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Autore: Reira74    14/10/2012    5 recensioni
E se? E se Melkor avesse vinto e i Valar fossero scomparsi? Dimenticate se potete quello che vi ha raccontato Tolkien e provate a seguirmi in questa ipotetica Terza Era... solo che non c'è stata più nessuna era dopo la Prima che non si chiama neppure prima perché non aveva senso numerarle...
Credo abbiate capito il concetto, Melkor ha vinto, ma dove c'è un Tiranno ci sono dei valorosi Eroi che gli si oppongono. Se vi interessa conoscerli aprite la porta ed entrate in questo nuovo mondo....
NOTE: Avevo cancellato questa storia per sbaglio, chiedo scusa a chi la seguiva
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Melkor vincitore'
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*CAPITOLO 29*


Il viaggio si era dimostrato più piacevole del previsto, gli abitanti del piccolo regno di confine si fidavano ciecamente del loro signore, e nessuno osò mettere in dubbio la sua parola quando li dichiarò suoi amici, al contrario molti si avvicinavano leggermente timorosi ma determinati a mostrare il loro appoggio alla missione che stavano portando avanti, Thranduil non sbagliava, pensò Ar-Agorn, nessuno di loro aveva dimenticato i fratelli e molti sarebbero stati felici di seguirli.

Solo uno restava guardingo e a disagio, almeno nei confronti del númenóreano, perché sembrava poter trattare con gentilezza tutti tranne lui, Haldir, Capitano dei Guardiani.

Si era accorto come lo osservasse, come sembrasse mormorare frasi a sé stesso guardandolo, gli era anche più che chiaro il forte legame che lo univa al suo Signore e non aveva nessuna intenzione di averlo come nemico.

Il secondo giorno si presentò l'occasione che aspettava, camminava solo girando per l'accampamento per controllare che tutto fosse perfetto, Tàr aumentò il passo affiancandosi a lui, l'elfo lo degnò solo di uno sguardo tornando a guardare la strada

-Furu hya sanya? Ná lávina nin é milya?- (Bugia o verità? Mi è permesso davvero sperare?) mormorò rivolto al nulla

-Mai istan cámanya, polin tóquetë len- (Potrei rispondervi, se sapessi di cosa mi si accusa)

-Parlate la mia lingua?- lo guardò stupito

-E voi la mia, direi che possiamo considerarci pari-

-Siete abile, ora più che mai dovrei diffidare di voi- rispose freddamente

-Perché non potete credermi quando gli altri lo fanno? Soprattutto perché avete spinto il vostro Signore a credermi, se voi non lo fate?-

-Come sapete che è merito mio?-

-Siete l'unico che ci ha ascoltato tutto il tempo-

-Lo avete sempre saputo?-

-Lo sospettavo, e Sua Maestà me lo ha confermato quando mi ha parlato di un consigliere fidato... gli siete molto legato?-

-Non credo la cosa vi riguardi-

-Scusatemi, non volevo essere inopportuno-

-Non ha importanza- continuò a fissare ostinato il sentiero -Cosa volete da me? Perché siete qui?-

-Se vi rispondessi, capire, vi sembrerebbe una richiesta troppo assurda?-

-No, presumo di no- sospirò rassegnato -Chiedete, cercherò di rispondere per quanto mi è possibile-

-E io farò lo stesso...Quella sera nel bosco, cosa vi ha turbato fino a farvi tradire?-

-Avete davvero visto  Caras Galadhon? Avete parlato con Dama Galadriel?-

-Sì, lo abbiamo fatto. Chi?-

Lo osservò a lungo, poteva davvero parlare con quel mortale? Alla fine la sua storia non era un segreto per nessuno, lo avrebbe scoperto comunque, già era strano che fino ad ora non avesse ancora udito qualcuno che si rivolgeva a lui come Haldir o Lòrien, molti lo facevano ancora nonostante fosse passato tanto tempo... Però non era facile parlarne, e tra tutti proprio a quell'uomo...

