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Autore: FairyCleo    15/10/2012    12 recensioni
“HO DETTO DI NO, DONNA! Lasciami in pace!”.“Giuro che se non ti alzi entro meno di un minuto e non fili in bagno a darti una ripulita, smonterò pezzettino per pezzettino la tua tanto amata Gravity Room, polverizzerò i componenti e ne spargerò i residui in mare. Per di più, potrai anche solo dimenticare di mangiare di nuovo un pasto preparato da me e da sta notte DORMIRAI sul divano".
“TU – NON – LO – FARAI”.
“Oh, si che lo farò! Puoi giurarci, TESORO. E adesso fila!” – ed era uscita dalla stanza, sbattendo con violenza la porta.
“ACCIDENTI” – aveva sbraitato Vegeta, lasciandosi cadere pesantemente sul materasso. Bulma lo avrebbe fatto impazzire. O forse, c’ era già riuscita. [...]“La- la state percependo??” – aveva chiesto Gohan.
“Si!” – aveva risposto Crilin – “E’ spaventosa!”.
“E non è una!” – C18 sembrava tesa – “Sono due!”.
“DANNAZIONE!” – Junior era preoccupato.
“Ma cosa sta succedendo??” – aveva chiesto Chichi, allarmatissima.
“Non lo so Chichi” – Goku aveva uno strano sguardo – “So solo che percepisco due auree. E sono potentissime”.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La torre


L’alta torre di pietra si stagliava davanti a loro in maniera molto simile ad un’oasi nel deserto. In quel posto privo di qualunque genere di attività antropica, quello era l’unico manufatto costruito da un essere vivente di qualsivoglia genere.
Era stato quasi un sollievo trovarsela davanti, e allo stesso tempo era stato un vero e proprio colpo, perché era evidente che ci fosse qualcuno di molto, molto evoluto dietro a tutto quello.

“Che cosa facciamo?” – aveva chiesto Goten al principe dei saiyan che continuava a fissare la struttura, immobile.
Sospettava che Trunks fosse riunchiuso lì, e se proprio doveva dirla tutta credeva la stessa cosa di Vegeta jr.
Solo che provava un’inspiegabile timore al solo pensiero di doversi avvicinare. C’era qualcosa di malvagio e spettrale in quella torre, solo che non sapeva come spiegarsi il perché di quella sensazione.

“Io andrò lì. Tu, invece, resterai qui” – era stata la risposta seria e perentoria di Vegeta.
“No che non lo farò!! Lasciarti da solo? Non se ne parla proprio! Io verrò con te!”.

Il bambino era determinato a seguire l’uomo che gli aveva fatto da padre. Non lo aveva seguito per abbandonarlo nel momento del bisogno. Lui voleva aiutarlo, e voleva aiutare Trunks. E nessuno lo avrebbe persuaso del contrario.

“E’ troppo pericoloso” – aveva replicato Vegeta, continuando a guardare dritto davanti a sé. Non poteva rischiare di perdere Goten. Quel bambino non era solo il figlio dell’unico vero amico che avesse mai avuto in vita sua, era un bambino che aveva visto crescere, era un bambino che aveva cresciuto, allenato, sgridato, un bambino a cui aveva voluto bene. Era il fratello che Trunks avrebbe sempre voluto avere, era parte della sua famiglia, e non avrebbe permesso a nessuno di fare del male anche a lui.
“Non mi importa! Lo vuoi capire o no?? Io voglio trovare Trunks!” – gli occhi di Goten ardevano. Sembrava irremovibile. Era irremovibile. Persino Vegeta lo aveva capito, e non aveva più cercato di persuaderlo a restare dove si trovava. Dopotutto, forse sarebbe stato meglio se non lo avesse perso di vista. Poteva capitare qualunque cosa in quel maldetto posto, e doveva essere pronto a tutto.

“D’accordo” – aveva detto, chiudendo gli occhi e abbozzando un sorriso. Goten stava dimostrando di essere coraggioso come un vero saiyan, e doveva premiarlo per quello – “Ma al primo segnale di pericolo, pensa solo a te stesso. Sono stato chiaro?” – e si era girato verso di lui, guardandolo con quegli occhi neri come la notte che causavano timore e paura nel cuore del nemico – “Non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa”.

