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Autore: Kairi Skywalker    14/10/2012    5 recensioni
Draco vuole dormire. Ma la promessa di una tazza di the e di una chiacchierata con una brunetta di nostra conoscenza sono delle tentazioni troppo invitanti per essere rifiutate.
Traduzione. Autore: Resa Aureus Traduzione: Kairi Skywalker.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ecco il mio secondo lavoro di traduzione! Ho adorato questa fanfiction e volevo condividerla con tutti voi! /Naviga nei feelings
L'autrice è veramente fantastica e questa ff trasuda emozioni!
Per tutti i fan di The Junior Death Eaters, niente paura! Sto lavorando al nuovo capitolo! :)

( I hope you will appreciate this translation. This Dramione fanfiction it's fantastic and it's full of emotion! The author is awesome! I want to give a HUGE thank you to Resa Aureus
 for giving me the permission to translate her fanfic. Hope you liked it! Enjoy!)

Original Title: The Unobtainable Happiness
Autore (Author): Resa Aureus
Traduzione (Translation): Kairy Skywalker
Rating: M
Genere (Genre): Romance/Hurt/Comfort
Disclaimers: I don't own any Harry Potter characters or storylines. I don't own this fanfiction, it belongs to Resa Aureus. This is the direct link to her ff: 
http://www.fanfiction.net/s/8529400/1/The-Unobtainable-Happiness
I only own the translation.

A/N (Resa Aureus). Okay, questa storia è leggermente AU...okay, più che leggermente. la guerra non è mai terminata - La Battaglia di Hogwarts era solo l'inizio. Harry è morto, diventando un martire per la causa. Tutti quelli che sono morti lo sono, basta aggiungere Harry alla lista. Ma tutto questo non è rilevante.

Quindi, la guerra è in peino svolgimento e Voldemort ha preso controllo del mondo magico. Ma l'Ordine sta ancora combattendo.
 

...~oOo~...


The Unobtainable Happiness

 

Trascinando sé stesso attraverso il camino in Grimmauld Place, Draco gemette e si avviò con passo pesante in salotto. Con i piedi doloranti e gli occhi socchiusi, incominciò a sbottonarsi lentamente la camicia e a togliersi la giacca dell'abito, lasciandola cadere in un mucchio sul pavimento. Non gli importava di lasciarla lì - c'era l'alta probabilità che la mamma chioccia, Weasley, l'avrebbe raccolta e messa al suo posto il mattino seguente.
 
Si tolse la camicia e calciò via le scarpe e le calze, lasciandosi cadere sul divano, il suo luogo abituale di riposo. Un anno fa, era stato tormentato dagli altri membri dell'Ordine della Fenice di scegliere una delle camere del Numero 12, ma aveva rifiutato. Cercavano sempre di coccolarlo e farlo sentire come un pezzo di un dannato puzzle, perchè non capivano che, nonostante sapessero dove risiedesse la sua lealtà, che lui non sarebbe mai stato uno di loro.
 
Draco era così stanco che ignorava il taglio profondo che aveva sul braccio, nonostante gocciolassero grosse gocce color cremisi verso il basso dell'arto e sopra l'imbottitura del divano. Sapeva che più tardi sarebbe stato rimproverato dalla McGranitt - qualcosa circa il rispetto e l'educazione - ma non poteva importargliene di meno.
 
Estrasse il ricordo di quella notte dalla sua mente e lo mise nella fiala che aveva nascosto in tasca. Soddisfatto, la poggiò sopra un tavolino, e si mise a dormire.
Galleggiava, come sospeso tra sogno e realtà, quando un rumore di piccoli passi si insinuò nella sua mente e lo trascinò fuori dalla nebbia.
 
Draco si era completamente svegliato quando il suono dell'acqua corrente che scorreva in cucina catturò la sua attenzione. Sembrava che l'acqua stesse colpendo un oggetto metallico, un bollitore, probabilmente. Qualcuno era alzato dopo la mezzanotte e stava facendo del the. Non era un evento insolito per la sede dell'Ordine, con il sonno che sembrava irraggiungibile per molti di loro e, naturalmente, gli incubi ricorrenti.
 
Onestamente, Draco era sorpreso che non ci fosse l'intera squadra nella cucina che sorseggiava the, attaccati dall'insonnia. 
 
