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Autore: Cathrine Jhons    14/10/2012    0 recensioni
Judith una crystal curiosa del mondo degli umani decide di studiarli più da vicino ma finisce per immischiarsi in qualcosa più grande di lei.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chiara 5

Piccoli vicoli, accerchiati dall'ombra di antichi palazzi, emergono dalla città invasa da luce cocente che questa terra, tutta fatta dall'uomo, dai suoi sudori, dalle sue fatiche, per secoli e secoli, per generazioni umili e tenaci, splendida perché sempre sottovoce e mai a gola spiegata, con un'aria che l'avvolge come se fosse una sua atmosfera privata e non quella di tutti, con un cielo che è come una pittura a tempera, che quando è limpido traspare, e quando non è limpido reca nuvole di panno e di feltro, dense, quasi non contenessero pioggia né grandine né neve, ma fossero l'esatto contrappeso aereo di questa terra secca e dura. 

Io la guardo, in una giornata che sembra di vedere anche attraverso le montagne azzurrine, così azzurre là all'orizzonte, così limpide all'orizzonte: è fresco ancora, il grano sembra tratteggiato a mano, come quando da bambini si fa le aste, e le viti non hanno messo, e gli ulivi vengono potati, diradati, sembrano fatti di fiato più che di foglie: e mi dico, ma è proprio vero che queste cose non debbano dir niente più a nessuno? Che non ci sia tempo per fermarsi a guardare? Fermarsi a guardare delle cose che non cercano di farsi guardare, e non sembra neppure che siano fatte per essere guardate: sono filari, sono cipressi, sono prati, sono campi lavorati. C'è una ragione in tutto questo, uno scopo, un utile. E tu invece li guardi, ti fermi lì quasi a bocca aperta, come fosse uno spettacolo meraviglioso. Ed è uno spettacolo meraviglioso: un attimo di sospensione, uno jato felice fra ieri e domani, in cui ad un tratto l'oggi t'attraversa e si ferma: qualcosa che merita di essere vissuto.

Né si consuma. Quel paesaggio fatato che tanto ho amato ora brucia, si consuma nel fuoco caldo. Urla, dolore, nell'aria non c'è altro se non la disperazione e mentre tutti scappano io corro verso il fuoco. Corro per salvare quella città che tanto ho amato ma all'improvviso... una voce.
<< Judith !!>> Mi volto attorno per capire da dove provenga .
<< Judith ti prego>> d'istinto corro verso la voce, in mezzo al fuoco e la voce si fa sempre più forte.
<< Judith aiutami>> quella voce mi è così familiare ma non capisco di chi è, corro e appena svolto l'angolo una luce accecante mi annebbia la mente.

******

Mi alzo di scatto. Sono tutta sudata. Il fuoco era attorno a me e ora... niente. Attorno a me solo la sala della mia nuova casa. Mi alzo indecisa dal divano su cui mi sono addormentata e esco tra la natura per tranquillizzarmi un pò in mezzo al mio essere, la natura.
Le forze degli alberi e dei prati entra in me e riesco a concentrarmi e quietarmi. Era un brutto sogno, non poteva essere altro. Guardai l'orologio li in casa e mi accorsi di essere in ritardo.Presi lo zaino di scuola ci infilai dentro un portafoglio con dei soldi e richiamai lo Shytal a me. In un attimo mi ritrovai nel piazzale della scuola. Mi avviai verso la mia classe appena entrata e notai che la porta era già chiusa. Bussai e quando mi diedero il permesso di entrare mi ritrovai  la professoressa De Togni davanti.
<< Sei in ritardo Judith>>
<< Mi scusi professoressa>> Andai di corsa al mio banco dove Eric gia scuoteva la testa divertito.
<< Allora incominciamo ora la lezione visto che ci siamo tutti. Ho programmato un test di chimica venerdì 14, uno di chimica industriale lunedì 17 e impianti di chimica mercoledì 19.>> si alzò un coro di no e io sobbalzai spaventata mentre Eric mi fissava. Quell'umano mi metteva in soggezione, ero sempre agitata vicino a lui e non mi piaceva questa nuova sensazione.
<< Non vi lamentate se no vi metto tutti i test lo stesso giorno così diventerete matti per lo studio. Judith sarò più comprensiva con te perchè devi studiarti tutto il programma dei 4 anni precedenti ma cerca di impegnarti ok?>> Sorrise la professoressa a un mio cenno e poi andò alla lavagna per iniziare a spiegare il primo argomento dell'anno. Io non presi appunti ascoltando attentamente la lezione mentre affianco a me Eric scriveva  tutto.
