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Autore: sakurainlove96    14/10/2012    6 recensioni
Ikuto, un ragazzo solitario e misterioso, non aveva mai provato il sentimento più bello che ci possa essere nella vita.
Quando si trasferisce con la sua famiglia in un'altra città, incontrerà una persona che gli cambierà la vita. Che gli farà provare il sentimento dolce e, per certi versi, doloroso, che almeno una volta nella vita, tutti vorrebbero provare: L'AMORE!
Vi ho incuriosito?? Spero di si! Baci XD
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

Ikuto

Ero al Royal Garden, durante la pausa pranzo.
Io ed Amu, dopo le lezioni mattutine, ci siamo diretti – titubanti – verso la bellissima serra della scuola, dove ci aspettavano i nostri amici.
Ci aspettavamo un vero e proprio interrogatorio, e solo perché, quella mattina, eravamo arrivati mano nella mano.
Non che mi dispiacesse, s’intende.
Quando arrivammo, Rima e Yaya si avvicinarono a passo di carica, presero Amu per le braccia e la trascinarono fuori con la forza.
Le seguii con lo sguardo.
Non la invidio in questo momento!                                  
Cercai comunque di fare l’indifferente.
In fondo, non era da me temere qualcosa. E poi non mi vergognavo di dire che Amu mi piaceva, anche se forse provavo qualcosa di più.
Mentre mi avvicinavo, Kukai e Nagii mi fissavano con insistenza, tanto che, dopo un po’, mi infastidii.
“Ma che avete da guardare?!” dissi spazientito.
Ma loro non davano segni di parlare. Volevano che parlassi io ma, se credevano che avrei ceduto così facilmente, si sbagliavano di grosso!
Presi il pranzo che mia madre mi aveva gentilmente preparato e iniziai a mangiare, ignorando tutto e tutti.
“Oh, e basta!! Ti decidi a parlare?!” scoppiò ad un tratto Kukai.
“E di che cosa dovrei parlare?!” chiesi senza alzare gli occhi dal piatto.
“Come di che cosa?! Dicci perché tu ed Amu siete arrivati mano nella mano sta mattina.” Chiese Nagii.
“E perché dovrei dirtelo?” chiesi.
“Perché siamo i tuoi amici. E perché consideriamo Amu come una sorella. Le vogliamo bene e vogliamo sapere quello che provi per lei. Ti sembra una spiegazione esauriente??”
Ero contento che Amu avesse amici che le volessero così bene e mi faceva piacere che mi considerassero già loro amico nonostante mi conoscano solo dal giorno prima.
E io sentivo che la loro era un’amicizia disinteressata.
“Si.”
“Allora?” chiese Nagii.
“Amu mi piace. Anzi, credo proprio di provare qualcosa di più dell’attrazione per lei. E’ un sentimento che non avevo mai provato prima e farò di tutto per conquistarla. Sta mattina ci tenevamo per mano perché… perché… il perché non è un affare vostro. Comunque in quel momento mi è sembrata la cosa più naturale del mondo…” dissi. Poi ripresi il mio solito atteggiamento: “Vi sembra una risposta esauriente??” dissi con ironia.
“Si. Ti chiediamo solo di non farla soffrire perché se no ti facciamo nero! E non importa che tu sia nostro amico!” disse Kukai cercando di fare il duro ma si vedeva benissimo che era intenerito…
E io ghignai.
 “Cos’è Kukai, ti sei intenerito?” Che stronzo che sono!
Nagii scoppiò a ridere. Rideva così tanto che si accasciò sul pavimento con le mani all’altezza dello stomaco.
“Ma che cazzo dici?! E io che ti volevo aiutare… Ingrato!”
Scoppiai a ridere pure io mentre Nagii se la rideva ancora di più.
Poi, appena smisi, mi avvicinai a Kukai.
“Grazie” dissi assestandogli una pacca sulla spalla “Sei un vero amico” e abbassai lo sguardo.
Non che mi interessasse non aver mai avuto amici ma – anche se non l’avrei mai ammesso – era bello avere qualcuno con cui parlare e scherzare.
“Non hai avuto tanti amici, vero?”
A questa domanda sussultai. Nagii mi stava squadrando.