Forse era giunto il momento di indagare un po'. Draco non sarebbe riuscito a dormire, anche se era mezzo morto, per sua fortuna. Con grande fatica si tirò su dal divano e poggiò i piedi nudi sul pavimento di legno duro.
 
Quando si fermò sulla soglia della cucina, trovò una certa amica-nemica ai fornelli, a fissare il bollitore come se pretendesse che l'acqua fosse già bollita.
 
Hermione Granger era cambiata pochissimo da quando aveva abbandonato Hogwarts per andare alla sua piccola ricerca di Horcrux con i suoi amici Weasley e Potter. I suoi capelli erano ancora disordinati ed erano tirati su in una crocchia morbida, facendoli apparire come un nido di qualche animale. Il suo corpo era piatto ed esile come sempre, vestito in una canotta e dei pantaloncini in cotone. Le sue braccia sembravano dei ramoscelli ed erano tese di fronte a lei, appoggiate al bancone, e lui poteva chiaramente distinguere la parola "mezzosangue" scolpita nella sua pelle.
 
Appoggiato allo stipite della porta, con solo una canottiera e i pantaloni, Draco cercò nella sua testa qualche tipo di commento sarcastico o scortese da fare, ma il suo cervello era così fritto che anche lo spazio riservato al sarcasmo era stato disconnesso per quella notte.
 
Quando Hermione si voltò per aprire un armadietto per prendere una tazza, per poco non fece un salto all'indietro per lo schock di vedere una persona lì, ma si limitò a lanciare un gridolino, dato che era stata addestrata a non urlare se non era assolutamente necessario.
 
Hermione si portò una mano sul cuore, riprendendo a respirare normalmente e disse: "Dio, Malfoy, non ti avevo visto."
 
Draco non disse nulla. Di certo non aveva intenzione di chiedere scusa.
 
"Sei appena arrivato?" chiese Hermione, cercando di calmarsi. Era stata da un soffio dal prendere la sua bacchetta quando aveva visto una figura fissarla. Prendendo un respiro profondo, aprì l'armadietto nuovamente e prese una tazza.
 
Draco emesse un suono affermativo. "Stavo cercando di dormire quando, con questo casino, mi hai svegliato."
 
"Mi dispiace" disse Hermione con calma, e sembrava sincera. Tolse il bollitore prima che potesse fischiare. "Io...non riuscivo a dormire. So che hai raramente il tempo di dormire e mi dispiace di averti disturbato."
 
"Va tutto bene," mormorò Draco. "La casa è tua in ogni caso, non è che posso dirti quando puoi fare rumore o meno."
 
Hermione non disse nulla per un minuto circa e Draco sapeva il perché. Quella non era casa sua. Era stata quella di Potter, ma una volta morto...era rimasta lì. La usavano ancora, naturalmente, perchè sapevano che Harry avrebbe voluto così, ma per quanto riguarda l'ufficiale "proprietà", non era di nessuno. Tecnicamente quelli dell'Ordine erano solo degli occupanti abusivi per il momento.
 
"Vuoi una tazza di the?" disse infine Hermione, rompendo il silenzio.
 
"Certo" rispose Draco, andando a sedersi al tavolo. "Perché no?"
 
Hermione tirò fuori un'altra tazza e le riempì ciascuna. Erano seduti uno di fronte all'altro in silenzio, mescolando lo zucchero nelle loro tazze.
 
"Com'é...andata stasera?" chiese Hermione esitante.
 
"Come il solito," rispose Draco, la voce roca e bassa per la mancanza di sonno. Sembrava uno zombie, davvero. I suoi capelli biondi erano spettinati da tutte le parti, e la mascella era ricoperta dalla barba non tagliata, gli occhi grigi erano circondati da cerchi neri.
 
Hermione non era molto meglio. Aveva perso peso nell'ultimo anno, e aveva le occhiaie sotto agli occhi castani.
 
"Solo il solito complottare contro i Babbani, prevedono di ridurli in schiavitù," continuò Draco, mescolando il the solo per il gusto di farlo. "Ho estratto il ricordo in modo che la McGranitt lo possa vedere domani di persona."
 
"Apprezzo quello che fai, Malfoy," disse Hermione. "Non deve essere facile, seguire le orme di Piton come spia. Tutti sappiamo come lo avesse colpito...e mi uccide vedere la tua vita rubata come la sua. Se non fossi stata un nata Babbana...lo farei io, lo sai."
 
