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Autore: meiousetsuna    16/10/2012    8 recensioni
Questa OS si è classificata prima nel contest "Scommettiamo che..." di Fefy_07, che consiste nel raccontare una scommessa... è il mio primo femslash!
Dal testo: “Ho passato la nottata nell’Old Wood, non da sola, credimi ne è valsa la pena anche se – Care prese una bella boccata d’aria prima di terminare la frase – non sono sicurissima di chi fosse insieme a me”.
“Come hai potuto?”
“Andiamo non fare la provinciale, una vampira incontra un ibrido, ascolta la sua naturale tendenza ad essere sempre eccitata ed è sesso! Non mi dirai che da quando ti sei trasformata non hai provato una estenuante performance con Stefan tra le lenzuola!” La castana scosse la testa.
“Con Damon? – lo sapevo che ce l’avevi sotto la pelle ormai... e non solo lì?”
“Che dici? Sono appena tornata insieme a suo fratello!”
“Non essere indignata, preoccupati piuttosto. Per una vampira l’istinto erotico è il più forte insieme alla fame.
Potrei aiutarti a fare una prova e non avresti propriamente tradito Stefan che ne dici? Anzi se lo sapesse vorrebbe guardare, uno spettacolino tra una bionda e e una bruna non si rifiuta mai!”

Una parola di conforto? ^^ la vostra, Setsuna
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prima Classificata nel Contest: 'Scommettiamo che…' di Fefy_07

Nickname dell'autore: meiousetsuna Titolo della storia: I Kissed a Girl, and I liked it!
Colore scelto: Viola (oggetto: coperta) Fandom: The Vampire Diaries
Genere: sentimentale, erotico, commedia Avvertimenti: Femslash, fluff, lemon, parziale OOC indispensabile
Rating: Arancione Pairing: Caroline/Elena+ presenza di altri personaggi
NdA: È un “gioco”ai fini del contest, che prevede, naturalmente di raccontare una scommessa, usando l'oggetto a sorpresa!
Ambientazione: soltanto il pezzetto della 4x1 utile alla storia!

I Kissed a Girl, and I liked it!

 

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Caroline uscì dal piccolo bagno di servizio, quello al piano terra, il più silenziosamente possibile: aveva dato per scontato che fosse quasi inutilizzato ma non di non trovare neanche un misero asciugamano; non osando certo girare nuda, con Jeremy che poteva comparire per prepararsi la colazione da un momento all’altro, si avvolse con una copertina viola pastello che giaceva piegata sopra il cesto della biancheria.

Lo specchio le rimandava un’immagine di sé della quale non era particolarmente fiera. Aveva passato la notte con lui. Già… avesse potuto dargli un nome! Fino alla fine era stata pressoché sicura che fosse Tyler, anche se certi sorrisetti divertiti e baluginii di ammirazione nei suoi scuri occhi di taglio latino le inviavano continuamente  segnali sospetti.
Niente “Love” o “Sweetheart” per carità, non era così stupida, ma nemmeno Klaus dopo essere stato smascherato una volta avrebbe peccato di tale ingenuità. Il problema era un altro: aveva corso il rischio perché non era riuscita a fermarsi, chiunque fosse le aveva fatto provare il più fantastico sesso Vampiro-Ibrido della sua vita! Alla fine, distrutta e piena di vergogna era scappata via sulla sua auto con “Tyler”, almeno sperava, che la inseguiva chiedendole spiegazioni che in ogni caso non avrebbe potuto fornire.

Preferendo non rientrare nella sua casa, tenuta sotto controllo dal Consiglio, si rifugiò in quella di Elena dormendo sul divano del tinello sperando di scomparire in tempo, insalutata ospite. Peccato che la cara Elena sebbene vampira di fresca data avesse magnificamente sviluppato la sua percettività e attratta da alcuni scricchiolii furtivi fosse scesa guardinga al piano inferiore, trovandola che cercava di indossare i suoi indumenti usando la coperta come paravento.
“Caroline che ci fai mezza nuda nella mia sala da pranzo? Oddio, non dirmi che sei stata a letto con mio fratello!”

La bionda sgranò gli occhi color fiordaliso, offesa oltre ogni dire.
“Intanto, buongiorno anche a te, Elena, stai bene? Nessuno ha cercato di iniettarti verbena o rapirti durante le ore passate? Questo è il saluto di un’amica! Secondo – la Maniaca del Controllo stava approfittando di un’occasione d’oro per i suoi famosi discorsi divisi per punti salienti – il tuo fratellino è come se fosse anche il mio siamo cresciuti insieme per chi mi prendi! Terzo… prometti di non raccontarlo a Bonnie, ok?”

