Serie TV > Lie to Me
Segui la storia  |       
Autore: Gillian_Lightman    14/10/2012    6 recensioni
Certo in molti (me compresa) hanno affrontato il tema dei primi momenti tra Cal e Gillian, quelli del primo bacio...Ma la loro relazione può essere duratura? Riusciranno a tenerla nascosta? Eccomi quindi qui con il seguito di "Sometimes*" per darvi la mia versione! Sconsigliata la lettura a chi non la letto la mia Fiction precedente perchè molte cose vengono date per scontato, come l' identita di Sarah. In questa FF presenterò gli avvenimenti in due parti: 4 mesi dopo l' inizio della relazione e 6 mesi dopo. Chiaramente i guai non mancano mai e i due piccioncini dovranno affrontare non pochi problemi!
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Always'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Heeeei ! Ma quanto tempo è passato? Scusate veramente tantissimo, ma ho iniziato il mio primo anno al Liceo Classico, e non ho avuto assolutamente tempo per dedicarmi al proseguo!
Inoltre sono decisamente fuori allenamento avendo scritto solo qualche OS…Spero di non deludervi troppo !
 
Capitolo 3.
Preliminare e preliminari.
 
La Superior Court di Washington D.C. incute terrore e rispetto quanto il suo nome. Al suo interno tutto è calcolato, partendo dalla disposizione delle aule e finendo con il duro e austero rumore dei tacchi, che echeggia nei silenziosi corridoi al passare di giudici e avvocatesse.
Anche la sala in cui sono ora è cosi: fredda; silenziosa.
Ci sono due blocchi da cinque file ciascuno per il pubblico, Cal si trova nella penultima di destra. Ai suoi lati Gillian e Sarah, mentre i loro protetti sono seduti dietro.
In prima fila ci sono due giornalisti e le famiglie delle vittime, che fissano con odio il punto in cui è seduto James.
Questi è molto nervoso, e sta scambiando silenziose informazioni con Zoe Landau, il suo avvocato difensore, mentre il procuratore distrettuale riordina i fogli delle procedure.
 Cal è zitto, ansioso e pensieroso.
L’ austero ed inequivocabile suono del martelletto che il giudice sta battendo sul banco lo riporta alla realtà.
Appoggiato il martelletto, il giudice Ramona Perker, sudamericana, si alza e inizia con tono soave:
“Silenzio in aula! Nel processo 453/B, il distretto di Washington D.C. contro James Smith, capi di imputazione quattro omicidi di primo grado e un tentato omicidio, come si dichiara l’ imputato?”
Zoe si alza “Non colpevole”, poi si risiede.
Il giudice prosegue “Molto bene, la procura è pronta per avviare le indagini con la preliminare?”
Un uomo dalla taglia sostenuta, alto e brizzolato, si alza stringendo nella mano destra alcuni fogli, ma prima che possa proferir parola la sua avversaria lo precede:
Zoe: “Veramente Vostro Onore vorrei chiedere una prologa: che la preliminare si discuta, ma le arringhe vengano rinviate alla prima udienza”
Giudice: “Date le pressioni dei media, come lei ben sa, la prima udienza è fissata a questo pomeriggio avvocato Landau…”
Zoe: “Si Vostro Onore, ma la difesa chiede che venga rinviata di settantadue ore”
Giudice: “Su quali basi?”
Zoe: “E’ un caso complesso, e abbiamo richiesto la consulenza di specialisti, ma avendo negato durante la preparazione un’ eventuale uscita dal carcere del mio cliente, questi stessi scienziati non hanno avuto la possibilità di interagire con il signor Smith; pertanto chiedo un rinvio di settantadue ore e la possibilità per il mio cliente di uscire su cauzione”
Procuratore: “Vostro Onore giudico questa richiesta assolutamente…”
Giudice: “Se non sbaglio è lei che ha insistito tanto per far si che il signor Smith rimanesse in carcere, ora è suo diritto incontrare chi possa aiutarlo. Tuttavia, avvocato Landau, non posso rinviare così tanto il processo: ha quarantotto ore, l’ udienza è fissata per le 16:30 del 12.06.12 in questa stessa sede, e la cauzione a duecentomila dollari. La corte si aggiorna”.
 