"No, non lo faresti" sibilò Draco, la sua voce che diventava risoluta e tagliente. "Ho bisogno di fare questo. Questa è la mia penitenza, non la tua. Non te l'avrei permesso, e nemmeno la McGranitt."
 
Hermione prese un repiro profondo ed espirò lentamente. "Non te l'avrei permesso nemmeno io. Mi sono opposta a Shacklebot, alla McGranitt e ad Aberforth. Ma non hanno voluto ascoltarmi. Se fosse stato per me, non saresti una spia."
 
"Ed esattamente cosa dovrei essere, allora, Granger?" chiese duramente. "A quale scopo potrei servire? Perchè non sare qui se non fossi quello che sono."
 
"Ti avrei nascosto," replicò Hermione, calma. Bevve un sorso di the. "Se fosse per me, saresti in una casa sicura dall'altra parte del mondo, lontano dalla portata di Voldemort. Saresti al sicuro."
 
Il ghigno caratteristico dei Malfoy comparve sul suo volto. "Ti sei intenerita, Granger. Questa è la guerra, non il the con la regina. Parlare così ti potrebbe far uccidere."
 
Scuotendo la testa, Hermione sospirò. "Tu non capisci, vero? Non mi interessa più ciò che può e non può farmi uccidere, perché se deve accadere, accadrà. Guarda Harry, Malocchio, Fred, Remus, Sirius, Tonks...e centinaia di altri. Certe notti mi ossessiona il fatto di cercare di capire il motivo per cui io sono viva e loro no - perché non tutti noi possiamo essere sopravvissuti a questa guerra. E per essere onesti, Malfoy, se qualcuno merita di vedere la fine di tutto questo, quello sei tu."
 
"E perché diamine dovrebbe essere così?"
 
"Perché hai visto entrambe le parti di tutto questo," disse gravemente. "Sei stato un combattente per entrambi gli avversari. Hai visto il peggio da ogni angolo e non avevi mai possibilità di scelta. La tua vita è stata un circolo vizioso di tiro alla fune e meriti di vivere per questo."
 
Draco rise, amaro. "Come se volessi vivere dopo tutto questo. Non è come se potessi tornare indietro alla normalità al Malfoy Manor e riprendere la mia vita. Questa è la fine del mondo, Granger. Non c'è nessuna 'fine', perché non sarà mai finita. La felicità è solo un lontano ricordo, uno che non riusciremo mai a raggiungere di nuovo."
 
Draco osservò come un'unica lacrima cadde dall'occhio di Hermione e corse lungo lo zigomo, giù per la mascella, crollando dal mento.
 
"Mi manca la felicità" confessò con voce tremante. "E l'unica cosa che mi fa andare avanti è la speranza che la rivedrò di nuovo...quindi, per favore, Malfoy, non rubarmi questa speranza...non ancora."
 
"Che tipo di felicità ti aspetti di trovare 'dopo' la guerra?" chiese Draco velenoso. "Sposare Weasley, donargli una squadra di Quiddicht e vivere fino alla veneranda età di centoquindici anni?"
 
Hermione appoggiò il mento alla mano ed alzò le spalle. "Non lo so. Forse Ron sarà parte di questo, ma probabilmente no. Non l'ho nemmeno visto in queste ultime settimane, Prima Harry è andato via, ed ora Ron è come un fantasma. Mi sento come se non rivedrò mai più i miei amici e non ne farò di altri. E dimentichiamoci le storie d'amore, per ora. Non sono del tutto sicura che io voglia dei bambini, non dopo questo. Sarebbe troppo richioso, non è vero?"
 
"Ne sono assolutamente sicuro." affermò Draco con fermezza. "Portare un bambino in un mondo con un potenziale disastroso così grande...è spregevole. Egoista. Sbagliato."
 
"Oh, ma il mondo ha il potenziale per tornare a splendere, allo stesso tempo," disse Hermione con uno sguardo malinconico nei suoi occhi. "La bellezza, anche."
 
"Il mondo fa schifo" negò Draco. "E' crudele e sadico."
 
"Il mondo non è Voldemort, Malfoy."
 
"Potrebbe anche essere," borbottò il ragazzo. "Lui avrà l'intero controllo su di esso, presto."
 
"Io sinceramente spero di no," sussurrò Hermione. "Draco, se non hai speranza, cosa ti spinge ad alzarti ogni mattina?"
 
Draco fece una pausa. "Dovere."
 
"Nei confronti di chi? Shacklebot?"
 
