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Autore: Flaqui    15/10/2012    4 recensioni
E fa tutto al contrario, lei. Tutto sbagliato.
Ma Teddy fa tutto giusto, e le va bene.
Teddy è giusto e, standogli vicino, le sembra di essere giusta anche lei.
Perché, all’improvviso, lui entra nella stanza buia in cui è confinata e accende la luce, e tutto scompare. E il baratro sembra essere così piccolo e poco profondo, qualcosa di trascurabile, quasi, quando Teddy è vicino a lei e le tiene la mano.
- Spin Off della mia Long "La Buona Sorte"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ciao a tutti/e!
Prima ancora di presentare questa schifezzuola qua ci tengo a dire una cosa.
Ok, parecchie cose ma... il mio ego è troppo mastodontico e la mia loggorraggine è aumentata, quindi...
Questa One-Shot ha come protagonista Victorie personaggio che, nella maggior parte delle ff, è da me -e da moltialtri-odiato con tutto il cuore. Credo che anche   nella mia long "La buona sorte" -di cui questa storia è uno spin-off- possa risultare parecchio... ecco... antipatica.
Per questo ho scritto questa storia. Perchè i personaggi non sono sempre tutti simpatici.
Ma non per questo non meritano spazio.
...
Ok, nella mia testa questa frase aveva un senso!
Spero che possa piacere, in ogni modo è possibile leggerla anche senza seguire la long!
Ringrazio la mia "Responsabile-Citazioni/Raggio di Sole/Sorriso d'argento" Bess, perchè senza di lei e il suo appoggio questa storia non sarebbe, forse, stata nemmeno pubblicata. Ringrazio Clare, Aniva, Daphne, Marti, Zia Palla, Tefnut e Alice perchè con loro mi sento a casa. 
Forse non leggeranno nemmeno questa dedica ma... 
Grazie, per tutto il tempo passato a sopportarmi! Vi voglio bene! <3
Fra
Un Bacione.

 

Broken Strings



 

Per Federica. Credevi che me ne fossi scordata, eh? 
Ti voglio  bene, tu nonsai nemmeno quanto.

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Non ho più radici che tengano,
perchè semino soltanto il male,
mentre i buoni mi calpestano,
vorrei tutto finisse ma sono immortale.

 

 

Teddy non sa dire le bugie.
È tanto sbagliato che Victorie lo ami per questo?
 
(Può essere. Non dovrei amare nessuno.)
 
 
 
È tornata da poco e la valigia è ancora intatta sul letto.
Lei, invece, sembra spezzettata, la sua anima è sparsa un po’ dovunque. Sulle pareti bianche della stanza, sotto il materasso che la ospita sin da bambina, nell’aria che sa di mare e sale che si respira a Villa Conchiglia.
 
(Ci sono tanti piccoli pezzi di me, sparsi in giro. E non ho la forza di raccoglierli.)
 
Sua madre non ha smesso di piangere per giorni e Victorie la sente singhiozzare anche adesso, al piano di sotto. Non sa come mai, ma adesso ci sente molto più di prima.
Sente cose che non avrebbe mai potuto pensare di percepire.
Il respiro lento di Louis, che dorme nella stanza affianco. Dominique che parla piano con James, in cortile.
È come se tutto le apparisse amplificato, in qualche modo.
 
(Il dolore è amplificato.)
 
 
 
 
Victorie si immagina come sul ciglio di un enorme baratro, un buco nero senza fine.
Un passo ed è dentro, un passo ed è fuori.
 
(Un passo dentro. Un passo fuori. Un  passo fuori. Un passo fuori.)
 
Victorie è in un limbo che si è costruita da sola, in uno spazio senza forma di cui non conosce l’estensione, un mondo tutto suo in cui lei è l’unica eroina e l’unica antagonista.
È come vivere in una stanza buia, ingombra di oggetti –di persone, di suoni, di immagini, di visi, di paure, di desideri- e rimanerci bloccata, senza possibilità di muoversi.
 
(La stanza è vuota, Vic. Muoviti, vattene.)
 
Perché basterebbe un piccolo passo per far crollare tutto e cadere anche lei nel baratro.
 
(No, la stanza è piena. Piena delle mie paure e dei miei mostri. Non posso andarmene.)
 
Victorie, delle volte, si sente completamente nel baratro e sente mani invisibili e feroci che la malmenano, piedi che la calpestano, voci acute e terrificanti che le tolgono l’udito e lame inesistenti che la infilzano, da qualche parte in fondo allo stomaco.
Ed è tanto buio, e Victorie vorrebbe scappare, i mostri che le danno la caccia e la torturano, ma lei deve rimanere ferma, perché il baratro è sempre lì, accanto a lei, buio come il luogo in cui si trova e Victorie non vuole assolutamente caderci.
 
(I mostri mi seguono. Sempre. I ricordi sono i miei mostri.)
 
Victorie lo sa, di essere sbagliata.
Lei è una di quelle persone che, al mondo, sembrano esserci arrivate all’incontrario.
E le persone che dovrebbe odiare –e vorrebbe odiare- le ama e loro la amano.
E quelle che dovrebbe amare –che vorrebbe davvero tanto amare- le odia e loro odiano lei.
 
