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Autore: maude17    16/10/2012    5 recensioni
Città nuova, amici nuovi, scuola nuova. Andare a vivere a Bayville era un proprio e vero cambiamento per Caroline Ryan, ma è proprio ciò a cui sua madre l’aveva costretta. E ora Caroline era obbligata a lasciare il suo migliore amico, Justin, e tutta la sua vita per andare in Tennessee. Tutto però nella nuova scuola sembra smentire quello che aveva letto su internet, ma niente è come sembra, come le aveva ricordato Derek, un compagno di scuola; infatti tutto inizia a peggiorare dall’arrivo di Scott Lafferty, giocatore di football incredibilmente bello quanto stronzo, che insieme alla sua banda di bulli la iniziano a tormentare senza un evidente motivo. E il fondo viene toccato in quel maledetto giorno in cui tutto a scuola cambiò.
E cosa può esserci di così grave da far mettere da parte i rancori reciproci di Caroline e Scott?
Cosa può accadere da far ribaltare la situazione e da far apparire Scott per quello che è davvero e non solo per lo stronzo della scuola?
E quando Caroline si accorgerà di non odiarlo più come prima, che accadrà?
In fondo lei era una normalissima nuova arrivata.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 6___Forse mi piaci




 

-Fammi capire bene: io sto male per due giorni e tu socializzi col nemico?-, mi chiese sconvolta Felicia quel giovedì mattina.
-Non è propriamente il nemico-, feci una smorfia. –Poi è così gentile e dolce!-, esclamai.
-Oh oh … qui, qualcuno si è preso una cotta!-, esclamò lei.
-Ma smettila! Siamo usciti solo due volte!-, borbottai arrossendo un poco.
-Due volte?! Perché io sapevo solo di una?-, esclamò Danielle, girandosi di colpo.
Arrossi leggermente. –Beh … siamo usciti ieri sera …-
-Oddio! Raccontaci tutto!-
-Si, anche del caffè!-, mi fece presente Felicia.
-Beh al caffè non è successo molto. Ci siamo incontrati al supermercato nel reparto assorbenti-, incominciai.
-Oh, nel reparto assorbenti! Sai che le più grandi love story incominciano proprio lì? Fra un salva slip e l’altro!-, mi interruppe Felicia.
La guardai sconvolta. –Tu leggi troppe storie!-, scoppiai a ridere, seguita da entrambe.
-Vai avanti-, mi incitò Danielle.
-Comunque, sua sorella lo aveva spedito a prenderglieli e lui era entrato in panico e mi ha chiesto aiuto, poi mi ha riconosciuta e mi ha spiegato che lui non sopporta Scott e che non condivide il suo perseguitarmi e poi mi ha chiesto se mi andava di prendere un caffè. Gli ho risposto di si ma che prima dovevo passare da casa ad appoggiare la spesa e lui mi ha chiesto se poteva aiutarmi e gli ho detto di si-
-Oh, che galantuomo!-, mi interruppe di nuovo Felicia.
La guardai male per l’interruzione e poi continuai a raccontare. –Siamo andati in un bar vicino a casa sua, perché dopo che mi aveva aiutata era passato a dare la roba a sua sorella. Ah, siamo andati con la sua macchina perché la mia me l’ha fatta lasciare a casa perché ha detto che non aveva senso andare nello stesso posto, insieme, con due macchine diverse-, ridacchiai leggermente ignorando lo sguardo d’intesa che si erano scambiate le mie amiche. –Comunque non è successo niente di che, abbiamo parlato così a caso –è molto simpatico!- e poi ha insistito ad offrire lui per ringraziarmi dell’aiuto con gli assorbenti. E poi mi ha riaccompagnata a casa e prima che scendessi mi ha chiesto se ieri volevo uscire a cena con lui e io gli ho risposto di si-, finii sorridendo.
-Ragazza! Quello era un appuntamento!-, esclamò Felicia.
-Ma non è vero! Era un normalissimo caffè!-
-Ha pagato tutto lui! Non è un’uscita tra amici-
-Era per ringraziarmi!-
-Certo, certo! Ora racconta di ieri sera!-, esclamò Danielle.
-Beh niente, mi è passato a prendere alle otto e mi ha voluta portare in un ristorante , ma sul menù c’erano dei nomi così strani che ci siamo guardati e poi scoppiando a ridere siamo sgattaiolati via e siamo finiti a mangiare ad un McDonald’s!-, risi ricordando la scena. –E a fine serata mi ha dato un bacio sulla guancia!-
-Che dolci! E come ti eri vestita?-
-Normalmente, avevo dei pantaloni neri stretti e una maglia strana con le ballerine. Niente di che, non volevo gasarlo troppo-, spiegai. –Ha detto comunque che ero bella!-, mi ricordai all’improvviso con uno sguardo sognante.
-Bella mia! Ci sta provando alla grande!-, rise Danielle.
Io divenni rossa come un peperone. Di sicuro non cascavo dal pero perché me ne ero accorta anche io, ma la cosa non mi dispiaceva assolutamente.
Era un ragazzo gentile e premuroso, oltre che simpatico e davvero carino.
-Guarda come arrossisce!-, ridacchiò Felicia. –Dai ragazze, ne riparliamo oggi a pranzo!-
-Veramente io non ci sono a pranzo … pranzo con David-, arrossii, se possibile, ancora di più.
-Che traditrice!-, disse ridendo Danielle e dandomi un bacio sulla guancia, si allontanò in ritardo, come al suo solito, per la lezione.
-Beh, allora divertiti!-, esclamò con un sorriso a trentadue denti Felicia. –E comunque, approvo!-, e dopo aver alzato entrambi i pollici verso l’alto si allontanò anche lei.
Scossi la testa ridendo e mi incamminai pure io verso l’aula di storia, felice come una pasqua.
 
