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Autore: anonimaG    15/10/2012    4 recensioni
Avete presente come si sono formati gli SHINee?
Dimenticate tutto, pensate agli SHINee come un gruppo che non c'è, che ancora deve nascere.
Gli SHINee come quei cinque ragazzi che vogliono realizzare i loro sogni.
Quei sogni che, quando possono finalmente incontrarsi, diventano uno solo.
Pensate gli SHINee, e ad una nuova storia.
Scusate, mi sono divertita a creare una mia versione, naturalmente è tutta fantasia! Spero vi piaccia davvero... E mi raccomando, ditemi cosa ne pensate! ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Minho

    C’è una leggenda giapponese che dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati, il nostro grande amore, la nostra anima gemella. Seguendo questo filo, si potrà trovare la persona che ne porta l'altra estremità ...
Le anime così unite, prima o poi, nel corso della loro vita, sono destinate ad incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare prima che ciò avvenga, le circostanze o le distanze che le separano: il filo non si spezzerà mai, nessun evento o azione potrà impedire loro di ritrovarsi, conoscersi, innamorarsi. Non si può sfuggire al destino...
 
   Taemin si era messo la divisa da lavoro, aveva cominciato da qualche minuto a fare il cameriere che già era confuso.
Si guardava intorno, sentendosi fuori posto, non sapeva nemmeno da dove cominciare e si chiedeva anche perché l’avevano preso.
Ad un certo punto ricevette uno spintone da un ragazzo dai capelli neri, più alto di lui e poco, poco più grande.
Questo gli ricordava molto le scuole superiori, in cui tutti continuavano a dargli fastidio e lui non faceva altro che essere vittima di bullismo.
Di scatto socchiuse gli occhi, e porto un braccio davanti al viso.
-Yaaah, cosa stai facendo?-. Il ragazzo dai capelli scuri lo guardava senza capire, con un foglietto in mano.
Min aprì gli occhi e per qualche secondo si sentì un po’ idiota ad aver pensato che qualcuno lo stesse attaccando.
-Ti hanno rubato la lingua?-. Continuò il ragazzo, scrutandolo da cima a fondo.
Taemin scosse la testa e inghiottì saliva, stando sempre zitto.
A quel punto l’altro sbuffò e il biondo si prese coraggio:-C-ciao?-. Chiese quasi, senza sapere che rispondere.
-Ciao? Ma stai scherzando, vero? Yaaah, stiamo lavorando, tieni!-. Gli tirò la lista delle ordinazioni che l’altro prese al volo:-Portala a Chongmin, lo chef, in cucina!
Non se lo fece ripetere e corse ai suoi ordini, sentendosi almeno un po’ più utile.
Quando tornò indietro decise di fare come il ragazzo dai capelli scuri che prendeva ordinazioni e portava i piatti a tavola.
Però si sentiva un po’… Strano.
Aveva come la sensazione che quel ragazzo lo odiasse, continuava a mandargli occhiatacce tutto il tempo o a ripetere “yaah” senza una motivazione precisa.
Quella giornata era sicuramente pesante, come immaginava anche le altre da ora in poi, e sperava vivamente di avere turni differenti da quelli del cameriere che non faceva altro che guardarlo male.
-Minho!-. Chiamò lo chef dalla cucina, con una tale aggressività che fece sussultare il giovane.
A quanto pare, quel cameriere antipatico, si chiamava Minho.
“Chongmin, Minho….” Si ripeteva il biondo nella sua testa, cercando di memorizzare i nomi.
Quanto avrebbe voluto Onew in quel momento, al suo fianco, a non farlo scoraggiare ulteriormente.
Ma ogni volta che cercava di pensare a Onew, come se potesse leggerlo nel pensiero, Minho passava e con un altro dei suoi “Yah!” lo tirava sull’attenti per farlo continuare a lavorare.
Aah… Lo stava odiando davvero.
    Finito il turno di lavoro, Taemin andò a cambiarsi, cercando di fare in fretta per non incontrare di nuovo Minho.
Una volta fuori dal ristorante, però, si soffermò a leggere un annuncio in cui un ragazzo stava cercando un coinquilino con cui condividere le spese dell’affitto.
Sembrava perfetto, non costava molto, un normale appartamento con due stanze da letto, due bagni e…. No, troppo lontano per lui.
Si voltò, sospirando.
-Cerco un coinquilino-. Urlò quasi Minho, che stava davanti a Taemin.
Il biondò sgranò gli occhi, non sapeva se essere scocciato, sorpreso, ringraziarlo o evitarlo.
Decise quest’ultima, ne aveva abbastanza di quel ragazzo dai capelli scuri, così, senza dire nulla, si voltò dall’altra parte e iniziò a camminare verso casa.
-Mi ignori?-. Rispose il ragazzo che era stato lasciato in asso davanti al ristorante.
Tae fece spallucce, continuando a camminare.
-Ragazzino impertinente, mi stai ignorando!-. Insistette il ragazzo, seguendolo verso la strada di casa.
-Forse.
-Forse? Non esiste un forse, porta rispetto per il tuo hyung!
-Hyung?-. Si voltò verso di lui, inarcando il sopracciglio:-Cosa ti dice che sei più grande di me?
-Il tuo viso, il tuo corpo, le tue mani-. Gli prese la mano e gli fece notare la differenza con la sua.
-M-ma… Cosa c’entra!-. Tae tirò subito indietro la mano, arrossendo:-Lasciami in pace-. E si voltò dalla parte opposta da casa sua, sperando che non continuasse a seguirlo.
Ma così non fu.
Anche Minho si voltò e gli camminò dietro.
-Ma cosa vuoi?!-. Sbottò innervosito Taemin, camminando più veloce:-Sei un pervertito? Cosa sei?!
-Sto cercando un coinquilino.
-Yaah, io sto tanto bene a casa mia-. Sbuffò l’altro.
-Si, anche io, ma non arrivo a pagare tutte le spese dell’affitto.
-Hai mai provato ad appendere qualche annuncio? Cosa ti dice che io sto cercando una casa?
-Perché è così, stavi guardando un annuncio!-. Insistette l’altro:-E’ ancora giorno, la casa è qua vicino, e se te la faccio vedere cambierai sicuramente idea. Ti chiami Taemin, vero?
Il ragazzo voleva voltarsi e mandarlo letteralmente a quel paese, quando inciampò e venne preso alla svelta per l’avambraccio da Minho.
-Si, mi chiamo Taemin…-. Rispose, sentendosi inspiegabilmente più calmo a quella presa.
L’altro gli lasciò l’avambraccio e si strusciò la mano sulla maglia, per poi passarla tra i capelli.
-Perfetto, vieni a vedere la casa e poi mi dici se vuoi condividere le spese dell’affitto-. Sorrise soddisfatto, dirigendosi verso la macchina:-Vieni, ti accompagno io.
Il biondino annuì ed entrò subito in macchina, continuando a fissare Minho in silenzio.
Anche l’altro si sentiva osservato, tant’è vero che con la coda dell’occhio cercava di capire l’espressione del ragazzo, cercando di guidare normalmente.
  
