Outstandings*
Albus
ciondolò con la sedia, cercando in quel lento dondolare un
diversivo
per non dover ascoltare l'ennesima e soporifera
lezione di Difesa contro le Arti Oscure, che nonostante fosse una
delle sue materie preferite dopo pozioni, rasentava livelli
indicibili di noia e frustrazione. Tutto quel prendere appunti e
quell'ascoltare passivamente la lezione era ben diverso dal suo tipo
di lezione ideale, soprattutto perché era cresciuto con i
racconti
delle mirabolanti lezioni dell'ormai defunto professor Lupin, le
quali erano intrise di pratica, di adrenalina e, perché no,
anche di
un leggero timore reverenziale nei confronti delle creature da lui
spiegate.
Diede una veloce scorza al foglio fittamente scritto di sua cugina
Rose; pensò che avrebbe dovuto penare fin troppo per
ottenerlo una volta conclusa la lezione. Non che gli servisse, visto
che le parole del professore erano soltanto una parafrasi, neanche
troppo accurata, di quelle del libro, ma fosse mai che avesse detto
qualcosa in più e che, per ironia della sorte, quel qualcosa
in più
gli fosse servito per prendere i G.U.F.O! Doveva essere
previdente.
Lesse più volte il titolo degli appunti, cercando
nella sua memoria una pallida, ma non per questo inutile,
reminiscenza di quell'argomento; ricordava che suo padre gli aveva
parlato spesso di un simile incantesimo, e ricordava che, spinto da
James, aveva provato ad evocarne uno quando era più piccolo,
sorbendosi una sonora ramanzina da parte di sua madre per
“l'utilizzo
improprio della
magia al di fuori del castello”,
o almeno quelle erano state le parole usate dalla donna. Quello che
però ricordava ancor di più era il risultato
fallimentare che aveva
ottenuto: un pallido luccichio che era scomparso tanto velocemente,
quanto era apparso; se si impegnava poteva ancora sentire il
riecheggiare della risata schernitrice del fratello.
Se solo fosse stato lui il più grande...
“
Signor
Potter, ” cominciò il paffuto professore. “
Potrebbe
fornirci un esempio pratico? ” Il sangue gli si
gelò nelle vene,
rallentando paradossalmente il battito del cuore. “
Io?
” chiese, assumendo quella che Rose avrebbe chiamato 'Espressione
da pesce lesso'. “
Sì,
” rispose il professore, tamburellando le sue tozze dita
sulla
cattedra. “
Dato
che è l'unico che non sta prendendo appunti, penso che sia
anche l'unico a conoscere perfettamente questo incantesimo, o forse
sbaglio? ” Albus
gemette di frustrazione; non era certamente la prima volta che non
prendeva appunti o che non seguiva la sua lezione, perché
aveva scelto
proprio il momento meno adatto per sgridarlo e, a suo modo, per
fargliela pagare?
Lo
odiava.
Si
alzò dal banco, ostentando una sicurezza che gli era
estranea, e si
diresse verso la cattedra con passo strascicato. “
Dove?
” chiese, guardandosi intorno alla ricerca di un angoletto
abbastanza sgombro da non poter fare danni nel caso abbastanza certo
che l'incantesimo non fosse andato a buon fine. “
Verso
quella parte della parete, ” gli rispose il professore,
indicando
l'ala est della stanza, forse una delle più sgombre. Albus
si
avvicinò ad essa, fronteggiando il muro con l'aria annoiata;
era fin troppo difficile immaginare che quel muro fosse un
Dissennatore o una delle altre pericolose creature del Mondo Magico,
ed aveva la profonda convinzione che una delle condizioni senza la
quale l'incantesimo non sarebbe riuscito,
sarebbe stata proprio quella: la presenza di una creatura pericolosa
pronta a smembrarlo o succhiare la sua anima, fin quando non fosse
diventato un
inutile pezzo di carne. “
Devo
ripeterle i passaggi fondamentali, signor Potter? ” chiese il
professore, leggendo forse un po' di esitazione nei suoi gesti. Albus
scosse il capo, estraendo dalla tasca del mantello la sua bacchetta,
e puntandola contro quel muro inerme.
Vagò nei suoi ricordi alla
ricerca di un ricordo abbastanza
felice da poter essere utilizzato per un simile scopo; non
dovrebbe essere difficile per me,
pensò.
Non dovrebbe essere
così arduo trovarne uno, rimarcò; e
allora perché
ci stava ancora pensando?
“ Papà è un cervo! ” aveva urlato James, saltando da una parte all'altra del piccolo giardino adiacente a Godric's Hollow.
