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Autore: iacomary97    15/10/2012    3 recensioni
Conteggio Parole: 37000 Capitoli: 15 (+ epilogo)
Cosa succede quando Lassiter scopre la verita'? Cosa fara'? Questa storia si basa dopo la sesta stagione di Psych. NON CI SONO SPOILER DELLA 7 STAGIONE, sono solo mie speculazioni su cosa potrebbe succedere. Ho inserito anche altri personaggi della serie Lie To ME.
AVVERTIMENTO: E' SCRITTO IN POV
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A/N: Prima cosa: non fate caso al numero del piano… Fino a ieri pensavo che l’edificio del CLG era un grattacelo…  Questi simboli    /* paroleparoleparole * intendono le conversazioni attraverso l’auricolare. E beh... scusate per tutti questi flashback ma non potevo non-metterli...

Seconda cosa: Questo capitolo sarebbe dovuto essere più lungo (il Cap di Cal sarebbe dovuto continuare e sarebbe dovuto esserci anche il Pov di Lassiter. Ma dato che non riesco a continuare in questo modo e perché è già da tanto che non aggiorno, eccovi il capitolo. Alcune cose come i personaggi non riuscirete a capirle ma tutto sarà risposto nel prossimo.

 

E per la canzoncina beh… lasciamo perdere -.-“

 

 

Capitolo 12 – Competizione

 

 

--- SHAWN POV ---

Andiaaaaaaamo suuuuu. Sempree più suuuuu. Sopra, nel cielo bluuuuu.”

 

Ero appena entrato nell’ascensore e già la musichetta stupida mi era entrata in testa…  C’erano solo 10 piani ma il piano dove dovevo arrivare era proprio l’ultimo… Dalla quantità di persone nell’ascensore, capì che era un edificio davvero molto visitato… e che ci avrei messo un po' ad arrivare.

Poi, come se non bastasse quello era l’unico ascensore utilizzabile: due erano in manutenzione e uno serviva ad un impresa di traslochi. Per come ne parlavano il disagio era una cosa normale, una volta al mese facevano i controlli (vabbè che eravamo nella capitale, e che era un edificio nel bel mezzo della città… ma queste precauzioni erano… beh… esageratamente esagerate!)

 

C’erano molti tipi di persone: persone in smoking, persone in divisa di un impresa di pulizia, una guardia, e alcune persone… come dire… “normali”.

Alcuni di loro, dalla parte opposta mi fissavano… forse mi stavano sentendo canticchiare il motivetto...

Ad un certo punto mi sembrò di sentire il mio nome...

 

 

Le persone continuavano ad entrare ed uscire, e l’ascensore saliva e scendeva.

 

Mi girai e dietro di me trovai uno specchio. Notai un po' di trucco sotto gli occhi... avevo fatto davvero un gran lavoro ma era molto  e troppo evidente...

Cercai di risistemarlo, ma non migliorò di molto.

 

Forse mi stavano fissando per questo allora... Attraverso lo specchio guardai dietro di me, e li vidi uscire proprio in quell'istante. Eravamo di nuovo al pianoterra.

 

Uscirono veramente un bel po' di persone.

Approfittando dello spazio mi aprii la camicia e mi risistemai meglio la maglietta che avevo sotto.

Come al solito.

 

 

Ero pronto.

 

Presi il cellulare per spegnerlo, e vidi che avevo quattro messaggi e tre chiamate perse. Volevo controllare chi era ma...

 

 

 

-Aspetta!- La Chief Vick uscii di fretta dal suo ufficio. -Devo dirti un ultima cosa prima che vai.-

Mi fece rientrare e chiuse le porte.

Respirò lentamente fissandomi negli occhi.

-Devi stare tranquillo e sicuro come sempre. Non devi avere nessun tipo di paura, o ansia o preoccupazione. Soprattutto nessun tipo di preoccupazione. Ce la farai.-

Mi si avvicinò e indicò i miei capelli. -Si completamente te stesso ed esci da li vincitore. Sistemati i capelli però. Da quanto non lo fai?-

Alzai lo sguardo. Erano più lunghi del solito e parecchio trasandati.

La abbracciai - Grazie Vicky-

-Karen... chiamami Karen.- Era un po' irritata dal soprannome... avrei dovuto smetterla di chiamarla così.

Stavo per uscire.

-Spegnilo il telefono... ti potrebbe disturbare o farti distrarre.-

-A presto. Accetterò i tuoi consigli.-

 

 

 

 

Presi il telefono e, anche se non volevo, lo spensi.