“Ok fidati, puoi dirmi tutto”. La ragazza si rilassò pronta a gustare qualche pettegolezzo divertente in mezzo a quel totale disastro che erano le loro vite di ex adolescenti normali.
“Ho passato la nottata nell’Old Wood, non da sola e credimi ne è valsa la pena anche se – Care prese una bella boccata d’aria prima di terminare la frase – non sono sicurissima di chi fosse insieme a me”.
Elena aprì la bocca espirando l’aria trattenuta dall’altra come se non avessero abbastanza forze da respirare in modo indipendente. Non aveva bisogno di spiegazioni sapeva benissimo quale fosse l’unico ‘equivoco’ possibile.
“Come hai potuto?”

“Andiamo non fare la provinciale, una vampira incontra un ibrido, ascolta la sua naturale tendenza a essere sempre eccitata ed è sesso! Non mi dirai che da quando ti sei trasformata non hai provato una estenuante performance con Stefan tra le lenzuola!” 
La castana scosse la testa.
“Con Damon? – lo sapevo che ce l’avevi sotto la pelle ormai... e non solo lì?” Strizzò l’occhio, ottenendo come risposta l’espressione orripilata della sua amica.
“Che dici? Sono appena tornata insieme a suo fratello!”

“Non essere tanto indignata, preoccupati piuttosto. Per una vampira l’istinto erotico è il più forte insieme alla fame e su questo punto penso di poter stare tranquilla… anzi, colazione?”
Elena aprì il frigo e porse una sacca all’altra che, preso un sorso, gliela passò come se spartissero una lattina di cola, mentre continuava a parlare.
“Potrei aiutarti a fare una prova e non avresti propriamente tradito il buon vecchio Stefan che ne dici? Anzi se lo sapesse vorrebbe guardare, uno spettacolino tra una bionda e una bruna non si rifiuta mai!”
“Caroline tu stai vaneggiando… comunque le donne non mi interessano, senza rancore, non è una cosa personale anzi  se fossi proprio costretta saresti tu”.
“Lo vedi? Già il tuo istinto ha manifestato segni di vita è un inizio! Coraggio… che ne pensi di una piccola scommessa? Se vinco stasera entrerai alla festa a casa dei Salvatore completamente spogliata, soltanto cinque minuti, ballando col primo che te lo chiederà senza poter accettare nessun vestito; poi potrai metterti tutto quello che vuoi”.

“In cosa consisterebbe la scommessa?” La voce di Elena era colma di apprensione.
“Entro un quarto d’ora ti farò pregare di fare l’amore con me; sono brava se hai troppa paura ritirati adesso”.
Elena restò in silenzio un momento poi si sentì sicura di essere immune ad un rischio del genere.
“Bene, se perderai e sarà così, brucerai tutti i disegni di Klaus, regalerai quel famoso bracciale al Mystic Museum, che è dove dovrebbe già essere e quando incontrerai Tyler ti assicurerai che sia lui! Che so, con una parola d’ordine; non mi piace che i miei amici soffrano anche queste umiliazioni. Hai già perso”.
“Aspetta a dirlo quando saremo in camera tua – Caroline la stava mettendo sullo scherzo – corri, non voglio turbare un ragazzino nel pieno della crescita!”
Due secondi e a velocità vampirica avevano chiuso a chiave la porta alle loro spalle accendendo la radio a volume abbastanza alto da coprire le loro parole.
La bionda buttò in un angolo i vestiti che aveva ancora in mano, lasciando scivolare a terra la coperta con l’aria di chi è consapevole della sua bellezza passando lentamente le mani tra l’incavo dei seni, dietro il collo, fino a spostare di lato i suoi capelli ondulati.

“Il mio corpo non ti suscita sfrenati desideri?*”
Elena la fissò un momento trattenendosi poi le scoppiò a ridere in faccia.
“Veramente no!”
“Bene, Gilbert, sei un osso duro. Adesso metto il timer della tua radiosveglia, meno quindici minuti. Comincia a spogliarti se non collabori perdi per abbandono!”
“Però... mi vergogno”.
“Sapevo che avresti fatto storie; forza, sdraiati, ti copro con questa bella coperta violetta e ti tolgo tutto senza guardare, sono molto generosa. Hai tre secondi. Due…”
La vampira non se lo fece ripetere, conosceva il piglio da generale della sua amica quando si metteva in mente di fare qualcosa di impossibile: in fondo erano soli pochi stupidi minuti di fastidio, poi avrebbe ottenuto quello che voleva.

