie e di preghiere.

Avevo paura del futuro e del presente, rimpiangendo e rivivendo il passato, imprecando per non avergli detto così tante volte che lo amavo, avevo paura di una fine, avevo paura, pianto.
Jay e Mark entrarono nella piccola saletta in fretta, mentre lei piangeva consolata dall’ex marito, Jay mi fissò, mi abbracciò un po’ e io non ricambiai l’abbraccio.
Le lacrime scendevano silenziose, gli occhi puntavano il vuoto.
Non mi era più permesso essere debole, non potevo più esserlo, dovevo essere forte, almeno per lui.
E con le mani poco ferme tirai fuori il biglietto scritto dalla calligrafia un po’ malferma di Louis che avevo trovato accanto al suo corpo.
La scrittura era tremante, allungata, veloce, le parole erano poche ma dicevano tutto, e la mia voce spezzò il rumore di lacrime.

“Non posso continuare così, non posso vivere fra tutte queste bugie, non posso lottare ancora, sono stanco, ora forse potrò stare bene.

Niall, Liam e Zayn, mi dispiace per aver distrutto la band e i vostri sogni.
Lottie, Fizzy, Daisy e Phoebe, siate forti ragazze.
Mamma, papà, scusatemi.
Harry, amore mio perdonami, ti amo così tanto e ti amerò per sempre, perdonami.”

E ora ho paura anche di uscire di casa, di lasciarlo da solo, ho paura che ci possa riprovare, ho paura che succeda di nuovo, e non lo sopporterei.
Ho paura di rivivere quel periodo, quell’attesa snervante fra la vita e la morte, fra la sua mancanza, secondo dopo secondo.
Pensando a tutte le volte che mi aveva detto che andava tutto bene, senza aprirmi con me, per dirmi tutte le sue frustrazioni.
Sentendomi inutile, perché dovevo accorgermi che stava così male, al punto di decidere di finirla.
E ancora l’immagine di lui disteso su quel letto bianco, con la flebo inserita e il “bip” sul monitor mi diceva che lui c’era ancora mi appare negli incubi.
Anche se ho la sua testa contro il collo, il suo fiato contro il mio.

Mi ricordo troppo bene il momento in cui aprì quegli occhi blu, come il cielo, e in quel momento non sapevo cosa fare.
Siamo rimasti a fissarci senza dire nulla poi la debolezza vinse e lo abbracciai stretto piangendo lacrime d’amore, chiedendo a Dio di farmi sentire le mie mani sulla pelle per tutta la vita.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che sarei stato debole.
“Ti amo” sussurrò poco dopo, con la voce flebile, e in quel momento volevo solo sentirlo mio per tutta la vita.
Liam, Zayn e Niall piansero quando lo videro con gli occhi aperta per la prima volta dopo “l’incidente” perché erano consapevoli che non sarebbe dovuto essere con noi, lui non avrebbe voluto, la sua idea era di finirla.
Rimasero immobili, come se avessero visto un fantasma, paralizzati, tremando un po’, con Louis che stringeva la mia mano e gemeva scuse.

La prima parola che gli sussurrai fu “Perché?” E lo feci dopo due giorni che gli stavo vicino in ospedale.
“Perché era meglio così, soffrivamo tutti.” Le lacrime mi punsero gli occhi ma mi feci forte e parlai: “Soffrivamo, ma avremmo sofferto di più dopo.”
Louis socchiuse un po’ gli occhi, pensando alle parole da dire ma io parlai: “Perché non me l’avevi detto? Perché non mi avevi mai detto che stavi così male?”
E pianse Louis, pianse troppe lacrime prima di sfogarsi “Sono io a farti soffrire, Harry, solo io, forse così saresti stato felice.”

Le parole arrivarono diritte al cuore come una freccia, spalancai gli occhi e mi gettai su di lui baciandolo.
“Io sono felice solo se tu sei vicino a me, Louis.”

E ora lo sento vicino e, con le lacrime agli occhi, sorrido.
Tremo ripensando al passato rido pensando al futuro.
E sento il suo corpo che piano piano si sveglia, e così mi asciugo in fretta le lacrime.

Devo essere forte, devo esserlo per lui, devo farlo perché lui ha bisogno di me.
Devo farli capire che lo amo e lo amerò qualunque cosa succeda.

“E’ tutto ok, amore?” sussurra con la voce impastata dal sonno, allungandosi per baciarmi le labbra.
E tremo, sentendo quella voce, come ogni volta, il cuore che bette fortissimo, le labbra che si schiudono, le lingue che danzano.
“Ora è tutto ok.” Sussurro, prima di fare l’amore con lui.

Sono passati due anni da quando Louis cercò di suicidarsi.
Sono passati due anni e ogni momento è nella mia testa.
Sono passati due anni e sono stati gi anni più belli della mia vita, nonostante gli psicologi e gli psichiatri, nonostante la paura che mi attanagliava.
Ma ora ci amiamo davvero per ogni istante, perché abbiamo capito cosa succederà quando arriverà la fine.
E mentre il futuro ci offrirà tante delusioni, viviamoci il presente, vivendo, amando, capendo che alla fine questa è la vita.

E gli scende una lacrima, mentre entro in lui, che io prontamente catturo fra le labbra.
“Ti amo” dico.
“Ti amo” risponde lui.

Il cuore batte sotto il mio.
E gli afferro il viso con le mani facendo incontrare i nostri occhi.
E mentre veniamo insieme, urlando, annegando nei nostri occhi, capisco che lui è il più grande miracolo che la vita mi ha concesso.
E lui scoppia in lacrime, “Grazie” balbetta.
“Per cosa?” non capivo.
“Per avermi salvato, per avermi fatto vivere ancora.”
Piango, devo essere forte, ma piango lo stesso.
“E’ tutto finito, siamo insieme ora.”


 


Non ha nè capo nè coda ma ci ho messo l'anima.
Ditemi cosa ne pensate.
-Ly.



   
 
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