(A volte penso di essere nata al contrario, io.  Di essere uscita da mia madre dal verso sbagliato. Sento che le parole mi arrivano al contrario.)
 
E fa tutto al contrario, lei. Tutto sbagliato.
Ma Teddy fa tutto giusto, e le va bene.
Teddy è giusto e, standogli vicino, le sembra di essere giusta anche lei.
Perché, all’improvviso, lui entra nella stanza buia in cui è confinata e accende la luce, e tutto scompare. E il baratro sembra essere così piccolo e poco profondo, qualcosa di trascurabile, quasi, quando Teddy è vicino a lei e le tiene la mano.
 
 
 
A volte le sembra che nella sua mente ci sia una grande confusione, parole, volti, rumori, voci che girano sempre più forte, che la travolgono in un abisso profondo e senza fine, ma Teddy le porge sempre la mano per risalire in superficie.
A volte, invece, il baratro è troppo profondo perché possa essere tirata fuori e lei urla in silenzio, sapendo che nessuno la sentirà mai, ma Teddy la sente sempre, e si butta nel baratro anche lui.
E a quel punto non è più un posto così terribile.
 
(E c’è una sottile lama di luce che mi ferisce gli occhi. Ma vedo, e va bene.)
 
 
 
Ma se Teddy si allontana, subito il buio torna intorno a lei.
 
(Il baratro reclama. Il baratro inghiotte. Non può scappare. Non può uscirne. Mai. Mai. Mai.)
 
Teddy deve scappare, deve allontanarsi prima di caderci anche lui.
Perché ora le mani, i piedi, le voci, le lame… i mostri… lo sanno.
Loro sanno che Teddy è giusto e Victorie no.
 
(Arrendo. Mi arrendo, non farmi male.)
 
Victorie è sbagliata, per questo il baratro si apre sotto i suoi piedi.
 
(Lasciami stare, basta. Ti prego.)
 
 
 
Victorie lo sa di avere qualcosa che non va, in lei.
Un qualcosa di rotto, che non funziona.
Qualcosa che non si può riparare e le cui cicatrici la segneranno per sempre.
 
(Rimarranno sempre. Sempre con me.)
 
È come una specie di difetto di fabbrica, qualcosa che vive nascosto dentro di lei, un qualcosa che potrebbe distruggerla completamente e renderla niente.
È così strano, poi.
Un qualcosa può renderti niente?
 
(Sono un niente. Ma sono anche qualcosa?)
 
Victorie non lo sa, non sa niente, ma da che ricorda c’è sempre stato.
Da prima dell’Arena, da prima delle morti, da prima degli incubi.
Prima ancora di nascere, deve essere così.
 
(È così. C’è sempre stato. Sempre. Sempre. Sempre.)
 
È il suo segreto più grande, ha cercato di nasconderlo, ha cercato di buttarlo giù nel baratro al posto suo, ma lui è sempre lì.
Victorie non sa come li altri non se ne siano accorti.
C’è bisogno di persone attente, per questo genere di cose.
 
(Non ci sono persone attente a me.)
 
A volte cerca di non pensarci, di far finta che non esista.
 
(Però esiste.)
 
 
 
E i ricordi sono dolorosi, e le verrebbe voglia di urlare.
Perché quella sera, prima di partire, avrebbe dovuto –voluto- rispondere, ma non l’ha fatto.
Perché è sempre stata una codarda, lei.
-Mi dispiace. Sono tutta sbagliata- aveva detto, l’aveva sempre detto.
-Non importa, Vic. Lo siamo tutti- aveva risposto Teddy, e le aveva stretto la mano.
-Io più degli altri. Sono troppo sbagliata-
-Le cose giuste non sono sempre belle. Le cose sbagliate sono speciali-
E poi le si era avvicinato.
Le aveva detto che la amava, che l’avrebbe amata per sempre.
E Vic era scappata, perché le cose sbagliate non sono speciali, sono solo sbagliate.
 
(Sono solo sbagliate.)
 
Victorie si sente come spezzata.
E non si può suonare su delle corde spezzate.
E Victorie corre indietro, fra le fiamme, nelle rovine del suo passato, anche se non c’è nulla che abbia lasciato indietro che possa ancora essere salvato.
 
(Quel che perso è perso, Vic. Rassegnati.)
 
Ma forse può ancora salvare la corda che la lega a Teddy.
Forse può ancora impedirgli di andarsene per sempre, anche se è difficile.
Anche se è sbagliato.
 
 
 
 
Teddy ha detto che la ama.
Teddy non sa dire le bugie.
È tanto sbagliato che Victorie lo ami per questo?
 
(Può essere. Ma io sono tutta sbagliata, dopo tutto.)
 
 

 
A volte penso di essere nata al contrario.
Di essere uscita da mia madre dal verso sbagliato.
Sento che le parole mi arrivano al contrario.
Le persone che dovrei amare le odio,
e le persone che dovrei odiare…
-Effy; Skins 

   
 
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