 

Forse era meglio così.

 

 

 

--- TORRES POV ---

 

Quando seppe della notizia, diventò più rigido del solito.

 

Incominciò a dare ordini a raffica. Gli ultimi dipendenti che erano rimasti incominciarono a correre impazziti da una parte ad un'altra, per nascondersi. E di conseguenza Lightman incominciò ad arrabbiarsi anche peggio urlando anche insulti e cose varie.

 

Nascondersi infatti non era la scelta migliore. L'ufficio era per il 75% vuoto e certo non era comune vedere lo studio così tranquillo. E così iniziò a sbraitare ancora più forte nel suo microfono.

 

La Foster, poverina, entrò nel suo ufficio per calmarlo, ma la buttò fuori. Lei non ne fu molto contenta.

 

Per il fatto che aveva gridato "Idioti!" per non so quante volte decisi di non mettermi ancora l'auricolare. Se si sentiva così tanto senza auricolari, si poteva ben immaginare quanto si sentiva forte con essi.

 

-Io ci rinuncio.-

 

Uno dei dipendenti lasciò l'auricolare su un tavolino basso e si diresse verso l'uscita.

-Io non ci divento sordo.-

 

Io mi alzai. Presi l'auricolare e me lo misi in tasca.

Non potevamo lasciare oggetti del genere in giro. Poteva compromettere la missione...

 

... Missione...

 

Non capivo poi perché tutta questa determinazione, tutta questa ansia...

 

Eppure questo era un interrogatorio come un altro...

Forse faceva in questo modo perché non voleva farsi battere da lui... Era come se si sentisse sfidato.

 

Lightman era sempre stata una di quelle persone difficili da capire, che anche dopo anni di studio e di lavoro insieme, ti sarebbe sembrato sempre imprevedibile e differente.

 

Le urla terminarono. Mi girai.

 

Foster era riuscita a prendergli il microfono e si mise lei a prendere il comando. Lui uscì dal suo ufficio per riprendersi la sua attrezzatura. Riuscì a riaverla indietro solo dopo che tutti i dipendenti erano già tranquillizzati.

 

Qualcosa mi diceva che ci stavamo aspettando troppo.

 

Cioè... so che era bravo. Sicuramente non sarà stato facile mentire a tutte quelle persone e farle tutte cadere in questa bugia ma...

 

Lightman è Lightman.

 

Un altro punto a favore di Lightman era il fatto che, soprattutto negli ultimi anni, il sensitivo, prima di indovinare sbagliava almeno altre due volte.

 

Erano due le cose: Inesperienza, o un investigazione non metodica.

In questo modo anche se non avevi tutti gli indizi sarebbero sembrati colpevoli anche i poliziotti stessi.

 

Per finire subito questa situazione speravo nella prima ipotesi. Lightman era davvero insofferente e la cosa incominciava a farmi preoccupare.

 

Ma il tutto era stato sistemato e la calma era tornata, grazie alla Foster.

 

Mi misi l'auricolare.

 

Ora sentivo ben tre voci: Lightman, Foster e... "il siero della verità". Avrei dovuto cercare di non ascoltarli troppo. Mi avrebbero distratto parecchio.

 

Presi lo specchietto nella mia borsa, e mi sistemai l'ultimo filo di trucco. Cal mi aveva detto che se qualcosa sarebbe andata storta avrei potuto giocare la carta della seduzione. Io all'inizio mi ero messa a ridere. Lui forse non era fidanzato attualmente ma conosceva quella ragazza da non so quanto tempo. Non avrebbe mai funzionato.

 

E poi era passato troppo poco tempo. Dopo alcune visioni di video o foto tutti avevano chiarito la loro conoscenza sentimentale di Shawn. Tutti tranne Lightman.

 

 

 

-E questo...- "click!" -...era l'ultimo video disponibile.-

 

Locker chiuse l'ultimo video e spostò tutti i framecapture(1) importanti nella cartella di Shawn sul Pc.

 

-Wow... l'ultimo video è stato davvero imbarazzante...- Disse Locker.

-Mah... io non direi... Quello davvero imbarazzante è stato il secondo video...-

 

-Perché tesoro?- Lightman si avvicinò a lei. -Non ti piacerebbe pensare che tutto il mondo sa di che UOMO hai affianco?(2)-

Lei gli mise il braccio intorno al collo e lo avvicinò a se. -Mi sbaglio o hai sottolineato la parola uomo?-

-Certo. Ora rispondi.-

Lei si staccò quando vide sia Locker sia me leggermente imbarazzati.