<< cavoli sono rimasto indietro, cos'ha detto ora sul fermentatore?>> Eric sbuffò infastidito e io ripescai nella mia mente la frase detta dalla professoressa mentre con un'orecchio continuavo ad ascoltare la lezione.
<< Il fermentatore, proprio come la parola suggerisce, è un contenitore, salubre e generalmente isolato dall'ambiente esterno, in cui avviene un  processo ossidativo anaerobico svolto da numerosi organismi a carico di carboidrati o raramente di amminoacidi per la produzione di energia necessaria alla loro sopravvivenza.>> Eric mi guardò sbalordito e scrisse imediatamente la frase mentre io continuavo a seguire la lezione. Rimase ancora due o tre volte indietro e io gli ripetei la frase senza problema. Al suono della campanella dopo due ore di chimica tutti si prepararono ad uscire dall'aula, feci per alzarmi ma Eric mi fermo tenendomi per il polso. Dentro di me sentii di nuovo quell'enorme agitazione e per un'attimo ci fissammo negli occhi.
<< grazie>>
<< di niente Eric>> Ci alzammo e ci dirigemmo verso il corridoio. Quando uscii notai uno strano sorriso di Amanda ma non ci badai concentrata com'ero a tranquillizzarmi. Passarono le ore tranquillamente mentre ripetevo a Eric le frasi dei professori e ascoltando tutto ciò che dicevano. Imparai come si produceva la birra e successivamente come analizzare un campione di acqua  da un punto di vista microbiologico. Suonò la campanella e uscimmo tutti dall'edificio.
<< Allora ragazze pronte per lo shopping?>> Amanda sbuffò mentre io feci cenno di si con la testa.
<< venite a mangiare con noi ragazzi? Mc donald come ieri?>> Chiese Amanda e io sperai dentro di me che venissero, non sapevo perchè ma volevo che Eric e Matteo ci fossero.Eric mi fissò un attimo e io abbassai lo sguardo incapace di sostenerlo.
<< Certo veniamo anche noi a pranzo>> anche Eric abbassò lo sguardo e ci dirigemmo tutti verso il centro. Io presi le mie solite patatine maxi e poi ci sedemmo al tavolo. Quelle patatine erano una droga per me, buonissime, saporite, ogni boccone mi mandava proprio in estasi. Sentii delle risate vicino a me e quando riaprii gli occhi vidi Eric che sorrideva di nascosto.
<< Vuoi provare questo?>> Mi porse un boccone dorato e io lo assaggiai. O mio dio !! Erano dei bocconi buonissimi, speziati, caldi, dolci contemporaneamente. Sorrisi estasiata da quel gusto mentre eric scuoteva la testa sorridendo.
<< Sei proprio strana>> Io lo guardai offesa . Non ero normale ai suoi occhi. Cosa avevo sbagliato? Lui capii subito i miei pensieri e si sporse verso di me per rassicurarmi
<< Non era un'offesa >> sorrise e io feci lo stesso.. finimmo di mangiare tranquillamente e poi salutammo i ragazzi mentre Eric ancora mi fissava divertito.
<< qualcuno ha fatto colpo>> Amanda sorrise dicendolo e io non capii cosa volesse dire.
<< cosa?>>
<< Ma dai Judith, Eric ti mangia con gli occhi>> disse poi Nicole e io ancora non capii cosa volessero dire. Io non ero commestibile per gli umani, oppure si?
<< Judith tu piaci a Eric secondo me>> Ecco ora Amanda era stata chiara, e io scossi la testa decisa.
<< no è stato solo gentile>> non potevo piacere a un'umano, io sarei tornata dai Crystal e non potevo legarmi qui sulla terra.
<< dai andiamo a fare schopping.>> ci avviammo verso via Mazzini e subito entrammo nei negozi.
<< pronta per la tortura?>> mi chiede Amanda mettendosi la borsa a tracolla. La guardo un attimo e, dopo aver alzato gli occhi al cielo, le sorrido. Nicole mi da un’occhiata alla svelta, facendomi fare un giro sul posto e inizia a tirare un sacco di roba giù dagli scaffali. Povere le commesse che avrebbero dovuto rimettere tutto a posto!
Era incredibilmente selettiva e molto rapida. Incomprensibile come entrambi questi aggettivi potessero permettersi il lusso di viaggiare in coppia.
Prendo una maglietta dal mucchio di roba che ha depositato, anzi no… lanciato, su un bancone e leggo la marca sull’etichetta del collo: Dolce & Gabbana. Da quel che avevo letto era una delle marche più costose di vestiti tra gli umani, ma il prezzo indicava solo 6 euro.