“In effetti non ho mai avuto veri amici. Non che mi interessasse molto. Quelli erano solo degli approfittatori” dissi indifferente.
“Per quale motivo non li hai allontanati?” chiese Nagii.
“Perché non me ne fregava un tubo!”
“E perché ti usavano?”
“Lo capirete se accetterete di venire a casa mia oggi pomeriggio. Ci sono anche Amu e sua sorella. Avevo intenzione di invitare anche Rima e i sono anche Amu e sua sorella. Avevo intenzione di invitare anche Rima e Yaya.”
“Per me va bene! Sono curioso di vedere la tua casa!” disse Kukai.
“Anche per me va bene ma, secondo me, Kukai è più ansioso di vedere tua sorella e non la tua casa!” disse ridendo Nagii.
Io aggrottai le sopracciglia.
Mi chiedo quando l’abbia vista… Ah! Forse quando siamo usciti da scuola ieri!
Non mi dava fastidio, anzi…
“Ma che dici?! Adesso non mi ritroverò più la testa!” gli urlò Kukai contro.
Con un ghigno mi avvicinai al moro.
“Chi è interessato a mia sorella??”
“Nagii! Se sopravvivo ti ammazzo!” urlò nel panico.
“tranquillo Kukai. Non sentirai nulla…”
“Aiuto…” disse strizzando gli occhi.
Ormai ero a due centimetri da lui quando…
“Dato che non me l’hai detto prima non ti farò fare il bagno nella mia piscina al chiuso!” dissi come se nulla fosse.
“Piscina al chiuso?” domandò una voce che ormai avrei riconosciuto tra mille.
Mentre ancora osservavo Kukai – che, per la cronaca, mi stava guardando con gli occhi spalancati – risposi:
“Si… lo sai che la mia casa è enorme. Dentro c’è anche la piscina. Per non parlare dell’esterno: c’è un’altra piscina – che adesso è vuota e coperta –, un giardino enorme comprendente il campetto da calcio e da tennis. Il tutto circondato da un’alta siepe.”
“Già, e vero… avrei dovuto immaginarlo. Infatti la mia casa sfigura accanto alla sua.” Disse Amu mentre mi affiancava.
Mi girai verso di lei strabuzzando gli occhi.
“Ma non è vero. E’ bellissima casa tua! Non sai quanto ho desiderato una casa così… Avere una famiglia, semplice.” Dissi rattristandomi.
Amu mi si parò davanti e mise la mano sulla mia guancia.
Mi vennero i brividi a contatto con la sua pelle liscia e morbida come la seta… come se, al solo contatto, la sua pelle rilasciasse scariche elettriche.
Mi guardò intensamente negli occhi disegnando ghirigori immaginari sulla mia guancia provocandomi brividi mai provati.
“Non devi aver avuto una vita facile se parli così…”
“In effetti senza di te era dura” dissi cercando di dissimulare le emozioni provate dal nostro piccolo e innocuo contatto.
Anche se devo ammettere che mi fa pensare a cose tutt’altro che innocue”
Le sue guance si colorarono immediatamente di un rosso acceso e i suoi occhi, che poco prima erano fissi sui miei e mi guardavano intensamente, adesso erano diventati sfuggenti.
Staccò subito la mano dalla mia guancia lasciandomi con un senso di vuoto che mi attanagliava il petto fino a far male.
In quel momento capii fino a che punto mi era entrata nel cuore questa ragazza.
Aveva oltrepassato le barriere che avevo eretto intorno a me senza difficoltà, entrandomi dentro e colpendomi il cuore irrimediabilmente.
Mi ero innamorato di Amu…
L’atmosfera si era fatta pesante, quindi cambiai discorso…
“Rima, Yaya… vi va di venire a casa mia oggi? Ci saranno anche Amu e sua sorella. E poco fa ho invitato anche Nagii e Kukai.”
“Evviva! Bagno in piscina!” urlò Yaya “Mi porto il costume??” chiese.
“Si. Portatelo tutti…”
Ad un tratto ebbi la consapevolezza di una questione che non avevo considerato…
Avrei visto Amu in costume!!
Oddio… come farò a reprimere i miei istinti più animaleschi?!
Va be’… cambiamo direzione di pensiero se no potrebbe risvegliarsi qualcuno dai bassi fondi… se non lo ha già fatto!
