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Autore: Tittili    14/10/2012    3 recensioni
Quello che sembrava un normale viaggio si trasformerà in una nuova indagine...ricca di avventura e...romanticismo naturalmente.
Qualsiasi commento, consiglio e soprattutto critica saranno apprezzati enormemente....ma siate buoni!! Kiss Tittili
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Si svegliò alle prime luci dell’alba e allungando il braccio si rese conto che la sua era solo una speranza vana frutto dei suoi desideri e sogni.
Kate era andata via la sera prima insieme a Les per non far insospettire troppo lo zio George, ma anche per ritrovare una parte bella della sua vita che da tempo ormai non ricordava più.
Rimase qualche secondo con gli occhi chiusi e le braccia aperte quasi fosse un triste crocifisso in attesa dell’inevitabile epilogo.
Si sentiva terribilmente solo e non vedeva l’ora che quella maledetta giornata passasse in fretta per poter finalmente rivedere Kate.
Inspirò profondamente riuscendo a percepire ancora il profumo della donna nell’aria sentendosi per un attimo sollevato e lentamente aprì gli occhi  osservando divertito gli strani giochi di luce che i raggi del sole disegnavano sulla parete.
Si alzò dal letto quasi controvoglia buttandosi sotto la doccia assaporando l’acqua calda che scorreva sul suo corpo.
Chissà se Kate è sveglia..magari sta facendo la doccia anche lei..pensò immaginando la scena.
Meglio che pensi ad altro altrimenti dovrò fare la doccia gelata..disse a sé stesso mentre usciva dalla stanza da bagno.
Con indosso solo l’accappatoio uscì sul terrazzo assaporando l’aria fresca e frizzante del mattino e ammirando il cielo limpido di un azzurro incredibile che annunciava una tipica giornata californiana.
Una giornata che purtroppo avrebbe dovuto passare senza la detective.
Si vestì con calma e scese a fare colazione.
Seduto al tavolo del ristorante guardava distrattamente i vari ospiti dell’albergo e di tanto in tanto osservava l’orologio che sembrava non voler proprio andare avanti.
Non posso trascorrere tutta la giornata così…devo trovare qualcosa che mi distraggapensò.
Decise quindi di andare a visitare un museo di cui Alexis gli aveva parlato tante volte: quello del volo.
La figlia, che amava particolarmente gli aerei e soprattutto la loro storia, più volte gli aveva decantato questo sito culturale di Santa Monica.
Se non ci fosse andato, portandole magari qualche bel souvenir, sicuramente lo avrebbe riempito di improperi.
Finì con calma di mangiare e preso un taxi si fece portare verso la sua  meta.
Quando entrò nella struttura rimase quasi senza parole.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo e quei veivoli così colorati e dall’aspetto piuttosto delicato erano quasi l’emblema dello spirito umano nella sua più alta espressione di lotta contro la natura.
L’uomo non può volare, non è fatto per volare, non gli serve volare ma siccome il sogno del volo era più grande di qualsiasi impedimento ecco che nonostante tutto l’essere unmano ha volato e continua a volare.
Ogni macchina era il simbolo di una lotta contro l’inevitabile natura umana e la vittoria che ne era scaturita.
Mentre continuava a girare all’interno del museo un pensiero lo raggiunse facendolo scoppiare a ridere.
Immaginò infatti Kate circondata da una marea di aerei, lei che odiava volare, e che si era stretta a lui per quasi tutto il viaggio.
Continuò il giro guidato imparando una marea di cose sul volo e già si immaginava la faccia di Alexis quanto al suo rientro avrebbe scoperto dov’era stato il padre.
Come a solito il suo animo infantile prevalse e acquistò una marea di gadget anche tra i più ridicoli e improbabili e con un mare di sacchetti prese poi un taxi per il ritorno ritornando in albergo giusto per l’ora di pranzo.
Mentre si sedeva a tavola, sempre da solo, era già molto più sollevato: mezza giornata se ne era andata e la domenica era ormai sempre più vicina.
Pranzò velocemente e quando chiuse la porta della stanza dietro di sé il senso di solitudine si impossessò di nuovo del suo cuore per non parlare della noia.
Il caldo ormai si faceva sentire e quindi decise di approfittare della meravigliosa piscina dell’albergo.
Quando si infilò il costume da bagno sorrise pensando al messaggino che aveva inviato a Kate prima della partenza.
Quando arrivò sul retro dell’albergo rimase piacevolmente sorpreso.
