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Autore: shelly2010    15/10/2012    8 recensioni
Usagi è una psicologa infantile e lavora accanto a Mamoru, il suo migliore amico. La sua vita procede più o meno tranquillamente, fino a quando Seiya ritorna improvvisamente, sconvolgendola completamente. Perché Usagi nasconde un segreto e quando Seiya lo scoprirà, potrebbero iniziare i guai...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna serie
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Piccola premessa prima che iniziate a leggere. In questo capitolo salterò spesso da una coppia all’altra: per rendere più comprensibile il testo, metterò * * * all’inizio di ogni cambiamento di scena.
Auguro a tutte buona lettura. Ci rivedremo a fine capitolo.
 

 

_______________________________

 
Capitolo 6   -   Stessa mattina, ma a chilometri di distanza
 
 
L’orologio segnalava le 6.00 di mattina quando la porta della stanza di Fabiola si aprì lentamente e la ragazza uscì da essa cercando di fare il meno rumore possibile, trascinandosi dietro la valigia strapiena dei suoi effetti personali.
Procedendo molto lentamente, si avviò verso la porta d’ingresso. Nel fare ciò, passò davanti alla porta del salotto dove in quel momento Seiya stava dormendo e si fermò per un breve momento con lo sguardo molto triste; poi, con un sospiro, riprese il suo cammino fino all’entrata e, prima di uscire, si voltò indietro, abbracciando con lo sguardo tutto l’ambiente, per poi uscire definitivamente da quell’appartamento.
 

 

* * *

 
Il campanello che suonava insistentemente alla porta d’ingresso fece sobbalzare Usagi dal letto.
Il suo primo istinto fu quello di guardare la figlia per vedere se si fosse svegliata, ma la bambina continuava a dormire pacificamente: quando dormiva in quel modo, neanche le cannonate avrebbero svegliato Akiko.
Rassettando le coperte alla bambina, la quale in quel momento era sdraiata a pancia in giù e con la bocca leggermente aperta, si alzò controvoglia, sbuffando in direzione dello scocciatore inopportuno che l’aveva svegliata.
Non appena aprì la porta di casa, si trovò davanti Mamoru che, bello come il sole, le scoccò un sorriso smagliante, facendole vedere al contempo un sacchetto contenente delle brioches calde.
A quella vista Usagi fu presa da due emozioni contrastanti: sul principio il suo cuore prese a battere all’impazzata nel trovarsi davanti il ragazzo, mentre allo stesso tempo valutò lo stato disastroso con cui si era presentata alla porta, capelli completamente spettinati e una vestaglia appoggiata alla bell’e meglio sulla camicia da notte e che aveva visto giorni migliori, maledicendo il fatto di non essersi data una sistemata prima.
- Come fa Mamoru ad essere sempre così perfetto anche alle prime luci dell’alba? – pensò mentalmente un po’ stizzita, dicendo invece: - Mamo-chan… cosa ci fai qui a quest’ora? – gli chiese curiosa, facendosi nel frattempo da parte per farlo entrare in casa.
Passandole accanto, il ragazzo le sfiorò un braccio con luna mano, provocando in lei dei brividi lungo la schiena, che però stette ben attenta a non farli trasparire esternamente: quello non era il momento giusto per affrontare con lui quell’argomento, rimanendo però con la decisione di farlo prima o poi.
Nel frattempo Mamoru rispose alla sua domanda dicendo: - Stanotte ho pensato a quello che è accaduto ieri sera, perciò ho deciso che la soluzione migliore per te è parlare con Motoki.
- Motoki? – gli chiese confusamente lei, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare il ragazzo.
- Sì Motoki… il mio amico avvocato, ricordi che te ne avevo parlato? Lui potrebbe spiegarti quali sono i tuoi diritti dal punto di vista legale, e di conseguenza poi saprai come rispondere alle varie richieste che Seiya ti farà circa Akiko…
- Ma io non conosco questo tuo amico… non mi posso di certo presentare così all’improvviso a casa sua e pretendere che mi aiuti, ti pare? – protestò Usagi.
- Non ti preoccupare: gli ho già parlato e ci aspetta alla sua casa al mare… è per questo che sono qui a quest’ora… se partiamo subito, in un paio d’ore dovremmo essere lì.
- Ma la bambina sta ancora dormendo… mi dispiace svegliarla presto anche la domenica… - protestò nuovamente Usagi, interrotta però dalla porta che si aprì proprio in quel momento facendo comparire la bambina che strofinava con le manine gli occhi ancora pieni di sonno.
- Mamma… mi sono svegliata e non ti ho trovata… - poi, vedendo con chi stava parlando la donna, cacciò un urlo di gioia e si fiondò tra le braccia dell’uomo. – Ciao Mamoru!
- Ehi scricciolo! Allora… ti va di fare una gita al mare oggi? – chiese alla bambina prendendola in braccio.
- Sìììì!!!! – urlò Akiko felice.
- Visto? Anche tua figlia è d’accordo con me sul fatto che la scelta migliore è andare da Motoki – disse Mamoru rivolto ad Usagi con uno strano luccichio negli occhi che fece venire le farfalle nella pancia alla ragazza.
Cercando più che altro di darsi un contegno e non far trapelare troppo il suo turbamento, la ragazza si rivolse alla figlia e le disse in tono falsamente severo: - Allora se vuoi andare al mare, signorina, vai subito in cucina a mangiare la tua colazione e poi potrai metterti il costume…
La bambina non se lo fece ripetere due volte e corse dove la madre le aveva detto, lasciando Usagi e Mamoru momentaneamente da soli.
La biondina guardò l’amico con espressione piena di riconoscenza e, avvicinandosi a lui, gli mise la fronte sulla spalla dicendogli nel contempo: - Grazie… se non ci fossi tu non so proprio come farei… - guadagnandosi un abbraccio da parte dell’uomo, che le fece immediatamente accelerare i battiti del cuore. Alzando la testa, Usagi fece scontrare i suoi occhi azzurri con quelli blu di lui e, dopo un momento che parve interminabile, avvicinarono le teste, facendo sfiorare in questo modo le loro labbra.
Ma il momento magico durò poco, perché dalla cucina Akiko gridò: - Mamma! Io sono qui pronta, ma tu quando arrivi a prepararmi la colazione?
Sospirando lievemente a causa dell’interruzione della figlia, Usagi guardò Mamoru, il quale le rivolse un piccolo sorriso tenero; poi, insieme, si diressero verso la cucina.
 