-I miei fratelli. Quel luogo era la mia casa, partii guidando l'esercito di Sire Amdír, e più non vi feci ritorno. Potete comprendere il dolore che porta la vostra speranza? Devo credere che sono vivi e piangere la loro morte una seconda volta?-

-Non posso dirvi se sono vivi, ci sono state crudeli battaglie prima della maledizione, ma se erano vivi l'ultimo giorno lo sono ancora-  

-Devo rendervene atto, non cercate di blandirmi con parole dolci o mezze verità meno dolorose-

-La Verità raramente è dolce, le Menzogne lo sono, cosa guadagnerei dal mentirvi?-

-La mia fiducia?-

-E se invece volessi la vostra amicizia?-

-Sarebbe complicato-

-Dipende dal mio sangue? Dal fatto che discendo da Elros? Dal Traditore?-

-Sì-

-Ho visto la cicatrice-

L'elfo lo guardò meravigliato, sapeva di essere stato visto, lo aveva sentito avvicinarsi e allontanarsi subito dopo al fiume, ma non pensava che quell'umano potesse collegare immediatamente la cicatrice alle occhiate che gli riservava e da li a Elros, doveva ammettere che possedeva un intuito davvero raro

-Siete solito guardare elfi nudi?-

-Scusatemi, non era mia intenzione spiare, ero anche io andato al torrente per rinfrescarmi ma appena vi ho visto mi sono allontanato-

-Non prima di aver ammirato il ricamo che il vostro antenato mi ha lasciato-

-Ho visto ferite sul corpo di Legolas, alcune molto gravi, rimarginarsi senza lasciare segni-

-Non sono molte le armi in grado di lasciare il loro ricordo sulla nostra pelle-

-Aranrúth è una di quelle, immagino-

-La spada che dovrebbe essere al vostro fianco- annuì -E invece al suo posto c'è la spada che mi ha salvato-

-Avete ragione... è complicato- sbuffò

Il Guardiano si arrestò fissandolo stranito un momento, poi, inspiegabilmente, scoppiò a ridere

-Siete buffo, mortale, siete talmente diverso dal vostro parente che potrei persino dimenticare il vostro sangue-

-Bene... almeno credo... intendo non il fatto di essere buffo, ma che possiate dimenticare il mio sangue-

A quella frase l'elfo rise ancora più forte e dopo un'istante anche l'uomo si unì alla risata

-A questo punto temo sia inutile continuare a tentare di ignorarvi, ditemi, mortale, c'è forse qualcuno che non siate riuscito a conquistare?- quella risata aveva avuto uno strano effetto sul Guardiano, sembrava che come per magia avesse dissipato ogni freddezza e sospetto, tanto che persino la sua voce appariva diversa, più calda, più gentile

-Haimé, l'unico che vorrei davvero conquistare mi resiste- sospirò scherzosamente l'uomo

-Se ora vi chiedessi se la cosa è in qualche modo legata al figlio del mio Signore mi rispondereste che la cosa non mi riguarda?-

-Sarei più diplomatico-

L'elfo si voltò appena a guardare il giovane elfo, distogliendo immediatamente lo sguardo

-Esgalwath... uno strano nome per uno strano elfo, non ho mai visto una luce come la sua, un momento sembra voler esplodere l'attimo dopo sembra venire inghiottita dalle Ombre, a volte mi spaventa, vedo molto Male attorno a lui- asserì di nuovo serio

-Ha sofferto molto-

-Posso vederlo, mi spiace per lui, ma non gli permetterò di ferire Thranduil, anche lui ha sofferto molto-

-Non lo farà, almeno non consapevolmente, a volte gli riesce difficile trovare le parole per esprimere quello che prova-

-E' un problema di famiglia-

Restarono in silenzio osservando padre e figlio con la stessa espressione negli occhi

-Sì, gli sono molto legato- sospirò l'elfo

-Cosa?-

-Mi avevate chiesto se gli ero molto legato e vi ho risposto. So che inizialmente non si è comportato nel migliore dei modi, ma è una brava persona-

-Non dovete giustificarlo, ci siamo già chiariti e comprendo bene il suo tormento in quel momento, e anche suo figlio lo comprende-

-Fu lui a salvarmi, giacevo riverso sul campo di battaglia, in molti mi credettero morto, quella ferita avrebbe ucciso elfi più forti di me, ma lui si è accorto che ancora vivevo, ha fermato l'emorragia come poteva per poi portarmi tra le braccia per tutta la durata della fuga, so che gli dicevano di lasciarmi, che non poteva salvarmi, io stesso lo dissi in un raro momento di lucidità... ma lui non si è arreso, mi conosceva appena, era stato a volte a Lòrien per incontrare la sua futura sposa, ma ci eravamo scambiati solo poche parole eppure non mi ha lasciato, dovevano marciare veloci per fuggire ma... non mi ha lasciato... e mi è restato vicino anche dopo, quando mi sono svegliato e ho visto lo scempio sul mio corpo, quando ho pianto la morte di tutti gli amici nella Battaglia, quando ho saputo della fine del mio bosco... lui non mi ha lasciato-

