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Autore: Endlessly    16/10/2012    4 recensioni
Lei è Lilith, 21 anni, gelataia, studentessa d'infermieristica. Lei è semplice, dolce, la bella ragazza che non sa di esserlo, dannatamente sbadata, piena di sogni e di speranze.
Lui è Filippo 42 anni, il milionario capo di Lei, rinchiuso in una relazione con una donna più vecchia e poco attraente sotto ogni punto di vista, rimasta incinta di lui dopo tre mesi. Lui è affascinante, interessante, bello, dolce ma amaro, oscuro, pieno di segreti ma povero di sogni.
I due si guardano, si scrutano, si osservano, si odiano... ma si attraggono. Il bene e il male si mischiano, s'uniscono e poi si scindono e, al mondo non c'è più nulla di giusto o sbagliato.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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ora lo so <<  Lilith vai alle crepes, c'è gente dai! >> mi urlò Filippo con tono infastidito fissandomi con uno sguardo rabbioso, reso ancora più spaventoso visto che i suoi occhi celesti  erano letteralmente rossi per via delle infinite venuzze rosse che gli circondavano l'iride. Mi venne la pelle d'oca nonostante i 38 gradi centigradi e il 90% d'umidità che tre secondi prima mi stavano uccidendo.
 << Ok  >> dissi in un soffio mentre diventavo sempre più paonazza per l'irritazione del suo modo di fare brusco e corsi immediatamente nel bancone delle crepes e piadine di quell'immenso inferno dantesco.
 Dopo aver servito il bambino obeso, accompagnato dalla madre,  la quale aveva le fattezze di un tricheco piuttosto che una donna , che voleva una crepes strapiena di nutella e smarties, ripulii il banco e guardai in direzione del bancone delle coppe, dove si trovava Anna, la 60enne che aveva passato i suoi ultimi quarant'anni a fare coppe gelato li dentro. Lei è la mia superiore, per così dire, ed è a lei che mi rivolgo per qualsiasi dubbio mi venga sul lavoro... lei m'aveva insegnato tutto.  
Il bancone delle coppe si trova a circa dieci metri dal bancone a cui ero legata quel giorno. Nonostante la minima distanza che ci divideva non avevo il coraggio di chiamarla per farla venire dal mio lato, il motivo di questa reticenza era che, sia il tavolo dove i miei capi mettono radici per tutto il tempo che stanno lì dentro -cioè sempre-,  sia la cassa secondaria dove stampano gli scontrini dei tavoli, erano proprio in mezzo a noi. Mi girai per cercare di farle capire che avevo bisogno di lei con un cenno, lei era impegnata a preparare una banana split e una macedonia gigante e non era girata nella mia direzione; chi però si girò fu Lui.
Avrei voluto distogliere lo sguardo subito ma i suoi occhi avevano continuato a specchiarsi per molto nei miei, prima che riuscissi girarmi, aprire il mini frigo che si trovava ai miei piedi e buttarci la testa dentro, come fossi stata uno struzzo, fingendo di controllare le scorte di marmellata d'arancia.
Mi mancava il respiro.
Bip
Era uscita una comanda dall'aggeggio che avevo sul banco e che mi segnalava gli ordini di crepes mandati dai camerieri.
1 Crepes crema pasticcera + fragole
 
