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Autore: Antilla    14/10/2012    1 recensioni
La mia prima Klaine Week con dei promi davvero Cool! xD
Fluff, tanto tanto Fluff.
Un po' di tutto... dai missingMoment all'AU.
Day 1 - Cooper + Klaine
Day 2 - Roommates Klaine
Day 3 - Heroes!Klaine
Day 4 - Skank/Nerd
Day 5 - Photographer/Model
Day 6 - Dalton!Klaine
Day 7 - Winter in NY
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Jeff Sterling, Kurt Hummel, Nick Duval | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: More shining then Time Square.
Autore: Sempre io
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel.
Genere: Fluff, Romantico.
Rating: verde.
Promt: Winter in NY.
 

 
Ci vediamo alle sette alla pista. Non fare tardi come sempre, amore. –B
 
Kurt lesse il messaggio e balzò in piedi. Erano le sei e dieci e lui non aveva ancora iniziato a prepararsi, troppo stanco per l’ennesima giornata di lavoro con Isabelle nella redazione di Vogue.com.
Si fece una doccia in meno di dieci minuti, il che per lui era un record, ma solo perché non era il caso di farsi aspettare anche quella volta. Il giorno prima Blaine gli aveva fatto notare che da quando stavano insieme le volte il cui Kurt era stato puntuale erano contabili sulle dita di una mano, e che ancora di più, da quando abitavano a NY non erano mai arrivato in orario, a causa delle vetrine fantastiche che lo incantavano per strada o ancora peggio, al percorso allungato che faceva solo per passare sulla FifthEvenue.
Dopo la doccia, veniva la parte più impegnativa e lunga: decidere cosa indossare. Pur avendo decine e decine di outfit nel suo armadio e un’altra stanza riempita solo di vestiti, non trovava mai qualcosa che lo soddisfacesse; e anche sotto questo aspetto Blaine lo prendeva in giro, dicendo che probabilmente impiegava più tempo a scegliere un completo, di quanto uno stilista ne impiegasse a disegnarlo.
Inevitabilmente ogni cosa che faceva o pensava, si ricollegava a Blaine o a qualcosa detto da lui.
Da quando si erano conosciuti alla Dalton Academy, durante una missione di spionaggio, non c’era stato giorno in cui il biondo non avesse pensato a Blaine, ai suoi occhi brillanti e ai suoi sorrisi smaglianti, a ogni particolare di lui che lo facesse stare bene.
Quando finalmente uscì di casa, dopo essersi vestito e acconciato i capelli perfettamente, l’orologio da tasca che gli aveva regalato Blaine per il loro primo anniversario, con l’incisione sul retro “per sempre tuo, Blaine”, segnava le sei e quarantacinque.
Per raggiungere il suo ragazzo avrebbe dovuto prendere la metropolitana, che distava da casa sua circa duecento metri... poteva farcela, con un po’ di corsa, avrebbe potuto farcela.
Corse per strada, con il vento di gennaio che gli pizzicava fastidiosamente gli occhi, ma non si fermò, perché voleva arrivare in tempo anche se non riusciva a spiegarsi bene il motivo. Più volte aveva fatto tardi e Blaine l’aveva sempre perdonato senza problemi e soprattutto senza farglielo pesare più di tanto. Kurt era sicuro che Blaine amasse anche questa piccola parte di lui e che l’accettasse. Ma quel giorno voleva arrivare in orario, non perché Blaine glielo avesse chiesto espressamente, né perché avevano prenotato qualcosa, né tantomeno perché c’era qualcosa di importante da fare.
Voleva arrivare in orario perché sentiva, dentro di sé, che quel giorno c’era il bisogno di essere puntuali e, ancora di più, di essere speciali.
Fece fare un altro giro alla sciarpa grigia intorno al suo collo mentre scendeva le scale della metropolitana. Bastavano due fermate e sarebbe arrivato a destinazione: dall’uscita della metro al luogo dell’appuntamento c’erano poche decine di metri.
Kurt era contento del fatto che Blaine gli avesse proposto di andare a pattinare: benché non amasse lo sport, il pattinaggio su ghiaccio lo aveva sempre affascinato, perché lo faceva sentire leggero, lo faceva sentire come se stesse volando.
18:56
Poteva farcela!
Fece di corsa le scale e corse ancora fino alla pista di pattinaggio.
Quando lo vide da lontano, il cuore si cominciò a battere più forte ancora.
Ogni volta che lo vedeva, sembrava sempre la prima: nonostante stessero insieme da quasi quattro anni,  senza considerare quei mesi in cui si erano lasciati, non si era ancora abituato alla straordinaria bellezza di Blaine.
Che poi a ripensarci ora, il motivo della loro rottura era davvero una cazzata.
Come avevano potuto lasciarsi solo perché erano lontani?
“Amore, che ci fai qui?” chiese il riccioluto, portandolo alla realtà: non si era nemmeno accorto di essersi avvicinato a lui prima che questi parlasse.
“Non avevamo un appuntamento?” domandò titubante lui, dopo qualche secondo di confusione.
“Sì, certo. Ma sono le sette, insomma, non me lo aspettavo!”
“Volevo stupirti…” si giustificò l’altro, arrossendo appena.
“E perché proprio oggi? Ti hanno finalmente promosso visto quanto lavori?”
“Magari, comunque no. E non lo so, c’è qualcosa nell’aria oggi e mi ha spinto a essere puntuale. Non capisco, ti dispiace?”
“Dispiacermi? Ma che dici? Possiamo stare più tempo insieme”.
 