-E voi non avete lasciato lui-

-Non potrei mai farlo, lui è l'aria che respiro... Non ditelo al vostro amico, non vorrei pensasse che non amava sua madre, che non è stato l'amore a concepirlo, lui è stato concepito nell'amore... quello che provavano per la vita che avrebbero creato-

-Ma non l'uno per l'altra-

-No, rispetto, complicità, amicizia... ma, no, non amore...-

-E anche per questo si sente in colpa-

-Vedete molte cose mortale. Capite ora perché non potrei mai lasciarlo?-

-Meglio di quanto pensiate, so cosa significa aprire gli occhi nel delirio e vedere il volto di chi ami stravolto per la fatica, implorarlo di lasciarti perché il dolore di vederlo soffrire è più forte delle ferite, ma allo stesso tempo ringraziare il cielo di averlo accanto-

-Lui?-

-Sì- sorrise -A quanto pare anche quello è un problema di famiglia-

-Quando?-

-Appena prima di giungere da voi, conoscete il deserto qui fuori? Dal fiume alla grotta, veleno di viverna-

-E' un cammino lungo e il veleno è rapido-

-Quattro giorni, sotto il sole, senza cibo ne acqua, senza fermarsi mai a riposare, sopportando il mio peso-

-Notevole, non lo credevo tanto forte! E tu dici di non averlo conquistato? A quello che mi si racconta non è esattamente una persona altruista, credi lo avrebbe fatto per chiunque?

-Forse prova qualcosa...- sospirò Tàr -Anzi, ne sono quasi certo... il problema è farglielo capire-

-Spiacente, non posso aiutarti, mai avuto questo problema-



-Figliolo?-

-Sire!- Era sobbalzato nel sentire la sua voce, osservava il suo uomo ridere e parlare con quell'essere borioso ed insopportabile, e gli dava fastidio, non era geloso, lui non poteva essere geloso e certamente non poteva essere geloso di quello... semplicemente non gli era mai piaciuto, non si fidava del modo in cui continuava a guardare il suo Estel

-Non ci riuscirai mai, vero? A chiamarmi padre, intendo-

-Io... mi dispiace, scusatemi-

-Non importa, non era di questo che volevo parlarti-

-Ditemi, Sir... Padre-

-Vorresti usarmi la cortesia di non uccidere il Capitano dei miei Guardiani? Se dovessimo andare in guerra potrebbe tornarci utile-

-Non stavo pensando al vostro capitano, il suo pensiero non mi tocca-

-I tuoi occhi dicevano il contrario-

-Non capisco di cosa parliate-

-Posso assicurarti, con un discreto margine sicurezza, che non ha nessuna intenzione di portarti via il tuo uomo, e comunque potresti raggiungerli e baciarlo davanti a tutti così metteresti in chiaro che è tuo e non dovrei preoccuparmi per altri dei miei elfi- sorrise il Re

-Lui... Estel... Tàr... Non è il mio uomo!- balbettò imbarazzato immaginando la scena

-Strano, dal modo in cui lo guardi ero più che convinto lo fosse-

-Io non lo guardo! E' solo un amico. E nella remota ipotesi potesse essere di più di certo non sarei preoccupato delle attenzioni che quell'insipido guardiano gli riserva, non lo degnerebbe di uno sguardo-

-Insipido? Tu dici? Ho sempre pensato che Haldir possedesse un certo fascino, sono in molti a sospirare per un suo sguardo-

-Non di certo Estel-

-Su questo non ti do torto, credo che su di lui nessuno sguardo potrebbe funzionare, neppure quello del mio Haldir-

-Se vi piace tanto perché non mettete in pratica voi quello che avete consigliato a me?-

-Sai, figliolo, un giorno dovrò farlo veramente-

-Sire?- lo guardò stupito

-No, niente, pensavo ad alta voce...-

-Quindi è lui? Il caro amico che è riuscito a riaprire il vostro cuore?-

Il Sovrano lo guardò pensieroso, senza sapere se dire o meno la verità

-Temete forse che mi senta tradito perché avete sostituito mia madre?...- poi un sorriso furbo gli illuminò il viso -Ma voi non l'avete sostituita... lui era qui anche prima... vedo dalla vostra espressione che ho colto nel segno... E lei lo sapeva?-

-Io... non è come credi... lascia che ti spieghi...- balbettò imbarazzato

-Maestà... Padre...- rispose divertito -Credete realmente che io possa giudicarvi per come vi siete comportato con mia madre? Forse sarò freddo e cinico, ma non la conoscevo, non l'ho mai conosciuta, voi dite che lei mi amava, che voi mi amavate, so che siete sincero. Potrei fingermi sconvolto dal vostro comportamento, ma sarebbe ipocrita da parte mia, io non conosco l'amore, non so cosa sia e cosa si provi, quindi con quale arbitrio potrei giudicarvi? Se lui vi ha dato la forza per superare il dolore siatene felice e non vergognatevene... se è del mio giudizio che vi preoccupate non angustiatevi, io non vi do colpe-