<< abituatici, amica mia. Solo Nicole riesce a scovare così tanti vestiti in un negozio solo e che costano così poco anche se sono firmati>> dice Amanda appoggiandosi a uno scaffale. Le sorrisi voltandomi poi  a guardare Nicole e vedendola intenta a tornare al bancone con le braccia cariche di magliette e jeans.
<< ok…ora chiuditi in camerino e prova>> mi dice Nicole, arrivando trafelata con un’altra bracciata di abiti.
<< c’era proprio bisogno di correre?>> le chiedo divertita, cercando di non mostrarmi sconvolta da tutti quei vestiti. Istintivamente butto un’occhiata ad Amanda che mi sorride con i pollici alzati. Ma subito nicole diete una montagna di vestiti anche a lei.
<< Prova anche tu dai!>> Disse Nicole con tono autoritario e amanda sbuffando si chiuse in camerino.
<< Comunque si Judith, sono pezzi unici. Taglie uniche, soprattutto. Tu non hai idea di come ci si ammazza per questi pezzi>> dice soddisfatta di sé stessa e spingendomi nel camerino con un paio di jeans e una maglietta appoggiati al braccio.
<< Nicole, siamo in un negozio di vestiti. È uso comune pensare che ci sia più di una taglia>> le dice amanda da dietro la tenda mentre mi sfilo i miei vestiti per indosse un paio  di jeans scuri e un po’ strappati sulle cosce e le ginocchia. D&G anche questi.
<< Signore, perdonala perché non sa di cosa parla. Amanda, questi sono tutti pezzi di collezioni che sono state portate in passerella. Ce ne potrebbe essere qualcuno della stagione appena finita o delle seconde scelte. E bada che per seconda scelta, in questo negozio, significa un filo tirato o un bottone un po’ lento. In quel caso è una tombola, perché una maglietta la paghi anche 6 euro e con dieci minuti di pazienza, con ausilio di ago e filo, torna a valertene 60>> dice la sua voce attutita dalla tenda del camerino. Sia io che Amanda uscimmo dal camerino e sottostammo all'occhio esperto di Nicole.
<< allora? Che ne dici?>> mi chiede guardandomi critica, per poi aprirsi in un grande sorriso.
<< di cosa?>> le chiedo tornando alla realtà. Ero troppo persa nell'osservare il modo in cui battibeccavano le due amiche.
<< beh…dell’abbinamento. Guardati>>. Mi fa voltare verso lo specchio del camerino. Sto bene.
<< per me stai benissimo >> dice la voce di Nicole << allora? Scelto?>> mi chiede appena si accorge della mia indecisione.Mi fa provare altri vestiti e quando fini con la montagna di cose che aveva portato sorrisi alla mia nuova amica.
<< prendo tutto quanto. Non so come tu abbia fatto ma non c’è una cosa che non mi piaccia o non mi entri>>  le dico raccogliendo tutta la roba per portarla alla cassa.
<< deformazione genetica. Mia madre era una sarta. Lei mi ha insegnato ad avere occhio per le riparazioni e per la roba che vale la pena comprare. E anche per il divertimento in questo genere di caccia>> dice sorridente, prendendomi un po’ di roba dalle braccia. Ci incamminammo verso la cassa, io con montagne di cose e amanda con un solo vestito. Pagai sotto lo sguardo stupito delle ragazze per così tanti soldi e uscimmo con i nostri sacchetti.
<< Amanda ma tu hai preso solo un vestito ?>> chiesi cercando di non avere un tono offensivo.
<< Non ti preoccupare Judith tanto siamo solo al primo negozio e ce ne sono ancora tanti>> Io la guardai stupita. Io pensavo che le nostre compere fossere finite li mentre era solo il primo negozio.
<< Te l'avevo detto che era una tortura>> disse sorridendo Amanda. Passammo così le due ore dopo, tra un negozio all'altro.
<< O mio dio…Judith guarda che amore questo vestito! Ti starebbe da favola addosso! > esclamò Nicole lanciandomi un vestito corto nero.
<< Ehm Nicole? Non credo sia un vestito adatto da indossare a scuola>>
<< Cosa? Ma io ti sto prendendo anche vestiti per uscire la sera con gli amici>> Io guardai un attimo il vestito e poi lei.
<< Io non ho amici qui a Verona con cui uscire la sera>> dissi abbassando gli occhi sul vestito,lei si avvicinò a me e anche Amanda che mi poggiò una mano sulla spalla.
