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Autore: peralis    15/10/2012    2 recensioni
Lisbon licenzia Jane dopo aver ascoltato l'interrogatorio con Lorelei.
Questa è na storia basata sul promo del primo episodio della quinta stagione. Se non avete visto il promo non leggete questa storia...vi ho avvertito
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La porta della stanza si aprì  rivelando i visi imbarazzati di Cho, Rigsby, VanPelt e un infermiera.

Lisbon era quasi distesa sul letto di fianco a Patrick. I loro baci si erano fatti urgenti e molto poco casti. L'allarme del CFM cominciò a suonare, ma loro due continuarono imperterriti la loro danza. Non si erano accorti di nulla, tanto meno della presenza di un pubblico che li stava guardando dalla porta.

Le mani di Patrick si fecero audaci e si infilarono sotto la camicia di Lisbon. Per quanto li riguardava erano soli in quel momento.

Cho decise che forse sarebbe stato meglio avvertirli della loro presenza schiarendosi la voce.

 

"O no…no…O mio Dio." disse Teresa rimanendo perfettamente immobile. 

Jane girò la testa per vedere chi fosse, un sorridono gli apparì sul viso appena si accorse che la squadra era li che li guardava.

Teresa scese dal letto e si mise apposto la maglietta che nel frattempo si era…come dire?…scomposta.

Si girò piano per affrontare gli sguardi imbarazzati della sua squadra. Sulla porta vide VanPelt che le sorrideva, Rigsby che si teneva gli occhi coperti con la mano e Cho, normalmente impassibile, che sorrideva con l'angolo della bocca.

 

"Ragazzi, non è quello che sembra…Be si è quello che sembra…ma posso spiegare…O al diavolo." Disse lei buttando le mani in aria… Si voltò verso Jane e vide che se la rideva con un ragazzino.

 

"E tu smetti di ridere…o ti disconnetto dalla morfina." Patrick si coprì la boca con la mano e fece cenno di resa.

 

"Come mai siete tornati?" chiese Lisbon alla squadra

 

"I sospetti su Mrs Willis si sono rilevati accurati, abbiamo verificato che ha pagato un pilota, vecchio collega di suo marito,  per farsi portare qui a Sacramento,  commettere gli omicidi e poi farsi riportare a casa senza destare sospetti." disse Rigsby cercando si nascondere il suo imbarazzo.

 

"Be a questo punto non ci rimane altro che arrestare Mrs Willis." Lisbon terminò la frase girandosi verso Jane. L'uomo aveva cambiato l'espressione che aveva sul viso. Ora la guardava con un aria delusa. Lisbon girò il viso e uscendo dalla stanza rivolse a Patrick un ultimo sguardo.

 

"Sono un ufficiale della polizia, Jane, il mio lavoro consiste nel far rispettare la legge. Sabrina Willis è un assassina e come tale deve essere giudicata."

 

Camminando verso l'ascensore gli agenti vennero fermati da un infermiera.

 

"Agenti! Mrs Willis è morta…Il tumore l'ha uccisa. Perlomeno non ha sofferto."

 

Gli agenti si guardarono attoniti per qualche secondo  e poi se ne andarono ognuno per la propria strada.

Lisbon si avviò verso la stanza di Jane. Camminava piano, si sentiva imbarazzata ed in colpa per aver mentito a Jane. Sapeva che era arrabbiato con lei e non lo voleva  affrontare.

Si affacciò alla porta e notò che Jane aveva chiuso gli occhi. Si sentì un po sollevata nel pensare che forse era addormentato. Si andò ad affacciare alla finestra. Mille pensieri le affollarono la mente ma uno in particolare sembrava più insistente. Si era vero che Sabrina Willis era una donna che aveva sofferto le pene dell'inferno e che quei due uomini si erano meritati la morte che hanno ricevuto, ma c'era anche la legge da considerare. Nessuno ha il diritto di uccidere una altra persona. Lei ci credeva in questa legge ed il pensiero che un giorno avrebbe dovuto affrontare un tale scenario con Jane e Red John la face sentir male. l'aveva sempre saputo che un giorno, se Jane non avesse cambiato idea, lei lo avrebbe dovuto arrestare se non peggio. Si girò per guardarlo…I suoi occhi erano aperti e la fissavano.

 

"So che è il tuo dovere. Non ti sentire in colpa."

 

"Sabrina è morta…alla fine l'hai avuta vinta tu."

 

"Non dire così. Sapevi anche tu che sarebbe successo…

Scusa se ti ho chiesto di lasciarla andare." disse Jane abbassando il viso sentendosi in imbarazzo.

 

"Ti prego Patrick…non mettermi di fronte ad una decisione come questa di nuovo…non lasciare che questa maledetta sete di vendetta ti rubi completamente l'anima. 

Ho provato a non affezionarmi  a te Jane e c'ero quasi riuscita. Con tutte le volte che mi hai fatto imbestialire che mi hai ingannato, mentito e tormentato, era quasi successo, ma poi…poi ti ho quasi perso e mi sono resa conto che era inutile nascondere i miei sentimenti. Ti amo Patrick Jane…e ti assicuro che se potessi ne farei a meno…ma non posso. Un giorno troveremo Red John, mi auguro che in quell'istante ti ricorderai che non sei solo a questo mondo e se è vero che mi ami allora prenderai la decisione giusta."

Patrick rimase in silenzio a fissarla diritta negli occhi. Girò il viso e cominciò a toccare la fede nuziale che portava al dito.

 

"Quando ero in coma ho rivisto Angela e Charlotte. Era come un sogno, eravamo nella nostra casa a Malibu. Mi hanno detto di lasciar perdere la vendetta, che loro erano felici e che volevano che lo fossi anche io. C'eri anche tu Teresa…mia moglie ti ha abbracciato…" Patrick dovette fermarsi…l'emozione gli stava attanagliando la gola mentre lacrime mute gli scendevano sulle guance.

"Non so più come comportarmi Teresa. Ho praticamente gettato al vento sei mesi di vita…sei mesi che ho speso pensando a te e a come mi mancavi. Sei mesi persi…Quel mostro mi ha rovinato. Non solo mi ha portato via quello che avevo di più prezioso ma si è preso anche la mia anima…È vero che ti amo ma è anche vero che sono un uomo perso Teresa. Posso anche prometterti che non farò niente di stupido, e ti giuro che ora come ora non ho nessuna intenzione di fare altre sciocchezze, ma non so se sarò forte abbastanza quando sarò di fronte al quella bestia."

Lisbon gli si avvicinò piano, gli acarezzò le guance e  si mise a sedere sull'orlo del letto.

 

"Sai che le parole che hai appena pronunciato sono le cose più sensate che tu abbia detto da anni?…Non voglio che tu mi prometta nulla…non so cosa succederà, voglio solo che d'ora in poi tu cerchi di vivere una vita un po più normale…l'hobby della vendetta non è molto salutare…prova a fare collezione di tazzine da tè."

Jane le prese dolcemente il viso fra le mani e la fece avvicinare. Le posò le labbra sulle sue e sorridendole trasformò il bacio da timido a urgente

"Voglio sognarti ogni notte…voglio che tu mi entri in ogni sogno e che tu faccia sparire ogni incubo"

 

"Solo se tu farai lo stesso per me"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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