 
La pioggia tamburellava contro i vetri; piccole gocce cadevano a intervalli regolari, senza mai cessare. Il cielo era coperto, le strade bagnate, e i nostri audaci impiegati del Lightman Group decisamente stanchi.
Ria, Loker, Sarah, Gillian, Cal e Zoe erano seduti uno di fronte all’ altro, noncuranti della fessura nella finestra dalla quale continuavano a penetrare quelle piccole goccioline, raggelando l’ atmosfera che invece, essendo in Giugno, sarebbe dovuta essere decisamente più frizzante.
Sembrava quasi che anche il tempo si fosse messo d’ accordo con tutto il resto, creando una serie di sfortunati eventi.
Quello più sfortunato non era un “cosa”, ma un “chi”, di nome James Smith, che era in piedi davanti alla comitiva e raccontava la sua storia.
 
C: “Dannazione James, sono ventisette ore che ti interroghiamo, domani pomeriggio cè la prima udienza…Vuoi deciderti a dirci la verità!? Sono qui per te!”
J: “Ma ve la sto dicendo! Mi trovavo in quei bar solo perché ero stufo dei soliti posti e volevo cambiare aria…Poi dopo il secondo omicidio mi sentivo pedinato, così ho pensato di staccare un po’ e venire qui al distretto per fare compagnia a mia madre e mia sorella…Ma l’ incubo è continuato!”
C: “Sai cosa continua adesso? Continuo a vederti deglutire quando parli del perché eri in quei bar, il motivo è un altro. Quale?”
J: “Cal cosa stai insinuando? Perché mi aiuti se mi credi colpevole?”
C: “Non credo tu sia colpevole, ma credo che tu mi stia nascondendo informazioni molto importanti…Perciò ricordati che se non ti lasci aiutare, tra poco l’ unica cosa che vedrai saranno le facce dei famigliari prima dell’ iniezione letale”
Z: “Cal!”
G: “Ha ragione! Lo stiamo aiutando, ma perché la nostra scienza abbia successo deve collaborare!” si intromette Gillian. Brutta scelta, però, dato che l’ ex moglie ne approfitta subito.
“Non mi sembrava di avere chiesto il tuo parere Gillian
G: “invece Zoe lo hai fatto chiedendo il sostegno del Lightman Group, del quale sono co-capo!” risponde l’ altra ferocemente; ma prima che una delle due possa continuare quell’ inutile discorso, un alquanto seccato Cal lo stronca sul nascere.
“Finitela. Questo non ci aiuterà”.
Però a giudicare dalle facce delle due donne, pensa Sarah, nemmeno usare quel tono avrebbe giovato la salute del povero Cal!
C: “Allora James perché eri in quel bar? Incontravi qualcuno? Stavi seguendo o qualcuno ti stava seguendo?”.
Pupille dilatate. Sopracciglia alzate e ravvicinate.
Questi movimenti durano solo una frazione di secondo, ma al nostro pazzo scienziato inglese bastano e avanzano.
“Chi stavi seguendo James? Chi proteggevi?”
Ancora paura.
J: “Nessuno”
Lieve movimento alla spalla destra.
C: “Avanti non mentire! Vieni qui con la pretesa che ti aiutiamo e poi ci menti? James, siamo amici, di me puoi fidarti…Se non hai ucciso quelle donne, se davvero non centri niente…Dimmi chi stai proteggendo”.
J: “Io non…”
Cal si passa una mano fra i capelli. Per lui, per James, ha passato ventisette ore in piedi, ha annullato tutti i suoi appuntamenti per lavorare senza pagamento, e soprattutto a complicato la sua perfetta relazione con Gill accettando di lavorare nuovamente per Zoe…E lui…Gli mentiva? Adesso basta.
“E va bene sai cosa ti dico? Vattene a casa, fatti un goccio e domani vai al processo, vediamo che impressione farai! Quando avrai capito che senza il mio aiuto la giuria ti vede come un killer psicopatico allora se avrai un po’ di cervello tornerai…Ma perché io ti aiuti dovrai dirmi la verità. Ora è tardi, tutti a casa ragazzi”.
I primi ad andarsene furono Ria e Loker, che stanchi morti si avviarono direttamente a casa; poi Sarah, Zoe che decise di accompagnare James a casa e di tornare dopo da Emily.
Alla fine rimasero solo Cal e Gillian, ma per molto poco.
C: “Vai a casa, tesoro”
G: “Tu che fai?”
C: “Prendo un paio di cose e vengo da te, ho bisogno di staccare…Ah, non cucinare”
G: “Uuh, cucinerai tu?”
C: “Tailandese d’ asporto”
“Ma che romantico” replica l’ altra con ironia, mentre si infila il cappotto.
Cal la agguanta da dietro, la trascina verso di se e la bacia ferocemente “Ah si? Vediamo tra una mezz’ora cosa ne dirai del mio romanticismo”.
 