Corse a sdraiarsi sul letto, con la coperta ben stesa addosso, ma non era molto lunga e le lasciava scoperto il viso o i piedi; considerando la morsa che le stava stringendo la bocca dello stomaco preferì decisamente non vedere. Care sorrise mentre le toglieva rapidamente scarpe, calze e jeans ed un braccio di Elena spuntò porgendole maglia e top.
Non si era mai sentita così tanto esposta, eppure non c’era nulla di cui preoccuparsi, ripeté a sé stessa mentre le unghie smaltate di rosa della sua più cara amica d’infanzia le facevano un leggero e piacevole solletico nello scorrerle sulle  gambe, dalle caviglie risalendo fino agli slip; non poté in alcun modo trattenere un brivido quando con delicatezza sentì che la accarezzava sopra la stoffa leggera.

Chiuse bene gli occhi, cercando di pensare ad altro, che fossero le mani di Damon… no, di Stefan! Doveva piacerle che fossero quelle del suo fidanzato, per lo meno di un uomo, non poteva sentire quel calore insidioso e familiare risvegliarsi in quella situazione, anche se da tanto tempo era rimasta sola.
Sotto quella coperta era come se la realtà fosse diversa, un piccolo mondo protetto  dal dolore, dai doveri, esisteva solo quello che sentiva  come se accadesse spontaneamente al suo fisico durante un sogno estremamente appagante; non ce la faceva proprio a lottare.
Poi una mano di Caroline cominciò a risalire lungo la sua pancia piatta, arrivando al ferretto del reggiseno, insinuandosi al di sotto senza spogliarla, stuzzicandola con dei tocchi lievi che soltanto un’altra donna poteva intuire quanto fossero deliziosi, capendo che Elena si stava mordendo le labbra per non mugolare, mentre le intrappolava un capezzolo tra due dita accarezzandolo in cerchio col pollice.
Le faceva tenerezza quella resistenza disperata e prese a darle dei baci a schiocco sulla bocca attraverso lo strato di tessuto, sentendo che un altro po’ della sua rigidità la stava abbandonando; sganciò senza difficoltà il reggiseno facendolo scorrere via sulle braccia sottili, per tornare a giocare col suo seno, sdraiandosi di fianco a lei, lisciandole i lunghi capelli in un gesto pieno di affetto.

Poi scese piani fino all’orlo degli slip sottolineando il confine tra la pelle ambrata e il semplice cotone, lo riconosceva al tatto… che gusto da bambina. Con estrema dolcezza si insinuò sotto l’indumento, la mano arcuata sulla sua femminilità; ormai stava avendo conferma della sua teoria: una neo-vampira ha pochissimo controllo su tutte le sue pulsioni! La sentiva tesa e calda e quando scese più giù tra le gambe chiuse ma rilassate trovò che era completamente bagnata.
Si soffermò con la punta delle dita sulla sua apertura; ma d’improvviso ritirò la mano scoprendo il viso dell’amica che aveva gli occhi lucidi e le labbra socchiuse, dandole un bacio, un vero bacio, profondo e caldo poi si fermò.
“D’accordo ho perso. Non ti ho coinvolta come speravo. Fatti una doccia, è piuttosto tardi”.
“Caroline!” Elena era di nuovo nascosta sotto il rifugio violetto.
“Torna subito qui e finisci quello che hai cominciato!”
La bionda rise felice slittando sotto la coperta, entrando con le dita dentro di lei.
“Ti prego, sì…”
“Cosa?”
“Sei crudele! Caroline, ti prego, fai l’amore con me!”
“Tredici minuti e mezzo! Stavo perdendo le speranze!” L’unica risposta fu un gemito liberatorio…

▪▫▪▫▪▫▪▫▪

Damon e Stefan controllavano nervosamente l’ora cercando di non far percepire la loro apprensione a tutti quei noiosissimi personaggi influenti che in quella particolare circostanza dovevano tenersi buoni, visto il clima di forte sospetto che aleggiava su di loro. Versavano champagne, invitavano le signore per un valzer e quando possibile ipnotizzavano qualcuno perché li considerasse degli innocui cittadini come tutti gli altri.

Improvvisamente il brusio della folla si spense come se qualcuno abbassasse l’audio di un televisore molto lentamente, fino ad eliminarlo; Damon si girò di scatto individuando subito il motivo di tanto interesse. Caroline aveva fatto il suo ingresso trionfale nel salone sfoggiando uno splendido abito da sera rosso fuoco e seminascosta dietro le sue spalle c’era Elena con indosso il vestito di gala più stravagante che avesse mai visto.
Difatti, guardando meglio si trattava di una coperta lilla scuro che le rimase indosso solo un secondo, per essere gettata a terra: sotto di quella era completamente nuda.