"Per me stesso. Per mia madre. Per Dio."
 
"Tu credi in Dio?" chiese Hermione.
 
"A volte," confessò Draco a malincuore. "Quando ho voglia di parlare con qualcuno che stia ad ascoltarmi."
 
"Malfoy..." disse piano. "Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare...sono qui. Sarò sempre ad ascoltare, anche se non vorrai una risposta."
 
Draco non disse nulla.
 
"A volte, vado sul tetto," disse Hermione. "E guardo le stelle. Solitamente guardo Sirio (*Sirius), la stella più luminosa della sua costellazione. Posso parlargli e posso sentire la sua risata, ed il suo profumo. E parlo anche con Harry. Mi piace pensare che la sua stella si trovi proprio accanto a quella del suo padrino. Ed il professor Lupin, anche. Mi piace far finta di sentire la sua voce, mentre spiega cos'é un Molliccio. E poi...tengo Fred per una risata, perchè voglio essere in grado di sentire l'eco della sua fino al mattino.
 
"E poi il sole sorge...e tutti scompaiono" disse Hermione, soffocando l'ultima parola. "Ma non se ne sono mai andati...sono diventati raggi di sole che cadono su di noi a riscaldarci."
 
Ci fu un lungo silenzio tra loro ed Hermione sorseggiò il tè e trattenne le lacrime.
 
"Perché mi stai dicendo tutto questo?" chiese Draco.
 
"Perché voglio che tu sappia," disse Hermione, "che non sei l'unico che parla al cielo, supplicando per un qualche tipo di risposta a questo inferno. "
 
Poi Draco la guardò. Davvero la guardò, per la prima volta. Forse aveva diciotto anni, un'adulta, ma sembrava poco più di una piccola, sola, spaventata ragazza. I suoi grandi occhi castani erano vitrei e stanchi, il naso e le guancie pallide cosparse di lentiggini, e una bocca rosa delicato, il labbro inferiore gonfio per l'abuso costante dei suoi denti.
 
E lei sembrava così...piccola. E leggermente patetica, se dovevaa essere sincero. Ed infreddolita. Come un gattino randagio in pieno inverno. Il gattino che si vuole prendere e portare a casa con sé per nutrirlo e riscaldarlo, sapendo a quali guai enormi si va incontro.
 
Quando Draco stava arrivando ad una conclusione, Hermione vide il sangue rappreso sul suo braccio.
 
"Oh, Dio, Draco, stai sanguinando!" Nel panico, non si era resa conto che lo aveva chiamato per nome, ma certamente lui l'aveva notato, e la guardò mentre Hermione si affrettava al lavandino con ansia mentre metteva un panno sotto l'acqua calda.
 
"Perché non mi hai detto che ti eri fatto male?" chiese Hermione, mentre premeva il caldo, straccio bagnato al suo braccio.
 
"Si sarebbe fermare l'emorragia alla fine."
 
"Alla fine! Avrebbe potuto infettarsi!" Gentilmente gli strofinò via il sangue secco e lo pulì intorno alla fetta. "Come è successo?"
 
"Pratica di duello con mio padre" disse. "Ha una buona mira."
 
Hermione osservò il taglio e fece una smorfia. "E 'abbastanza profondo. Potrei preparare un unguento -."
 
"Non preoccuparti," disse, prendendole il braccio con la mano. "Guarirà."
 
"Ma -"
 
"Granger, per l'amor di Merlino, stai zitta", disse, più esasperato che crudelmente.
 
Hermione strinse le labbra automaticamente.
 
"Grazie", disse in un sospiro di gratitudine. Si strofinò le tempie. "Cominciavi a darmi l'emicrania."
 
"Sono -"
 
"Non scusarti, Granger" sbottò. "Silenzio."
 
Lei si accigliò e filò via, lasciando cadere lo straccio nel lavandino con uno schiaffo bagnato e raggiungendo in silenzio la credenza per una scatola di biscotti. Lei gli rivolse un gesto sarcastico e cominciò a camminare fuori dalla cucina.
 
"Aspetta," disse Draco, prima di riuscire a trattenersi.
 
Hermione si fermò di fronte a lui ed alzò un sopracciglio.
 
"Resta" disse.
 
Lei lo guardò dura.
 
Draco sbuffò, alzò gli occhi, e aggiunse, "Per favore."
 