Avevo la crema pasticcera nel frigo ma le fragole no. Le fragole le aveva Anna nel suo banco, io non avevo ancora avuto il tempo di tagliarmene qualcuna per me. Ciò voleva dire che dopo aver cotto la crepes e averla spalmata di crema ero dovuta andare con il piatto alle coppe dovendo passare proprio davanti a Filippo. Lui aveva sbuffato vedendomi avvicinare e si era spostato per farmi passare.
<< Lilith, le fragole non le hai ancora tagliate benedetta ragazza? >> mi rimproverò con ironia ma anche un filo di dolcezza Anna, guardandomi sorridente con i suoi piccoli ma bellissimi occhi verdi acqua.
<< No Anna, no purtroppo >> le dissi con la voce che mi tremava per l'ansia che il mio capo m'aveva instillato per tutto il giorno, mentre poggiavo la crepes pronta sul vassoio del cameriere che attendeva trepidante come un grillo.
<< Allora vai dai! >> mi suggerì dandomi uno schiaffetto leggero sul sedere.
<< Volevo chiederti proprio questo, ho bisogno di preparare il banco, non mi mancano solo le fragole ma, come faccio se poi dopo devo essere chiamata continuamente davanti? >> avrei voluto aggiungere "con disprezzo e astio dal diavolo dagli occhi di ghiaccio?",ma mi trattenni visto che lui si era seduto al suo prediletto tavolo che si trovava proprio difronte a noi.
<< Beh prendi le scorte velocemente, ma dai anche un occhio davanti, è semplice e lo sai ...e comunque c'è Filippo che ti chiama in caso, e non penso certo che gli dispiaccia farlo..GIUSTO FILIPPO? >>. Ci girammo entrambe verso di lui il quale era intento a leggere il giornale de ''La repubblica" sgranocchiando sonoramente una patatina fritta accompagnata dalla sua solita birra.
Ovviamente ci aveva sentite, quindi alzo la testa: << mmm, certo >> le rispose con voce e sguardo assolutamente neutri.
 In quel momento non m'aveva nemmeno degnata di uno sguardo. Mi diressi velocemente verso il tavolo della zona dove tagliavamo la frutta per prepararmi le fragole.

Che mi stessi inventando tutto allora? Che invece fossi io a fissarlo e che, senza rendermene conto avessi proiettato su di lui quelle invece erano le mie azioni? Oggi sembrava m'odiasse, eppure non gli avevo fatto nulla di male. Appena arrivato lo avevo salutato e lui non s'era nemmeno degnato di rispondere, nemmeno un cenno del capo.
Che in verità m'odiasse? E perché io al pensiero di ciò mi sento vuota? Perché è come se mi facesse fisicamente male l'idea che mi odi? Infondo nemmeno io lo adoravo, oppure mi stavo prendendo in giro da sola?

Io in realtà stavo lentamente capendo, stavo capendo che il dolore che provavo era il mio cuore che perdeva battiti. Perdeva  battiti perché io di lui mi stavo innamorando e l'idea che m'odiasse mutilava il mio cuore. Ora comprendevo cos'era quella sensazione d'ansia che avvertivo quando incrociavo il suo sguardo, che mi faceva mancare il respiro quando gli stavo vicina: erano le farfalle che mi volavano nello stomaco che mi facevano provare tutto questo...ma le mie farfalle ora stavano lentamente perdendo la capacità di volare...la mia realtà si stava stravolgendo tarpandogli le ali: annichilendomi.

<< Aiiiiiiiii!!!! >> strillai dopo che mi aprii l'indice ferendomi con il coltellino svizzero che stavo usando per tagliare le fragole.

 mutilata dentro e fuori era questo ciò che ero in quel momento.

Endlessly  :  Eccoci, sono le 2.22 di notte e domani, pardonne oggi, devo svegliarmi alle 6.30 perché alle 8.15 ho lezione d'Istologia. Questa Storia in parte sono io che racconto e forse è per questo che lotto contro  la voglia di dormire e non riesco a smettere di scrivere. Certo, non è un capitolo lunghissimo, non ci sono avvenimenti memorabili fra  i due ma, credetemi, ho la profonda convinzione che quell'attimo in cui uno capisce che è Amore che lo comanda sia memorabile. Quindi, spero che riusciate ad apprezzare questa storia almeno un pochino, perché io inizio a sentire di nuovo un pò di farfalle che volano... non amo molto lo spoiler nei commenti degli autori, però una cosa ve la voglio dire: il prossimo capitolo sarà moolto più infuocato.
Bando alle ciance! Se volete recensite ! Mi farebbe davvero piacere, so di non essere una "scrittrice" in piena regola e di non essere il massimo della bravura ma spero di meritarmi almeno un vostro giudizio é_è . Pubblicherò il prossimo capitolo a giorni ( sempre che io sia ancora viva dopo l'estenuante giornata che mi aspetta oggi! )    Ah Ringrazio tanto chi legge ma soprattuto ringrazio TetiBella che è stata un tesoro e m'ha recensita :)
muà :*  
  
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