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Autore: OkinoLinYu    15/10/2012    1 recensioni
La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Questa fu forse l’unica cosa imparata su Midgard degna d’essere ricordata.

-«Cosa vuoi da me? Lo sai che non posso e soprattutto non voglio aiutarti!» la risposta fu secca e scocciata. Loki si morse l’interno di una guancia, conosceva bene l’egoismo della donna, ma sapeva anche come convincerla. -
Eccomi qui con una nuova FF, spero di avervi incuriosito almeno un pochetto ;)
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il Sogno di Loki




La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Questa fu forse l’unica cosa imparata su Midgard degna d’essere ricordata.
Loki era confinato in quella cella da ormai molti mesi, alimentato con lo stretto necessario, incatenato al muro, privato del suo scettro e dei suoi privilegi, ridotto ad un semplice mortale.
Passava i giorni progettando piani di rivolta e le notti sognando la sua amara sconfitta; gli incubi erano tremendi e così ogni volta si risvegliava con ancora più voglia di sangue, di vendetta.
Il padre degli dei aveva perso ogni speranza di una sua redenzione, così come il resto della corte. Solo Frigga e suo fratello Thor tentavano, di tanto in tanto, di farlo rinsavire.
Ma la follia non accennava a diminuire, così anche loro rinunciarono.
Non aveva nessun contatto umano da settimane, questo e la totale oscurità della sua cella non avevano fatto altro che fargli perdere ogni cognizione spazio-temporale.
Venne destato dal suono di alcune campane, aprì lentamente gli occhi, intravide un barlume in direzione della porta. Si avvicinò il più possibile. Riconobbe la melodia, un ghigno si dipinse sul volto, sempre più ampio, finche non proruppe in una folle e agghiacciante risata.
Ritornò al suo solito posto decisamente soddisfatto, si accucciò e cercò di addormentarsi il prima possibile.
Quella volta, non sognò le vecchie sconfitte, si ritrovò in un immenso prato fiorito, in lontananza scorse un albero dalle larghe fronde; si avvicinò a grandi passi.
Man mano che camminava, riuscì a scorgere una figura sotto i rami, una bellissima donna dai capelli biondi, abbigliata con una corta veste color dei boschi, che le fasciava il corpo flessuoso, una paio di stivali in cuoio alti fino al ginocchio, dei manicotti grandi quanto tutto l’avambraccio, sempre in cuoio e una meravigliosa collana.
Gli occhi grigi di lei incrociarono quelli azzurri di lui, sorrisero entrambi.
«Loki» disse piano; «Cosa ti porta qui?»
«Freya…» rispose il dio, assaporando il gusto di quel nome. «Sono qui per te…» disse suadente.
Lei aggrottò la fronte, sospettosa. «Cosa vuoi da me? Lo sai che non posso e soprattutto non voglio aiutarti!» la risposta fu secca e scocciata.
Loki si morse l’interno di una guancia, conosceva bene l’egoismo della donna, ma sapeva anche come convincerla.
«Sai Freya, credo che quello che ci hanno fatto non sia affatto giusto…» iniziò ad avvicinarsi sempre di più.
«Hanno? Quella rinchiusa in prigione e privata dei poteri non sono mica io!» alzò un sopracciglio con un sorriso sarcastico.
Il dio era arrivato al tronco, lo stava accarezzando piano. «E’ vero. Ma entrambi siamo stati rifiutati dalle nostre famiglie e relegati in un luogo che non ci vuole.» sapeva benissimo di aver toccato un punto dolente, il suo ghigno soddisfatto era molto eloquente.
Lei sbuffò con rabbia. «Che intendi?»
«Tu sei stata “ceduta” ad Odino…» sottolineò quella parola con enfasi; «Io sono stato abbandonato…ma questo popolo non ci ha mai voluti e poi…» ridacchiò scuotendo il capo. «Ti avevano promesso che saresti stata la regina, la madre di Asgard, invece Frigga ti ha sottratto tutto e Odino ti ha ingannata!» esclamò sgranando gli occhi e fissandola con intensità.
Lei deglutì, sentì la rabbia salire dallo stomaco, strinse i pugni, le nocche divennero bianche. Si avvicinò al dio, senza mai distogliere lo sguardo fiero.
«Hefnð*» sussurrò a denti stretti.
Il dio sorrise gioioso, oltre che bellissima, Freya era una dea davvero intelligente e perspicace, sapeva già cosa avrebbe dovuto fare, Loki non aveva bisogno di spiegare null’altro.
Felice della sua risposta il dio le carezzò una guancia, continuarono a fissarsi, occhi negli occhi, sguardi carichi e intensi. Lei prese l’iniziativa e si lanciò sulle sue labbra, iniziarono a baciarsi con vigore, pieni di passione negativa. Dopotutto lei era anche la dea dell’amore e Loki l’aveva spesso definita ninfomane; a lui non dispiaceva concedersi se questo avesse significato un maggiore aiuto da parte della donna.
Anche se in un sogno, i due consumarono un rapporto sessuale violento, volto unicamente al raggiungimento del piacere.
Loki si risvegliò ansimante e sudato. Sorrise, un ghigno malefico, terribile e inquietante, come i suoi occhi.
 
*Vendetta



So che ho un'altra ff in lavorazione nello stesso fandom, ma questa non potevo non iniziarla!

   
 
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