Sembrando abbastanza soddisfatta, Hermione tornò al tavolo e aprì la scatola di biscotti e ne mise uno in bocca prima di offrire il contenitore. Lui rifiutò e lei si strinse nelle spalle.
 
"A volte," disse Hermione, "Mi sento come se potessi mangiare tutta la casa. Ed altre, vado per una settimana intera senza mangiare nulla."
 
"Questo spiega perché sei così fottutamente magra," disse Draco, appoggiandosi allo schienale della sedia ed incrociando le braccia.
 
Lei si accigliò e guardò se stessa, ed ammise "Probabilmente. Probabilmente faccio schifo, vero?"
 
Non schifo, pensò Draco, solo ... affamata. Ma non disse nulla, invece.
 
Ma poi lei arrossì e si mise un altro biscotto in bocca sentendosi in colpa. Aveva probabilmente preso il suo silenzio come una conferma, così lui disse, "Stai ... bene. Non preoccuparti. Ci sono cose più importanti di cui preoccuparsi."
 
"Ho l'aspetto di un ragazzo di dodici anni," disse triste Hermione.
 
"Sì, ma questo non ha molta importanza, no?"
 
"E' importante per me."
 
"Non per chiunque altro, però."
 
"Come faccio a sposarmi un giorno, se tutti gli altri pensano che io abbia l'aspetto di un ragazzo?"
 
"Fidati di me, Granger," disse Draco con fermezza, "non sembri un ragazzo. Primo, i ragazzi non hanno il seno. Secondo, normalmente non indossano canottierine a letto. E le tue mani sono troppo piccole per essere quelle di un ragazzo. "
 
Hermione sospirò. "E' passato molto tempo dall'ultima volta in cui mi sono sentita bella."
 
"Quando è stata l'ultima volta?"
 
"... Il Ballo del Ceppo al quarto anno."
 
"E ti sei sentita orribile per ogni anno dopo?"
 
"Beh ... non proprio ... voglio dire, quando Ron ... quando Ron mi dava un po' più di attenzione , mi sentivo, sai, più sicura, suppongo, di me stessa," spiegò Hermione goffamente. "Ma ora, non ho un motivo per sentirmi bella."
 
Draco sapeva che si sarebbe pentito di  ammetterlo, ma lei sembrava così ... triste. "Penso che tu sia ... attraente." Non riusciva a dire "bella".
 
Hermione si bloccò. "E' uno scherzo? Stai facendo del sarcasmo?"
 
"No."
 
Hermione scosse la testa. "Stai mentendo".
 
"No, affatto." ribatté Draco. "Ti trovo molto attraente. Certo, forse lo sei di più quando hai avuto una notte di sonno decente, ma non posso lamentarmi."
 
Hermione aveva uno sguardo curioso sul suo viso. "Ma ... tu mi odi."
 
"Odio anche la Weasley, ma nessuno può negare che anche lei sia carina."
 
Hermione sorrise debolmente. "Ginny è bella, non è vero?"
 
"Non vorrei arrivare a tanto ... Non ho mai apprezzato le rosse."
 
"Presumo che tu preferisca le bionde?"
 
"Sorprendentemente, no," disse Draco, senza dire niente altro.
 
Hermione alzò le sopracciglia fin quasi alla attaccatura dei capelli. "Le brune? Davvero?"
 
"Sarei uscito con Pansy se non mi piacessero?"
 
"Beh, forse ... va bene, credo che abbia un senso. Normalmente alle persone non piacciono le brune. Troppo semplici, dicono," disse Hermione.
 
Draco scosse la testa con aria stanca. "Mi piacciono ... i capelli castani. Non posso dire il perché."
 
Hermione si guardò le mani per un lungo periodo di tempo. "Draco ..."
 
"Hmm?"
 
"Anche io ti trovo attraente ..."
 
"Ovviamente," sbuffò. "Sarei inorridito se non l'avessi pensato."
 
Poi anche Hermione sbuffò e questo crebbe in una risata sincera. E vedendo il suo sorriso illuminarsi anche Draco rise. Condivisero una risata, lasciando che l'allegria riempisse ogni angolo della cucina.
 
La risata di Hermione si spense, lasciando un sorriso. "Grazie, Draco."
 
"Per che cosa?"
 
"Per essere un idiota arrogante," ridacchiò. "Mi ha fatto sentire meglio."
 
"Felice di essere stato d'aiuto", disse con voce strascicata. "In realtà, però, sei più carina quando sorridi. Sembri più sana".
 
