Note:
questo
capitolo è scritto sotto il
pensiero di Kurt.
Non sapevo
più cosa fare. Blaine mi
stava facendo esasperare. Era un ragazzo molto educato ed era molto
preciso nei
pagamenti, ci mancherebbe, ma ne combinava di tutti i colori. Senza
contare la
storia della cucina andata a fuoco, il suo senso dell’ordine
era pari a zero.
Era
incredibile come riuscisse a
trovare le sue cose nel casino della sua camera. Ci ero entrato una
sola volta
e mi era venuto il giramento di testa.
Ora,
però, sarà meglio che mi
concentri per il grande discorso che vuole farmi Rachel. So
già che mi riempirà
di chiacchiere.
Appena mi
vede, mi abbraccia forte.
- Kurt, ho una notizia bellissima! –
mi dice lei, entusiasta. Io
sorrido. – Mi hanno presa per un
ruolo
per un musical a Broadway! – io la guardo
incredulo e l’abbraccio forte. Penso
a quando anch’io sognavo di essere preso per un musical di
Broadway e, invece,
ora mi ritrovo con un nuovo sogno e un nuovo lavoro.
- Sono tanto orgoglioso di te. Se mi dici che ti
hanno presa per Wicked,
impazzisco. – lei ride e annuisce. Oh Dio,
è stata presa per Wicked! Sgrano
gli occhi e l’abbraccio forte. Ok, forse un po’
troppo.
- Ok, ora dobbiamo assolutamente festeggiare. –
dico e lei mi sembra
più che d’accordo. Si è già
precipitata al bancone. È strano quanta strada
abbia fatto. Prima era solo una ragazza isterica, che pensava solo a se
stessa
e ora è stata presa per un ruolo nel musical più
longevo della storia.
****
Rimaniamo a
parlare per un po’ del
suo nuovo ruolo. Non è uno dei più importanti, ma
che importa. È il suo primo
spettacolo a Broadway, lo ricorderà per sempre.
Dopo un
po’, mi chiede – E a te?
Come va con il tuo nuovo
coinquilino? – oh Rachel, capiti a fagiolo. Mi
servirebbe davvero qualcuno
con cui parlare di quel ragazzo incredibile.
- Diciamo che riesco a sopportarlo o almeno credo. –
no, non riesco a
sopportarlo. È un ragazzo insopportabile, in qualsiasi cosa
faccia.
- Non dirmi che sei ancora arrabbiato per la storia
della cucina andata a
fuoco. – mi dice con un sorrisetto.
- Non posso dargliela vinta come se niente fosse.
Stava per bruciarmi la
casa! – gli dico e lei mi ride in faccia. Sono
così divertente?
- Ma è successo tempo fa, non puoi
continuare a prendertela con lui. Può
capitare.
- Ma non è solo questo. È un
disordinato cronico, quando fa la spesa non
c’è nulla che non sia ipercalorico.
- Oh, andiamo. Non ti credevo così rigido.
Ha diciotto anni, cosa vuoi
farci. Anche se…
- Anche se cosa?
- No, niente.
- No, ora sei costretta a dirmi tutto.
- Se proprio vuoi saperlo. È solo che,
quando parli di lui, anche quando
ti lamenti, ti s’illuminano gli occhi.
- Cosa?! Che ti passa per la testa? Siamo solo amici.
- Gli amici si abbracciano nel tuo
letto?
- E tu come lo sai?
- Ricordi che ho le tue chiavi? Sono passata per
salutarti e ti ho
trovato ad abbracciare Blaine nel tuo letto. E ripeto: nel tuo letto.
- Non è come pensi e so quello che pensi.
Aveva litigato con suo padre e mi
faceva male vederlo piangere, così l'ho portato a letto e
l’ho consolato un po’.
Niente di più. Sarà anche insopportabile, ma
è comunque mio amico.
- Mmm… Comunque sia, qui gatta ci cova.
Ora, però, è tardi e devo andare.
Ciao. – le faccio un cenno con la mano, osservando
il mio caffè. Stavo solo
aiutando un amico, quel giorno, niente di più.
Eppure… Guarda che pensieri mi
mette in testa Rachel.
****
Ieri mi
è arrivata una telefonata di
Puck, che mi diceva che sarebbe arrivato a New York, per venire a
trovare i
suoi amici. Una cosa bella, è solo che tutti sono occupati e
l’unico che ha la
giornata libera sono io.
Vi starete
domandando, allora? Beh,
se vado a prendere Puck all’aeroporto, devo lasciare Blaine
da solo in casa,
visto che è giovedì mattina. E visti i
precedenti, non mi fido. L’unica soluzione
è portarlo con me.
Peccato che
quest’ammasso di riccioli
– che a me piacciono, ma passiamo avanti – non si
smuove dal letto e quando lo
chiamo fa solo versi sconnessi. Ma ho un’idea.