-Si ma... di certo in un modo più discreto!-

-Non è stato discreto? Ha usato una similitudine!-

-Che dici? L'avrebbero capita anche dei bambini di 6 anni.-

Intervenne Locker -È una metafora comunque...-

-Tu non correggermi!-

 

-Beh e comunque non parlerei di certo in televisione di cose così intime.-

-Fatto sta che ora so che lo batto nel numero di volte alla settima-aaauch!-

Lei aveva cercato di evitare, ma la gomitata era arrivata tardi e avevamo sentito tutto...

 

Io e Eli... ehm... Locker, rimanemmo impassibili... non sorpresi, quello no... ma imbarazzati ecco.

Fui io a schiarirmi la voce...

-Torniamo al motivo per cui siamo qui?-

 

Dopo aver revisionato alcune foto e alcune framecapture, ritornammo “normali”.

 

-Allora? Tesoro, mi vuoi dare il suo profilo si o no?-

-Awwww!-

 

Tutti noi ci girammo verso di lei.

-Eh?!-

-Non lo vedete? La ama così tanto... è incredibile il cambiamento che c'è stato nel tempo, ma posso assicurare che nulla e in nessun modo la potrebbe tradire.-

-Eh?-

-Awww! ...-

 

-Gillian?-

Lei era ancora decisa a vedere queste foto. Era quasi commossa.

-Il loro amore è così visibile che si percepisce anche solo da una foto...-

 

-Eh-ehm!-

A questo punto si girò verso Lightman.

-Sei sicura?-

-Certo!-

-Ma io non credo… Nessun uomo sa resistere al fascino femminile.-

-Che vorresti dire?-

-…-

-Allora?-

-A me serve il piano B! E sarà come dico io… te lo assicuro.-

-Si certo…-

Io e Locker dicemmo anche la nostra opinione: che concordavano con la Foster.

-Tanto che vi pensate? Io il piano l’ho già fatto. Tu incominci a fare amicizia con lui. Gli fai le domande e poi se ti chiede il perché… PIANO B!!-

Ci guardammo tutti negli occhi. –Lei chi??-

 

-Mi sembra chiaro. Lia. E’ perfetta per la parte.-

-Io?-

Intervenne Foster –Senza offesa, ma non credo proprio. Ho visto il suo profilo. Forse una volta sarebbe stato al gioco, ma ora… E poi se proprio dovresti, beh IO sarei perfetta.-

-Ah, io non te lo permetto.-

Locker –Ma è l’unico modo, lei ha delle espressioni molto simili alla detective, ora hanno lo stesso taglio di capelli. E’ perfetto.-

-Infatti, proprio quello che volevo dire io. Cal, è meglio così. E poi non la vede da molto tempo… potrebbe avere un crollo e aprirsi a me senza nessun pregiudizio. Così finiamo prima la faccenda, lo aiutiamo a recuperare la sua vita, e non vederlo mai più.-

-Non credo proprio.-

-Sei geloso!-

-No! Hai solo torto. Mandiamo Ria.-

Locker –Non abbiamo nemmeno sentito il suo parere. Mi pare giusto!-

-Vedi, tesoro? Anche l’idiota conferma.-

-Ma io ero sarcastico…- Lui abbassò la testa per l’ennesimo insulto.

-Cal- Foster si avvicinò e indirizzò il suo sguardo nei suoi occhi. –Io sono una psicologa. Riesco a capire meglio i suoi pensieri. Dammi retta. E’ inutile e poi…-

 

 

Ma non c’era stato verso di convincerlo…

E con quel "e poi" sapevo bene cosa intendeva.

 

Beh, non sono mai stata con un tipo come lui. Ho sempre preferito uomini forti… sicuri di se e molto seri e passionali.

Lui era l’opposto, o almeno si mostrava come questo opposto.

 

Foster lo aveva descritto come un falso idiota e un falso grande narcisista. In realtà Shawn era un uomo non ancora cresciuto con un grande cuore estremamente intelligente e maturo, che rischiava la sua vita per gli altri. Quello che mostrava era solo una maschera. Come se si vergognasse del vero lui. Uno che si nasconde dietro le battute e gli scherzi. In qualche modo rendeva la vita più divertente e più piacevole ai suoi amici anche quando la vita non lo era così tanto.