Blaine gli prese la mano e lo portò alla casetta dove avrebbero potuto prendere i pattini e indossarli.
Amava il fatto di poter prendere la mano del biondo davanti a tutti e di poterlo baciare senza che nessuno li guardasse male.
Anche se non lo diceva spesso, era felice quanto Kurt di essersi trasferito a New York; lui non si era immerso nella città come aveva fatto Kurt, che invece sembrava un newyorkese da sempre, ma amava lo stesso quella città, non per la sua frenesia, ma per il suo fascino, non perché fosse una piena di vita, ma per tutto quello che poteva offrire. La amava perché ti lascia essere te stesso e perché ti permette di sognare.
La adorava quanto la adorava Kurt, ma in modo diversi.
 
“Mi aiuterai vero? Sai che non sono proprio il massimo sui pattini…” chiese Blaine, coi suoi soliti occhi da cucciolo, mentre si stringeva i lacci.
“Certo. Ma possiamo anche andare se non te la senti. In realtà non capisco nemmeno perché siamo venuti.”rispose il biondo, accarezzandogli timidamente una guancia.
“Perché ti piace davvero questo posto, dici sempre che è uno dei tuoi posti preferiti qui a New York e quindi volevo portartici.” spiegò il ricciolo, mentre Kurt gli sfiorava lentamente le mani.
 
Si alzarono entrambi, cercando di non cadere ed entrarono in pista
Kurt fece un giro di prova veloce: per quanto lo negasse le sue capacità sul ghiaccio erano davvero buone. Dopo pochissimo però tornò da Blaine, che si teneva alla balaustra per non cadere, e gli prese la mano, invitandolo a lasciare quella sul parapetto.
“Ti tengo io, davvero, amore.” gli sussurrò e Blaine lasciò la presa.
Pattinarono un po’ prima che Kurt capisse che Blaine era pronto per andare da solo. Si mise davanti a lui e di tanto in tanto si girava a guardarlo per controllare che stesse ancora in piedi.
 
“Sai, c’è una soluzione ai tuoi ritardi…” ruppe il silenzio Blaine, accostandosi a lui.
“E sarebbe?” chiese Kurt, facendo una piccola piroette su se stesso, per voltarsi a guardarlo.
“Dovremmo uscire di casa assieme…” buttò li il riccio.
“Ciò significa che dovremmo vivere assieme…” rispose il biondo, senza dare effettivo peso a quello che stava ascoltando.
Quando sul viso dell’ex solita dei Warbler si formò un’espressione che voleva dire “ovvio no?”, Kurt capì che la questione era un po’ più seria.
“Mi stai chiedendo di avere a vivere insieme?” chiese, dopo essersi avvicinato a lui e aver fatto toccare i loro nasi.
“Non proprio…  cioè anche…” farfugliò l’altro.
“Blaine, c’è qualcosa che devi dirmi? Inizi a farmi preoccupare!” gli sospirò sulle labbra l’altro.
“Più o meno. Ora però cammina, c’è un bambino dietro di me che vuole andare avanti e ha paura si staccarsi dalla ringhiera. Mi sta tirando il pantalone da un po’… guardalo che dolce!”
 
