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Autore: Esperanza97    16/10/2012    10 recensioni
Elena e Caroline, sono due ragazze normali, di giorno... Ma di notte, tutto cambia. Vengono costrette a fare cose che non vogliono e non possono ribellarsi, né fare nulla... Solo obbedire...
Ma può una notte cambiare il corso degli avvenimenti? Può cominciare una nuova vita, grazie a un semplice ragazzo? Ma sarà davvero così "semplice"?
N.B.Tutti Umani
Dal primo capitolo:
-Ve ne do tremila se la tua amichetta castana passa la notte con me e se tu la passi con il mio amico-
Caroline mi guardò sorridendo e strinse la mano al conducente dell'auto.

(Storia revisionata)
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Today My Life Begins-
-Looks. Capitolo n.5-
 
Pov.Elena

Il cellulare cadde dalle mie mani, mentre Klaus continuava ad urlare disperatamente.  Sentii uno strano brivido di freddo percorrere la spina dorsale fino a salire alla nuca. Lacrime iniziarono a bagnare i miei occhi color cioccolato.

Il rumore di un clacson mi riportò alla realtà e capii cosa dovevo fare. Mi alzai, lentamente, poiché le gambe sembravano non voler reggere i miei semplici cinquanta chili. Aggrappandomi alle pareti, indossai le scarpe, rimanendo avvolta nel mio caldo plaid. Appena lo tolsi, rabbrividii e cercai subito un cappotto da mettere sopra al pantalone della tuta e al maglioncino nero. Indossai una sciarpa, per coprire ciò che lui mi aveva fatto e presi le chiavi della macchina.

Non pensando ai rischi, partii a tutta velocità, rischiando di investire due persone e di andare a sbattere contro un palo. Arrivai sana e salva all’ospedale e mi diressi verso il reparto “Terapia intensiva”. Mi fermai a metà scala e mi concessi alcuni minuti per poter respirare. Mi sentivo male: il cuore batteva all’impazzata, il basso ventre continuava a bruciare e la testa mi doleva sempre di più; inoltre si univa un freddo mai provato prima, come se fossi nuda e i vestiti non mi stessero coprendo affatto. Inspirai profondamente e continuai il tragitto, arrivando fin sopra al reparto. Vidi Klaus camminare davanti e indietro, irrequieto e piuttosto nervoso. Damon, seduto sulla sedia di plastica, a seguire con gli occhi ogni movimento dell’amico, mentre Stefan stava seduto vicino al fratello con la testa bassa e i pollici poggiati sulle tempie.

Tentai di raggiungerli ma una fitta al ventre mi fece gemere. Mi poggiai pesantemente sul muro, in cerca di qualcosa per poter calmare quel dolore che sembrava volermi uccidere. Un’altra più forte e quasi urlai. Damon si voltò verso di me e nei suoi occhi lessi sorpresa e preoccupazione. Si alzò e correndo, mi venne vicino.
Il suo tocco sul mio braccio mi ustionò, come se un fulmine colpisse la leggera pelle che ricopre il nostro scheletro.
-Elena, hai bisogno di aiuto? Chiamo un medico?- Il suo tono era imminente ed urgente. Gli dissi di no, scuotendo leggermente la testa ed evitandolo camminai fino alla sedia più vicina che sfortunatamente era quella accanto a Stefan.
Il biondo mi guardò con un misto di preoccupazione. Ma riuscii a rivolgergli un sorriso tirato dicendo che stavo bene. Ed era vero, mi sentivo un po’ meglio, forse perché ero riuscita a giungere in ospedale dalla mia amica.
Klaus mi guardò. L’espressione che mi rivolse fu agghiacciante.
Si avvicinò a me puntandomi un dito contro.
-Tu! È tutta colpa tua se lei si trova in queste condizioni!-
Lo guardai sconvolta. Che accidenti stava farneticando? Era colpa loro, se io mi trovavo in queste condizioni e se Care era in ospedale!
-Che diamine stai dicendo?! La colpa è solo vostra! Se non ci avreste utilizzato come giocattolini, ora la mia amica non starebbe in queste condizioni!-
Forse avevo urlato un po’ troppo perché un vecchietto che stava riposando, appoggiato allo schienale della sedia, sobbalzò all’improvviso e due dottoresse che stavano parlando si girarono di scatto. Istintivamente arrossii e abbassai la testa, fino a quando non udii nuovamente le voci delle due donne.
Appena alzai lo sguardo vidi Klaus guardarmi con gli occhi lucidi, mentre Damon aveva un espressione dura sul volto. 
-Ehm, scusate, siete parenti della signorina Forbes?- Un dottore si avvicinò a noi.
Continuando a sostenere lo sguardo, sia io che Klaus pronunciammo un “Si” secco e deciso.
-Volevo spiegarvi le condizioni della paziente… che in questo momento...-
Il dottore parlava, ma né io né Klaus ci voltammo verso di lui, continuavamo a fissarci con furia.
-E vi stavo dicendo… temo proprio...-
Mi dava sui nervi il fatto che lui stesse incolpando proprio me di una cosa che aveva combinato con Damon.
-Ehi! Gradirei la vostra attenzione!- Il medico pronunciò le ultime parole quasi urlando e sia io che Klaus distogliemmo lo sguardo. –Dunque, la signorina Forbes si sta riprendendo, ma molto lentamente. Ora potete anche tornare a casa, è inutile che restiate tutti qui.-
Annuimmo e appena il dottore si voltò ci guardammo tra di noi.
-Okay, Damon, Klaus, Elena, dovremo andare adesso.- Iniziò Stefan.
-Io da qui non mi muovo!- Guardai i tre uomini davanti a me.
Klaus mi perforò con lo sguardo e dopo pochi secondi lo addolcì.
-Se lei non se ne va, non me ne vado anche io.- Disse, prendendo posto vicino a me.
-Sentite, smettetela di fare i bambini e tornate entrambi a casa!- Damon continuò in modo glaciale. Ma che accidenti aveva? Prima era dolce e premuroso e poi diventava uno stronzo di prima categoria?
-Damon! Se ti secca tanto stare qui, vattene per strada a scopare qualche puttana, dato che è di tuo divertimento!- Sputai fuori tutto ciò, parlando con rabbia. Il silenzio che crebbe tra di noi mi fece rabbrividire. Gli occhi di Damon cambiarono espressione: dagli stronzi passarono agli sconvolti, poi ai delusi ed infine freddi, vuoti.
-Va bene, Elena.- Utilizzò un tono inespressivo. –Stefan, vai pure a casa, io resto con il mio amico!-
Stefan ci guardò e scosse la testa.
-La scelta è vostra. Ciao.- Se ne andò scendendo per le scale.