<< Noi siamo tue amiche ormai sei del nostro gruppo>> Le sorrisi felice, avevo delle amiche e era una cosa nuova per me. Sentì subito crescere la felicità in me e mi accorsi di stare bene con loro, certo dovevo ancora scoprire cosa fosse l'amicizia ma avrei potuto farlo con loro.
<< Comunque questo lo prendi>> disse Nicole e io le sorrisi annuendo.
<< Ok…vediamo questo… >> disse poi dandomi un vestito verde acqua molto carino, lungo fino a poco prima delle ginocchia, senza spalline e con l’elastico fatto con fronzoli: un amore << questo te lo provi senza fare storie ok? >> aggiunse.
<< Ok capo! >> esclamai ridendo mentre mi avviavo verso il camerino di fianco a quello di Amanda.
Indossato il vestito uscii nell’esatto momento in cui uscii Amanda: lei indossava un vestito di seta corto a maniche lunghe, grigio e con la schiena scoperta.
<< Amanda sei bellissima! >> le dissi incantata da come stava bene con quel vestito e da come lo indossava con naturalezza.
<< Anche tu Judith! Cavolo sei divina vestita così! Non puoi non comprarlo! >> disse Amanda.
<< Concordo pienamente con quello che ha detto Amanda! >> esclamò Nicole.
<< Beh…effettivamente è veramente bello… >> Dissi osservandomi allo specchio. Ero davvero carina con quel vestito.
<< Non preoccuparti per il costo! Viene quaranta euro ma fidati che è un affare! >
<< Oh andiamo! Lo prendo! >>
<< Sì! Bravissima! E ora passiamo alle scarpe!>>
 Oddio a quella frase mi sentii stanchissima, avevo milioni di borse , con tutti i vestiti che mi aveva fatto provare Nicole e dovevamo ancora comprare le scarpe? Girammo non so quanti negozi di scarpe. Nicole in ogni negozio in cui entrammo comprò qualcosa. Era divertente andare in giro con loro, perché provavano di tutto, anche le cose più strane giusto per farsi quattro risate. Io, invece, mi limitai a provare e comprare solo tre paia di scarpe che mi mostrò Nicole. Avessi preso piò cose non avrei potuto portarle a casa piena come ero di sacchetti. Uscii con le mie scarpe, seguita a ruota da Amanda e Nicole.
Nicole propose di passare anche per i negozi di intimo, ma siccome erano ormai le 7 di sera Amanda bloccò l'amica subito.
<< Nicole è tradissimo e poi guarda Judith poveretta ha un milione di sacchetti, per l'intimo e le scarpe andremo un altro giorno ok?>> Nicole fece cenno di si con la testa e io sorrisi grata ad Amanda. Tornammo al piazzale della scuola dove avevano lasciato la macchina le mie amiche.
<< allora hai capito perchè dicevo che era una torura?>> Mi chiese Amanda e io non potei fare a meno di dire di si sorridendo. Nicole ci salutò subito e parti verso casa con la macchina visto che era in ritardo, mentre io rimasi ancora un pò li con Amanda.
<< Vuoi un passaggio Judith>> Pensai che ormai riuscivo a mimetizzarmi bene con gli umani e forse avrei potuto provare ad avere un'amicizia vera, così decisi di accettare.
<< Si grazie, però solo se ti fermi a mangiare da me>> Le proposi e lei fece cenno di si, però prima tirò fuori un aggeggio rettangolare piccolo e ci parlò dentro, allora riconobbi il cellulare, una delle ultime invenzioni in quel mondo. Sentii che disse a sua mamma che mangiava fuori e poi la salutò. Misi tutti i pacchetti nel baule della sua macchina e poi partì con lei. Indicargli la strada mi distrasse dal star male al pensiero di tutta la natura che moriva attorno a noi così Amanda lo scambiò solo per un semplice mal d'auto. Arrivammo al cancello e io schiacciai il pulsantino per aprirlo. Vidi Amanda guidare con la bocca aperta incantata quanto me dal giardino e da quella casa.
<< Judith questa casa è stupenda>> disse una volta scese dall'auto.
<< Io l'ho presa solo per il giardino, me l'ha fatta vedere Eric >> Dissi e Amanda sorrise maliziosa e io la ignorai. Entrammo in casa con tutti i miei sacchetti e le feci fare un giro della casa, fino alla mia camera dove gli indicai la porticina. Quando la aprì si ritrovò davanti la cabina armadio e si girò attorno dentro quella stanzetta sorridente.
