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Autore: Endlessly    15/10/2012    0 recensioni
SELF DESTRUCTION -seconda parte-
Brian vuole Matthew, Brian Desidera Matthew e, dopo gli EMA questo desiderio insopportabile si trasforma in sentimento. Le circostanze però, rendono questo nuovo sentimento una dannazione: i due a causa di un equivoco vivono dell'amore, la disperzione del rifiuto e,...
Genere: Erotico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Unhappy Ending 3 - Sleep...just sleep-

UNHAPPY ENDING

***
Endlessly: SONO COMMOSSA!! addirittura due recensioni..è di lode ^_^..graccie tantisshime <3
Sono un'imperdonabile ritardataria...purtroppo tra il lavoro, l'università e una minima ma necessaria dose di vita sociale, trovo a malapena il tempo e la voglia di farmi la doccia..non disperate prima del 2091 ho comunque intenzione di finirla questa fic...è  diventata una figlia ormai per me..soprattutto perchè ormai son anni che ho in testa il filmino dello svoglimento e ho bisogno di partorila e finire questo dannato travaglio!
Questo è il penultimo capitolo del Brian-view-point..è minimini ma spero vi piaccia.
Beh, Buona Lettura!  
 

***
CAPITOLO 3

-SLEEP...JUST SLEEP-


Quando si riflette sui propri problemi, quando la depressione c’inghiotte, quando entriamo in contatto con la nostra parte più intima, il resto del mondo è invisibile.

Era gelido, freddissimo.

Pioveva inoltre, tanto per rendere la tua Via Crucis ancora più intensa ed amara.
Pioveva, il tuo cammino era ancora più intenso e più amaro del dovuto ma tu, tu ne eri estraneo. Il tuo corpo percepiva la frustrante sensazione del freddo, della fame e del dolore ma la tua mente abbandonata alla disperazione ignorava del tutto il dolore esterno per concentrarsi solo sull’intimità deleteria della propria angoscia, della tua angoscia.

Camminavi con lo sguardo puntato sulla strada e pensieri veloci come spasmi passavano nella tua mente: “…Le ciabatte sono fradice. Matthew non mi vuole. Ho freddo. Matthew non mi vuole. Matthew non mi vuole. Io non mi voglio. Io lo amo. Matthew non mi ama. Ho freddo… “

D’un tratto la ciabatta sinistra decise di sfilarsi dal tuo piede che a sua volta decidendo si posarsi sul terreno nudo si era infilzato con un sasso maledettamente acuminato. Hai prima guardato il piede, poi la ciabatta, infine hai legittimamente tirato una delle bestemmie più immani mai udite da orecchio umano e non.

Cosa diavolo stavi facendo al freddo, al gelo, come un pazzo in mezzo ad una strada deserta, per di più nudo? Cosa avresti fatto, ti saresti buttato nel Tamigi? Sarebbe stata veramente una puttanata senza senso.
Perché essere mangiati dal freddo per soffrire? Perché non starsene in casa al caldo e finirla nel proprio letto senza accorgersene?

<< Ahahah…! >> Ti eri messo a ridere come uno schizzato in mezzo alla strada per la balordità della tua idea. Avevi girato i tacchi e sempre ridendo di gusto stavi ritornando verso il romito tepore della tua amata casa.

Ora guardavi alto verso di te. Guardavi verso una Londra bizzarramente deserta... capendo solo dopo qualche metro il perché di quella angustia umana.
Era la notte di natale.
“Natale. Cody.
Cody.”
Ti eri dimenticato del tuo bambino. Mentre ti crogiolavi nelle pippe mentali avevi dimenticato tutto anche di andare dal tuo bambino e portagli il cazzo di regalo. Eri veramente un bastardo. Per di più avresti voluto ucciderti la notte di natale. Che padre del cazzo che eri. Almeno avresti dovuto aspettare un giorno per non complessate un figlio che in futuro sarebbe stato, anche senza questa ulteriore dimostrazione d’affetto, un regolare cliente dello psicanalista.
Smesso di ridere per una cosa eri tornato a smascellarti per il dispiacere del tuo povero bimbo. Ovviamente le tue erano risate amare. Risate di disperazione. Risate di terrore.  

Era lancinante questa idiosincrasia per la vita. Insofferenza a livelli estremi, più intollerante del male fisico.
Non c’era via d’uscita, tu, da solo, non eri in grado di trovare una via d’uscita. Eri consapevole dei limiti che ti eri imposto ma l’idea di provarci, di oltrepassare quelle dannate barriere, che da tutta una vita ti opprimevano, era insostenibile.
Stando con Matt quel male di vivere si era affievolito e non era più una pressante costante della tua vita. Ora che beh, tutto era cambiato, che avevi scoperto di aver passato solo sei mesi in una specie di stato REM, quel male, se è possibile, sembrava addirittura più doloroso.

Intanto le goccioline d’acqua avevano smesso di cadere per cedere il posto ai fiocchi di neve. Il tuo corpo era attraversato da centinaia di brividi che ti scuotevano fino al midollo. Per il gelo avevi perso sensibilità agli arti rendendo addirittura la fitta al piede inavvertibile. Non avevi visto le previsioni, non lo facevi quasi mai, ma eri sicuro che si sarebbe abbattuta una vera e propria bufera sulla tua amata Londra. In tutti i sensi.

Era veramente difficile camminare. Con uno sforzo immane avevi lanciato anche la ciabatta destra che era diventata soltanto un peso inutile e fastidioso; quindi, praticamente strisciante, eri tornato a casa.

Aprendo la porta, una sensazione di vuoto, di solitudinem ti aveva attraversato. Poi il telefono aveva squillato. Una volta. Due volte. Tre... 
“Lasciatemi in pace” avevi pensato e ti eri diretto velocemente verso la cabina armadio.
Poi di nuovo, e di nuovo, e di nuovo ancora: il telefono aveva accoratamente squillato seguito ad un certo punto anche dal cellulare, mentre tu avevi proseguito ad ignorarli. Avevi preso il cambio ed eri entrato in bagno chiudendo la porta per lasciare tutto il resto del mondo fuori. Avevi aperto l’acqua della vasca immergendovi i sali profumati e nel mentre ti eri spogliato dei vestiti fradici che indossavi. Nudo, prima di entrare nella vasca, avevi preso una bottiglia di vodka alla pesca dal minibar appositamente progettato per il bagno, l’avevi aperta, e assieme ad essa ti eri immerso nel acqua bollente.

Non volevi altro che frenare qualsiasi pensiero e perdere coscienza.
Perdere coscienza in un sonno senza sogni....








 

 
  
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