Capitolo 15
Kaori si risvegliò dopo quelle che
dovevano essere delle ore a giudicare dal sole al tramonto. Alzandosi a sedere e
cercando di far chiarezza nella sua mente annebbiata, si accorse di essere
distesa su un letto e di non avere più i suoi vestiti, ad eccezione fatta per la
sua biancheria intima nera. Si guardò intorno. A parte la tenue luce che entrava
da una porta-finestra, la stanza era immersa nell’ombra. Da quel poco che
riusciva a vedere, si trovava in una camera da letto, molto grande e arredata
con gusto e ricercatezza.
-Ben svegliata, Kaori- disse
all’improvviso una voce proveniente da un angolo oscuro della stanza
Kaori sussultò, sorpresa. In quel
momento, la luce di una lampada si accede, rivelando la figura di un uomo seduto
su una poltrona nell’angolo a destra di fronte al letto.
-Chi è lei?- gli chiese lei
coprendosi quanto più poteva con il lenzuolo –E cosa ci faccio io qui?-
-Mi presento, il mio nome è Reiji
Sena. Per quanto riguarda il motivo per cui sei qui è semplice: mi servi per
attirare Ryo Saeba-
-Ryo? E che cosa volete da lui?-
Reiji si alzò e si avvicinò al
bordo del letto.
-Vuoi dire che il tuo amichetto non
ti ha parlato di me?- le prese il mento con una mano e lo alzò per incontrare i
suoi occhi –Dell’uomo che ha fatto uccidere tuo fratello?-
Gli occhi di Kaori si spalancarono
a quella rivelazione e il suo cuore fu attraversato da una fitta di dolore. No...Non può essere
vero...
-Lei sta mentendo- disse con voce
rotta –Mio fratello è morto in un incidente stradale-
Fu interrotta dalla risata
sarcastica di Reiji.
-Certo, questo è quello che tutti
hanno voluto farti credere. A quanto pare il tuo Saeba ti ha nascosto un bel po’
di cose, eh? Ma non preoccuparti, ci penserò io a consolarti a dovere...- fece
lui con uno sguardo lussurioso
Kaori gli allontanò in malo modo la
mano che le teneva il mento.
-Non osi toccarmi!-
-È inutile che ti scaldi tanto,
tesoro, perchè dovrai restare qui per un bel po’-
Detto questo, uscì dalla stanza
lasciando Kaori sola e spaventata.
L’ora di chiusura era passata ormai
da un pezzo e il Cat’s Eye era pressoché deserto...Ad eccezione di un uomo
seduto al bancone, le mani unite di fronte alla bocca, lo sguardo fisso di
fronte a se. Ma davanti a se non vedeva la lunga fila di bicchieri appoggiati ad
una mensola o la macchina per il caffé. Tutto ciò che vedeva erano due occhi splendidi occhi
nocciola e un luminoso sorriso.
Erano passate ore dalla scomparsa
di Kaori e Ryo, dopo aver setacciato la città e aver interrogato ogni singolo
informatore, si era recato al Cat’s Eye per chiedere aiuto ad Umibozu. Sapeva
che prima di diventare una guardia del corpo era stato nell’esercito e la sua
esperienza gli sarebbe potuta tornare molto utile. Aveva pensato di chiedere
l’aiuto anche di Mick, ma poi aveva scartato l’idea. Umibozu gli aveva detto che
l’americano era ancora molto provato dalla rottura con Kaori, perciò non gli
sembrava il caso di coinvolgerlo e di rischiare la sua vita.
L’unica cosa che rimaneva da fare
era aspettare la chiamata di quel Sena. Sapeva che avrebbe chiamato. Era Ryo
quello che voleva, Kaori era solo un’esca. Ma quello non lo preoccupava
minimamente. La sua vita non era nulla in confronto a quella della donna che
amava. Sperava solo che quel bastardo non l’avesse toccata nemmeno con un dito,
altrimenti lo avrebbe fatto a pezzi senza alcuna pietà.
Inoltre, con ogni probabilità,
Kaori in quel momento era già al corrente della verità su Makimura. E
sicuramente lo stava odiando per averle nascosto la verità. Ryo si passò
stancamente una mano tra i capelli. Questa volta probabilmente l’aveva persa per
sempre...
In quel momento, il suo cellulare
iniziò a suonare. Quando vide che sul display compariva un numero sconosciuto,
seppe istintivamente che si trattava di Sena.
-Sì?-
-Ryo Saeba, immagino- disse una
voce maschile
-Reiji Sena, immagino- gli fece
ironicamente il verso Ryo
-Bene, vedo che non c’è bisogno di
presentazioni...-
-Dov’è Kaori?-
-Sta bene, non preoccuparti. Ma sta
a te decidere per quanto ancora-
-Fammi indovinare, vuoi che venga
da te, vero?-
-Perspicace...Perchè non vieni a
trovarmi alla mia villa? Immagino tu sappia già dove si trova...-
-Sì, lo so- tagliò corto Ryo
-Le cose che ho sentito dire su di
te non erano fantasia, allora. Ti aspetto fra due ore-
-Se quando arrivo hai toccato Kaori
anche solo con un dito ti ammazzo senza pietà, mi hai capito?-
-Non vedo l’ora che tu ci provi-
rispose Reiji prima di attaccare
Ryo chiuse il cellulare con un
gesto secco. In quel momento, la porta che dava sul retro del bar si aprì e
Umibozu fece la sua comparsa.
-Era lui, vero?- chiese a Ryo
-Sì-
-Allora vieni con me. Avremo
bisogno di rifornimenti-
Umibozu lo condusse nel
sotterraneo, dove teneva la sua armeria. Ryo estrasse la sua Magnum 357 Colt
Python e la caricò, prendendo poi con se un gran numero di munizioni e un
pugnale.