<< E' la casa dei sogni Judith... Come ti invidio. Ma i tuoi genitori dove sono?>> Decisi che era meglio utilizzare la stessa scusa che avevo detto a Eric se nò avrei rischiato di essere smascherata.
<< I miei sono in viaggio per lavoro quindi sono da sola in casa. Mettiamo i vestiti a posto e poi prepariamo da mangiare ?>> Proposi e lei fece cenno di si con la testa. Volevo sapere di più su quella ragazza e poi dovevo farla chiacchierare se no non ero ancora esperta per mantenere una conversazione incentrata su di me.
<< beh amanda raccontami di te>> Le chiesi sorridendo mentre sistemavo un vestito bianco senza spalline nell'armadio << anche tu stai anctipatica alla professoressa Giordano>> dissi scherzando, la vidi ridere e riusci nel mio intento di farla parlare. Mi raccontò di come la professoressa ce l'avesse poco con lei in quanto sua sorella maggiore era la studente modello di quella scuola e fatalità aveva la stessa professoressa. Le chiesi della sua famiglia allora e mi parlò di sua sorella Giulia di suo fratello Riccardo e dei suoi genitori Elisabetta e Sergio. Mi raccontò di quando suo fratello più piccolo di lei giocava con i suoi capelli e di come l'avere dieci anni di differenza la facesse sentire un pò come la seconda mamma per Riccardo. Passò poi a raccontarmi di sua sorella e dei suoi amici e si fermò quando nominò Matteo il nostro compagno di classe che faceva parte degli amici di sua sorella. Stava mettendo l'ultimo paio di jeans nell'armadio e aveva un sorriso triste quindi cambiai argomento. Non sapevo come mai avesse avuto quella reazione ma se non voleva parlarne non avevo alcun diritto di chiederglielo.
<< Sono ormai le 8 che dici andiamo a prepare da mangiare?>> Le chiesi e scesi un cucina mentre lei mi seguiva silenziosa.
<< Io non sono per niente capace di cucinare >> Le dissi maledicendomi per non aver letto niente sulla cucina , infondo è strano che una ragazza di 18 anni non sapesse fare niente. Quanto meno era sospettoso, sperai con tutta me stessa che non facesse osservazione.
<< Non ti preoccupare faccio io basta che mi dici dove sono le pentole e la pasta>> Le indicai due ante dell'armadio nella stanza e la studiai mentre riempiva una pentola di acqua accendeva il fuoco e metteva a scaldare. Quando ebbe finito si girò con uno sguardo strano.
<< Sai a me.. piace .. Matteo>> Disse esitante e io non aggiunsi niente non sapendo come comportarmi o cosa dire, mi guardò poi decisa continuando.
<< Lo so , sono pazza. Lui ci prova con tutte è un donnaiolo, non uno da ragazza fissa eppure il mio cuore mi dice che lui è quello giusto. Non so mai come comportarmi con lui e non so come fargli capire i miei sentimenti e allora maschero il mio amore per lui scherzando come un'amica . Come ieri che avrei voluto baciarlo a ricreazione ma alla fine gli ho tirato una guancia scherzando. Non so mai cosa fare con lui e poi è un amico di mia sorella e sarebbe comunque tutto difficile.>> Io mi avvicinai a lei mettendole una mano sulla spalla.
<< Non preoccuparti , capirai cosa fare con il tempo>> Le dissi spinta da un sincero affetto. Lei sorrise e poi strofinandosi gli occhi lucidi mi fece un sorriso. Cambiai subito argomento e rimanemmo tutta la serata a parlare mentre mangiavamo. Scoprii così dove abitava , che faceva sport e giocava a pallavolo e riusci a farmi promettere addirittura che un giorno di questi sarei andata con lei a uno dei suoi allenamenti per provare quello sport.  Erano ormai le 10 di sera quando la accompagnai all'ingresso.
<< Grazie della serata Judith mi sono divertita molto>> Le sorrisi .
<< Anche io Amanda davvero>> Le stavo per porgere la mano per salutarla come quando l'avevo conosciuta ma lei  mi abbracciò di slanciò. Provai un attimo di stupore alle emozioni date da quella ragazza che mi abbracciava e dopo un poco la abbracciai anche io. La salutai con la mano mentre sali in macchina e partì . Ero felice, contenta della serata passata e mi accorsi di provare una strana sensazione per quella ragazza. Andai a dormire riflettendo ancora un pò su quelle emozioni e riuscii a capirle prima di assopirmi.

Forse era quella l'AMICIZIA.

  
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