Un rossore colorò le guance di Hermione.
 
Un'immagine improvvisa apparve nella mente assopita di Draco, i mille modi con cui avrebbe potuto far arrossire il suo corpo sotto di lui. La sua pelle era così chiara, poteva immaginarla ansimare, mentre ogni centimetro della sua pelle diventava rosa acceso.
 
Da dove veniva quel pensiero?
 
"Malfoy, stai bene?" chiese Hermione esitante, vedendo i suoi occhi persi nel vuoto.
 
"Hmm? Oh, sì," disse Draco, scuotendo la testa. "Sto bene. Solo ... pensavo."
 
Pensava a come poterla avere, i modi con cui farla sorridere e i modi con cui avrebbero potuto ottenere quella irraggiungibile felicità per un paio d'ore.
 
Pelle calda...respiro caldo...leggere carezze da quelle piccole mani...
 
Perché questo pensiero si era fatto strada così bruscamente nella sua testa? Perché proprio adesso? Era il loro parlare di brune o felicità? O si era tutto questo innescato dalla sua risata e dal suo sorriso?
 
Si chiese se forse ...
 
No, no, no, lei non l'avrebbe mai fatto. Anche per il bene di dimenticare il resto del mondo, per una sola notte, lei era troppo sensibile per avere un'avventura. In ogni caso, questa conversazione di mezzanotte era stata sicuramente sentita come una sorta di tregua temporanea - lei lo tollerava solo per avere un po' di compagnia.
 
"... A letto? Draco? Mi hai sentito? Sei sicuro di stare bene?"
 
Draco parlò, "Che cosa dicevi 'a letto'?"
 
"Mi chiedevo se stavi pensando che fosse ora di andare a letto," ripeté Hermione con le sopracciglia aggrottate. "Sembri esausto e un po' arrossato. Ti farebbe bene un po' di riposo."
 
"Io... starò bene",  rispose. "Non voglio andare a letto ancora."
 
"Davvero, Draco..." Hermione sospirò, alzandosi in piedi e camminando intorno al tavolo. Lentamente gli toccò la spalla, lo guardò negli occhi e disse: "Hai bisogno di dormire."
 
"No," disse Draco, prendendole la mano e tirandola più verso di lui. "Quello di cui ho veramente bisogno in questo momento sei tu." Ed improvvisamente premette la sua bocca su quella di lei.
 
In un primo momento lei rimase scioccata, come congelata, prima di ricambiare il bacio lentamente. Sentiva l'esitazione nelle sue mani, come se non sapesse cosa fare con quelle, così lui prese entrambi i suoi polsi e li guidò intorno al suo collo. Poi guidò dolcemente i suoi fianchi verso il basso, così erano allo stesso livello e lui poteva baciarla con più slancio. La sua lingua passò sul suo labbro inferiore, e lei gli concesse l'entrata, anche se esitante.
 
Draco sapeva che Hermione non era abituata a tutto questo. Anche una semplice sessione di baci sembrava renderla nervosa e poteva sentire il suo cuore battere nervosamente attraverso la sua pelle.
 
Oh, merda, pensò Draco, è vergine!
 
Perchè non l'aveva considerato? Era ovvio, no? Era così insicura del suo corpo e non aveva mai avuto un fidanzato vero e proprio...come aveva potuto essere così stupido a pensare che avrebbe accettato a donarsi a lui quella notte nella cucina di Grimmauld Place?
 
Non era come se volesse una rapida, sporca scopata- no. Non era quel tipo di uomo. Voleva farla stendere e assaporare ogni pezzo di lei, prendendo il suo tempo fino a quando non fosse stata completamente persa. Non aveva idea del perché, ma voleva assaporare ogni suo centimetro, consumandola.
 
Proprio quanto stava cercando di immaginare quale sarebbe stato il suo sapore, lei scappò dal loro bacio, arrossendo con fervore e balbettando: Mi d-dispiace, ma...c-cosa sta succedendo?"
 
Draco cercò di spostarsi così che il suo membro indurito non premesse contro di lei, ma si fermò capendo di peggiorare le cose. "Stiamo pomiciando" disse semplicemente.
 
"Sì, ma...p-perché?"
 
"Non vuoi baciarmi?"
 
"B-beh, non direi proprio così, ma..."
 
"Allora qual è il problema?"
 