“ Non avevo dubbi, James, ” gli aveva risposto Harry, accarezzandogli i capelli spettinati.
“Perché papà?”
“ Anche il Patronus di mio padre era un cervo, così come il mio.”
“ E quello di nonna? ”
“ Una cerbiatta. ”
“ Perché? Si eredita?”
“ No, ” gli aveva risposto Harry, sedendosi sull'erba. “ Potrebbe essere paragonato ad un animale Totem, l'animale che più si adatta alla personalità del mago. ”
“ Questo vuol dire che io sono come te, papà? ” Gli occhi di James parvero brillare di luce propria quando vide il cenno d'assenso del padre.
“ Ed il tuo, Albus? ” gli aveva chiesto Harry, voltandosi verso di lui. “ Qual è? ”
Il magone crebbe, minacciando di inghiottire lui e tutte le sue bugie.
Scosse
il capo, segregando quel ricordo in una parte sperduta della sua
coscienza, prima di scavare ancora più a fondo. “
Sei come tuo padre, Albus
Severus Potter, ”
Sorrise,
ricordando l'espressione arcigna ed il tono duro del dipinto, e
sorrise ancor di più ricordando lo scoppio di
felicità che aveva
percepito all'altezza del petto, nonostante quella del dipinto non
fosse stato decisamente un
complimento.
Si aggrappò a quelle parole come se da esse dipendesse la
sua vita;
le sue dita strinsero la bacchetta con un tale impeto che il resto
dei suoi compagni di classe si chiese come quella non si fosse rotta
sotto al suo tocco; chiuse gli occhi un secondo prima di
pronunciare la formula.
Percepì un qualcosa di estremamente potente
uscire dalla punta della bacchetta e, spinto dalla
curiosità, aprì
gli occhi, osservando quella massa informe di luce accecante
scomparire tanto velocemente, quanto era apparsa. Si morse il labbro
inferiore, sentendo nuovamente l'odore di una sconfitta bruciante
aleggiare intorno a sé. “
Torni
al suo posto, signor Potter, ” asserì il
professore,
massaggiandosi le tempie. “
L'ho
sopravvalutata, quindi? O forse lei ha sottovalutato la reale
importanza delle mie lezioni? Credevo che sarebbe riuscito ad evocare
un Patronus, dato che suo padre maneggiava egregiamente quest'incanto
fin dal suo terzo anno di scuola... Ed è fondamentale per
passare i
G.U.F.O! ” Albus serrò i pugni, tornando al suo
banco con il capo
chino ed il labbro inferiore ancora incastrato fra le perfette arcate
dei suoi denti; non passò molto che percepì il
sapore metallico del
sangue, cosa che lo fece rilassare almeno un po'. “ C'è
qualcuno che vuole darci una vera
dimostrazione pratica? ” Albus non alzò lo sguardo
quando avvertì
il classico stridio di una sedia che veniva trascinata, dietro di
sé;
se ne rimase con il capo chino, mentre sua cugina Rose gli passava le
dita lungo la schiena, in un pallido tentativo di donargli un
po' di conforto.
Il suo sguardo si alzò solo quando colse con
la coda dell'occhio una luce argentata guizzare in alto; un maestoso
falco volteggiava sulla sua testa, descrivendo i movimenti circolari
di un predatore in procinto di cacciare. Il falco disegnò un
ultimo
cerchio prima di scendere in picchiata, sfiorando il suo orecchio
destro ed appollaiandosi sulla spalla di chi l'aveva evocato:
Scorpius Malfoy.
“
Eccellente
dimostrazione, signor Malfoy! ” gracchiò il
professore. “
10
punti a Serpeverde! ”
Albus ebbe la certezza che la sua buona stella era esplosa ancor prima della sua nascita.
***
“ Tu ci stai remando contro, Al, ” asserì il fratello maggiore, serrandogli la strada verso la Sala Grande. “ E non è un comportamento appropriato per un compagno! ”
Il fratello gli catturò il mento fra le dita, stringendolo con poca grazia. “ Non è necessario un Patronus per dimostrare quanto poco simile a tuo padre tu sia, Al, ” sputò fuori con rabbia. “ Sarebbe necessario guardarti e conoscerti quel poco che basta per capire che i tuoi veri colori sono il verde e l'argento. ”
Albus strinse i pugni lungo i fianchi. “ E se anche fosse, James? ” gracchiò. “ Cosa cambierebbe? Io non sono mio padre! ”
Si liberò dalla stretta ferrea del maggiore ed entrò nella Sala Grande con tutta l'intenzione di non voltarsi. “ Albus! ” esclamò il maggiore, e lui provò davvero a non voltarsi, ma qualcosa dentro di lui prevalse sulla sua razionalità, costringendolo così a voltarsi. “ Questo è un vero Patronus dei Potter! ” Tese la bacchetta verso il cielo, facendo uscire dalla sua punta un cervo luminescente. Albus abbassò lo sguardo, sentendo nuovamente quella risata stridula nelle orecchie; scappò via, non volendo dare all'altro la soddisfazione di vederlo piangere.