*


“Come sarebbe a dire che non riesci a trovare Goten??” – aveva chiesto Goku al maggiore dei suoi figli, terrorizzato.
Anche Bulma e Junior erano estremamente preoccupati, e quest’ultimo stava cercando di concentrarsi più che poteva nella speranza di avvertire la sua aura, ma senza alcun successo.
“Mi dispiace papà. Sono in ansia forse più di te, ma di lui non c’è alcuna traccia. Speravo fosse con voi, ma a quanto vedo non è così. Cosa può essergli accaduto?”.

Gohan si sentiva in colpa. Come aveva potuto perdere di vista suo fratello? D’accordo, sapeva cavarsela, ma era pur sempre un bambino. Era stato così preso dal portare in salvo Videl e sua madre da essersi completamente dimenticato di lui.

“Sono un pessimo fratello maggiore. Mi dispiace papà. Mi dispiace da morire”.

Se ne stava a capo chino, con le spalle arcuate, come se fosse stato sotto il peso insostenibile di un enorme macigno.
A quel punto, però, Goku gli si era avvicinato, posandogli entrambe le mani sulle spalle.

“Non assumerti colpe che non hai, figliolo. Io credo di sapere dove si trovi tuo fratello, o meglio credo di sapere con chi si trovi”.
“Davvero?”.

“Vogliamo piantarla, per favore??” – era intervenuta Moon, crudele e indifferente al dolore di quella famiglia – “Non mi importa un fico secco di quel ragazzino lamentoso! Io devo trovare mio figlio, Tarble e Vegeta! E devo cercare di capire che diavolo sta accadendo su questo maledetto pianeta!”.

Aveva gli occhi iniettati di sangue e le gote livide di rabbia. Aveva perso il controllo di tutto, il suo piano perfetto era andato completamente all’aria, e l’impotenza e la frustrazione non la facevano altro che aumentare quel disagio che stava provando.

“Sei una brutta serpe insensibile! Un mostro senza cuore, un…”.
“Bulma, ti prego, non è il momento” – era intervenuto Goku, cercando di placare la rabbia dell’amica – “Io credo che le importi eccome, invece” – aveva aggiunto, serio – “Perché sono sicuro che Goten si trovi con Vegeta”.

*


Avevano volato a quota altissima, per evitare di essere visti – se ciò era possibile – atterrando alla base della torre senza fare il minimo rumore. Avrebbero preferito penetrarvi all’interno dall’alto, ma purtroppo non vi erano aperture che glielo avrebbero permesso. L’unico accesso al suo interno era una piccola porta di legno scuro, ed era proprio lì davanti che i due saiyan si erano fermati.
Vegeta aveva fatto segno a Goten di tacere e di azzerare la propria aura. Avrebbero avuto freddo, molto freddo, ma non potevano rischiare di essere scoperti. Non sapevano con cosa avessero a che fare, e Vegeta dubitava che la forza fisica servisse a qualcosa, ricordando il modo in cui era entrato nelle stanze di suo figlio. E poi, con lui c’era il bambino, e non poteva metterlo in pericolo. Fosse stato da solo, avrebbe aperto un varco sul tetto e sarebbe entrato senza fare troppi complimenti, ma le cose erano andate diversamente. Per questo, nonostante il gelo gli impedisse di muoversi al meglio, aveva posato una mano sul pesante stipite e l’aveva spinto, potendo così entrare.

Quello davanti a cui si erano trovati era a dir poco stupefacente. Se all’esterno la torre era una costruzione di pietra nera, internamente era rivestita completamente di ghiaccio. Le pareti, i pavimenti, i soffitti, tutto era ricoperto da uno spesso strato di acqua congelata che rendeva il percorso accidentato e tremendamente scivoloso.

“Vege…”.
“Sssshhhh…” – lo aveva ammonito il saiyan, avvicinandosi al bambino senza che quest’ultimo se ne accorgesse visibilmente. Non poteva mostrarsi così tanto in apprensione.
Non potevano fare alcun rumore. Erano nei guai, perché muoversi sarebbe stato impossibile e ogni passo avrebbe provocato un’eco non indifferente. Qualunque mossa avessero deciso di fare, li avrebbe condotti ad essere scoperti.

