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Autore: Yuki_o    14/10/2012    3 recensioni
ATTENZIONE: storia ispirata alla Long "Life is not a Movie" de La Pessimista Cosmica, col cui consenso scrivo.
Ambra Leanti e Giovanni Scrinelli sono due persone con convinzioni e opinioni solide, eppure una strana e dolce coicidenza riuscirà a insinuare il dubbio nella loro quotidianità...e non sarà così male.
Dedicata a La Pessimista Cosmica e ai suoi stupendi personaggi.
Buona lettura a tutti!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell’autrice (?)
ATTENZIONE: questa One Shot è un missing moment ispirato alla Long Fiction originale scritta da La Pessimista Cosmica, mia carissimissimissimissima amica. ^_^ per capire alcuni risvolti, che sono i più divertenti probabilmente, di tutto ciò è necessario aver letto la Long il cui titolo è “Life Is Not a Movie”n e che vi consiglierei indipendentemente perché, sì, è stupenda *-*
Detto ciò: io sono Yuki_o aka Boby, scrivo questa ff su sostegno della fantastica autrice della storia sopracitata e A LEI LA DECICO CON TUTTO IL MIO AFFETTO. Ho seguito la stesura della storia sin dall’inizio e mi ci sono affezionata come fosse mia. Questo è quindi la dimostrazione (spero non del tutto vomitevole) del mio amore per i personaggi di questo lavoro ammirevole.
Ora vi lascio alla lettura e vi invito a farmi sapere numerosi cosa ne pensate!! Spero di riuscire a non deludere chi ha letto la storia principale e a incuriosire chi invece non la conosce!! Leggetela è davvero bellissima!!
Vi saluto e vi mando un bacio
La vostra boby J
 
 
 
 
 
 
Profumo di arance e limoni


 
Il vento, in generale, è un elemento naturale che si potrebbe senza dubbio definire romantico.
In quel momento specifico però una più calzante definizione, almeno secondo il modesto parere di Giovanni Scrinelli, sarebbe stata seccante. Implicava infatti un risvolto estremamente fastidioso nella sua giornata: la sciarpa.
Il professor Scrinelli aveva una pacata avversione per le sciarpe, le cui profonde ragioni sfuggivano a lui per primo, ma dall’alto della sua impeccabile razionalità riconosceva l’evidente utilità di tale indumento.
Autunno=Vento=Sciarpa. Ovvio.
Con questa consapevolezza era uscito quella mattina, avvolto nel caldo indumento di lana verdone che la sua premurosa suocera gli aveva confezionato anni prima, eppure nulla gli  valse a evitare la “catastrofe”.
Ecco perché Giovanni Scrinelli, tornato a casa, era estremamente irritato, ed ecco perché il giorno dopo i suoi studenti avrebbero riavuto delle verifiche corrette con un inquietante vigore.
Giovanni Scrinelli aveva –ovviamente- perso la sciarpa.
 
 
Andare a scuola è, al contempo, un atto fortissimo di volontà e di autolesionismo. Specialmente se la tua scuola è un liceo classico. Specialmente se è Autunno e c’è vento…specialmente se hai la capacità connaturata e ineludibile di dimenticare la tua unica, sgangherata, cromaticamente obbrobriosa sciarpa a casa ogni volta.
Lo sapeva bene Ambra Leanti, ma la consapevolezza non rendeva la situazione meno sconcertante.
Allo scattare della campanella di fine lezione il peso granitico della sua condizione le calò addosso e, ormai rassegnata al tremendo mal di gola che si sarebbe presa, si diresse all’uscita.
Camminando per il corridoio, semideserto dopo il consueto esito oceanico dei secondi immediatamente successivi al suono della campanella, ecco però che qualcosa accadde e cambiò le sue tetre prospettive di malanno stagionale. Quando infatti Ambra levò lo sguardo da terra la sua attenzione fu catalizzata da un particolare insperato: abbandonata su uno dei banchi in corridoio, una orrenda e provvidenziale sciarpa verdone la stava aspettando. In quel momento, dopo anni di latino e lacrime amare, comprese cosa intendesse Seneca con i tanti declamati “rovesci di fortuna”: straordinari, inattesi, indimenticabili botte di culo!!
Più tardi quella sera, mentre tentava di eseguire dei compiti di inglese che il suo professore potesse leggere senza essere preso da un raptus omicida nei suoi confronti, Ambra rifletteva sul senso della vita, dei reality show e del tremendo colore della sciarpa che aveva preso in prestito –rubato- quel pomeriggio.
Non riusciva a definirlo: era una via di mezzo tra le pantofole di suo padre e la pelle di un marziano (che nella sua fantasia era di sicuro verde). Probabilmente persino un inglese avrebbe rifiutato di indossarla, nonostante in ben noto cattivo gusto britannico…ma era anche così tremendamente morbida!
Le piangeva il cuore al pensiero che avrebbe dovuto restituirla, ma lo avrebbe fatto: lei era una ragazza onesta.
Tornò ai suoi compiti, che consistevano nello scrivere una Application Letter plausibile, più rilassata, riflettendo se fosse per l’appunto fattibile richiedere un posto come maggiordomo presso Her Majesty Elizabhet II o se quello avrebbe definitivamente annientato lo spirito del suo professore. Poi andò a letto.
 