 

* * *

 
Quella mattina Seiya si svegliò pieno di energia e pronto ad affrontare Fabiola e chiarirsi finalmente con lei.
Con un sorriso stampato sul viso, nonostante dentro di sé si sentisse molto agitato, Seiya varcò la soglia della cucina trovando seduti attorno al tavolo i suoi fratelli con Elisa e Clara, ma di Fabiola non c’era nemmeno l’ombra.
Immediatamente il sorriso scemò dal viso del ragazzo e guardando uno per uno gli occupanti della stanza con sguardo preoccupato, disse: - Sapete dov’è Fabiola? Ho assolutamente bisogno di parlarle…
Nessuno rispose alla sua domanda, ma Clara ed Elisa si guardarono in volto con espressione molto seria.
Il ragazzo captò immediatamente quello scambio di sguardi e, interpretandoli alla perfezione, le affrontò dicendo: - Voi due sapete dove è andata, non è vero? Ditemelo immediatamente!
- Con che diritto vieni qui a darci ordini, Seiya? Dovresti soltanto stare zitto tu, dopo il casino che hai combinato! – lo rimproverò Clara, fulminandolo con lo sguardo.
- Clara… fammi il piacere e stai zitta! Anche perché a nessuno interessa il tuo parere in questo momento: dimmi soltanto dov’è Fabiola e poi chiudi il becco! – le disse in tono brusco Seiya.
- Ehi… vediamo di calmare i toni, ok? – intervenne Yaten in difesa della sua fidanzata, guardando storto il fratello.
- Calmatevi un po’ tutti quanti qui dentro – disse Elisa, per poi rivolgersi a Seiya e dirgli in tono di sfida: - Vuoi sapere dove è andata Fabi? Ti accontento subito: è partita per tornare in Italia.
Il moro si freddò all’istante sul posto, cercando di convincersi di aver capito male: - In Italia?... Ma non è possibile: voi avete affittato l’appartamento… - per poi bloccarsi e dire: - Elena… è andata da lei, non è vero? – e, al segno affermativo delle due ragazze, si passò una mano tra i capelli e continuò: - C’era da aspettarselo… a che ora aveva l’aereo? Magari riusciamo a fermarla in tempo…
- Mi dispiace Seiya… ma questo noi non lo sappiamo – gli rispose Clara, tornata calma di colpo alla vista dell’espressione abbattuta dell’amico/cognato. – Ad un certo punto ieri sera è voluta rimanere da sola, e penso che l’aereo lo abbia prenotato in quel momento, perciò io ed Elisa non siamo a conoscenza del suo orario di partenza.
- Provo a chiamarla sul cellulare… magari riesco a fermarla in tempo – disse speranzoso lui, correndo in camera sua e tornando subito dopo con il telefono in mano e il numero di Fabiola già digitato. – No… ha il telefono spento… - disse subito dopo, lanciando il suo cellulare sul tavolo.
Yaten diede in silenzio una pacca sulle spalle al fratello in segno di sostegno morale: nessuno sapeva cosa dirgli in quel momento per sollevarlo un po’ di morale.
- Io le vado dietro – esclamò all’improvviso Seiya, facendo sobbalzare gli altri.
- Dove vai? Ma sei impazzito? – gli chiese Yaten sorpreso: quella storia stava diventando ridicola, con il fratello e Fabiola che si rincorrevano da un continente all’altro.
- Io non permetterò che la nostra storia finisca in questo modo… sono stato chiaro Yaten? – disse Seiya con uno sguardo che fece indietreggiare d’istinto il fratello.
- Va bene… va bene… però non scaldarti in questo modo! La mia era soltanto un’opinione personale – disse l’argenteo, cercando di farlo calmare.
- Un’opinione non richiesta, quindi di troppo – gli ribatté Seiya secco, per poi continuare: - Devo assolutamente trovare il primo volo per l’Italia… - e, detto questo, si allontanò, lasciando gli altri a guardarsi preoccupati.
 