Vegeta era troppo nervoso per poter escogitare un piano a dir poco decente. Credeva di avere molto più sangue freddo, ma a quanto sembrava quel gelo non gli era stato affatto d’aiuto. A volte, la vita è davvero paradossale.

Stava proprio cercando di elaborare una qualsivoglia scappatoia, quando, improvvisamente, aveva visto qualcosa, o meglio qualcuno passare proprio dritto davanti a lui. E nonostante la fatica e la vista un po’ annebbiata, era certo che quel qualcuno fosse suo figlio Trunks.

*


“E cosa ci fa quel moccioso con Vegeta?” – aveva chiesto Moon, sarcastica in modo sconveniente.
“Si da il caso che Vegeta abbia cresciuto il figlio di Goku!” – aveva urlato Bulma, isterica – “E, giusto per informarti, quel moccioso come lo chiami tu, lo ama come se fosse suo padre! Vegeta aveva bisogno di aiuto e lui l’ha seguito! Tu dov’eri, Moon? Eh? Tu dov’eri?”.
“Davvero? E tu dov’eri, terrestre?” – aveva berciato la saiyan, incrociando le braccia davanti al petto – “Oh, sì… Tu eri troppo impegnata a far sbollire la rabbia del tradimento, non è vero?”.

La crudeltà nella sua voce era palpabile. Come poteva divertirsi tanto a girare il dito nella piaga in un momento come quello?

“Signore, non mi sembra il momento più adatto per litigare” – Junior non aveva mai assistito ad una lite fra due donne che si contendevano un uomo, e ovviamente non poteva sapere quello in cui rischiava di cacciarsi ma, stranamente, nessuna delle due aveva obiettato. C’erano di mezzo i loro figli, e per quanto una fosse una saiyan, era pur sempre una madre che aveva sacrificato la vita per il sangue del suo sangue.

“Mettete da parte i rancori, ve ne prego…” – aveva aggiunto Goku – “Per favore, Gohan, porta Bulma dagli altri. Lì sarà al sicuro. E non ti muovere da lì. Se avessimo bisogno d’aiuto, ci faremo sentire”.
“Subito papà”- e aveva preso in braccio Bulma senza troppi complimenti.
“Mi raccomando Goku. Riportami Trunks”.

*


Forse si trattava di una trappola. Forse, sarebbero caduti in un tranello che li avrebbe uccisi, ma non potevano lasciar correre. Vegeta non era stato il solo ad aver visto Trunks, e Goten lo aveva convinto a seguirlo, nonostante il rischio di scivolare e farsi scoprire.
Si muovevano cauti i due saiyan, seguendo la scia lasciata da quella sorta di spirito che avevano visto. Non era una figura che aveva un corpo vero e proprio. Erano in grado di vedervi attraverso il che lasciava presagire che fosse solo una proiezione del vero Trunks, un po’ come quelle in cui si erano imbattuti Vegeta e Goku nella mente di Majin Bu.

Vegeta era sempre più ansioso. Lo spirito li stava portando in cima, proprio come aveva sospettato all’inizio. La cosa più strana, era che non ci fosse stato alcun inghippo fino a quel momento. Tutto era andato davvero troppo liscio, e la cosa cominciava puzzare.
Goten camminava di fianco a Vegeta, attento a ciò che li circondava, pronto a scattare in caso di bisogno.
Sperava davvero di essere vicino al punto di arrivo, perché il freddo e l’ansia lo stavano uccidendo.

‘ Dove sei fratellino? ‘ - continuava a pensare, mentre proseguiva, ormai stanchissimo.

Ed ecco che, proprio quando ormai aveva creduto che fosse stato un errore seguire quella figura evanescente, si erano ritrovati all’ultimo piano della torre.
Proprio lì, davanti a loro, su di un letto fatto interamente di ghiaccio che la figura evanescente gli aveva indicato prima di sparire nel nulla, giaceva addormentata la piccola, esile figura di Trunks.

