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Autore: GretaJackson16    16/10/2012    1 recensioni
Due anni dopo la sconfitta di Crono. Percy ha quasi diciotto anni e ama la sua ragazza, Annabeth. Purtroppo, di fronte a loro, sta per pararsi un problema....una problema leggermente..Divino...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Passammo il resto del pomeriggio a divertirci come pazzi, rievocando i vecchi tempi e facendo duelli. Io riuscii , non senza difficoltà, a mettere KO Charlie e Clarisse,e addirittura a disarmare Nico! Rimasi con Vortice in mano, completamente sudato e ansante mentre i ragazzi rimasero a bocca aperta guardando la spada dello Stige a terra.

Non ci potevo credere!! Luke e Beckendorf mi diedero una pacca sulla schiena così forte che temetti di finire io KO!

 

Dopo il tramonto, andammo nella mensa. Era ora di cena.

Non ci vedevo più dalla fame; i duelli praticamente mortali che avevo fatto con i miei amici mi avevano distrutto.

Non so bene cosa sia successo ,ma fatto sta che durante la cena, qualcuno ebbe la bella idea di dare il via ad una gara di “Lancia-tutto-quello-che-ti-capita-sotto-mano”.

La mensa si trasformò in una nuvola di cibi avanzati,tovaglioli e gatti siamesi (qualcuno ebbe la grande idea di tirare un pezzo di tonno contro Jessi, la figlia più potente di Ecate, la dea della magia,così ci siamo ritrovati a dover catturare un gatto impazzito che non aveva la minima intenzione di farsi prendere dai figli di Ares o di Atena)

Il signor D. e Chirone mangiavano e giocavano tranquillamente a Pinnacolo, ignorando le conseguenze di quella guerra intestina tra semidei.

Io e Annabeth aspettammo qualche minuto prima di entrare in scena, e i veterani del campo sapevano perché: io e lei abbiamo passato un inverno intero a San Francisco con i suoi genitori e anche per sorvegliare Atlante e il monte Tam.

Ci siamo ritrovati a batterci con un’intera legione di telchini a battaglia di neve, aggiungendo il fatto che i telchini facevano palle di lava mentre io e la mia ragazza le facevamo di neve. Dall’anno scorso siamo diventati imbattibili a schivare e colpire perfettamente l’avversario.

Quando io e lei ci alzammo in piedi, Talia,Bianca e Nico, i più vicino al tavolo di Poseidone, sbiancarono.

Cercarono di avvisare gli altri, ma era troppo tardi, avevamo il pilota automatico. Eravamo una coppia di lanciatori imbattibile, sono sicuro che ci avrebbero preso volentieri per i mondiali di baseball!

Colpivo,schivano,coprivo le spalle ad Annabeth , mentre lei faceva lo stesso con me; gli avversari colpiti cadevano come se fossero stati colpiti da proiettili e rimanevano a terra, alzando le mani in segno di resa.

Dopo tre minuti netti di sterminio, i semidei non provavano neanche più a colpirci; avevano fatto un cerchio per tenersi ben lontani dai nostri colpi.

-Qualcuno vuole sfidarci?- chiese Annabeth al gruppo spaventato dall’altro lato dell’atrio.

Nessuno aprì bocca. Segno che avevamo stravinto!

Clarisse, Chris e Travis si fecero avanti chiedendo -Se volete vi portiamo anche le corone d’alloro? Avete finito di crogiolarvi nella vittoria!!?-

Io sorrisi -Non abbiamo solo vinto-

-Vi abbiamo stracciati. Non avreste dovuto sfidare due professionisti- contiunuò lei con sorriso beffardo.

-Volgiamo conoscere il segreto di questa vittoria!- urlarono in coro gli sconfitti.

Io e Annabeth ci scambiammo uno sguardo, sorridendo -Diciamo che quando 50 telchini ti lanciano palle di lava bollente, impari che devi schivare velocemente e fare centro-

Presi la mano alla mia compagna -‘Notte ragazzi!- salutammo noi prima di dirigerci , mano nella mano, verso le nostre capanne.

 

 

-Abbiamo fatto faville stasera, Testa d’Alghe! La tua parata contro Connor è stata spettacolare!-

-Mai come lo slancio che hai fatto per acchiappare quel gatto malefico e lo hai lanciato contro la casa di Ares! Non credevo che un gatto persiano potesse portare tanto scompiglio e distruzione!-

Scoppiammo a ridere, io pensai che la risata di Annabeth fosse il suono più bello e cristallino della Terra.

Arrivammo al laghetto e chiacchierammo un po’ delle nostre rispettive scuole, ci fermammo ad ammirare il regno di Zeus e Artemide, quando lei disse:

-E’ proprio una bella serata-

-Già-

-Mi mancherà il Campo-

Sorrisi -L’estate è appena cominciata, pensa che abbiamo tutto il tempo per stare qui, e poi penseremo a tornare a New York!- le dissi.

Lei sorrise -Testa d’Alghe?

Mi voltai verso di lei -Si, dimmi-

-Grazie per avermi fatto pensare positivo. Ti ringrazio, Percy- mi regalò il sorriso più bello in questo universo.

-Mi hai chiamato Percy! Non farmici abituare, ti prego!!- esclamai, facendola scoppiare a ridere.