 
Quel giorno Giovanni Scrinelli aveva impiegato molto meno tempo del previsto nel correggere i Listening Test della sua classe (causa energia supplementare fornita dall’irritazione di aver perso la sciarpa) e, abbastanza compiaciuto, era riuscito a dare persino un 10: eccellente!
Ora che la frustrazione per lo smarrimento della sciarpa si era considerevolmente attenuato aveva dovuto riconoscere che non si trattava di una perdita così tremenda. Quel colore era al limite dell’improponibile, un’inquietante via di mezzo tra il muschio e la crema di spinaci di sua moglie (cui ingrediente segreto sospettava fosse una spolveratina di Kriptonite grattugiata fresca): persino un inglese avrebbe esitato nel portarla.
Tuttavia era un regalo.
Riponendo i test nella valigetta per consegnarli il giorno seguente, Giovanni decise che avrebbe provato di nuovo a cercarla nei paraggi del banco e magari chiesto alle bidelle. Con questo pensiero rassicurante in mente spense la luce e uscì dal suo studio.
 
 
La mattina Ambra si svegliò moderatamente soddisfatta delle 8 ore di sonno godute e della prospettiva del caffè mattutino che da lì a poco avrebbe dato inizio a una giornata miracolosamente libera da verifiche/interrogazioni.
Prima di uscire di casa e avviarsi verso scuola, ebbe cura di riporre la sciarpa verde nel suo zaino, ripromettendosi di rimetterla al suo legittimo posto, ovvero sul banco nel corridoio al secondo piano, prima dell’inizio delle lezioni.
Arrivò a scuola, abbandonò con la minore delicatezza possibile l’Eastpack in un angolo deserto e si accinse al tanto atteso “rituale della macchinetta”. Sorbito con la dovuta calma il suo espresso, recuperò lo zaino e si avviò verso il secondo piano per rimettere la sciarpa dove l’aveva trovata.
Un po’ le dispiacque dovere abbandonarla dopo che l’aveva così prontamente soccorsa il giorno prima. Persino quell’orrendo colore iniziava a sembrarle accettabile – dopo un bel giro di coloreria in lavatrice, certo. Nonostante tutto Ambra era una ragazza corretta e lasciò la sciarpa esattamente come si era ripromessa per poi tornarsene tranquillamente in classe.
Non c’era pericolo che fosse in ritardo: il suo professore di inglese aveva una sindrome da ritardo cronico assodata e benedetta da generazioni di studenti ritardatari e non. Si diceva che in quelle rare occasioni in cui Giovanni Scrinelli arrivava in classe in orario o – peggio- in anticipo, il Liceo Weil fosse sempre scosso fin nelle fondamenta…e lei poteva testimoniare come questo fosse assolutamente vero.
 