-Ehi Caroline!-, mi sentii chiamare da dietro: era David.
-Ehi, Dave!-, gli sorrisi andandogli incontro con il vassoio in mano.
-Vieni qui, ho il tavolo!-, mi sorrise facendomi strada e ci sedemmo ad un tavolo un po’ isolato.
-Allora, che hai detto a Lafferty per giustificare la tua assenza e il fatto che pranzi col nemico?-, sghignazzai aprendo la bottiglietta d’acqua e bevendone un sorso.
-Niente, non gli devo assolutamente spiegazioni-, mi rispose serio. Io annui leggermente e poi incominciai a mangiare la pizza che avevo preso.
-Com’è andata la tua mattinata?-, gli chiesi curiosa.
-Niente di speciale, solita storia: prof odiosi e compagni che lo sono ancora di più. Per fortuna è l’ultimo anno!-
-Hai già deciso in che college andare?-
-Pensavo Stanford-
-Wow!-
-Già … volevo studiare economia!-, mi sorrise lui fiero.
-E’ davvero una bella università! C’è andato un mio amico della vecchia città e mi ha detto che si è trovato davvero molto bene-
Lui rise felice e poi continuammo a mangiare, parlando del più e del meno, finché non finì la pausa pranzo e lui andò a matematica, dopo avermi dato un altro bacio sulla guancia, mentre io mi diressi tristemente a ginnastica.
 