 

Non era sincero quindi ne con se stesso ne sicuramente con gli altri, e questo lo rendeva tanto misterioso quanto affascinante... E sicuramente questo lo aiutava a mentire e a non farselo pesare troppo.

 

Mi piaceva questo aspetto di lui, e per questo mi incuriosiva molto. Ecco perché non si fidava... era riuscita a capire i miei pensieri.

 

Era una psicologa dopotutto.

 

E poi non era mica brutto......... anzi...

 

/* Cal: TORREEEEESSSSS!!!! Giratiiii! *

/* Gill: Cal non urlare! *

 

-Sembrano parecchi interessanti questi pensieri... Posso ascoltarli un po'?-

 

Quel tono scherzoso...

-Uh?- Mi girai e...

 

Aveva la sua solita camicia aperta e una maglietta nera sotto. Le maniche arrotolate facevano vedere le sue braccia che teneva sui fianchi e come scarpe aveva le sue fedeli Nike. Questo modello era nuovo però... non c'era in nessuna foto.

 

Shawn era entrato e non lo avevo notato. Le orecchie mi facevano parecchio male quindi intuii che Lightman mi aveva urlato parecchio nelle orecchie.

 

- ah... beh... che... ehm...-

Non sapevo che chiedergli... che dire... mi aveva sorpreso.

 

/* Cal: Che non sai più parlare? *

/* Gill: Te l'avevo detto Cal... E' troppo coinvolta *

/* Eli: Cosa? In che senso coinvolta? *

/* Cal: Tu ascolta in silenzio. *

 

- Beh... Posso darti del tu vero?-

- Eh... Si, certo.-

- Beh, ah... Lavori qui?-

 

Deglutii. Si sedette vicino a me.

 

/* Cal: Vuoi rispondere!? *

-No... Sono una cliente.-

-Per me è la prima volta qui... in realtà mi hanno convocato qui.- Si girò intorno. -Bello qua... anche se metterei qualche videogioco per l'attesa. Mah... Me lo ero immaginato più affollato l'ufficio... Eppure sono famosissimi... E qui fuori c'è molta gente poi...-

 

/* Cal: Dove cavolo è Sarchey? Gli avevo detto di stare li! *

 

-Ehm!-

 

Ci girammo entrambi alla nostra sinistra. Sarchey era più impacciato del solito... Notai che aveva un pezzo della canottiera che gli usciva da sotto la maglietta...

 

-E' lei il signor Spencer?-

-Si, salve. Quando è il mio turno?-

-Tra un po'. Dobbiamo effettuare solo gli ultimi...-

/* Cal: Preparativi. *

-...Preparativi. La chiamerò io personalmente.-

 

Prima di andarsene mi mandò un cenno che per poco non lo notavo. Era stato davvero discreto. Mi stava aiutando.

 

-Io...-

 

Shawn aveva alzato la mano alla tempia. Dovevo ricordarmi di sorprendermi. In teoria non avrei dovuto ne conoscere le sue abitudini ne le sue abilità.

 

-... sento che conosci già quel tipo. Dico bene?- Feci una faccia come per dire “Ohhhh ma come fai a saperlo?”

-Si io... sono una cliente...-

/* Cal: Abituale. Abituale! *

/* Gill: Non puoi dire abituale! *

-Diciamo che sono costretta a venirci spesso.-

-Scusa per la domanda... ma... che è successo?-

/* Cal: Fratello! *

-Beh... non posso fidarmi di mio fratello... ha dei...-

 

Dall'altra parte silenzio.

 

-...problemi con...-

/* Cal: Droga! *

-Il gioco d'azzardo. In particolare il poker. Non smette di giocarci nemmeno dopo la richiesta della moglie.-

 

/* Gill: Ahahaha!! *

/* Cal: L'ho capita la frecciatina... *

 

-Il poker...-

-Ci giochi?-

-Io non gioco, io vinco!-

 

/* Cal: Fa lo sbruffone... Vediamo poi chi vince... *

/* Gill: Cal!! *

 

-Dovresti fare una partita con un mio amico. È davvero bravo.-

-Nah. Non ci gioco da quanto? ... 7... no, 6 anni, per un caso.-

-Ma neanche una scommessa piccola? Anche 200 dollari...-

-No. Io non scommetto. Mai.-

 

/* Cal: È solo un pivello. Prima di salutarci lo sfiderò. *

/* Gill: Cal! Dovresti smetterla! L'altro giorno hai spennato l'ultimo stipendio di Locker! *

/* Cal: Io gioco, io decido. *

 

-Come mai?-

-Beh, sono figlio di un poliziotto. Un giorno era in ritardo e allora mi fermai a parlare con gli altri poliziotti... Loro stavano giocando a poker. Io mi misi a guardarli,  ed imparai le regole... Poi qualche giorno dopo mi beccò durante una partita... E beh... mi sgridò parecchio. Mi sequestrò anche tutti i soldi guadagnati.-

 

-...-

-...-

 

Non sapevo cosa chiedergli... e lui lo stesso.