Nessuno osò dire una parola, nemmeno Stefan che sembrava arrabbiato e nel contempo spaventato, forse  pensando che si trattasse di soggiogamento da parte di qualcuno degli Originali, mentre Damon come se nulla fosse attraversò la sala togliendosi la giacca dello smoking, porgendogliela con un lieve inchino. “Non posso metterla”. La voce della ragazza era strozzata, stava combattendo per non scoppiare in un pianto dirotto.
“Ho perso una scommessa con Caroline devo restare così cinque minuti”.
Il bruno non si scompose minimamente posandogliela sulle spalle schermandola così fino all’attaccatura delle cosce per poi attirarla a sé, stringendola al suo petto.
“Rispetto i patti fatti con gli amici ma è solo una mia iniziativa se ti ho coperta, tu non hai né rifiutato né accettato; adesso balliamo e stai tranquilla, ci sono io”.
Elena posò la testa sulla sua spalla e scoprì come tutto poteva diventare semplice; gli invitati si erano nascosti dietro un velo di ipocrisia, non osando contestare quello che pareva andar bene ai loro anfitrioni, Stefan era uscito in giardino con fare tragico e lei non stava più così male, anzi.

“Damon… mi sembra che tu sia contento di questa situazione”.
Lui le dedicò un sorriso in tralice.
“Non sono un eunuco, non pretenderai che ballare con te spogliata davanti a tanti spettatori non mi provochi nessun effetto! Quello che faccio non va mai abbastanza bene, vero?”
Elena riconosceva i suoi scherzi e si strinse ancora di più al suo corpo.
Così, solo per dispetto.
Alla fine della canzone Damon raccolse la copertina e la avvolse rapidamente intorno a lei come un pareo.
“Sei bellissima qualsiasi cosa ti metta, però spero che la prossima volta che mi verrai incontro in costume adamitico saremo in camera mia non ad una festa con mezza città presente”.
“Scordatelo”. Lei gli sorrise mentre usciva quasi correndo da casa.

Caroline si avvicinò al vampiro, facendogli un cenno e lui la seguì in una saletta laterale.
“E allora? Non sono la migliore? Se non mi sbaglio ho vinto la scommessa, Elena è arrivata qui nuda ha rifiutato di vestirsi e ha ballato con te. C’è niente che devi darmi?”
“Quello che è giusto è giusto Barbie! Speravo di perdere a dire la verità; o che almeno mi rivelassi come hai fatto ma immagino che chiedertelo sia inutile”.
Damon prese un cofanetto posato sulla scrivania, i posti evidenti erano sempre i suoi nascondigli preferiti, per porgere alla bionda un paletto intarsiato di metallo.
“É l’ultimo vedi di non sprecarlo o magari di uccidere il tuo cagnolino per sbaglio!”
“Non preoccuparti se sarà Klaus giuro che lo capirò e lo farò pentire una volta per tutte. Grazie, a buon rendere”.

Damon la salutò con una smorfia complice poi si diresse verso il giardino, sapeva dove trovare quello che stava cercando. Stefan era seduto sugli ultimi gradini, la mascella serrata per trattenersi e le braccia allacciate intorno alle ginocchia.  Quando sentì il ritmo dei passi di suo fratello, che avanzava morbidamente come una pantera pronta a balzare sulla sua cena, con un sospiro angosciato prese qualcosa dalla tasca e la lanciò violentemente dietro di sé.
La mancanza di clangore metallico sull’acciottolato gli confermò che Damon aveva preso al volo il mazzo di chiavi; pochi istanti dopo si vide porgere una mano.

“So che sei un gentiluomo, quindi la tua parola mi basterà come contratto. Non c’è qualcosa che dovresti dirmi?”
Stefan ingoiò le parole che spontaneamente avrebbe rivolto al maggiore, anche perché avrebbe insultato la loro madre defunta e sciorinò tutta la ‘tiritera legale’ che aveva dovuto imparare a memoria.
“Se perderò la scommessa secondo la quale Elena Gilbert potrebbe presentarsi nuda perché diventare una vampira ha esaltato la sua parte esibizionista repressa, io, Stefan Salvatore, rinuncerò per un mese alla mia parte di proprietà della Tenuta e dovrò bussare chiedendo a mio fratello il permesso di entrare. Ho dimenticato qualcosa?”
“Perfetto, come sempre. La parte in cui stai per domandarmi come ho fatto a immaginarlo puoi risparmiartela, non rivelo i miei trucchi”.

“Damon”. La voce del minore era troppo abbattuta per non prestargli  ascolto “E se ti chiedessi una rivincita?” Il vampiro gli rispose facendogli l’occhietto da sopra la spalla sinistra mentre tornava verso l’abitazione.
“Per te, qualsiasi cosa, in ogni momento, dovunque”.**
Quando fu sicuro di non essere visto, si sciolse in un sorriso sincero.

*Cabaret, di Bob Fosse
** Queste parole che in realtà Damon rivolge al fratello con odio, le ho ‘girate’ in versione affettuosa…

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