Le settimane trascorsero veloci e allegre, Scott non si era fatto più vedere e questo mi aveva rallegrata maggiormente oltre che alla presenza ormai costante di David. Si era quasi completamente allontanato dal gruppo dei bulli e passava tutti i momenti liberi con me e le mie amiche che, come sempre, non risparmiavano le battutine su di noi.
Non sapevo di preciso cosa fossimo, io e lui, ma per il momento mi andava bene così, non volevo affrettare le cose.
Quella sera, il 3 febbraio, sarebbe arrivato Justin, pronto per andare al ballo con la sottoscritta ed ero a dir poco euforica: finalmente tutto stava andando bene!
Erano quasi le nove, Justin sarebbe arrivato a momenti e io ero ancora in mutande che correvo avanti e indietro per casa come una pazza.
-Mamma! Dove hai messo le mie scarpe!?-, urlai.
-Sono nella scatola in alto nell’armadio!-
Corsi subito al posto che mi aveva indicato e le trovai, tirando un respiro di sollievo andai in bagno e incominciai a truccarmi: matita bianca all’interno dell’occhio, eyeliner, ombretto argenteo, fondotinta, mascara, blush sulle guance e il solito lucidalabbra; avevo arricciato leggermente i capelli che ricadevano morbidi sulle spalle. Andai in camera, misi i collant e indossai delicatamente il vestito –avevo quasi paura di romperlo-.
Mi ero quasi scordata quanto fosse bello! Il corpetto che mi fasciava perfettamente la vita e risaltava il mio già abbondante seno, la gonna che ricadeva delicatamente sulle gambe e i tacchi alti che le facevano sembrare più lunghe.
-Tesoro, c’è Justin!-, mi richiamò sulla terra mia mamma.
Presi di corsa la piccola pochette e vi misi il cellulare e le chiavi di casa.
-Eccomi!-, esclamai incominciando a scendere le scale.
Justin mi aspettava alla fine di esse e mi guardò come imbambolato. Io arrossii leggermente e osservai meglio il suo abbigliamento: aveva un normale smoking ma gli stava proprio a pennello e risaltava la sua figura slanciata; in mano aveva una piccola rosa bianca da mettermi al polso.
Quando lo raggiunsi sospirò estasiato. –Sei splendida! Se non fossi gay …-, lasciò in sospeso la frase facendomi ridere.
-Anche tu stai benissimo!-, mi complimentai allungando il polso per farmi infilare la rosa.
-Ragazzi siete bellissimi! Aspettate che vado a prendere la macchina fotografica!-, esclamò mia mamma.
Scossi il capo sorridendo e affiancai Justin.
-Com’è andata in questi giorni? Non ci sentiamo da un po’-, gli chiesi.
-Si scusa, ma a scuola ci stanno riempiendo di verifiche! Ho conosciuto uno …-
-Eh!? E me lo dici così!?-, lo guardai sconcertata. -Mi devi raccontare tutto! Mi sono offesa!-, borbottai.
-Eddai! Perché?-, mormorò dolcemente lui.
-Perché non mi hai chiamata subito!-, mi lagnai come una bambina.
-Ma l’ho conosciuto solo ieri, volevo raccontarti tutto oggi!-, mi spiegò.
-E’ lo stesso! Dovevi dirmelo ieri!-, brontolai.
Lui rise dolcemente e mi diede un leggero bacio sulle labbra.
-Dai musona! Prometto che non accadrà mai più!-, si mise la mano destra sul cuore, alzando l’altra. Io sorrisi leggermente e gli circondai la vita con un braccio sorridendo a mia mamma che era appena arrivata con la macchina fotografica.
 
