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Autore: kekkatralala    16/10/2012    2 recensioni
Finalmente diplomata , cosa farà se non una meravigliosa vacanza? E se succedesse qualcosa che cambierà tutti i suoi programmi ? E se conoscesse qualcuno di speciale?
Questa è la storia di Ginevra Diaz, una ragazza speciale, proprio come te.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente è arrivato il giorno della partenza, la Grande Mela aspetta soltanto me e la mia banda strampalata di amici : Daniele, Andrea ,Simona , Selena , Marco e Davide .
Come sempre sono in ritardo e per poco non perdo il volo, e i miei cari amici non fanno altro che ricordarmelo, deridendomi e ritenendo che se anche avessi un orologio grande quanto quello del bianconiglio di alice nel paese delle meraviglie, comunque farei tardi.

Dopo dodici ore di viaggio finalmente arriviamo a New York , la città dei sogni.
Una volta usciti dall’aeroporto rimaniamo a bocche spalancate tranne Daniele che già ci era stato svariate volte  e giustamente trovata la scena divertente,
inizia a scattarci una cinquantina di foto ,ridendo a più non posso. Ma vabbè tralasciamo questo dettaglio..

Dopo aver preso un taxi ed aver sbagliato indirizzo tre o quattro volte, giungiamo in un meraviglioso albergo, siamo stati fortunati, l’agenzia non ci ha fregati, alleluia!

Tutti erano distrutti e straniti a causa del fuso orario e quindi si sono subito buttati , e dico buttati perché sembravano dei sacchi di patate, su di un letto.
Io invece no, non sono riuscita a stare calma, ho sempre voluto andare a New York , è sempre stato il mio sogno fin da bambina, anche se so che è un sogno comune.
Prima di andare a fare un giro turistico, sola soletta in quanto ormai i miei cari amici sono entrati nel sonno più profondo , è meglio farsi una doccia e disfare la valigia.
Una volta aperta la valigia non può non saltarmi all’occhio una busta rosa con scritto sopra
“Per Ginny , dalla tua mamma”
Mia madre che mi scrive una lettera ? Ma cosa succede? Ho capito che le sarei mancata , ma starò via solo per una settimana ,però ora che ci penso durante il viaggio per giungere all’aeroporto era stranamente silenziosa, si certo era scoppiata in lacrime , ma normalmente parlava ininterrottamente ,invece ora niente, era silenziosa, forse troppo, ma io ero troppo emozionata per soffermarmi su questo. Ora si che mi sento in colpa, bha cosa aveva spinto mia madre a scrivere una lettera?

Spinta dalla curiosità la apro.

“ Cara Ginny,
So bene che quando finirai di leggere questa lettera mi odierai, ma non ho avuto il coraggio di dirtelo prima, diversi mesi fa tuo padre mi ha chiamata, ultimamente ha avuto diversi problemi di salute, ora sta meglio, ma tutto ciò gli ha fatto capire quanto sia stato stupido ad andare via e soprattutto ad abbandonare te, lo so che ha sbagliato, so che non vuoi parlare di lui e con lui, ma Ginevra, è tuo padre ,dagli un’opportunità , vuole rimediare,sai vive proprio a New York , so che mi odierai per quello che sto per scriverti ma abbiamo concordato che passerai il resto delle vacanze estive da lui, so che ora sarai furiosa, ma per favore dagli l’opportunità di conoscerti, Ginevra sei una ragazza meravigliosa so che capirai, l’ho fatto per il tuo bene.
Chiamami quando ti sarai calmata.
Ti voglio bene.

                                                                                                                                                                                                                               Mamma. "

Cosa?
No è uno scherzo , uno scherzo di pessimo gusto, davvero pessimo,orribile, perché farmi questo? Mio padre ? Chi? L’uomo che non vedo da ormai sei anni ? Lo stesso uomo che è andato via abbandonandoci improvvisamente senza degnarsi di dare spiegazioni a sua figlia? Davvero?
E’ troppo, troppo, le gambe mi tremano, ho bisogno di fuggire, di correre , di urlare, ho bisogno di andare via da questo albergo.

In pochissimi minuti mi rendo conto di essere arrivata in un parco, ansimante e con il volto ormai rigato dalle lacrime, non so dove mi trovo, sono in un posto che non conosco, non conosco nessuno, non ho con me il cellulare, ma sembra non interessarmi, voglio stare da sola, voglio pensare, perché non mi ha detto nulla? Perché?
Credo che siano passate un paio di ore quando un ragazzo si avvicina , non devo avere per nulla un bell’aspetto.
“ Hey tutto bene? So che non sono affari miei ma stai da ore a fissare il vuoto , posso aiutarti?”
Il tempo di alzare lo sguardo da terra e mi ritrovo a guardare gli occhi più belli che io abbia mai visto, erano di un verde chiaro, erano profondi, erano preoccupati.
“ Ah io mi chiamo Kendall,Kendall Schmidt “                                                                                                 





chiedo scusa se non sono molto brava,
è la mia prima storia,
siate buoni , spero che vi piaccia almeno un pò,
fatemi sapere cosa ne pensate.
Bacioni 

  
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