-Tutto qui?- gli chiese Umibozu
-Lui invece aveva preso un piccolo
arsenale: fucili, pistole, un bazooka...
-Preferisco restare leggero- gli
rispose Ryo ironico
Quando furono entrambi pronti,
caricarono tutto sulla Jeep di Umibozu e partirono alla volta della villa di
Reiji Sena.
Kaori non aveva smesso un momento
di pensare a quello che le aveva detto Reiji. Hideyuki... Assassinato...E Ryo
sapeva tutto. Sentì le lacrime premere sui suoi occhi per uscire, ma fece di
tutto per ricacciarle indietro. Finché non avesse parlato con Ryo, non avrebbe
creduto ad una sola parola. Tuttavia, aveva l’impressione che Reiji non le
avesse mentito...Il fatto che suo fratello fosse stato ucciso perchè stava
indagando su quell’organizzazione spiegava perchè Ryo si comportava in modo così
strano quando si toccava quell’argomento. Eppure, non poteva credere che lui le
avesse nascosto una cosa del genere...
Con un sospiro, appoggiò la fronte
al vetro della porta-finestra. Aveva cercato un modo per uscire di lì, ma era
impossibile. La porta era ovviamente chiusa a chiave e sicuramente c’era una
guardia fuori, la porta-finestra che dava sul balcone era aperta, ma si trovava
al secondo piano e il cortile, illuminato da alcuni fari, era pieno di guardie
armate. Senza contare che Kaori era vestita solo della sua biancheria e di una
corta vestaglia in stile kimono rossa con disegni neri, l’unico indumento che
aveva trovato in quella camera. I suoi vestiti sembravano misteriosamente
spariti. Maledizione, voglio andarmene di
qui!
Aveva appena formulato quel
pensiero, quando la porta di aprì e Reiji Sena fece il suo ingresso.
-Buonasera,
Kaori-
-Quanto tempo dovrò restare qui? E,
soprattutto, dove sono i miei vestiti?- replicò Kaori dura cercando di non
fargli capire il timore che quell’uomo le incuteva
-Oh, ma quante domande!- fece Reiji
ironico –La durata della tua permanenza dipende da Saeba. E per quanto riguarda
i tuoi vestiti...Non credo che ne avrai bisogno- concluse con sguardo voglioso
L’uomo cominciò ad avvicinarsi e
Kaori sentì un brivido di paura attraversarle la schiena. Non vorrà... Indietreggiò fino a
ritrovarsi con la schiena contro la parete nell’angolo tra la porta-finestra e
il letto.
-Cosa vuoi? Non avvicinarti!- gli
intimò
Reiji non si fermò.
-È inutile che fai tanto la
preziosa. Adesso tu mi appartieni, sei una mia proprietà, farò di te ciò che
voglio finché ne avrò voglia- disse prendendole il viso con una mano e
avvicinandolo al suo
-Non osare toccarmi!- Kaori scostò
la mano di lui con un gesto brusco
Per tutta risposta, Reiji le
afferrò i polsi e glieli bloccò contro il muro, sopra la testa. Poi, la baciò
con violenza. Kaori tentò di sottrarsi con tutte le sue forze alla sua presa, ma
inutilmente. Nonostante lei, grazie alla kick-boxing, non fosse affatto debole,
Reiji restava un avversario fuori della sua portata. Tentò con un calcio
all’inguine, ma lui agilmente riuscì a bloccarlo. L’ira deformò i tratti del suo
viso prima che la colpisse con un forte schiaffo. Sempre tenendola per i polsi,
la spinse sul letto e la sovrastò con il suo corpo.
-Hai due possibilità, Kaori: puoi
rendere la tua permanenza qui gradevole o sgradevole...- le soffiò vicino al
viso –Per te, ovviamente, perchè io mi divertirò in ogni caso. Se continui a
ribellarti, io diventerò molto crudele, ti avverto-
-Se credi che io ti lasci mettermi
le mani addosso senza fare nulla, ti sbagli di grosso- rispose Kaori con sguardo
di sfida
-L’hai voluto tu-
Tenendole ferme le braccia con una
mano, le aprì la vestaglia con un gesto secco, iniziando ad accarezzarla senza
alcuna delicatezza, mentre affondava il viso nel suo collo e lo percorreva con
le labbra.
-Smettila! Lasciami!- gridò lei
dimenandosi
Per quanto prima avesse cercato di
fare la dura, dentro stava morendo di paura. Stava vivendo un incubo da cui
sapeva non c’era risveglio.
-No...smettila...-
Le lacrime che finora aveva
disperatamente tentato di frenare cominciarono a scendere dai suoi occhi.
-Te l’ho già detto, Kaori, tu ora
mi appartieni e, finché non mi sarò stancato, farò di te ciò che voglio-
Detto ciò, le prese nuovamente le
labbra.
In quel momento, bussarono alla
porta e Reiji si staccò da lei, imprecando.
-Cosa c’è?- chiese seccato
La porta si aprì e una guardia fece
un passo nella stanza.
-Mi dispiace disturbarla, signore,
ma Saeba è qui- disse questo
Kaori chiuse gli occhi con un
sospiro di sollievo. Ryo era lì. Era venuto a salvarla.
-Maledizione, è arrivato prima del
previsto!- abbassò lo sguardo su Kaori –Non importa, continueremo dopo, tesoro-
-Io non ci conterei, se fossi in
te- replicò lei ritrovando il suo coraggio
Ora che sapeva che Ryo era
arrivato, che era venuto lì per lei, sentiva che tutto sarebbe andato bene.