Dopo una trentina di minuti buoni finalmente uscimmo da casa mia ridendo.
-Non ci lasciava più andare!-, esclamai facendolo ridere ancora di più.
-Allora, com’è questo qui?-, gli chiesi curiosa allacciandomi la cerniera.
-Si chiama Nathan ed è bello bello bello! Ci siamo conosciuti in un bar! E non so Car, è scoccata la scintilla! E poi è quasi più gay di me!-, ridacchiò.
-Noo, impossibile!-, lo presi in giro.
-Mi ha lasciato il suo numero e mi ha detto di chiamarlo. Ma non so Car, dovrei farlo oppure aspettare che sia lui?-, mi chiese preoccupato.
-Ti ha chiesto di farlo te, quindi direi che devi essere te a chiamarlo, ma fallo aspettare un po’!-, ridacchiai.
Lui annuì, attento a non toccare le miriadi di macchine che c’erano nel parcheggio della scuola mentre, appunto, parcheggiava.
Scendemmo e mi affiancò quasi subito prendendomi sotto braccio. Quando entrammo venimmo sommersi da un centinaio di palloncini bianchi e da un’enorme cascata di neve finta.
-Aaaah! I miei capelli!-, ridacchiai mettendomi le mani sulla testa.
-Che scema!- mi riprese Justin spingendomi verso l’interno della pista da ballo.
-Justin, Caroline!-, ci chiamò Danielle venendo verso di noi.
Lei indossava un vestitino verde abete, lungo fino a metà coscia composto da una fascia molto stretta nella parte superiore e la gonna leggermente a palloncino: le stava molto bene.
-Stai benissimo Danielle!-, esclamò Justin e io annuii.
-Anche voi ragazzi!-, ci sorrise. –Venite a sentire il punch! Qualcuno l’ha corretto con qualcosa ed è delizioso!-, esclamò.
-Sbaglio o è già allegra …?-, mi chiese piano all’orecchio Justin.
Io risi. –Direi di si! Non oso immaginare Felicia!-, mormorai ridacchiando.
Quest’ultima era vicino ad un ragazzo che non avevo mai visto e dondolava un piede con fare molto civettuolo avvolta nel suo lungo abito blu notte. Justin rise. –Però ha gusto!-
-Scemo! Dopo ti farò conoscere David!-, lo informai e lui si rabbuiò all’istante.
-Ci esci ancora?!-. esclamò fermandosi.
-Si perché?-
-Te l’ho detto come la penso su di lui. È tutto un trucco per umiliarti ancora! Secondo te perché Lafferty non ti ha fatto nessuno scherzo idiota? E casualmente proprio da quando conosci lui!-
-Smettila Justin! Non mi sta prendendo in giro, non lo conosci te!-, esclamai arrabbiandomi.
-Certo, non lo conosco, ma mi sembra proprio così!-, si arrabbiò anche lui.
-Se sei venuto qui per rovinarmi la serata con queste cavolate, puoi anche smetterla perché non ci riuscirai!-, gridai per farmi sentire al di sopra della musica sempre più alta. Mi voltai e andai verso il tavolo del punch prendendone un bicchiere pieno e bevendolo tutto d’un fiato.
Santissima Vergine, non lo avessi mai fatto! Ma che ci avevano messo lì dentro? Era solo alcool in poche parole! Ingoiai lo stesso il sorso che avevo preso e feci una leggera smorfia.
-Caroline … wow … sei bellissima!-, mi sussurrò all’orecchio un ragazzo che riconobbi poi essere David.
-David!-, lo abbracciai ridacchiando: non ero molto abituata all’alcool.
-Tutto questo entusiasmo a cosa lo devo?-, ridacchiò stringendomi leggermente.
-Niente, sono solo felice di vederti!-
-E il tuo accompagnatore dov’è?-, mi chiese con una smorfia: sapevo che avrebbe voluto essere lui.
-Abbiamo litigato prima …-
-Come mai?-
-Niente, storia lunga. Vuoi ballare?-, gli chiesi. Era appena partito un lento e avevo bisogno di abbracciare qualcuno.
Lui mi sorrise dolcemente e mi condusse fino alla pista da ballo, mi appoggiò le mani sulla schiena e io le passai dietro al suo collo e incominciammo a dondolarci lentamente sul posto.
Rimanemmo in quella posizione per molto tempo, ma mi sembrò comunque troppo poco, quando venimmo interrotti da Justin che picchiettò sulla spalla di David.
-Justin?-, gli chiesi confusa.
-Posso rubarti la dama per un ballo?-, chiese lui a David. David mi guardò e quando gli annuii sorridendo, mi lasciò andare sorridendo a Justin. –Prego!-, disse e mandandomi un bacio si allontanò.
-Caroline, mi dispiace. Non mi piace litigare con te, lo sai-, mi sussurrò prendendomi tra le braccia come poco prima aveva fatto David.
-Scusami te Justin, non dovevo risponderti così male!-
-Tranquilla. Comunque David mi è sembrato un bravo ragazzo …-
-Ma ancora non ti fidi-, sospirai.
-No, mi dispiace-
-Tranquillo, mi fa piacere che ti preoccupi per me-, gli sorrisi grata.
-Ma che bel vestitino Ryan!-, esclamò qualcuno al nostro fianco.
-Grazie, Scott-, mi allontanai da Justin e alzai lo sguardo su di lui: indossava dei pantaloni scuri e una camicia bianca leggermente aperta, i capelli tirati su con il gel: figo come al solito insomma.
-Ma non saprei … manca qualcosa-, si mise una mano sotto al mento con fare teatrale per sottolineare il fatto che stava “pensando” a cosa mancava. Dopo un paio di minuti, nei quali Drake, Dylan, Bob, John e Clark ridacchiavano come degli idioti quali erano, esclamò –Trovato!-, e si girò a prendere il drink di un ragazzo. –Manca un po’ di colore!-, lo guardai terrorizzata e cercai di farmi indietro ma non feci in tempo e il contenuto del bicchiere andò a finire sul mio bellissimo vestito bianco.
Poi tutto accadde in poco tempo: la musica si fermò, Scott e la sua banda risero, io guardai David pregando di fare qualcosa ma lui mi guardava solo con uno sguardo dispiaciuto, e Justin diede un pugno sul labbro a Scott.
Lo guardai scioccata mentre ricacciavo indietro le lacrime. -Justin!-, gridai.
Scott si rialzò in fretta e lo fulminò con lo sguardo prima di avventarsi su di lui, ma stavolta fui più veloce e mi misi fra i due, facendolo fermare.
-Non hai già fatto abbastanza Scott?-, gli chiesi retorica e poi voltandomi vesto Justin che faceva grandi respiri profondi per calmarsi.
-Portami a casa Just, ti prego!-, lo pregai. Lui mi guardò e annuendo mi prese per mano e mi trascinò verso l’uscita.
Prima di uscire potei sentire perfettamente Scott che urlò un: -Gay del cazzo!- e Samantha Jeffrey che urlava di conseguenza: -Amore, stai bene? Non ti ha fatto male quel coglione vero?!-
Scossi la testa e aumentai il passo, lasciando che le lacrime di delusione e di rabbia mi rigassero il viso.
In pochi minuti fummo davanti a casa mia, non avevamo detto una parola per tutto il viaggio e, appena la macchina si fermò, scesi di corsa prendendo le chiavi dalla borsetta.
-Caroline!-, mi sentii chiamare da Justin.
Lo ignorai e con mani tremanti cercai la chiave giusta, ma quella maledetta non voleva saperne di entrare nella toppa della serratura.
-Dai cazzo!-, gridai, prima che una mano mi fermò dolcemente e prese le chiavi, aprendo al mio posto.
Un singhiozzo più forte degli altri uscì dalle mie labbra e Justin mi abbraccio con forza. Mi arrampicai su di lui e mi prese in braccio e mentre continuava a sussurrarmi –Shhh, non piangere-, arrivammo in camera mia.
-Lo odio!-, esclamavo ogni tanto.
-Lo so, tesoro. Non piangere dai-, mormorò appoggiandomi sul letto e togliendomi i tacchi che per fortuna non si erano sporcati.
Tolsi le lacrime sul viso e cercai di farle smettere.
-Sembrerò un panda!-, esclamai pensando al mascara e all’eyeliner che si erano sciolti per il mio pianto.
-Un pochino-, ridacchiò Justin. Gli feci la linguaccia e gli occhi mi tornarono lucidi.
-No, no, non piangere! Ora andiamo in bagno togliamo il trucco, ti lavi la faccia e ti metti dei vestiti comodi-, mormorò accarezzandomi il viso.
Io annuii tirando su col naso. Lui rise leggermente e mi accompagnò in bagno, ma quello che vidi mi fece solo piangere di più: il mio vestito che era perfettamente immacolato ora era rosa. Rosa. O meglio, aveva un’enorme macchia rosa al centro. Era da buttare. Avrei ucciso Scott Lafferty.
-Ehi, ehi! Calmati! Domani mattina lo porto in lavanderia e tornerà come nuovo!-
-Non è v-vero-, piagnucolai sulla sua spalla. –Stava andando tutto così bene! Lo odio!-, ripetei ancora.
-Dai, togliamo questo trucco-, mi disse mi fece avvicinare al lavandino.
Sembravo una bambina nelle sue mani e lui il papà che la ripuliva dopo che era caduta e si era fatta male.
Mi lasciai pulire la faccia e cercai di tranquillizzarmi mentre toglievo il vestito e i collant e li mettevo dentro ad una borsina. Mi legai i capelli e mi incamminai verso l’armadio dove tirai fuori una tuta e una maglietta.
-Vuoi del gelato?-, mi chiese con un sorriso.
Io annui leggermente e lui, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, scese in cucina. Parlammo per delle ore del più e del meno col chiaro tentativo di non farmi pensare a quell’orribile serata, e, non so bene quando, ci addormentammo con la scatola di gelato vuota sul letto.
 