Hermione si alzò dalle ginocchia di Draco e premette le mani sul viso in fiamme. "Malfoy, ma...ma che diamine? Niente di questo ha senso. Perché ci stiamo baciando? Perché stavamo parlando, in primo luogo? Tu sei un bullo, io una secchiona...questo non accade nella vita reale, solo negli stupidi romanzi Babbani!"
 
"Non credo di stare seguendo..."
 
"Gloriose, passionali, sporche nottate nella cucina tra due protagonisti impensabili - non accade nella vita reale! Sono storie, Malfoy!" Hermione stava rapidamente ripulendo il tavolo, cercando ovviamente di tenere le mani tremanti occupate in preda all'ansia.
 
"Perché non può accadere?" chiese Draco, alzandosi. Sentiva il sangue ribollirgli. "Eh? Perché no, Granger? Perché tu ed io non possiamo avere un finale felice? Non stavi giusto parlando di come volessi essere nuovamente felice?"
 
"Dopo che la guerra fosse finita! Una volta che tutto fosse stato stabile di nuovo!"
 
"Nulla è stabile, mai più lo sarà,"  le disse Draco bruscamente. "O si muore o si vive con il senso di colpa del sopravvissuto. Ma perché non si può, per qualche misera ora stupida, sapere come ci si sente ad essere accanto ad un corpo caldo? Non ce lo meritiamo? La possibilità di  avere qualcosa, solo una volta. "
 
Hermione era ancora in cucina, mettendo via le tazze del the.
 
"Maledizione, Hermione, guardami!" ordinò, alzando la voce. "Guardami, e dammi un buon motivo!"
 
"Perché domani non sarò in grado di essere la stessa!" Hermione gridò, gettando l'ultima delle sue cose nel lavandino, il rumore che suonava come se si fosse frantumata una tazza di tè. "Non posso far finta come se niente fosse accaduto, perché non è così che funziona! Non posso promettermi solo poche ore di felicità - perché io ne vorrò di più! Fino a quando non mi consumerà e non riuscirò a pensare ad altro!
 
"Come posso essere... considerata la più brillante strega della mia generazione ... quando riesco a malapena a mettere a fuoco le cose perché ho ceduto a Draco Malfoy per una notte", terminò in un sussurro. Con ogni frase, si era sentita sempre più stanca.
 
Il silenzio cadde sospeso tra di loro ancora una volta, sembrava come un osservatore.
 
Prendendo un respiro profondo, Draco si concesse un momento per cancellare la nebbia dalla sua testa. Nessuno di loro stavano pensando lucidamente, era troppo tardi ed erano troppo in preda alle emozioni. Si passò le mani sul viso e cercò di pensare alla cosa giusta da dire, ma sentì la mano di lei posarsi sulla sua.
 
"Ma..." disse piano, esitante. "Se si potesse... forse, solo..." Poi scosse la testa. "No, non importa. Stupida. Penserai che sono stupida."
 
"Dimmi" Draco sospirò. "Non può peggiorare le cose."
 
"Potresti ... forse ... solo ..." Deglutì. "abbracciarmi? Per stasera? Coi vestiti addosso?"
 
Prima che il suo cervello potesse elaborare una risposta, Draco annuì.
 
Circa cinque minuti dopo, Draco era sdraiato sulla schiena sul divano con una Hermione sdraiata sopra di lui, rannicchiata sul suo petto come una coperta. Era stato molto teso ed imbarazzante in un primo momento, ma una volta che si erano rivelate essere le tre del mattino, con ogni rintocco della pendola, i loro corpi si rilassarono.
 
Hermione sbadigliò e disse: "Grazie, Draco e ... buonanotte."
 
Portando una mano sulla sua schiena, strofinando delicatamente dei cerchi con il pollice, Draco rispose: "Buonanotte, Hermione."


...~oOo~...

A/N.(Resa Aureus) E' stata una montagna russa di emozioni. Volevo scrivere qualcosa in cui Draco ed Hermione potessero parlare senza curarsi del mondo al di fuori. Originariamente, volevo che i due stessero insieme sul pavimento della cucina, ma ho preferito dare un pizzico di speranza, piuttosto che utilizzare la via più semplice.

~ So Long And Thanks For All The Fish ~

T/N.(Kairi Skywalker) Spero che vi sia piaciuta, ragazzi! Leggerla in inglese è tutta un'altra cosa e penso che convertire le emozioni da una lingua all'altra sia una faticaccia! Ma è veramente stupendo! Alla prossima!

   
 
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