Se la coppia dell’Ave Maria se ne accorge mi prenderanno per il culo a vita!
“Anche per me va bene… Ma ci sarà il thè delle cinque, vero?” disse Rima con la sua solita aria svogliata.
Ecco. Passiamo da un opposto all’altro! Dalla bambina all’altezzosa…
“Certo”
“Se vuoi Ikuto posso portare la torta al cioccolato che ho fatto ieri sera. Ah! A proposito…”
Amu si avvicinò alla sua cartella e tirò fuori un contenitore che conteneva qualcosa di scuro…
Mi si avvicinò e mi porse il contenitore. Poi disse:
“Te l’avevo promesso…” disse arrossendo.
Aprii il contenitore e subito mi investì un buonissimo aroma di cacao.
La torta a cioccolato! Se n’è ricordata…
Sorrisi. Nessuno – che non fosse mia madre – aveva mai cucinato per me…
“Grazie…”
“Cos’è?” chiese Kukai – che si era appena ripreso dallo shock causatogli dalle parole “campo di calcio” – avvicinandosi.
Non mi diede il tempo di rispondere che urlò:
“E a me?! Non mi hai mai portato niente fatto dalle tue belle manine…” piagnucolò.
“L’assaggerete oggi pomeriggio. A Ikuto l’avevo promesso!” disse Amu.
“Ah………………… Ma la volevo adesso!” disse.
Io, che intanto mi ero estraniato dal mondo, avevo l’acquolina in bocca.
Mi stavo già pregustando il soave sapore del cioccolato sul palato.
Mi sedetti al tavolo, presi la torta e mentre stavo per addentarla il moro rompiscatole si girò verso di me.
“Ikuto…” lo interruppi prima ancora che potesse fare la domanda.
“Scordatelo! La torta è mia e non te ne farò assaggiare nemmeno una briciola! Nemmeno morto!” dissi senza nemmeno guardarlo.
“Ingordo! Tra amici le cose si condividono!”
Io lo ignorai bellamente addentando quella soffice tentazione.
Intanto Amu se la rideva guardando la mia rara espressione di beatitudine dovuta alla mia droga: il cioccolato!
“Dovete sapere che Ikuto diventa un tirchione quando si tratta di dolci al cioccolato, quindi è meglio per voi non chiedergli mai niente se non volete rimanere delusi” disse Amu. “ne tanto meno fregargliele da sotto il naso… se non avete intenzione di morire” disse fulminando Kukai e Yaya che si stavano avvicinando furtivamente a me per fregarmi la torta.
Come se non me ne fossi già accorto!
Alzai lo sguardo verso i due incriminati.
“Ringraziate che Amu vi abbia avvertito. Avreste fatto una brutta e lenta fine…” e ritornai a mangiare.
“Ma non è giusto però…” si lagnò Yaya.
“Su, su… l’assaggerete tra poche ore…” cercò di convincerli Amu.
Continuarono così per diversi minuti fino a quando Rima fece una domanda che mi fece andare di traverso l’ultimo boccone di quella squisita torta.
“Ma… dov’è Tadase??”
Amu e Kukai si fermarono di botto, mentre Nagii scattò verso di me e mi assestò delle forti pacche sulla schiena per evitare che mi soffocassi.
Fu Yaya a rispondere.
“Oggi non è venuto a scuola. Dice che non si sente bene. mi ha chiamato stamattina.”
“Ah” disse Rima indifferente.
“Sinceramente, a me, non me ne frega un fico secco di dove sia!” dissi alterato.
“Idem” disse Amu “Dopo quello che mi ha detto ieri può andare a farsi f*****e!”
Tutti rimanemmo in silenzio fino al suono della campanella che avvisava la fine della pausa pranzo.
Presi Amu per mano – contento di poterlo fare – e la trascinai verso l’uscita della serra.
Prima di uscire mi girai verso gli altri.
“Ci vediamo a casa mia alle 16 e 30, va bene?”
“Si!” risposero tutti.
Mi girai e, con Amu – che tenevo ancora felicemente per mano – mi avviai verso la nostra classe per le ultime due ore di lezione.
 
 
 
Ciao ragazze! Ecco un nuovo capitolo! E scusate per l’enorme ritardo! Mia madre mi aveva tolto il pc… Spero che vi piaccia e che recensiate in tanti… Adesso vado. Vi mando tanti baci! Ciao XD by sakurainlove96
 
  
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