 

* * *

 
- E questo è quanto: pensi che Usagi riuscirà ad evitare che il padre della bambina gliela porti via? – chiese Mamoru all’amico.
Erano giunti a casa di Motoki circa una mezz’oretta prima e Makoto, la moglie del biondo, aveva subito attirato Akiko con la promessa di mille giochi per permettere a loro di parlare con tranquillità.
Motoki camminava avanti e indietro per la stanza concentrato nei suoi pensieri, mettendo in agitazione Usagi. Dopo circa cinque minuti, l’uomo finalmente si fermò e disse: - Nel vedere com’è tranquilla e felice la bambina, non c’è da mettere in dubbio che Usagi sia una buona madre… il problema non è tanto questo, quanto che il padre non è stato avvertito della nascita della bambina…
- Ma io l’ho avvertito non appena ho scoperto di essere incinta! – replicò Usagi disperata. – O meglio… gli ho mandato innumerevoli messaggi, ma lui non mi ha mai risposto…
- Usako… a dir la verità Seiya ieri sera ha sostenuto di non aver mai ricevuto quei messaggi… - precisò Mamoru, convinto che in quel momento bisognava essere il più precisi possibili per sbrogliare quella matassa.
- Dunque… se ho capito bene: Usagi sostiene di aver tempestato di messaggi il padre della bambina e di non aver mai ricevuto da lui nessuna risposta, mentre lui dice che quei messaggi non li ha mai ricevuti, giusto? - chiese Motoki, e ad un cenno affermativo di entrambi disse: - Voi due non avete mai pensato all’ipotesi che entrambi abbiate ragione? – chiese il biondo all’improvviso.
- In che senso? Non riesco a capire… – disse Usagi perplessa.
- Vedi Usagi, io sono convinto che tu dica la verità quando sostieni di aver mandato quei messaggi per avvertire il padre di tua figlia, ma sto iniziando a pensare che anche lui non stia mentendo quando sostiene di non averli mai ricevuti… non avete mai pensato al fatto che, forse, qualcuno potrebbe aver fatto in modo che quei messaggi sparissero senza che il ragazzo li avesse mai visti? – chiese Motoki guardando prima l’uno e poi l’altra.
- Io però li ho mandati direttamente sul suo cellulare e sulla sua casella di posta elettronica, di conseguenza Seiya avrebbe dovuto riceverli di sicuro – insistette testarda la ragazza.
- Non è detto – la interruppe all’improvviso Mamoru serio. – Ti ricordi che ieri Seiya ha accennato ad un incidente ed a un suo periodo di degenza in ospedale? E se quei messaggi fossero arrivati esattamente in quel periodo e qualcun altro li ha ricevuti al posto suo?
- Sì… ma chi? Gli unici che eventualmente hanno accesso al cellulare e alla casella di posta elettronica di Seiya sono i suoi fratelli… - e, detto questo, la ragazza sbarrò gli occhi presa da un’idea improvvisa.
- Ti è venuto in mente qualcosa, vero? – chiese Motoki soddisfatto che la sua teoria si stesse rivelando esatta.
Usagi si limitò ad annuire con la testa e a dirgli: - Ai suoi fratelli non sono mai piaciuta un granché, e di questo non ne ho mai capito il motivo, visto che a loro non ho mai fatto niente di male… penso… anzi, credo… che potrebbe essere stato uno di loro due a farli sparire… se non addirittura entrambi.
I due ragazzi la guardarono soddisfatti per aver trovato una possibile risposta a quell’enigma, ma la biondina non si unì a loro, completamente persa nei suoi pensieri.
- Se quello che è venuto fuori questa mattina è esatto, io ho sempre incolpato Seiya per qualcosa di cui non ha la minima colpa, tenendolo così lontano da sua figlia per tutto questo tempo… come ho potuto essere così stupida? Eppure lo conoscevo meglio di chiunque altro: non dovevo arrendermi e continuare a insistere per avere una sua risposta. E adesso cosa succederà? Sicuramente lui in questo momento mi starà odiando nello stesso modo in cui io l’ho odiato in tutti questi anni… riusceremo mai a tornare quelli di una volta? – chiese temendo fortemente per il futuro.
 

