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Autore: Cherry_Blossom    16/10/2012    5 recensioni
Fece una risatina ironica. «Sta per caso affidando il mio miglior studente, il suo miglior studente, nelle mani di Black?» Sottolineò la parola "suo" alzando il tono di voce.
Il preside le sorrise, rassicurante, e fece cenno con il capo ai due ragazzi.
«Mia cara Minerva, nessuno riuscirebbe a prendersi cura di lui più di quanto possa farlo Sirius Black.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, James Potter, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Occhio di lince.


Il castello sembrava essere decisamente silenzioso, benché fosse appena pomeriggio.
O, per meglio dire, il castello sarebbe stato decisamente silenzioso, se non fosse stato per uno scalpitare di suole sul vecchio pavimento in pietra.
Minerva McGranitt sembrava essere piuttosto agitata, quel pomeriggio: lo chignon che solitamente portava in maniera egregia e del tutto composta, sembrava essere stato fatto di fretta e furia, poiché varie ciocche di capelli spuntavano da una parte e dall'altra.
Gli occhiali squadrati della donna sembravano essere in procinto di cadere, quando la professoressa poggiò, con la minima delicatezza, il polpastrello dell'indice sinistro sul ponte degli occhiali, facendoli dunque tornare al proprio posto.
Continuava la sua ''spericolata passeggiata'' lungo il corridoio, quando sentì delle voci provenire dal parco della scuola.
Sembravano ragazzi, e sembrava che stessero ridendo; che si stessero divertendo.
Allungò il proprio collo per poter osservare la scena: quattro ragazzi si trovavano, difatti, nel parco di Hogwarts e non riuscivano a smettere di ridere. Ognuno di loro sembrava, però, provenire da un universo completamente distante da quello degli altri. 
Uno di loro era piuttosto basso, ed anche piuttosto paffuto. Aveva capelli di un colore tra il castano ed il biondo, che gli coprivano gli occhi. Era seduto all'ombra di un'enorme quercia, con lo sguardo fisso su quelli che dovevano essere i suoi migliori amici. Quello, era Peter Minus.
Gli occhi di Minus erano puntati su di un giovane in particolare, di media altezza. Aveva i capelli più neri che Minerva avesse mai visto, e che sembravano non aver mai saputo dell'esistenza del pettine, e degli occhiali dalla forma tondeggiante che saettavano sul proprio naso e, come era accaduto precedentemente alla professoressa McGranitt, erano in procinto di cadere. Il ragazzo, il cui nome era James Potter, agitava le braccia, come per afferrare qualcosa, qualcosa che ad occhio nudo la professoressa McGranitt non avrebbe potuto riconoscere; l'unica cosa che riuscì ad intravedere fu una luce dorata spostarsi rapidamente nell'aria.
Piuttosto vicino a James, era disteso sul prato un altro ragazzo: aveva capelli neri come la notte lunghi fino alle spalle, un ciuffo piuttosto ribelle, ed il viso contornato da fini lineamenti. Quello, quello era Sirius Black. Black applaudiva al proprio migliore amico, contemplando a propria volta l'oggetto che si librava leggero nell'aria, e sembrava che la professoressa McGranitt non fosse l'unica a non riuscire a scorgere l'oggetto, ma, a differenza sua, Sirius Black sapeva esattamente di cosa si trattasse.
Ed infine, c'era un ultimo giovane. Minerva storse il naso quando lo vide. Seduto sotto il sole rovente di quel pomeriggio, leggermente più distante dagli altri, era l'unico a non ridere. Sorrideva, quasi timidamente, con uno dei suoi inseparabili libri tra le braccia: Remus Lupin. I suoi capelli erano castano-dorati, e sotto quel sole sembravano risplendere, così come le cicatrici ben visibili sul suo volto. Il suo sguardo sembrava posato su...
«Passeggiata pomeridiana, mia cara Minerva
La professoressa McGranitt quasi non perse l'equilibrio, nel sentire quella voce.
Come poteva quell'uomo camminare sempre di soppiatto, tanto che persino quell'occhio di lince della professoressa non riusciva ad accorgersi della sua presenza fino a quando non proferiva parola?
«Stavo pensando, Albus...» Dopo aver riposto nuovamente lo sguardo sui giovani che si trovavano in cortile, tentò di spiegare al preside quale fosse la sua vera preoccupazione. «Il signor Lupin non è ancora pronto per... Voglio dire, non mi sembra il caso che.., Oh, insomma! Poppy non ha fatto nulla per impedire che quei due perdigiorno di Black e Potter lo sequestrassero?» Continuò ad osservare la scenetta al di fuori delle mura del castello, che era leggermente variata.