***

Passarono un infinità di ore e nessuno dei tre spiaccicò una parola. Klaus cambiava ogni tanto posizione e Damon, immobile come una statua, fissava il muro.

Anche se lo odiavo, non potevo vederlo in quelle condizioni. Le mie parole lo avevano ferito, ne ero certa, ma le avevo dette in un momento di rabbia. Non mi sarei mai permessa. In quell’istante mi accorsi che avevo pensato solo a me e alle mie emozioni, al mio cuore che si stava sgretolando sotto la forza di una mano invisibile; ma a Damon? Ci avevo mai pensato? A ciò che provava, dopotutto aveva perso moglie e figlia, a distanza di un anno.

Figlia. Sangue del suo stesso sangue. Uccisa dallo stesso uomo che aveva ucciso l’amore della tua vita.
Aveva sbagliato a sfruttarci solo per vendetta, ma l’aveva fatto in un momento di pura rabbia anche se era stato così dolce con me, premuroso, anche mentre avevamo fatto l’amo… Sesso, era stato solo sesso. Lui, avrebbe amato sempre e solo una donna: Rose. Eppure mi ero sentita così amata.
Avrei dovuto chiedergli scusa.

-Ragazzi, io vado a prendermi un caffè, ne gradite uno?- La voce di Klaus interruppe i miei pensieri.
-Ehm, si grazie, uno macchiato.- Risposi, posando lo sguardo sulle mie mani che non la smettevano di giocare con le maniche del giubbino.
-A me un espresso, grazie Klaus.- Damon non spostò neanche lo sguardo dal muro e rispose con lo stesso tono di poche ore fa.
Sospirai e osservai Klaus sorpassare la porta d’ingresso al reparto e scendere le scale.
-Damon...- Non sapevo neanche come iniziare. –Ehm...-
Lui notò la mia insicurezza, ma non si degnò nemmeno di voltarsi.
-Ecco… vedi…. Mi dispiace! Scusami, non avrei mai dovuto dire quelle cose, ma la rabbia ha vinto su di me e perciò…perciò… – calai di qualche tono la mia voce. –Ho fatto quello che ho fatto. Ti prego di perdonarmi.-

Si voltò verso di me e i suoi occhi mi trasmisero un qualcosa che mi rese in un certo senso “diversa”, una scarica elettrica, un’attrazione che andava oltre l’aspetto fisico, una specie di comprensione che mi terrorizzava. Negli occhi di Damon aleggiava una tristezza che poteva far piangere perfino il più duro dei duri, e quel ghiaccio era in contrasto con la sua bocca che era ancora chiusa in una linea severa. Ed io, ero riuscita a leggere quegli occhi; io, una perfetta sconosciuta, una puttana con cui era andato a letto solo una volta, avevo capito cosa provava. Immediatamente mi si strinse il cuore nel vedere quella sofferenza, avrei voluto confortarlo, ma da quanto avevo capito, Damon era quel tipo di persona che preferiva nascondere i propri sentimenti dietro ad una maschera, quella indifferente e sarcastica che indossava lui.