Mi svegliai di colpo quando qualcosa sbatté contro la finestra della mia camera. Guardai verso Justin e lui stava ancora dormendo; guardai l’ora, erano le tre: forse me lo ero solo sognata.
Dopo pochi secondi però lo sentii di nuovo e mi alzai per andare alla finestra. Rimasi sorpresa da quello che vidi: era David che lanciava dei sassolini alla mia finestra. Lo guardai confusa e lui mi fece segno di scendere. Andai in bagno e mi sciacquai il viso, poi presi la giacca e le chiavi ed uscii.
-Che vuoi David?-, gli chiesi malamente incrociando le braccia sotto al seno, visibilmente scocciata.
-Volevo sapere come stavi-, sussurrò avvicinandosi.
-Meglio ora e non grazie a te-, lo accusai.
-Scusami, mi rendo conto di essere stato uno stronzo. Ma non sapevo che fare-
-Non dovevi fare nulla di elaborato. Solo impedire a Scott di farlo o prendere le mie difese dopo. Invece sei solo restato lì a non fare niente e a guardarmi dispiaciuto. Sa che me ne faccio del tuo dispiacere? Niente-
-Scusami davvero! È che con uno come Scott non si sa mai come comportarsi. Ero bloccato. Mi dispiace un sacco, Caroline. Davvero, non sai quanto-
Io sospirai. –E ci hai messo così tanto a venire a dirmelo?-
-Sono un idiota, devo ripeterlo?-, mi sorrise amaro avvicinandosi di più.
Era davvero vicino ora, potevo sentire il suo fiato infrangersi contro il mio viso.
-Mm … non ti farebbe male-, gli sorrisi.
-Sei davvero bella Caroline-, sussurrò, avvicinandosi di più e facendomi indietreggiare fino a toccare il muro di casa mia.
-David …-, sussurrai leggermente.
Mi tolse con la mano una ciocca di capelli che era sfuggita dalla coda e mi accarezzò una guancia fino arrivare al collo.
Io trattenni il fiato, elettrica.
Il tempo si era fermato o sembrava solo a me? Ma ci pensò lui a farlo ripartire, appoggiando le labbra sulle mie, con dolcezza.
Appena sentii il contatto mi aggrappai alle sue spalle e lui strinse la presa sul mio collo, con l’altra mano che andava sul mio fianco facendo scontrare il mio corpo contro il suo. Era un bacio lento, tenero, ma che racchiudeva tante parole non dette.
Presto, troppo presto, si staccò da me, sorridendomi. Lo guardai per un attimo poi mi tuffai su di lui e imprigionai di nuovo le sue labbra. Lui in un primo momento sorpreso, si riprese subito e ricambiò il bacio socchiudendo la bocca per fare spazio alla sua lingua.
Fu un bacio diverso da quello di prima, più passionale. Mi stava stritolando tra le sue braccia, ma io non ero da meno. Le nostre lingue si rincorrevano ferocemente e quando le mie mani passarono sui suoi capelli per tirarli leggermente, David mugolò appena. Sorrisi sulle sue labbra e rallentando la foga del bacio mi staccai da lui.
Aprii gli occhi e incontrai i suoi pieni di desiderio e lucidi che mi fissavano. Gli accarezzai una guancia e gli sussurrai: -Buonanotte, Dave-, sorridendo. Lui mi diede un altro bacio a fior di labbra e sciogliendo l’abbraccio sorrise.
-Buonanotte, Car-, sussurrò per poi voltarsi e salire sulla sua auto.
Lo guardai allontanarsi con il cuore ancora a mille e quando mi voltai per entrare in casa e tornare a letto, notando che erano quasi le quattro, non aveva rallentato di un solo battito. Diciamo che era riuscito a salvare appena la serata. E col sorriso sulle labbra mi addormentai di nuovo.
 