Andarono avanti ancora a pattinare, dimenticandosi di quel discorso a metà e godendosi quei momenti passati insieme, tenendosi per mano o osservando marmocchi che scorrazzavano per la pista senza alcuna inibizione. Poi si fermarono in un angolo, per riposare qualche minuto.
“Magari un giorno sarai bravo quanto loro.” disse Kurt, prendendo in giro il ragazzo che ancora si teneva alla balaustra di tanto in tanto, il quale non rispose e si limitò a dargli un pizzicotto nel fianco.
“Se continuerò ad essere il tuo insegnante potresti anche farcela!” continuò ancora, senza però voltarsi verso di lui.
“Guarda quella ragazza che brava! Chissà da quanti anni studia per questo.” aggiunse, senza ricevere ancora nessuna risposta.
Quando si voltò, per vedere se Blaine fosse ancora dietro di lui, lo trovò in ginocchiato su una gamba sola.
“Oh mio Dio, tesoro, ti sei fatto male?” chiese preoccupato.
“Ehi no, no. Sta tranquillo” cercò di calmarlo, mentre armeggiava nella sua tasca destra.
“Blaine, c’è qualcosa che non va?” domandò ancora.
“Shhh Kurt, shhh fammi parlare ok? Rimani in silenzio!”
Il biondo annuì, coprendosi le mani con la bocca, quando vide l’astuccio di velluto blu uscire dalla tasca del suo ragazzo.
“Mi sembra stupido dirti quanto ti amo. Ce lo diciamo praticamente di continuo, e so che lo sai. E io so che mi ami, o almeno lo spero…” cominciò dopo poco il riccio.
Kurt mosse la testa in cenno positivo: ovvio che lo amava, anche se era fortemente sotto shock.
“Bene” sospirò l’altro. “Sono convinto ancora di più che sei la mia anima gemella dopo stasera; insomma, te lo sentivi che questa sera sarebbe stata speciale e sei venuto in orario: è assurdo!”
Il biondo annuì più forte, mentre gli occhi cominciavano a luccicare.
“So che ora dovrei prometterti amore eterno, che dovrei dirti che non litigheremo mai e che accetterò ogni cosa che farai, ma non credo sia giusto per noi. Che il nostro amore è eterno lo sappiamo da anni e sul non litigare, sai che è impossibile, siamo due pazzi!”.
Kurt rise leggermente, mentre si asciugava la lacrima che non era riuscito a trattenere.
“Sposami, Kurt!” disse infine Blaine, perché quella era l’unica cosa da dire.
“Voglio vivere il resto della mia vita con te, voglio creare la nostra vita, voglio la nostra casa.”
Blaine aspettava che Kurt dicesse qualcosa, che facesse qualcosa e invece rimaneva lì fermo ad asciugarsi le lacrime.
“Butterò via i miei papillon e non metterò più gel, se è questo che vuoi. Aspetterò ore mentre tu ti prepari e ti lascerò gran parte del mio armadio, se lo vuoi.” farfugliò, cercando di convincerlo e soprattutto senza sapere cos’altro fare. Ma Kurt non sembrava muoversi.
“Di qualcosa Kurt, se non vuoi lo capisco, forse è troppo presto, ma dì qualcosa”.
Sarà stata la voce preoccupata di Blaine o forse tutte le persone che stavano assistendo alla scena, ma Kurt finalmente rispose.
“Ovvio che voglio sposarti. Sì Sì Sì. Voglio sposarti Blaine. Non riesco a crederci. Sì” quasi urlò, inginocchiandosi a sua volta davanti a Blaine, e prendendo il suo viso tra le mani, prima di lasciargli un bacio bagnato dalle lacrime.
Quando si staccarono, Blaine mise un anello d’oro bianco con un piccolo brillantino al centro al dito di Kurt, per poi baciarlo teneramente.
Si guardarono negli occhi, ignorando la folla intorno a loro che batteva le mani entusiasta.
Per quanto adorassero quella città, ora non esisteva.
Ora c’erano solo loro e una vita avanti da costruire insieme.
Per quanto Time Square fosse brillante e luminosa, quella notte non c’era nulla più splendente di loro.
 
 
 
Angoletto di Pè.
Questa Klaine week è ufficialmente finita.. =(____
Sono davvero contenta di aver partecipato e di essermi messa alla prova.
Ringrazio chiunque mi abbia letto/recensito/seguito.
Ringrazio chi ha avuto l’idea di questa Week e tutti coloro che si sono impegnati per renderla speciale.
Grazie a tutti.

 
 
 

 

  
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