Ora si vedeva con chiarezza che quello che James Potter era riuscito ad afferrare, era nientepopodimeno che il suo adorato boccino d'oro, e che Peter Minus si era alzato dalla propria comodissima postazione per avvicinarsi a lui e congratularsi di tale gesto.
Il professor Albus Silente posò a propria volta lo sguardo sui quattro individui, tanto diversi, eppure tanto amici, e sorrise. «Ti sembra forse un sequestro, mia cara Minerva
La donna scosse la testa, concentrandosi a pieno sui due membri restanti del Malandrini.
Remus Lupin continuava a dare rapide occhiate al proprio libro, ed era così preso che nemmeno si accorse che Sirius Black era praticamente alle sue spalle, inginocchiato, e che stava poggiando il mento sulla sua spalla destra. Dopo quel contatto, il biondo sollevò finalmente gli occhi dal libro ed impallidì. Lentamente, voltò il viso verso l'amico, il quale sorrise. La professoressa quasi non inciampò nei propri piedi quando lo vide.
Era sul serio Sirius Black, quello che aveva sostituito il solito ghigno made-in-Blackland, con un sorriso di quelli veri? Nemmeno quando lui e Potter ne combinavano una delle loro, lo aveva visto sorridere in tal modo.
«Mi sembra che il signor Lupin debba restare qualche altro giorno in infermeria.» Riprese la donna. «Credo sia fin troppo debole per una giornata calda come questa.»
Albus Silente scosse il capo, osservando i due giovani. Ora Black stava affettuosamente scompigliando la bionda capigliatura dell'amico, che cercava di divincolarsi. Parve sempre più strano per Minerva vedere Sirius ridere, ridere di cuore, ridere di gusto.
Che fosse...
«Sono più che certo che il signor Black si prenderà cura alla perfezione di Remus.»
Fu il preside a destarla dai propri pensieri.
Quell'uomo non avrebbe mai smesso di sorprenderla.
Fece una risatina ironica. «Sta per caso affidando il mio miglior studente, il suo miglior studente, nelle mani di Black?» Sottolineò la parola "suo" alzando il tono di voce, seppur mantenendolo calmo. Non poteva di certo scomporsi alla presenza del professor Silente.
Il preside le sorrise, rassicurante, e fece cenno con il capo ai due ragazzi.
Remus Lupin si apprestava ad alzarsi, e mentre era in procinto di farlo, Sirius poggiò il capo sul suo stomaco, sollevandolo dal suolo e caricandoselo poi in spalla.
Il ragazzo strepitava sulle spalle di Black, che rideva ogni attimo di più.
«Sirius! Sirius, lasciami! Lasciami o giuro che ti... Che io ti...!» Sentì uscire dalle labbra del così tanto calmo e pacato Remus, mentre continuava ad agitarsi sulle spalle del moro divertito ed a gridare.
James e Peter si scambiarono un'occhiata eloquente, e si avviarono verso l'edificio scolastico.
«Mia cara Minerva, nessuno riuscirebbe a prendersi cura di lui più di quanto possa farlo Sirius Black.» E, detto questo, il professor Silente fece un cenno di saluto col capo, e si avviò verso il proprio ufficio.
La professoressa scosse la testa. Perchè quell'uomo era sempre così enigmatico?
Si voltò un ultima volta ad osservare Remus e Sirius.
Però, forse...
Poggiò rapidamente il palmo della mano sulla propria fronte.
Come poteva fare pensieri così sciocchi?
Un donnaiolo come Black! Impossibile...
Sospirando, decise di avviarsi al seguito del preside.
Che sciocca era stata!
Sciocca perché, se solo fosse rimasta qualche secondo in più, avrebbe potuto vedere.
Sirius poggiò in quell'istante Remus sul prato e, guardandosi intorno con circospezione, posò delicatamente le proprie labbra su quelle del biondo, che, dopo un iniziale momento di smarrimento e sconvolgimento, si lasciò andare, passando il contorno delle labbra del moro con la propria lingua. Quello, preso dall'euforia, lo strinse maggiormente a sè, intrufolando la lingua tra le labbra di Remus, che ricambiò con tanta energia il bacio, da alzarsi in punta di piedi per raggiungere il ragazzo. (Dato che, a quel punto, non si poteva parlare di ''amico'')
Forse non era Minerva il vero occhio di lince.
Forse anche stavolta, Albus Silente era un passo avanti rispetto a lei.
  
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