Ciao! :)
Questo è il primo capitolo della mia Larry...Spero che vi piaccia!!
Per favore recensite per dirmi cosa ne pensate: fa schifo, dai continua eccetera eccetera :) 



-Per favore un altro!- mugugnai al barista chinando la testa.
- Giornata dura eh?-  Lentamente girai lo sguardo alla mia destra. Dall’alta parte del bancone c’era un ragazzo coi capelli rossi e la carnagione molto chiara. Erano le uniche cose che riuscii a focalizzare.  Feci un cenno con la testa, ma mi pentii subito di quel movimento così veloce e strizzai gli occhi. –Già!- seguito da un sospiro.
Il barista poggiò un nuovo bicchiere davanti a me, non mi ricordo cosa c’era dentro ma tanto valeva. Ormai nulla importava, arrivato a questo punto.
–Alla salute!- Portai il bicchiere in alto rivolgendomi a quel tizio. Lui fece lo stesso con il suo e bevemmo tutto d’un sorso.
Il rosso si alzò e si sedette nello sgabello a fianco al mio.
-Ma io ti conosco!- mi scrutò lui.
-Non lo so, è probabile! Al momento non so nemmeno io chi sono!-  abbozzai un sorriso.
-Cosa può essere successo da far portare un bel faccino come il tuo in un locale a bere fino a tarda notte?-
-Bel faccino- ripetei con un tono più basso –Tante cose,sai? La mia vita è un casino-
Ormai ero fuso, non capivo niente.  Stavo parlando con uno sconosciuto.
-La vita di tutti è un casino- disse poggiandomi una mano sulla spalla come per rincuorarmi.
-No..Non puoi capire. Non puoi neanche lontanamente immaginare quello che devo affrontare ogni giorno. Non c’è solo un problema, è tutto collegato. Io non posso..-mi accorsi che stavo accelerando pronunciando una parola in seguito all’altra, quando il rosso mi bloccò –hey hey, calmati! C’entra una donna vero? C’entra sempre una donna! Ma non ci pensare, ormai sei qua!- poi si voltò verso il barista- Barista! Un altro drink per me e il mio amico!- Sfoderò un grande sorriso.
 –In un certo senso, si una donna-
-Ah! Lo sapevo! Ci riducono sempre a brandelli- affermò lui.
-Lascia stare. Tu… Invece perché sei qui?- chiesi per cambiare argomento.
-Io e la mia chitarra non stiamo molto bene nel nostro appartamento, se così si può nominare! Perciò meno tempo passo in quella catapecchia meglio sto-
-Hai un lavoro?-
-Ma certo! Lavoro in una caffetteria però mi piace suonare in strada, qualche gruzzoletto me lo guadagno!- sfoderò un sorriso mentre il barman ci serviva i due bicchieri.
-Sai che ti dico?-dissi prendendo in mano il bicchiere –La notte è giovane e senza pensieri, non devo pensare a niente e a nessuno!- mi sfogai con adrenalina, ma più che adrenalina era l’alcool.
-Ben detto! Salute!- I nostri bicchieri si toccarono e poi bevemmo ancora una volta tutto d’un fiato.
In quel momento si avvertì qualcuno entrare ma nessuno dei due ci fede caso.
-Amico sei forte! Come ti chiami?- chiesi.
-Ed, e tu? chiese lui.
-Io son..- Sentii una stretta l braccio e mi girai per vedere chi me lo stesse stringendo
-Oh cazzo!- esclamai.
-Ti stavo cercando dappertutto! Ma è possibile che vai a finire sempre in un bar?-
Paul si rivolse al barista: quanto è? Pago io per lui!-
-40 pound-
Ci stava mettendo un po’ troppo a cercare i soldi in tasca e tirò fuori 100 sterline e glieli lasciò sul bancone –Grazie, tenga il resto!-
-Andiamo!- ruggì tirandomi per il braccio.
Ed esclamò: Ci vediamo!- Riuscii solo a fargli un saluto con la mano che eravamo già fuori dal locale!-
Paul mi lasciò il braccio ma io non mi reggevo in piedi.
-Quanti ne hai bevuto?-
-Non lo so ma perché me lo chiedi! Smettila, vuoi farmi la ramanzina? Dimmelo almeno mi preparo mentalmente!-
-Andiamo muoviti!- paul tornò indietro di almeno 4 passi per raggiungermi e mi riprese per un braccio fino a rientrare in albergo. Mentre ci dirigevamo verso la hall mi sussurrò: cerca di stare dritto e sobrio! Non vorrai i giornalisti domani mattina vero?- Feci quello che mi chiese. Per lo meno lo credevo, finché l’uomo dietro il banco non chiese: di nuovo?-  Sembrava sinceramente dispiaciuto. Porse la chiave a Paul –La camera del signorino Styles, ecco a voi e buonanotte!- completò la frase con un sorriso di incoraggiamento.
Salimmo in ascensore, e pigiò il bottone per il terzo piano. C’erano altre due persone con noi. Due donne che avevano la puzza sotto il naso. Mi sentivo estremamente osservato.
Arrivammo al nostro piano e percorremmo l’andito per arrivare alla mia stanza: Quando la smetterà quel ragazzo di trattarti così!-
-Paul smettila, lui non ha fatto nulla!-
-Infatti, non fa nulla! Dato che è il tuo migliore amico dovrebbe impedirti di farti andare al bar e ubriacarti fino a non reggerti in piedi. Lo sa lui questo?-
-Non lo so- sospirai.
-Siamo arrivati- passò la chiave magnetica e aprì la porta, spingendomi dentro e augurandomi la buonanotte.
-Buonanotte piccolino, fatti una doccia e vai a dormire!-
-Signor sì capitano! -Dissi mettendomi sull’attenti. Lui poggiò la chiave sul tavolo all’ingresso e chiuse la porta.
-Si, come no! Buonanotte..- dissi ironico.
Mi spogliai lasciando tutti i miei vestiti per terra nel frattempo che mi dirigevo verso il bagno. Chiusi le portine della doccia mentre l’acqua gelida mi bagnava il corpo.
Di una cosa ero sicuro, non avrei più sopportato questa situazione. Dovevo dirglielo, non volevo più fingere.