Finalmente ogni suo muscolo sembrò stendersi e aprì la bocca per parlare, ma fummo fermati da Klaus che ci portò i caffè.
-Spero di non aver interrotto nulla.- disse, mostrando il suo “finto” dispiacere.
Scossi la testa e rivolsi il mio sguardo al caffè che avevo tra le mani.

Pov.Caroline

Acqua.
Acqua di un ruscello, di un lago, di un fiume, di una piscina… del mare!
Entrava dentro me e il suo sapore salato veniva assaggiato dalla mia bocca, fino ad esserne completamente sazia, fino a sentirla nei polmoni, fino all’affogamento, fino alla morte…
…O almeno così credevo…

Aprii gli occhi, ritrovandomi in un letto dalle lenzuola bianche. Tutto intorno a me vi erano pareti rivestite da un celeste molto chiaro, quasi sbiadito. Le miei mani erano legate a strani apparecchi, mentre, un monitor accanto a me, segnava il battito cardiaco che ormai stava riprendendo il suo ritmo abituale.

Come potevo essere viva? Avevo fatto di tutto per morire, avevo utilizzato anche un’ancora e invece ero viva!
Una figura accanto a me, mi fece rimpiangere le poche parole pensate poco prima… Elena. La mia amica stava seduta su una sedia, le sue palpebre erano chiuse e i capelli, tenuti ordinati da un semplice cappellino, coprivano la sua faccia. Aveva le braccia conserte, probabilmente per il freddo che emanava quella piccola stanza.
-Ehi, Elena…-
Capii che per svegliarla, non sarebbero bastati dei semplici sussurri.
Con tutta la forza che avevo riacquistato tentai di alzarmi e strinsi la mano della mia amica. A quel gesto lei sobbalzò e alzò il viso. Stropicciò gli occhi e mi guardò attentamente prima di saltare dalla sedia e stringersi a me.
-Sei viva! Sei viva! Oh, Caroline, sei qui.-
Qualcosa di liquido bagnò le mie spalle e mi accorsi in quel momento che lei stava piangendo.
-Oh, Ele, tranquilla.- tentai di spiegargli, ma non mi fece continuare, si ributtò addosso a me, continuando a stringermi.
-Non permetterti mai più di fare una cosa del genere! Mai! Non sai quanto ci sono rimasta male quando Klaus me lo ha detto.-
Klaus. Era lui ad avermi salvato allora, era la sua voce, avevo ragione.
-Non ti lascerò mai più Elena, ma devi sapere una cosa: mio padre è morto!-
Tra le lacrime, iniziai a raccontargli tutto e i motivi che mi avevano spinto a fare quello che avevo fatto.

***

Pov.Elena

Caroline aveva appena finito di raccontarmi tutto ciò che era successo. E anche in quest’omicidio c’entrava Tyler. Ero stanca.
Scesi dall’ospedale raccontando a Caroline e agli altri che dovevo cambiarmi e avevo bisogno di una doccia. Non era vero.
La mia amica voleva affrontare la situazione suicidandosi, mettendo fine alla propria vita, alle proprie sofferenze; io no, l’avrei affrontata in maniera diversa.
Posai lo sguardo sulla strada davanti a me e svoltai l’angolo.

Pov.Damon

Klaus e Caroline continuavano a parlare e da quanto potevo vedere mancava davvero poco e tra i due sarebbe nato un sentimento chiamato ‘amore’.

Bah, l’amore, che ci trovavano di “bello” o di “emozionante”? Ero stato innamorato e la mia esperienza mi aveva fatto capire che era doloroso, senza senso e sopravvalutato*. E dopo la morte di Rose avevo capito che non avrei amato mai più nessuno. Se amare implicava soffrire, preferivo restare solo per sempre.

Elena se ne andò dalla stanza con uno sguardo deciso ma al contempo preoccupato. Quella ragazza mi spaventava. Stava entrando giorno dopo giorno nella mia vita, senza che nessuno dei due lo volessimo, avrei potuto considerarla un’amica… avrei, ma non sapevo se tra noi due potesse nascere qualcosa del genere.
Per andarsene aveva utilizzato una scusa banale che sinceramente solo una stupida Barbie in un letto d’ospedale avrebbe potuto crederci. Elena non avrebbe mai lasciato l’amica in ospedale per andare a farsi una doccia!
Congedai i due “innamorati” e la seguii di nascosto.