La struttura era veramente fantastica: la grande vasca era a forma di fiore e nel centro era sistemato un bar fornitissimo praticamente  incassato all’interno tanto che i bagnati arrivavano a nuoto al bancone dove erano serviti immediatamente mentre tutto intorno c’erano grandi palme e piccole strutture adibite ai più svariati servizi delle migliori beauty farm.
Si accomodò su uno sdraio sotto il sole e gli venne immediatamente servito un grande cocktail ricco di ombrellini e cannucce.
La piscina era piuttosto affollata e Rick si divertiva ad osservare i vari ospiti che si cimentavano in tuffi improbabili o tentativi di abbordaggio reciproci.
Ad un tratto una voce alle sue spalle lo raggiunse inaspettata
R”..la diverte molto guardare gli altri vero?..”
Castle si alzò e voltandosi trovandosi davanti una donna sulla trentina con dei stupendi capelli rossi e degli occhi azzurri da mozzare il fiato.
Lo osservava di traverso in modo ironico con una posa da indossatrice che visto il fisico poteva tranquillamente permettersi.
C”…b-beh…in effetti…” rispose lo scrittore piuttosto imbarazzato.
R”…anch’io li trovo piuttosto ridicoli…tutti tranne lei…” replicò la donna continuando a fissarlo in modo impertinente.
C”…v-veramente…” disse Castle arrossendo lievemente.
Non si era mai sentito così fuori posto come in quel momento eppure non era la prima volta che una donna si faceva avanti con lui.
Il pensiero corse alla sua musa e si sentì stranamente in colpa.
R”…mi chiamo Rachel…Rachel Finn…” disse la donna porgendogli la mano.
C”…Castle…Richard Castle…” replicò l’uomo stringendola con dolcezza.
R”…Castle??...lo scrittore??..”chiese allora lei sorpresa
C”..s-si…” balbettò lui
R”..certo che per essere uno scrittore mi sembra uno di poche parole signor Castle…” lo prese in giro Rachel
C”..ha ragione..sono un cafone..è stata una giornata un po’ difficile e sono ancora frastornato dal fuso orario…voglia perdonarmi..le posso offrire qualcosa?” si scusò lo scrittore facendola accomodare ad un tavolino riparato da un grande ombrellone.
R”…quindi lei è il famoso scrittore di gialli…è un vero piacere conoscerla…ho letto molti dei suoi libri e devo dire che ha uno stile unico..complimenti..ho scritto anche una recensione su uno dei suoi romanzi…” affermò la donna sorseggiando una bibita fresca.
C”..recensione?..è una giornalista allora!..” disse sorridendo Rick.
R”..esatto..scrivo per il Los Angeles Time..” replicò con orgoglio la donna
C”…e come mai qui a Santa Monica?” chiese curioso lo scrittore
R”…sto facendo alcune ricerche e poi una parte della mia famiglia e di qui e approfitto un po’ per venirli a trovare…” rispose rimanendo sul vago.
La donna si rivelò piuttosto simpatica e i due continuarono a chiacchierare piacevolmente dei più disparati argomenti per quasi tutti il pomeriggio.
Ad un tratto si avvicinò un cameriere.
WW”..chiedo scusa signori…siccome stiamo preparando la sala per la cena volevo sapere se dobbiamo mettervi allo stesso tavolo o se preferite continuare a cenare da soli…” chiese cortesemente il ragazzo.
Rachel fece uno strano sorriso e si voltò a guardare con curiosità lo scrittore aspettando la sua risposta.
C”…i-io..veramente.. n-non saprei…” balbetto l’uomo preso alla sprovvista.
R”..dalla tua reazione direi che…sei impegnato…” disse maliziosa la donna
R”..no grazie…ceniamo da soli…” disse poi tranquilla al cameriere che si allontanò veloce.
C”..m-mi spiace..ma..” sussurrò piuttosto sollevato Castle che si sentiva ancora a disagio.
R”..non ti preoccupare Rick…ricordati però che qualsiasi impegno…si può sempre disdire…” disse la donna con un filo di voce avvicinandosi pericolosamente al viso dell’uomo.
R”..spero di rivederti presto…buonanotte..” continuò poi maliziosamente alzandosi dal tavolo lasciandolo ad osservarla allontanarsi con un’espressione stupita.
Spero proprio di no…o Kate mi potrebbe anche uccidere..pensò l’uomo riprendendo a respirare regolarmente decidendo di cenare in camera.
  
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