 

/* Cal: Dai dì qualcosa! *

 

- Ma, invece perché sei qui?-

-Beh, qualcuno non crede ai miei poteri.-

 

Si guardò intorno e si alzò un po' la camicia...

-Tu non senti caldo? Fa un po' caldo qui...- Si alzò e indicò un attacca abiti. -Vuoi che ti appendo anche il tuo?-

Mentre me lo toglievo ricordai dell'auricolare.

-Grazie ma non preoccuparti. Posso tenermelo sulle gambe.-

-Insisto. Tanto devo appendere anche il mio.-

 

Ero un po' perplessa.

Lui allungò le mani e iniziò a togliermi il giubbotto.

 

Fece tre passi e appese prima il suo e poi il mio, poi si guardò e si sedette ancora vicino a me.

-Ci voleva tanto?- Mi sorrise.

 

/* Cal: Ci voleva tanto? Potevi far saltare tutto. *

/* Gill: Ma non hai visto che per la seconda volta ha guardato nelle telecamere? Secondo me l'ha già scoperta da un pezzo. *

/* Cal: Non è possibile. Le telecamere sono nascoste e poi si stava solo guardando intorno. È normali quando aspetti ad un appuntamento. *

/* Eli: Tieni le mani apposto! *

 

Mi ero distratta un po'. Mi girai a destra e sentii la sua mano sopra la mia. Me la stava riscaldando.

-Ti ho chiesto: stai bene? Sei molto fredda. Se vuoi ti abbraccio.-

 

/* Eli: Sto... *

/* Cal: Ve l'ho detto che ci avrebbe provato. *

/* Gill: Io... sono... confusa... *

 

Si alzò e mi tirò a se...

Il mio cuore faceva brutti scherzi... Sentire il suo sul mio me lo faceva accelerare...

Non me l'aspettavo. Tutto quello che aveva fatto era insolito...

 

Quasi calcolato...

 

Nelle mie orecchie sentivo il suo respiro da una parte e da un altra Lightman e Foster che cercavano di calmare Eli...

Era da un po' che i suoi sentimenti per me stavano uscendo fuori... Poi con la sua "verità radicale" era molto semplice farlo. Io invece non avevo intenzione di rovinare la nostra amicizia... e poi eravamo colleghi...

 

Vabbè, come scusa non era la migliore.

 

-Lo sapevo.-

 

Riaprii gli occhi (non mi ero nemmeno accorta di averli chiusi) e notai che stava guardando qualcosa nella sua mano.

Mi accorsi che quello che era nella sua mano era il mio auricolare che in effetti non era più nel mio orecchio.

 

Lui si voltò verso una microcamera.

-Venite fuori... Sto iniziando ad avere fame... Mi volete finalmente interrogare come si deve?-

 

 

--- LIGHTMAN POV ---

 

Fame…

 

Appena lo disse lo portarono nel cubo (come gli avevo precedentemente chiesto) e una assistente di cui non ricordavo il nome, scappò via al bar al piano di sotto.

Perché tutta questa fretta??

Non avevano mai così tanto entusiasmo quando glielo chiedevo io…

 

Andai nell’atrio. Li mi aspettavano Gillian e quell’incompetente di Torres…

Mi avvicinai ancora un po’ e vidi la faccia di Gillian: era un misto di “Te l’avevo detto” e “Hai perso”.

 

Mi girai verso di lei. –Non dire niente.-
Poi verso la pivella –Vai di la a guardare come si fa. Prendi appunti.-

-Che!?-

-Dammi la roba.-

Posi la mano. Mi diede i due auricolari e il microfono spia.

 

Andai di la e la mia donna mi segui.

-Che c’è?-

Mi avvicinai all’armadietto e misi a posto l’attrezzatura. Quando mi girai per andare verso il cubo due braccia mi si avvolsero attorno al collo e la “proprietaria” mi fissò.

