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Autore: Delena85    14/10/2012    4 recensioni
"sono passati molti giorni da quando Elena si è trasformata e Stefan, sta provando ad insegnarle a controllarsi, ma le cose non vanno come vorrebbe tutto è più complicato di come si aspettava, e l'indifferenza di Damon a tutto ciò non le è di aiuto."
ho provato ad immaginare i primi episodi della stagione quattro, naturalmente secondo il mio punto di vista, spero che vi piaccia e che commenterete in tanti. vi dico da subito che questa è la mia prima storia quindi se potete siate magnanimi. (Vi sono alcuni spoiler riguardanti la stagione 4, tutti di carattere generale.)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Stefan era andato via da un po’, ed io ero ancora  chiusa nella mia stanza. La mia frustrazione aumentava così come il mio desiderio di sangue, e le sacche non lenivano minimamente la mia angoscia. Quel tipo di nutrimento in questi casi era decisamente inutile.
Decisi di fare un bagno, sicura che l’acqua calda mi avrebbe dato un po’ di conforto, e con l’aiuto di un po’ di bourbon avrei sicuramente accelerato il processo. Scesi le scale e mi diressi verso il tavolino dei liquori, mi stavo versando da bere quando Damon mi sorprese alle spalle, togliendomi il bicchiere dalle mani e lo buttò giù d'un fiato
“Grazie tesoro, non dovevi disturbarti” 
Scossi la testa irritata e ne riempii un altro
“Prego, serviti pure, stavo proprio pensando di portartelo al letto"
“Uhm...Elena non tentarmi!” rispose simulando un tono eccitato e indicando il bicchiere che tenevo tra le mani aggiunse “Comunque, non è un po’ presto per te?”
“Ero nervosa” 
Travisando la causa del mio malessere cercò di tranquillizzarmi
“Non preoccuparti Elena , Stefan tornerà presto, sarà solo per un paio di giorni”
“Non è per quello”
La foga con cui pronuciai quelle ultime parole gli fece inarcare le sopracciglia 
“Allora che c’è?”
Sapevo che non avrebbe lasciato correre tanto facilmente, ma io non riuscivo ad affrontare quel discorso, almeno non con lui. Temevo il suo giudizio molto più di quanto fossi disposta ad ammettere.
“Avanti Elena tiralo fuori” disse rovesciando la testa all'indietro in modo teatrale 
“Ho fame” risposi aggirando il vero motivo
“Ci sono delle sacche di sangue in cantina”
“Non è quel tipo di fame” continuai esasperata
Lui mi guardò rivolgendomi tutta la sua attenzione, incitata dal suo sguardo cercai di spiegarmi
“E' più desiderio di sangue, desiderio di non sentire e sollevare almeno per un attimo la mia coscienza da tutti questi macigni che la opprimono”
Iniziai a camminare avanti e indietro irrequieta incapace di guardarlo negli occhi, poi mi fermai fissandolo apertamente
“Mi sentirei meglio se la spegnessi?” 
“Non sentiresti affatto” sbuffò
“Ma almeno non starei male” lo incalzai e lui tornò a guardarmi con un espressione seria sul volto
“Puoi farlo… se pensi che basti a farti stare meglio” Rimasi in silenzio non mi aspettavo quella risposta “Ma devi sapere una cosa….puoi spegnerla ma troverà sempre un modo per venire fuori di nuovo, e poi oltre alle vecchie frustrazioni dovrai sopportare anche tutte quelle che ti sei rifiutata di sentire nel frattempo”
“Allora che dovrei fare?” piagnucolai in preda all'angoscia
“Affrontale, come facevi quando eri umana, quando non avevi nessun pulsantino da spingere” Lo disse con una naturalezza tale che mi diedi mentalmente della stupida per non averci pensato io. 
“Magari con l’aiuto di un po’ di sangue umano nelle vene”
pronunciò queste ultime parole alzandosi dal divano, mi prese per mano e mi condusse fuori
“Dove vuoi portarmi?” gli chiesi senza capire il suo atteggiamento
Mi guardò con un sorriso malizioso negli occhi
“A caccia”
Correva così veloce che a stento riuscivo a toccare il terreno, mi sembrava di volare. Damon teneva stretta la mia mano mentre faceva lo slalom nel bosco, era una sensazione bellissima e mi sentivo euforica, non riuscivo a contenere le risa e mi lasciavo guidare come una foglia nel vento.