-Volevo strapparti un sorriso! Missione compiuta! Percy Jackson è completamente soddisfatto anche per questa sera!-

 

Ci incamminammo verso la casa n. 6, la casa di Atena e, forse perché l’avevo fatta sorridere o perché respiravo solo per vederla felice, fatto sta che mi diede un bacio. Dolce, sulle labbra. Temetti di sciogliermi.

-Buonanotte, Percy- mi sussurrò.

-Anche a te, Annabeth. Sogni d’oro, Sapientona mia- le risposi, avviandomi verso la mia casa.

 

Come vi ripeto da anni, i semidei sognano da schifo. Non nel senso che facciamo semplici incubi, eh no, non poteva essere così facile la cosa.

I nostri sogni devono per forza essere terrificanti visioni premonitrici oppure cose che accadono a chilometri di distanza, anche quelle terrificanti. Sembra che neanche Morfeo ci possa fare niente. Io poi, essendo figlio di un Pezzo Grosso, facevo sogni ancora più vividi e, grazie al sangue mutevole di mio padre, potevo riuscire a trasportarmi nel sonno, ma questa “capacità” credo sia incontrollabile, perciò ci ho rinunciato a provare.

 

Mi ritrovai in un posto che somigliava molto a un hotel a cinque stelle: atrio enorme, colonne antiche, grandi archi, soffitto alto e tende rosse appese alla grandi vetrate. Mi chiesi se non fossi finito a Las Vegas.

Senti una voce femminile piuttosto arrabbiata che gridava; decisi di seguire le urla infuriate. Mi avrebbero dovuto pur portare da qualche parte, così seguì un lungo corridoio. La voce mi sembrava familiare e, arrivato nella stanza da dove proveniva, capì perché. La scena che mi si parò davanti era piuttosto singolare.

La divina Afrodite camminava avanti e indietro sul bel tappeto pregiato, ancheggiando e scuotendo il capo. Sembrava molto indignata.

Decisi che sarebbe stato molto meglio non aprire bocca. Poi mi accorsi con chi stava parlando prima. Ares.

Era seduto (o, meglio, stravaccato) sul divano rosso fuoco, che fece pan-dant con i suoi occhi quando mi videro. La dea ricominciò a sfogare la sua rabbia.

-Perché non la puoi fermare?!- stillò al dio.

-Ha già un appuntamento, quindi non ho il permesso di intromettermi. Te l’ho già detto...- sbuffò lui.

Lei non si fermò e continuò imperterrita il suo discorso, senza accorgersi di me.

-DOBBIAMO fermarla! Quella vipera dal cuore di ghiaccio!! Non posso permettere che distrugga l’armonia che si è creata laggiù!!-

Ares mi guardò, come a volerle fare notare che c’ero anch’io, e così Afrodite si accorse finalmente di me.

-Percy, caro, entra pure- sembrò essersi calmata, poi si rivolse di nuovo al dio, che si era alzato in piedi.

-Ti spiacerebbe riprovare, tesoro?- chiese lei, facendo gli occhi dolci.

-Ricordami perché sto facendo tutto questo...-borbottò lui.

-Perché mi vuoi tanto bene...- rispose lei, sorridendo. Temo proprio che Ares non seppe resistere a quegli occhioni, così, sospirando, uscì dalla stanza e mi passò accanto.

-Pivello-

Rimasi parecchio interdetto.

-Qualcosa non va, caro?- mi chiese Afrodite.

-Vede...temo di capire poco di quello che sta succedendo qui dentro. Prima mi trascina qui, sono sicuro che sia stata lei. Poi manda Ares in qualche missione segreta e lui mi saluta senza provare ad uccidermi o maledirmi. Si, credo che ci siano parecchie cose che non vadano-

Lei sorrise -Caro, sei proprio un bravo osservatore! Ma, dimmi, non sai perché ti ho portato qui, giusto?-

-No, signora. Non lo so-

-Vedi...neanche io posso dirtelo!-

Lo disse fingendo naturalezza e non mi guardò negli occhi. C’era qualcosa che cominciava davvero a puzzare in quella storia.

-Può almeno dirmi il motivo di questa sua segretezza?- la stuzzicai.

-Quanto sei intelligente! Mi domando come mai non ci siano più ragazzi della tua risma in questo mondo! Vedi...tra dei...non possiamo intralciarci a vicenda, anche per evitare inutili litigi, ma proprio devo farlo perché qui ci va di mezzo il mio onore e la felicità di molte persone...- lasciò in sospeso la frase.

Mi stava facendo preoccupare così la guardai, speranzoso, per avere altre informazioni, magari più precise.

Lei sorrise della mia espressione e continuò -....anche la tua-

Mi si gelò il sangue nelle vene. -Ora devi andare. Buona fortuna, non ho potuto fare di più...mi dispiace-

Prima che mi rispedisse nella capanna n.3 del Campo, vidi sul suo volto un’espressione davvero addolorata; stranamente, non sembrava stesse recitando....era troppo seria...il suo sguardo era realmente molto triste....

 

Mi svegliai di soprassalto nel mio letto. Guardai le ore: 6.43

Il sole era sorto,lasciando entrare dalla finestra uno spiraglio di luce tiepida. Mi chiesi se la giornata sarebbe stata così tranquilla come si prospettava dalla mia capanna...mi chiesi anche perché mi risposi da solo: non sarà tutto così tranquillo.





SECONDO CAPITOLO!!
cominciano i misteri....occhio agli Dei!!


ciao ciao - GretaJackson16

 

  
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