Conoscevo bene quello sguardo.

-Che vuoi da me... … … psicologa?-  A questo lei fece un micro-sorrisetto di conferma che riuscii a malapena a vedere per la sua vicinanza. Portò una mano sul mio petto, proprio sul cuore, mentre con l’altra si spinse ancora più vicina e continuò a fissarmi.

 

Ci conoscevamo da decenni ormai, eppure ogni tanto quando stava così vicina a me e non sapevo il perché, riuscivo a sentire emozioni fortissime… come quelle che provavo quando non eravamo ancora insieme. E poi se lo faceva per studiarmi questo non faceva che aumentare la frequenza dei miei battiti.

Cercai di rimanere serio…

 

Cercai…
-EhmmCheeee… c’è?-
-Perché tutta questa competizione? Anche contro di me. Contro di tutti!-
-Mnnmm… e… ok.-
-Non è ok!-

-Non ho niente veramente.-

-Sei geloso!-

-Non lo sono…-

-Non mi sembri convinto.-

“come evito questo discorso?!”

“…”

“…”

“!”

Mi buttai a pesce e la baciai.

Lei era evidentemente sorpresa e rimase immobile.

Era abbastanza restia a baciarmi, ma dopo un po’ iniziò a contraccambiare.

Stava diventando abbastanza passionale (pure troppo), quindi la spinsi un po’ indietro e me ne andai nel mio ufficio.

-Ehi! Non puoi andartene così!-

Dovevo prendermi la giacca prima di entrare nel cubo. Fa’ più autoritario.

 

Dietro di me vidi una Gillian abbastanza delusa, ma se ne andò in bagno.

 

In ufficio, era tutto in ordine come sempre.

Presi la giacca dalla sedia e me la infilai.

Presi il telefono dalla giacca per controllare le chiamate o i messaggi arrivati ma vidi il mio riflesso e notai che ero sporco di rossetto. Uscii di corsa e per questo inciampai.

Mi aiutai al manico della porta ad alzarmi e notai che ero caduto nello stesso punto di due giorni prima…

Sul pavimento di parquet bianco (Gillian aveva deciso di prenderlo bianco per svecchiare gli uffici) notai una scheggiatura anche parecchio profonda.  Non ricordavo di averla notata prima… Forse si era provocata dalla mia caduta precedente…. O forse in questo momento?

Comunque mi ricordai dell’anello… Sicuramente mancava qualcosa…

 

Andai al bagno e mi ripulii la faccia.

La mia stanchezza era parecchio evidente.

 

Lui non era mio nemico. Avevamo deciso di aiutarlo.

Anzi, io lo avevo fatto.

 

Mi sistemai la giacca e la camicia e con calma mi indirizzai verso il cubo.

 

 

 PSYCH-LIETOME-PSYCH-LIETOME-PSYCH-LIETOME-PSYCH-LIETOME-

 

-Grazie mille signorina! Stavo davvero morendo di fame.-

Gli avevamo portato un vero pranzo. Non sapevamo se aveva fatto o no colazione, ma da come mangiava avrei scommesso di no. Gli aveva portato un insalata, un panino e un dolce all’ananas. Aveva iniziato proprio dal dolce.-

-Nel vederlo mangiare fa tenerezza. Sembra un bambino.-

Gillian lo guardava davvero come se fosse suo figlio. La cosa mi fece ridere ma anche stranire allo stesso tempo.

-Grazie mille per il dolce! E’ fantastico!- Lanciò un pollice in su e sembrò rivolgersi alla mia destra. Guardai ed era proprio la persona che gli aveva portato tutto.

-Mi ha riconosciutooooooo!!!!!! Mi ha visto!!!!- Era entusiasta.

Tutti quanti erano straniti e sorpresi tranne me. Era sicuramente una coincidenza.

- NON E’ un sensitivo!- Dissi e mi diressi verso il cubo.

 

 

(1)=Ogni video è formato da molte immagini in movimento che si chiamano Frame. Il framecapture non è altro che prendere questo frame e trasformarla in immagine.

(2)= Episodio 6x12 – Nel doppiaggio italiano ho visto che la scena era molto esplicita. In inglese vi posso invece assicurare che non era così.

 

A/N: Spero che vi sia piaciuto e vi ricordo di recensire.


Le recensioni sono come gli ananas;

quando li vedi sei contenta e questo ti spinge a cercarne altri.

 

   
 
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