Vicino al suo
letto ha una cassa. La accendo,
metto il volume al massimo e le collego al mio cellulare. Ho ancora una
canzone
rock che mi aveva inviato Finn e che ho dimenticato di cancellare.
Alzo tutto il
volume del cellulare e…
via con il rock!!
- Aiuto! – urla, alzandosi dal
letto. Io stoppo la canzone e rido.
- Buongiorno. – gli dico con un
sorrisino, divertito.
- Ma sei impazzito?! – mi urla.
- Ehi, tu non ti svegliavi e sono dovuto ricorrere
alle maniere forti.
- E perché dovrei svegliarmi?
- Perché devi venire con me
all’aeroporto. Viene un mio amico da Los Angeles
e dobbiamo andarlo a prenderlo.
- Non puoi andarci da solo?
- Questo comporterebbe che devo lascarti qui da solo
e non posso.
- Perché? Non ho mica cinque anni.
- Beh, l’ultima volta che l’ho
fatto mi hai quasi bruciato casa. –
lui sbuffa.
- Su, muoviti. E posso farti una domanda? –
lui alza un sopracciglio.
– Perché dormi solo con
le mutande? –
oddio, sento la faccia andarmi a fuoco. Solo ora mi rendo conto che
è solo in
mutande!! E… Beh, non è niente male.
- Faceva caldo. Tu vai, arrivo dopo.
- Sì, ma fai presto.
****
Io odio Rachel
Berry. Mi mette in
testa degli strani pensieri. Sto ancora pensando a quel “qui
gatta ci cova”,
per non parlare del corpo di Blaine che – nonostante il
proprietario sia un
tappo – è un bello spettacolo.
- Sono pronto. – dice Blaine,
spuntandomi da dietro.
- Ok, possiamo andare.
- Aspetta! – cosa vuole ora?
– Pensavo
che tu non ascoltassi rock. Da dove hai preso quella canzone? –
davvero
pensavi a questo? Quindi non ti preoccupa il fatto che io ti abbia
visto in
mutande, appena sveglio?
- Me l’ha inviata mio fratello.
****
Stavamo
aspettando che Noah
arrivasse. Durante il viaggio e anche ora, avevo raccontato a Blaine
chi fosse
Puck. Diciamo che gli era già simpatico senza nemmeno
conoscerlo.
Beh, lo
avrebbe conosciuto presto,
visto che stava arrivando proprio ora.
- Kurt! – mi abbraccia forte.
Devo ammettere, che mi è davvero
mancato. C’è sempre stato per me, quando al
McKinley c’erano problemi.
- Oh, Puck. Da quanto tempo. Come va?
- Bene. L’agenzia di lava piscine va a
gonfie vele. – guarda Blaine –
Lui chi è? –
guardo Blaine. Sembra
un po’ divertito.
- Oh, lui è Blaine. È il mio
coinquilino. Blaine, lui è Noah, ma puoi
chiamarlo Puck. – si stringono la mano.
- Piacere, Blaine. Ora, però, andiamo.
Donne di New York, Puckzilla è in
città! – Blaine ride. Eh no, Puck non
è cambiato di una virgola.
- Rachel, la missione Klaine sta per avere
inizio.
Angolo
dell’autrice
Salve…
*scansa i colpi di fucile e qualsiasi cosa mi lanciate* Sì,
lo so: sono in
ritardo di un mese e mi dispiace davvero tanto. Vi prego non
uccidetemi. Sono
ancora troppo giovane per morire.
Il fatto
è
che non ho avuto tempo nemmeno per respirare. Odio essere troppo
impegnata, ma
mi spuntano impegni come funghi. Se non fosse stato per il fatto che
oggi non
sono andata a scuola, per il maltempo – quando qui
c’è un sole incredibile, ma
passiamo avanti –, avreste dovuto aspettare qualche altro
giorno per questo
capitolo.
Comunque, vi
è piaciuto? Visto chi è arrivato? Eh
sì, Puckzilla è in città. E la
missione Klaine?
Cosa si cela sotto questa frase? Beh, lo scopriremo presto.
Come
vediamo, Rachel già sta inculcando qualcosa nella testa di
Kurt e ci sta
riuscendo anche abbastanza bene. Eh, Kurt caro. Come vedi, Blaine
sarà anche un
tappo, ma è davvero figo.
Beh, volevo
fare un grazie speciale a tutte quelle persone che, nonostante il mio
grandissimo ritardo, hanno continuato a seguirmi. Davvero Grazie!!
Per chi non
lo sapesse, ho scritto anch’io una Klaine Week. È
vero che è finita, ma non c’è
mai un tempo determinato per leggere roba Klaine. Eccola qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1300633&i=1
Bene, ora
vado.
Gay Bye.
Cioè, volevo dire Bye Bye.