Di colpo ci fermammo, una strada si snodava davanti a noi seguendo un percorso famigliare, conduceva al cimitero di Mystic Falls e proseguiva su per le colline. Non era una strada trafficata, ma era perfetta per i nostri scopi. Anche in pieno pomeriggio era deserta e solo di tanto in tanto passavano delle auto.
Damon si voltò verso di me indicando la strada di fronte a noi
“Sdraiati in mezzo alla strada” ordinò e io sgranai gli occhi sbigottita per quella richiesta assurda
“COSA?....E perché DOVREI?” 
Damon sbuffò spazientito alzando le braccia al cielo
“Elena una volta tanto non potresti fare quello che ti di dico senza obbiettare”
“Ma se dovesse passare qualcuno e …” lasciai la frase in sospeso, non volevo neanche pensare a quello che sarebbe potuto succedere
“Se dovesse succedere si fermerà e scenderà a vedere se hai bisogno di aiuto”
“E poi?” chiesi confusa tornando a guardarlo negli occhi e lui mi sorrise ammicante
“Poi farai quello che sai fare meglio” 
“Cioè?”
“Lo ammaglierai…ci riuscivi benissimo anche da umana, ora che sei un vampiro sarà un gioco da ragazzi”
Questa sì che era una cosa assurda, distolsi lo sguardo dal suo scuotendo la testa contrariata 
“Damon che stai dicendo non saprei nemmeno da dove iniziare” 
Mi prese il voltò tra le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi
“Guardalo negli occhi, concentrati su di lui e poi digli ciò che vuoi che faccia, senza perdere mai il contatto visivo”
In quel momento mi chiesi se lui avesse la capacità di ammaliare anche me, sapevo che era una cosa impossibile, ma quando mi guardava così intensamente mi sentivo incapace di contraddirlo, incapace di ignorarlo.
“Tutto qui?” chiesi rassegnata.
Damon mi sorrise soddisfatto facendomi l'occhiolino
“Tutto qui.. il resto direi che lo conosci già!” 
Andai a posizionarmi al centro della strada mentre Damon mi guardava da dietro ad un albero. Ero sdraiata a terra e aspettavo la mia preda. Il dubbio si insinuò dentro di me….e se non fossi riuscita a fermarmi, se non fossi riuscita a impedire che il desiderio di sangue prendesse il sopravvento?
Sentii la voce di Damon giungere alle mie orecchie come un sussurro
“Sta calma Elena andrà tutto bene”
“E se non  dovessi riuscire a fermarmi?” aritcolai in preda all'ansia
“ci sono io sta tranquilla, non ti permetterei ma di uccidere qualcuno….ricorda quello che ti ho detto: ascolta il suo battito e andrà tutto liscio”
Il mio respiro si fece più regolare, chiusi gli occhi e ascoltai quel silenzio che mi avvolgeva. Un auto si stava avvicinando, procedeva a velocità sostenuta ma quando mi vide distesa per terra  inchiodò rumorosamente. Un ragazzo che aveva circa la mia età scese dall'auto visibilmente preoccupato, mi corse incontro e inginocchiandosi di fianco a me mi afferrò per le spalle
“Ehi, ti senti bene?” mi chiese con apprensione
Non risposi, continuando a fingermi svenuta.
“Vado a chiamare aiuto”
Stava ancora correndo verso la sua auto quando gli sbarrai la strada, il poveretto mi guardò stupito, ma prima che potesse parlare lo fissai negli occhi
“Sta calmo, non c’è bisogno di urlare” sussurrai usando un tono mieloso “Come ti chiami?”