Albus
osservò con un cipiglio le increspature del Lago, e si
chiese quale
subdolo animale potesse vivere in una simile acqua che nonostante
l'alternanza fra il dì e la notte, pareva non cambiar
colore: nera
era con il sole, nera era con la notte. Lanciò l'ennesimo
sasso,
facendogli eseguire tre salti sulla superficie, prima di vederlo
affondare con un sonoro 'plop'; si chiese quanti rimbalzi avrebbe
fatto il suo corpo su quell'acqua ristagnante quando suo padre
l'avrebbe lanciato, dopo aver saputo dei suoi scarsi risultati in
Difesa.
“ L'acqua non evaporerà, poco importa quanto tu la
fisserai
intensamente... ” Albus si voltò, scrutando
torvamente il ragazzo di
fronte a sé, ed asciugandosi poco virilmente le lacrime, che
gli
scorrevano sul volto glabro. “ Vuoi rimarcare anche tu quanto
poco
Grifondoro io sia? ” chiese, afferrando la mela verde che
l'altro
gli aveva lanciato.
“ Non
trovo che sia un male, ” sogghignò. “ Ma
no, non sono qui per
sottolineare quello che hai detto tu. ”
“ E sei qui per fare cosa? ”
“ Pensavo avessi fame, così ti ho portato una mela, ” disse pigramente. “ Inoltre volevo osservare gli oscuri animali che si celano nel Lago Nero! ”
“ La Piovra Gigante? ” chiese, mordendo voracemente la sua mela; giusto poco prima aveva percepito un sinistro boato fuoriuscire dal suo stomaco.
“ No, i Kelpie, ” rispose, sdraiandosi sull'erba fresca.
“ I Kelpie? ” chiese, sgranando leggermente gli occhi. “ Non credo che la McGranitt approverebbe la loro presenza in un lago così vicino al castello, Scorpius! ”
“ Io gli ho visti, ” disse con noncuranza. “ Sai, i Kelpie assumono la forma di un altro animale perché si vergognano della loro forma originale, perché sanno che nessuno si avvicinerà a loro se continuano ad essere così brutti, così preferiscono mentire a sé stessi, cercando di somigliare a qualcuno che è troppo in alto per loro, e solo perché sennò nessuno li amerebbe per quello che sono... ”
“ Non credo che il fine ultimo di un Kelpie sia quello di essere amato da un umano, ” osservò, inarcando un sopracciglio.
“ Non di tutti, ma di quello che ho visto io, sì! ” rimarcò Scorpius, guardando il cielo di fronte a sé. “ Quello che ho visto io ha assunto la forma di un cervo, sai? Le sue lunghe corna, però, non son fatte di osso, ma di un qualcosa di fetido e putrido, un po' come i crini dei Kelpie che decidono di trasformarsi in un cavallo. Da lontano può sembrare realmente un cervo, ma quando ti avvicini capisci che non lo è. ”
“ E come fai a capirlo? ”
“ Perché un vero cervo non incornerebbe mai suo fratello per amor proprio, cercherebbe di aiutarlo, di istruirlo... non gli farebbe mai del male. ”
“ E per che altro? ”
“ Perché un vero cervo avrebbe capito che il proprio fratello conosce bene l'incanto Patronus, ma ha paura di usarlo perché la sua forma non è quella sperata, ” scandì, voltandosi verso di Albus e puntando i suoi occhi grigi in quelli verdi dell'altro. “ Perché nascondi la tua forma? ”
Albus negò. “ Non nascondo proprio nulla, io! ”
“ Mettiamola così: tuo fratello cerca in tutti i modi di somigliare a tuo padre, arrivando persino ad influenzare la forma del suo Patronus, a sbagliare di proposito gli ingredienti delle pozioni, a giocare in un ruolo che non gli si addice, senza sortire l'effetto sperato. Tu non fai nulla per somigliare a tuo padre, vai per la tua strada senza seguire le orme, enormemente più grandi delle tue, che Harry ha lasciato a suo tempo tra i corridoi di questo castello, e quando ti si presenta l'occasione per rimarcare questa differenza, che lungi dall'essere un problema è una qualità aggiuntiva, tu ti tiri indietro? Non mi stupirei di sentire che hai rifiutato l'offerta del Cappello Parlante durante lo smistamento. ”
“ Non mi ha fatto nessuna offerta, ” farfugliò, tenendo gli occhi bassi.