Osservò il padre che lo guardava stranito e riprese fraintendendo l'espressione

-Pensate che dovrei essere triste per lei? Non chiedetemi tanto, non ho mai avuto un padre e l'unica madre che ho conosciuto era una nana... Starete pensando a che razza di mostro avete messo al mondo, me ne dispiace... Sono qui con voi, e sto imparando a conoscervi, vedo una persona che merita rispetto e merita amore, forse non sono in grado di chiamarvi padre, ma mi rallegro della vostra felicità, e se siete invece voi a sentirvi in colpa per lei non fatelo, godete della gioia, al mondo ce n'è così poca. Ora sono io a dover temere il vostro giudizio? Vi vergognate forse di avermi concepito?-

-Vergognarmi? Ma se non potrei essere più felice! Hai nascosto dietro al cinismo quelle frasi che non avrei mai sperato di poter udire dalle tue labbra- sorrise commosso -Figlio mio, dici di non conoscere l'amore e di non saper amare? Non ti rendi neppure conto di quanto grande sia il tuo cuore, hai dato a questo vecchio elfo una gioia che mai avrebbe potuto immaginare!.... Io, se ora ti chiedessi il permesso di abbracciarti... sarebbe troppo, vero?-

-Sì, troppo- poi abbassando il tono di voce -Ma se voleste comunque farlo non fuggirei-

Thranduil lo osservò con la bocca aperta per lo stupore, allargò le braccia avvicinandosi lentamente, come per assicurasi di aver capito bene, per dargli il tempo di allontanarsi se lo avesse voluto, col timore che si sarebbe sottratto a quel contatto sgradito, ma niente di tutto questo successe...

Dopo tremila anni, dopo aver creduto di averlo perso stava finalmente abbracciando suo figlio, era rigido tra le sue braccia e non lo ricambiava, ma non era neppure fuggito, dopo qualche tempo lo senti sollevare le braccia e ricambiare impacciato il gesto “Grazie, Valar, Grazie per avermi ridato il mio bambino” pensò con gli occhi gonfi di lacrime.

Lacrime di gioia che stavano brillando anche negli occhi di un nano, di una giovane mezzelfo e di un anziano Istar, come in quelle di un númenóreano e di un Capitano che avevano interrotto i loro discorsi osservando ammutoliti la scena

-Grazie, Ar-Agorn, erede di Elros, tu l'hai portato qui, tu hai riportato la gioia al mio Signore, di questo non potrò mai esserti abbastanza riconoscente- mormorò l'elfo flettendo il ginocchio per rendergli omaggio

-No- gli afferrò rapido le braccia impedendogli di compiere il gesto -Non inginocchiatevi a me, perché tanto dovrei fare a voi, è vostro il merito se Thranduil ha trovato la forza di parlargli... Voi vedete la gioia del vostro compagno, io vedo molto di più... Se solo aveste conosciuto Esgalwath qualche mese fa, ora potreste capire cosa significa per lui il gesto che sta compiendo-



-Ehm... padre, siete davvero convinto del vostro “amico”?- sciogliendo l'abbraccio mentre guardava le mani del suo uomo strette sulle braccia dell'elfo

-Come lo sono del fatto che il sole sorgerà domattina- rise il Re -Ma ora è meglio che vada ad allontanarlo da quel mortale non-tuo, come ho detto mi creerebbe non pochi problemi se dovesse accidentalmente cadere su uno dei tuoi coltelli... Ma, figliolo, permettimi un consiglio da padre, non te ne ho mai dati ma sono sicuro che per questo mi ringrazierai un giorno... Parlagli, semplicemente parlagli, perché vuoi continuare a nasconderti quando neppure volendo riesci a nascondere a te stesso di amarlo?... e non dirmi che non sei in grado di amare, conosco quello sguardo, lo vedo ogni giorno allo specchio quando penso a lui... Quello sguardo non inganna nessuno, pensi forse che gli altri non abbiano capito? Solo tu e quel mortale vi ostinate a non volerlo vedere... Parlagli e fallo prima che sia troppo tardi, o potresti pentirtene-

-Io- sorrise il giovane principe -Ho già deciso di farlo, ma grazie del consiglio- “Spero solo che lui non mi rifiuti” pensò tristemente.

  
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