 
Entrando in classe Giovanni Scrinelli era stato accolto dal consueto clima di terrore reverenziale ed aveva potuto avvertire chiaramente le sue membra rilassarsi: era nel suo elemento. Aveva tenuto la sua lezione nel consueto clima di silenzio concentrato e poco prima del termine del periodo aveva riconsegnato le Listening corrette.
Erano il tipo di verifiche che i suoi studenti temevano di più, ma per quella volta potevano quasi tutti tirare un sospiro di sollievo. Aveva forse scelto una traccia troppo semplice?
Chiamò i suoi studenti in ordine, dal voto più basso al migliore, come di consueto. Non era un uomo sensibile a lusinghe e vanità, e nonostante quello che poteva sembrare, non faceva questa operazione per piacere sadico –di solito. Era più che altro un’abitudine.
Normalmente non era nemmeno il tipo di professore che si perde in elogi per i risultati dei suoi studenti -era il loro dovere studiare!- ma quella volta aveva dato un 10 e per di più a quella che era di fatto la sua migliore studentessa. Chiamò il suo nome per ultimo e tenne la verifica tesa appena di fronte a sé aspettando che la ragazza, con passi affrettati e un po’ esitanti, arrivasse davanti alla cattedra.
-Leanti-
Lei si fermò davanti a lui, con lo sguardo basso e tese la mano nel prendere il test.
Non c’era bisogno di elogiare nessuno, un 10 diceva già tutto, eppure…
-Your test is the best one.-
Allora la ragazza levò lo sguardo su di lui: Ambra…il colore dei suoi occhi.
Ah, ecco. Ora quel nome assumeva un significato diverso.
Quando la ragazza tornò al suo posto Giovanni Scrinelli si accorse di stare sorridendo, cosa che, come sua moglie gli faceva sempre notare, accadeva davvero raramente. Tacque qualche istante mentre la campanella suonava e i ragazzi si fiondavano nei corridoi.
 Anche lui seguì il flusso e mentre camminava notò qualcosa, poggiato su un banco, che lo fece fermare, perplesso.
Osservò con attenzione.
Non poteva essere.
Osservò con più attenzione.
Non poteva crederci.
Eppure era evidente: quella era la sua sciarpa.
La prese in mano, stupito, e fu sicuro che fosse la sua, anche se fin dall’inizio il colore non aveva lasciato spazio a molti dubbi. Tuttavia c’era qualcosa che lo disorientava: avvicinò l’indumento al viso e inspirò piano. Quel profumo…lo conosceva, lo aveva sentito pochi minuti prima mentre incrociava occhi d’ambra: profumo di arance e limoni.
Non era possibile: l’età, doveva essere l’età, anche se avrebbe ucciso prima di ammetterlo davanti a qualcuno. Si avviò con al consueta risolutezza verso la sua classe successiva e finse di non essere consapevole di stare sorridendo ancora.
Forse non avrebbe più odiato così tanto le sciarpe.
 
 
Ambra non era uscita in corridoio. Fissava il suo libretto scolastico e non riusciva a capacitarsi dei suoi pensieri.
Aveva sempre temuto e rispettato Giovanni Scrinelli e il suo cuore aveva compiuto salti mortali ogni volta che l’aveva sentito chiamare “Leanti” sin dalla prima lezione con lui.
Ma allora come si spiegava il dolce formicolio all’altezza dl cuore e il calore che avvertiva se solo ripensava allo sguardo blu terso e stupendo che aveva appena incrociato, o a quel al sorriso –l’unico- che le aveva rivolto. Aveva preso 10 e lui l’aveva –quasi- elogiata.
Si sentiva leggera.
All’intervallo la necessità di caffeina la spinse ad abbandonare la sicura ancora del suo banco. Istintivamente rivolse uno sguardo dove quella mattina aveva riposto la sciarpa…e non c’era. Si fermò un istante e si avvicinò ma non la vide per terra né altrove. Sparita.
Di fianco al banco la finestra dava sul cortile e lì, in mezzo agli studenti intenti ad assumere la dose di nicotina delle 11.00, vide spiccare una figura ben nota.
Il professor Scrinelli camminava deciso attraversando il cortile affollato dove tutti erano pronti a cedergli il passo e qualcosa colpì Ambra: al collo dell’uomo qualcosa di verde e orribilmente inconfondibile la fece arrossire e nascondersi a lato della finestra, dove nessuno avrebbe potuto vederla. Si portò le mani alla bocca mentre il cuore le infuriava in petto e lei continuava ad avvampare.
Era la sciarpa. Era quella sciarpa.
Ripensò a quando l’aveva lasciata lì con un po’ di rimpianto. Ripensò al dieci e a quel sorriso inaspettato. Si sentiva frastornata e con il volto in fiamme.
Forse la scuola non era un posto così terribile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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