“ Lo dici quasi che fosse un peccato,”
“ A papà l'ha fatta. ” ammise. Scorpius schioccò le labbra. “ Ed è forse per questo che non l'ha fatta a te, perché siete diversi. ”
“ E non è un peccato, questo? ” chiese, stringendo i pugni. “ Un figlio non dovrebbe somigliare al padre? Non dovrebbe almeno avvicinarci un po'? Perché è quello che tutti si aspettano da me, e da James; forse hanno paura che un nuovo mago Oscuro tenti di conquistare il Mondo Magico, o forse perché sentono la mancanza di un bambino sul quale riporre tutto il peso dei loro problemi! ”
“ Somigliare è un conto, ed essere uguali, o una brutta copia è un altro. ” spiegò. “ Magari avrete anche alcuni punti d'incontro, ma non potrete mai essere uguali. ”
“ Ma James è come lui, in tutto e per tutto! ” sbraitò, assumendo i tratti distintivi di un bambino capriccioso.
“ Forse non mi ascolti quando parlo, o forse non vuoi ascoltare... ” disse Scorpius, spazientendosi. “ Tuo fratello è un Kelpie; un mero imitatore di un qualcosa che, nolente o volente, è più in alto di lui. Tuo fratello non è come tuo padre, lui cerca di apparire come lui, ed è il peso che un uomo ordinario deve pagare per avere un padre straordinario! ”
“ Ed io? ” chiese, interrompendo nuovamente il filo logico dei pensieri dell'altro.
“ Tu non sei un uomo ordinario, Albus. ”
Scorpius
si alzò, facendosi leva sui gomiti. “ Sei un abile
pozionista, un
eccellente amico,
un perfetto fratello maggiore e riusciresti a muovere i monti con
quel faccino angelico... ” spiegò. “ Tu
non hai bisogno di
essere un Kelpie per compiacere gli altri ”
Scorpius
si alzò quel tanto che bastava per far combaciare le loro
labbra in
un effimero e delicato bacio a stampo. “ E ti fa onore il
fatto che
preferisci non trovare te
stesso pur di non dare un
dispiacere a tuo padre, pur di tenere unita la tua famiglia, ma questo
non si addice al tuo Patronus, e,
soprattutto, tuo padre è un uomo saggio, capirà!
”
Scorpius
diede un'ultima occhiata ad Albus, prima di alzarsi e di tornare al
castello.
Albus rimase lì, seduto sull'erba, con un torsolo di mela
tra le mani ed un sorriso sornione dipinto sul volto.
***
Albus tese la bacchetta verso il muro di granito, stringendola come se da essa dipendesse la sua vita; gridò la formula, tenendo gli occhi ben aperti, così da poter vedere quella luce brillante assumere la forma di un lupo. Si voltò verso il professore, dando mentalmente l'ordine al lupo di accucciarsi ai suoi piedi. Il professore gli sorrise, prima di mandarlo al suo posto, sotto gli occhi allibiti del resto dei compagni.
“ Eccezionale, ” gli sussurrò Scorpius.
James S. è fin troppo OOC, o almeno stando alla versione delle altre ff. Ma provate voi a crescere sotto l'ala protettiva di un 'eroe' e non provare un po' di sana invidia nei confronti del fratellino, cioè è quasi normale – che discorsi contorti, i miei-
I Patronus sono presi dagli animali totem:
Falco: Rappresenta il potere della visione, la sapienza e la tutela. Porta con sé un messaggio di transizione e di cambiamento, lezioni che si applicano forse nella nostra ricerca interiore, nel lavoro e nella carriera.
Lupo: Hanno un forte senso della famiglia, mantenendosi al contempo individuali. Spesso donano stabilità alla propria famiglia, dando soluzione ad alcuni problemi (Detta così fa un po' schifo, ma non sapevo come parafrasarla al meglio -.-).
*Outstandings: è uno dei voti dei G.U.F.O., ma il verbo *stand Out* viene tradotto come 'emergere, spiccare e dominare', quindi nella mia mente perversa e stupida era un modo per sottolineare la 'pallida e per nulla evidente rinascita' di Albus, che emerge come sé stesso e non più come il figlio di Harry Potter. Tutto questo è solo nella mia mente, tranquilli.