 
Ding. Dong.
 
Gillian guarda l’ orologio di casa e, mentre si avvia alla porta, sorride: per la prima volta in quattro mesi è arrivato in perfetto orario.
Quando apre la porta si trova davanti lo sforzo di un uomo che cerca di mettersi a posto per la sua donna. I capelli di Cal sono sistemati come meglio è riuscito, si è cambiato giacca e camicia; stringe due grossi sacchetti in una mano e una bottiglia nell’ altra.
C: “E’ qui la festa?”
Gillian lo guarda tra il divertito e il dubbioso “’E qui la festa?’ Sul serio Cal? Avevi già fatto colpo, tutto tirato in lucido, e ti rovini cosi?”
C: “Sei tu che mi fai diventare matto con la tua bellezza”
G: “Sei sicuro di non averlo già bevuto il vino? Entra” aggiunge con un sensuale e veloce movimento del collo, ma non riuscendo a trattenere un grosso sorriso. Dopo essersi chiusi la porta alle spalle, sistemano il Tailandese sul tavolo ed iniziano a cenare, tra una risata e l’ altra che fanno dimenticare a Cal il suo amico, e tutti i guai che gli sta procurando.
 
Sono finalmente seduti sul divano, Gill con le gambe strette fra le braccia e il viso sul petto di Cal.
“Allora” gli domanda la donna dandogli un leggero bacetto sul collo “Tutto qui il romanticismo?”
Si guardano negli occhi: niente amore, solo sguardo di sfida.
Cal si alza, estrae dalla giacca un CD e lo inserisce nel lettore della donna, che poi va a prendere per mano, conducendola al centro della stanza.
“La nostra canzone ti può bastare, love?
Mentre iniziano a ballare lei gli avvolge le braccia intorno al collo, sorridendo “Certamente”.
 
I just wanna stay with you
In this moment forever
Forever and ever
 
Oramai sono vicinissimi,  stanno iniziando ad abbracciarsi scambiandosi tenere coccole.
Cal accarezza Gill, stringendola a se e disegnando cerchi sulla schiena della donna, fino ad arrivare al collo, dove le sposta delicatamente i capelli per poterla baciare.
Come il ritmo della loro canzone, l’ atmosfera si riscalda, e Gill inizia a togliergli la giacca.
Senza smettere di ballare, continuano a baciarsi e accarezzarsi.
G: “Sai…Mi andrebbe di fare una doccia”
C: “Proprio adesso?”
Ma dallo sguardo eloquente dipintosi sul volto della donna capisce che non ha intenzione di farla da sola.
La bacia nuovamente “Si, io voto per un bagno di gruppo”.
Gill spegne la musica mentre Cal continua a baciarle il collo, ma prima che possano varcare la soglia del salotto un cellulare inizia a squillare.
Cal la guarda, ma quella gli fa presente “Non è il mio”.
Seccato, tira fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e legge il numero sul display: Zoe.
“Potrà aspettare”.
Si baciano nuovamente, ma non possono fare due metri che anche un altro cellulare inizia a suonare.
G: “E’ Sarah. Accidenti ma si sono messe d’ accordo!?”
Con noncuranza getta il cellulare sul divano e prende Cal per mano, ma dopo pochi istanti suona il telefono di casa.
Alquanto seccato Cal arriva per primo al telefono, solleva la cornetta e risponde “SI!?”

Gillian riconosce la voce di Emily…Ma giudicare dall’ espressione di Cal, capisce che qualcosa non va.

 
Note dell’ autrice: okay, che fa schifo lo so già, è breve e grezzo…Ma non avendo scritto per un mese sono già terribilmente fuori allenamento ):
Me la lascereste comunque una piccola recensione? Grazie…
Jenny.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lie to Me / Vai alla pagina dell'autore: Gillian_Lightman