a madre con mio fratello, soprattutto per la recente perdita di mia nonna, ma lo avevo promesso a lei sul letto di morte.
Mia madre era dapprima contraria a questo viaggio, ma una promessa non si nega a nessuno.
Mi accomodai in uno di quei sedili a due posti di colore grigiastro.
Odiavo viaggiare con i treni, ma mia madre poteva permettersi solo quello.
La ringrazierò a vita. Presi il mio I-Pode e misi una canzone dei Coldplay, che da tempo riempivano le mie giornate.
Poco dopo sentii toccarmi la spalla. Mi girai e mi ritrovai davanti il mio migliore amico Louis.
L’ultima volta che lo visi fu il giorno del diploma, ma restammo comunque in contatto.
Lui sapeva tutto di me e viceversa. Si sedette e cominciammo a parlare di tutto.
Lui abitava a Londra da dopo il diploma, dato che i suoi nonni gli offrirono la casa al centro della città.
Io invece mi dovevo accontentare di un piccolo appartamento in affitto, ma almeno di fronte l’Hyde Park.
Stanchi, decidemmo di riposare date le futuro venti ore di viaggio.
Lui si addormentò subito, io invece rimasi a guardarlo, ad ammirare ogni minimo particolare del suo viso.
Mi ero dimenticata di quanto potesse essere bello.
Nell’ultimo anno di liceo tra di noi ci fu qualcosa, ma lo lasciai a causa del brutto periodo che stavo passando.
Mio padre era partito per l’Afghanistan e tornò in una misera cassa di legno.
Non mi capiva nessuno, nemmeno mia madre, figuriamoci Louis.
Dopo vari pensieri, sentii il fischio del treno, che segnava il nostro arrivo in quella che era la mia città per un po’.
Scendemmo dal treno, e dopo esserci salutati, ognuno andò per la propria strada.
Presi un taxi e arrivai di fronte a quella che era la mia nuova casa. Pagai e scesi.
Respirai l’aria intorno a me, mi sentivo libera.
Lì ricordai le parole di mia nonna: “ Appena sentirai l’aria di Londra, sentirai qualcosa, come una magia dentro di te! La stessa magia dell’amore. Come l’ho trovato io!”.
Da quando era morta, per ricordarla, ripetevo questa frase.
Entrai in casa e, dopo aver chiamato mia madre per avvisarla del mio arrivo, comincia a sistemare le valige.
All’improvviso squillò il telefono, era Louis. Mi voleva invitare a casa sua per cena.
Accettai presi l’indirizzo e dopo essermi fiondata in bagno, comincia a prepararmi. Alle otto chiamai un taxi e arrivai di fronte casa Tomlinson. Suonai e mi ritrovai la visione più bella di sempre.
Entri e ci sedemmo in salotto, su un divano di pelle bianca. Parlammo di cose stupide come eravamo soliti fare.
Poi, all’improvviso mi prese le mani. Un brivido percorse la mia schiena.
Puntò i suoi occhi azzurri sui miei e iniziò il discorso che sicuramente avrei ricordato per il resto della mia vita: “Sapevo che saresti venuta a Londra. Sapevo di questo tuo sogno. E so che non è il luogo né il momento ma.. Rachel Sofie Withmore, vuoi diventare mia moglie?”.
Spalancai gli occhi e rimasi allibita.
Lui era danti a me, in ginocchio con un’anello. Sapevo già la risposta e sussurrai un “si” ma piuttosto convinto.
Mi infilò l’anello nell’anulare sinistro e si alzò.
Mi accarezzo lievemente la guancia e poi regalarmi un dolce bacio. Tra qualche mese sarei diventata la signora Tomlinson.
Aveva ragione mia nonna a dire che l’aria qui era magica e che avrei trovato l’amore.
Io l’ho trovato, o almeno, sapevo che faceva parte di me da già molto tempo.

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Tadaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan :D
Questa cagata è il mio tema che ho fatto come compito in classe, è ho preso pure 7 lol
Ma per me resta una cagata u.u
xx Mery.