Pov.Elena

Parcheggiai la macchina davanti alla stazione di polizia, presi le chiavi e mi diressi verso l’entrata.
Alcune persone stavano chiacchierando allegramente davanti ad una tazza di caffè. Altri, sommersi dalle varie carte, continuavano a firmare rapidamente dei fogli e urlavano per telefono.

A passi veloci, arrivai dinnanzi ad una porta ed entrai senza neanche bussare.
Seduto sulla grande sedia di pelle c’era un uomo. Dall’aspetto gli avrei dato una trentina d’anni. Il fisico era muscoloso, gli occhi erano blu e i capelli castani.
Appena mi vide finì di parlare a telefono e mi guardò incredulo.
-Mi scusi, lei chi è?-
-Mi dispiace se l’ho interrotta ma è davvero molto importante!- Parlai in tono affrettato.
L’uomo mi indicò la sedia davanti alla scrivania e mi incitò ad accomodarmi. Seguii il suo consiglio e mi sedetti.
-Allora, qual è il suo problema, signorina...?-
-Gilbert.- Risposi rapidamente. –Sono qui per esporre denuncia verso un uomo!-
-Per quale motivo lei espone questa denuncia?-
-Per duplice omicidio e per violenza su ragazze minorenni.- Deglutii, mentre pronunciavo le ultime parole. Minorenni. Si, io e Caroline avevamo solamente diciassette anni. Non meritavamo tutto questo e dovevamo finirla.
L’uomo mi guardò e scrisse qualcosa su un foglio.
-Ci sono testimonianze?-
Il battito del mio cuore accelerò in un secondo.
-Si.- Rispose una voce che ero sicura non fosse la mia.
Mi voltai verso la porta.
Damon.
-Abbiamo delle testimonianze di recente l’uomo ha ucciso mia figlia, un anno fa mia moglie e oggi il padre di una nostra amica.- Il tono era freddo ma qualcosa nei suoi occhi mi fece intendere, per la seconda volta, che Damon stava soffrendo e forse anche molto.
-Lei è?-
-Damon. Damon Salvatore.- Rispose, sedendosi accanto a me.
-Bene, conoscete il nome di quest’individuo?-
Silenzio. Il mio cuore accelerò nuovamente i battiti. Stavamo per farlo. Stavo per mandare in galera quell’uomo che aveva reso la mia vita uno schifo.
-Tyler Lockwood.- Pronunciai amaramente quel nome, mentre volgevo uno sguardo a Damon che mi guardava impassibile, scrutandomi attentamente.
Mi voltai verso il capo della polizia e la sua espressione mi fece gelare il sangue nelle vene. Stava fermo, mentre mi fissava sconvolto, con la penna sospesa nell’aria.
Avevo quasi paura di sperare, di parlare o di muovere qualsiasi muscolo del mio corpo.
-C’è… c’è… qualche problema?-
Disperazione. Fu la prima e l’ultima cosa che vidi nei suoi occhi prima che un urlo agghiacciante ci fece voltare.
 


*Damon To Vicky. 1x06 

Angolino Autrice:
Ehii.. *Si trafigge lo stomaco con dei paletti di quercia bianca*.. Si, sono davvero io e.. non aggiorno da 16 giorni T_T Sono imperdonabile.. lo so >.< Vi dovrei dare tantissime spiegazioni riguardo alla mia scomparsa.. ma le racchiuderò dicendo semplicemente: Blocco dello scrittore e nervi a mille... è stato un periodo orribile.. in cui non ho aperto neanche il mio diario per sfogarmi.. non ho scritto nulla.. se non qualche stupido commento per notizie che si portavano a scuola.. diciamo che vorrei cancellare questi sedici giorni dalla mia mente.. perché sono stati terribili.. Non mi dilunguerò troppo.. vi dico semplicemente: Grazie! Grazie di seguire la mia storia, grazie perché mi sopportate e grazie perché mi supportate, con le vostre recensioni che mi lasciano sempre felice.. :') Forse questo capitolo non sarà ricco di spiegazioni che devo ancora chiarire, ma è fondamentale, soprattutto per la fine... Ringrazio le 55 persone che hanno aggiunto la storia nelle seguite :), le 20 che l'hanno aggiunta nelle preferite e le 6 che l'hanno aggiunta tra le ricordate e ovviamente ringrazio tutte le persone che hanno recensito.. Siete la mia forza :D <3 
Altre mie storie: 
-All I Need.-
-E poi, sei arrivata tu.-
-Without you.- 

Alla prossima.. 
XOXO :33 
P.S: Okay, l'hanno scritto tutti.. ma.. cosa ne pensate della 4x01? *_* Io l'ho trovata strabiliante e ritengo che Nina sia un ottimissima attrice :') mi ha fatto piangere.. <3 ma anche tutti gli altri sono stati aufmngngunugijngiwsnguanun *______________* <3 
 


 
  
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