Spazio autrice:


Ciao a tutti! :D
Ma sbaglio o le settimane vanno sempre più veloci? Mi sembra di aver aggiornato solo qualche giorno fa e non una settimana fa! :/
Baaaah ...
Comunque tornando al capitolo: Justin dice chiaro e tondo come la pensa su David ma Caroline non le vuole dare ascolto. Farà bene?
Inoltre Scott che le rovina il vestito è odiabile, visto che ADORAVO quel vestito ... e parlo io che l'ho inventato ahah
David è stata una cacca al ballo, quando Scott ha fatto tutto il casino, ma spero che si sia fatto perdonare con la fine del capitolo :D
Sono troppo dolciosi daaai! :3
Inoltre spero che Caroline non vi sembri troppo una piagnucolona, ma è arrivata al cosidetto limite, all'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso ed è scoppiata; inoltre è una di quelle persone che quando sono nervose e arrabbiate si sfogano piangendo, caratteristica presa purtroppo dalla sottoscritta.
Beh, spero che il capitolo vi sia comunque piaciuto e vi avviso già da ora che il prossimo sarà il capitolo dove inizierà il cambiamento :D

Se volete lasciare una recensione è sempre ben accetta, così potrò sapere le vostre opinioni e correggerlo dov'è meglio! :3



Alla prossima settimana! :D



MaudeScott.

  
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