    Passò poco tempo dentro quella casa, che Taemin trovava un non so ché di accogliente; cucina abbastanza grande che comprende il salone, minicorridoio, due stanze, tra cui quella che avrebbe dovuto occupare, e il bagno.
Una descrizione di ogni appartamento normale, ma che di certo lo convinceva molto sulla sua scelta di andare a vivere in un posto diverso, che non fosse lo stesso tetto che condivideva con i suoi genitori.
Aveva discusso con Minho sull’affitto, certo, basso non era, ma se avrebbero fatto a metà, ce l’avrebbero potuta fare fino la fine del mese.
Minho si sentì quasi in debito con Taemin, per averlo portato fin là, così che lo riportò anche a casa.
-Sei di poche parole-. Commentò in macchina, ridendo:-E sei strano.
-Nh, quello strano sei tu…-. Si lamentò, facendo qualche smorfia, il piccoletto.
-Che vorresti dire?
-Sei antipatico al lavoro, stalkeri la gente e poi cerchi anche di fare il simpatico.
-Beh, almeno io parlo e rispondo, quando mi chiedono qualcosa-. Rispose, tirando fuori la lingua e facendo la pernacchia.
-Non perdo tempo con gli idioti…-. Sospirò, voltandosi a guardare fuori dal finestrino.
-Sono un idiota?-. Frenò di colpo Minho, visto che era arrivato a destinazione.
-Mi vorresti dire che non te lo sei mai chiesto? Mi sorprendi, davvero-. Finse una faccia sorpresa il giovane, uscendo dall’auto.
-Domani te la faccio pagare al lavoro, fidati!-. Sbraito Minho, andandosene senza nemmeno salutare.
Taemin scoppiò a ridere, anche se trovava la situazione tragica.
“Ho a che fare con un idiota, calma, ci vuole calma” pensò, prima di entrare a casa.
 
   Era sera, e Onew aspettava la chiamata dal suo ragazzo, che non sarebbe arrivata, siccome si era addormentato appena toccato il letto, così si guardò intorno, nel locale in cui stava ormai da qualche ora.
Aveva notato che si facevano molte esibizioni di sera, e voleva saperne di più, finché non trovò un foglio vicino al bancone, che prese al volo.
“Sfida tra giovani, la SM sta cercando nuovi talenti”…
   
 
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