 

* * *

 
L’aeroporto di Malpensa era gremito di gente che partivano o tornavano a casa.
Dopo aver recuperato il suo bagaglio, Fabiola si fece largo tra la folla guardando insistentemente a destra ed a sinistra, cercando con lo sguardo la sua amica, ma di Elena non si vedeva nemmeno l’ombra.
- Ma dove si sarà cacciata? Se fosse in ritardo sono sicura che mi avrebbe mandato un messaggio sul cellulare… - pensava, mentre nello stesso tempo continuava a guardarsi intorno.
All’improvviso una figura seduta su una panchina attirò la sua completa attenzione: incamminandosi lentamente verso di lei, ostentò un’espressione falsamente indifferente per poi dire, una volta giunta a destinazione: - Sempre con il naso sui libri, vero Elena? Mai una volta che ti becco a sfogliare una rivista scandalistica… sempre con quei mattoni da 3750 pagine in mano!
- Sei sempre la solita esagerata! E poi questo non è un “mattone”: è un romanzo giallo molto avvincente e tu, come al solito, mi hai interrotta sul più bello… - la rimbeccò l’altra, tirandole fuori la lingua.
- Non so proprio come fa a sopportarti quel sant’uomo di tuo marito! – le rispose Fabiola guardando in alto con espressione fintamente esasperata. – Davide ne deve avere di pazienza… io al suo posto sarei già scappata a gambe levate.
- E invece lui non scappa perché sa che non troverà mai una donna come me che lo sopporta in ogni sua paturnia! – sbuffò la bionda, per poi alzarsi e dirle: - Dai… ti perdono tutte le cattiverie perché so che in questo momento hai la testa altrove – rivolgendole un sorriso dolce, seguito da un abbraccio colmo di affetto.
Quello fu il colpo di grazia per Fabiola, la quale finalmente sfogò tutto il suo dolore tra le braccia dell’amica.
 

 

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Ed eccomi qua con un nuovo capitolo… cosa ne pensate? E’ un po’ triste, ve lo concedo, però da qui si è scoperto un indizio molto importante: i messaggi che Usagi ha mandato a Seiya, e che lui dice di non aver mai ricevuto, sono stati fatti sparire veramente dai fratelli del ragazzo? Per saperlo non vi resta che continuare a seguire questa storia! ^____^
Aspetto con ansia i vostri commenti, per me preziosi per scoprire se questa storia sta piacendo.
Un abbraccio
Shelly

 

   
 
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