*


“Trunks!” – aveva urlato Goten, incapace di trattenersi. Voleva solo correre dal suo fratellino e stringerlo forte al petto, vedere i suoi occhi schiudersi e specchiarsi nei suoi, per poi ridere di nuovo insieme a lui, al culmine della gioia.
Doveva fare un gran freddo sul quel letto, fra le altre cose! Per questo, doveva sbrigarsi ad aiutarlo, o sarebbe morto congelato. Ma Vegeta non sembrava della stessa opinione.

“No! Goten! Aspetta!”.

Il principe dei saiyan aveva provato a fermarlo, ma era stato troppo tardi: il piccolo saiyan non era riuscito a raggiunge il suo amico, perché era stato investito da un improvviso vento gelido che lo aveva fatto schiantare al suolo.

“GOTEN!”.

Il principe dei saiyan si era precipitato ad aiutarlo, assicurandosi che fosse ancora tutto intero.
Il bambino stava bene, ma era pallido e freddo. Estremamente freddo, e respirava a fatica.

“Ti avevo detto di non seguirmi… Te l’avevo detto… Ma tu… Maledizione Goten, anche tu no!”.

“Ma che spettacolo stupefacente! Il principe dei saiyan, il grande Vegeta, che soccorre un bambino. Chi l’avrebbe mai detto?”.

Una voce fredda e cavernosa aveva raggiunto le orecchie del saiyan, facendolo voltare di scatto. Non era stato in grado di individuare il punto esatto da cui proveniva, purtroppo. L’eco era troppo intenso e lo confondeva ancora di più.

“Chi sei? Codardo, mostra il tuo viso! ADESSO!”.

“Il mio viso? Io non ho un viso… Dovresti saperlo!”.

“BASTA GIOCAREEEEEEEE!!!!!” – e lo aveva fatto. Il principe dei saiyan aveva scatenato tutta la sua potenza, trasformandosi in super saiyan in un battito di ciglia.
Non poteva più lasciar correre. Per troppo tempo si era nascosto e aveva esitato. Lui non aveva niente di cui aver paura. Lui era Vegeta, e quelli erano i suoi figli. Niente avrebbe potuto allontanarli da lui.

La torre aveva cominciato a tremare pericolosamente, e il ghiaccio che la rivestiva si era crepato in più punti, fino a cadere al suolo in pesanti blocchi congelati.

“DIMMI CHI SEI, ADESSO! O GIURO CHE BUTTERO’ GIU’ QUESTO POSTO CON LE MIE MANI!”.

E lo avrebbe fatto, se solo il nemico non fosse uscito alla scoperto, mostrandosi per quello che era in verità. O, almeno, questo è quello che Vegeta aveva sperato.

“Ma… Come… Come può essere??” – il super saiyan, il guerriero più feroce di tutta la galassia, stava tremando di fronte a quella che era la sintesi di tutti i mali.
Una creatura colossale si era mostrata al suo cospetto, una figura coperta da un lungo mantello nero come la notte. La cosa più inquietante, però, era che da quelle maniche logore e da quel cappuccio non sbucavano nessun volto e nessun arto. Era come se il mantello fosse sorretto da un manichino invisibile. Un manichino con una voce e con una grande, immane forza di volontà.

“Invece può essere eccome principe Vegeta. Io sono la morte, saiyan, sono la vendetta. Io sono colui che porrà fine alla tua esistenza”.

Continua…
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Rieccomiiiii!!
Ragazzi miei, non avete idea di quanto io sia nervosa… Che rabbia!! In giro c’è un sacco di gente che crede di saper scrivere come Umberto Eco e si prodiga nel dare consigli inutili e spesso crudeli. (No, non sono io che sono stata presa di mira. E’ giusto uno sfogo per precisare che se c’è qualcosa da dire è meglio dirla nelle recensioni direttamente all’autore, e non sparlare in giro su Blog o gruppi su Facebook).

Si sta per svelare il mistero!! Mamma mia!! Sono così in ansia! *.*
Spero che la storia vi stia piacendo amici miei!! In caso, non esitate a dirmelo! =)
Scappo!!
A prestissimo!!
Cleo

Ps: vi ricordo che ho una One Shot partecipante ad un concorso e vorrei sapere cosa ne pensate!! =D
GRAZIE!! E scusate se rompo! XD
Bacini
=)
   
 
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