“David” rispose in trance
“Bene David…non voglio farti del male”
Vidi il suo viso rilassarsi, stava funzionando. Gli accarezzai il collo e lo inclinai delicatamente su un lato appoggiai le bocca sull'arteria e la baciai sentendola pulsare sotto le mie labbra, sentii sfuggirgli un sospiro di piacere e senza aspettare oltre lo addentai con impazienza. Lasciai che il sangue mi fluisse dentro  lavando via tutte le mie preoccupazioni, il piacere e la calma raggiunsero ogni fibra del mio essere. Continuai ad ascoltare il suo cuore senza mai lasciarmi andare del tutto, lo sentii rallentare e con riluttanza mi fermai. Leccai con ardore le goccioline di sangue che continuavano ad uscire dalla ferita, Poi lo guardai nuovamente negli occhi , lui mi fissava confuso ma continuava a rimanere calmo intrappolato nella fitta rete del soggiogamento.
“Te la senti di guidare?” chiesi realmente preoccupata
“Sì” rispose come un automa
“Allora va dove stavi andando e dimentica tutto…e David se dovessero chiedertelo sei stato punto da un insetto!”
Lui annuì e risalì in macchina.
Damon uscì dal suo nascondiglio battendo le mani, aveva un espressione strana sul volto un misto di orgoglio e disapprovazione, ma era impossibile come poteva disapprovare e essere orgoglioso allo stesso tempo.
“Allora?” chiesi con trepidazione “Come sono andata?”
Lui sorrise con ironia
“Come pensavo sei un talento naturale” Quindi ero stata brava e lui era orgoglioso “Penso che con qualche carezza in più si sarebbe lasciato mordere di sua spontanea volontà”
Con un luccichio negli occhi mi avvicinai a lui e gli sfiorai il petto con malizia
“Per caso sei geloso Damon Salvatore?” 
“Oh Elena non sai quanto” era ironico ma il suo sguardo intenso tradiva il tono beffardo della voce “Ti senti meglio ora?”
“Oh sì decisamente” risposi su di giri
“Torniamo a casa?”
Annuii senza rispondere.
Mentre camminavamo  ero serena, ma il fantasma di Katherine aleggiava ancora sopra di me come una pericolosa spada di Damocle. Dovevo parlargliene
“Damon”
“Sì” rispose continuando a guardare  avanti
“Pensi davvero che io sia come Katherine?”
Si fermò sbigottito
“Io non penso affatto che tu sia come lei!”
“Ma ieri hai detto….” Non terminai la frase
“Elena so benissimo quello che ho detto, ma di certo non intendevo questo” spiegò
“Allora cosa intendevi ?” lo incalzai
“Elena tu sei una bella persona dolce e altruista , ma sei anche determinata e ostinata e se volessi saresti in grado di convincere chiunque a fare tutto quello che vuoi”
“Quindi pensi che io sia una manipolatrice?” mormorai profondamente ferita dalle sue parole
Mi prese per le spalle e mi costrinse a guardarlo
“Ehi guardami....Penso che potresti, ma hai scelto di non esserlo, è questa la cosa che più  vi distingue, tu hai tutte le sue doti ma scegli di non usarle”
“Ne sei così sicuro” chiesi realmente dubbiosa
“Sì Elena ne sono certo....tu ami in un modo così incondizionato le persone che ti sono vicine che anche volendo non riusciresti mai a mettere da parte il loro benessere a favore del tuo, quindi smettila di pensarci” tagliò corto, girandosi di spalle “anche se devo ammettere che oggi te la sei battuta alla pari con lei in quanto a stile, uhm quel bacio sul collo è stato davvero un tocco di classe, una mossa alla Katherine” 
Lo guardai stupita, trattenendo il respiro, in effetti non sapevo neanche io perché lo avevo fatto. Ignorando la mia reazione continuò con uno sguardo angelico sul volto
“Povero David era così preso, peccato che lo hai soggiogato, sarebbe stato divertente vederlo entrare  in casa urlando il tuo nome” finì la frase con un pizzico di malignità nella voce.
Ero senza parole, come poteva essere così strafottente in ogni momento, anche nelle discussioni più serie lui non poteva evitare di tirar fuori qualcuna delle sue battute
Lo colpii sulla spalla
"E' possibile che tu non riesca ad essere serio neanche per un istante” lo rimproverai esasperata
“E perché dovrei, la serietà è di una noia mortale”
Non mi lasciò il tempo di rispondere, mi prese per mano e di nuovo mi fece volteggiare nel bosco saltando da un ramo all'altro, e io risi di gusto dimenticandomi di tutto.
   
 
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