Un forte rumore ruppe il silenzio che si era creato.

 Kazemaru aveva ancora la mano a mezz’aria mentre la guancia destra di Endou iniziò a farsi leggermente rossastra.

Il difensore della Raimon sembrò stupito del gesto appena compiuto. Non sapeva nemmeno lui perché si era innervosito così tanto.

- Capitano … io… scusa… - farfugliò agitato.

Endou lo guardò malinconico e severo, era la prima volta che vedeva quello sguardo.

- Se vuoi andartene, allora fallo.

Parole fredde come il ghiaccio. Un dolore acuto al petto. 

Endou non aveva mai parlato in quel modo a nessuno.

In quel momento Kazemaru si rese conto di quanto fosse distante. Di quanto le sue spalle fossero già lontane, mentre lui veniva lasciato da solo in mezzo al prato del campo di calcio.

 

Come Back To Me
 

 

La pioggia sembrava volergli ricordare quello che aveva fatto. Quello schiaffo che aveva portato più dolore a lui che non al destinatario.

Avevano fatto più male le parole. Aveva commesso un altro errore.

Il rumore che le gocce facevano sul vetro lo facevano rimanere attento, non riusciva a distrarsi.

 

- Se vuoi andartene, allora fallo. -

 

Il suo cuore aveva iniziato a sanguinare. Le sue lacrime avevano iniziato a premere per uscire. Kazemaru non pensava potesse sentire parole del genere uscire dalle labbra di Endou. I suoi occhi nocciola in quel momento avevano perso tutta la loro dolcezza e generosità.

Non aveva più fiducia in lui? Non poteva più aspettarlo?

Se ne sarebbe andato. Quella era stata la sua decisione. Avrebbe smesso con la Raimon, avrebbe smesso con il calcio. Lui non era portato, aveva paura degli avversari che avrebbe potuto incontrare.

Quante volte avevano discusso. Quante volte Endou l’aveva preso per mano e l’aveva riportato sulla strada giusta. L’aveva aiutato a rimediare ad errori che sembravano troppo grandi per essere espiati.

Aveva tradito i suoi compagni. Lo stava rifacendo.

Ma non c’è un secondo perdono per i disertori. Chi fugge una seconda volta non può aspettarsi che ostilità.

 

- Allora perché andarsene? -.

 

Endou gli aveva ripetuto quella domanda così tante volte che Kazemaru si era dimenticato la risposta.

Non lo sapeva nemmeno più lui. Voleva andare via  e basta. Voleva ricominciare tutto da capo.

La sua vita sarebbe ripresa da un cupo e freddo giorno di pioggia autunnale, e le foglie che cadevano dagli alberi gli ricordavano troppo la sua fragilità.

Ma non riusciva ad affrontare i suoi timori. Aveva paura di cambiare ancora.

 

- Avere paura è una cosa stupida -.

 

Lui la pensava così perché era forte, perché tutti gli volevano bene. Lui era la Raimon.

La paura non era affatto una cosa stupida.

E lui ne soffriva terribilmente... Kazemaru aveva anche paura degli incubi che da qualche mese invadevano i suoi sogni. Non voleva la solitudine, voleva stringere la mano del suo capitano. Voleva sentire il calore del suo corpo.

Ma non poteva tornare indietro. L’aveva allontanato con una freddezza che da Endou nessuno si sarebbe aspettato.

Non avrebbe dovuto dargli quello schiaffo.

 

- Poi dicono che io sono stupido! Mettiti in testa che non sei solo! -.

 

Adesso si, è solo. Non ha nessuno. Ha solo la coperta del divano a cui si aggrappa per non piangere più. Ha solo la luce della lampada che illumina il suo viso e il vuoto che c’è intorno a lui. Kazemaru lo sapeva di essere uno stupido.

Stupido e debole.

 

- Poi sai che ti amo! -.

 

Non stava scherzando, ne era sicuro. Era serio.  Eppure l’aveva cacciato lo stesso.

Anche Kazemaru era sincero quando l’aveva attirato a sé e l’aveva baciato. Era sincero quando l’aveva sentito dentro di lui e quando aveva sospirato il suo nome.

Non era stata una bugia.

Quella era stata una delle poche cose buone che aveva fatto. Quanto  e cosa avrebbe dato per poter tornare a quella notte.

 

- Pensaci bene! Non hai motivo di andar via! -.

 

E invece sarebbe finita lì. Ci aveva riflettuto e aveva deciso. Il suo schiaffo aveva fatto il resto. Se aveva avuto possibilità di cambiare opinione se l’era giocata. Non poteva più farci nulla.

Doveva solo andare via.

Per quanto avrebbe potuto correre avrebbe visto solo e soltanto le spalle di Endou davanti a sé.

 

- Endou ti prego, torna indietro da me -.

 

[Ormai è troppo lontano per te. Non puoi più raggiungerlo. Non stringerai più la sua mano.]

 

I{nutile che continui a gridare il suo nome in vano sotto la pioggia, non tornerà ad abbracciarti. E’ stanco delle tue delusioni.}

 

Baby come back to me (come back)

I'll be everything you need (come back)

Baby come back to me (come back)

Boy, you're one in a million (come back)

 

-Se torni indietro faro di tutto per non deluderti. Sarò tutto quello di cui hai bisogno.
Se torni indietro sarò felice. Non esiste una persona come te.-
 

FINE

 

 

*Angolo dell’autrice*

SeraH. Nuova cosa deprimente, merito di una canzone che sto sentendo spesso: Come Back To me di Utada Hikaru. Ma la EndoKaze io la vedo molto Angst e malinconica ùù Perché Kazemaru è un personaggio così ùù

Stavolta non è Kazemaru che deve tornare indietro da Endou, ma è il contrario. Perché Mamoru è andato troppo avanti, ad un punto dove Ichirouta non arriverà mai da solo.

Non so perché quest’idea. Ma avevo voglia di pubblicare.

Spero davvero che vi piaccia, è dedicata a tutte le fan della EndoKaze.

Un saluto e un ringraziamento <3

Camy delle Marloboro_Ohana o semplicemente la vostra BananaH_

 

Ps. Mi faccio pubblicità ùù Se vi piace la BanGaze passate a leggere la mia fic Awakening ;) PUBBLICITA’ OCCULTA (?) PICCHIATEMI <3