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Autore: Psychedelic Mushroom    17/10/2012    2 recensioni
[Sequel di Bionda Becker]
Non ci vado, anche a costo di legarmi al letto. Non lo farò mai e poi mai.
- Ben io non ci voglio adare dalla nonna -
Carissimo questa è un'introduzione provvisoria. Se porterò avanti questa FF la cambierò sicuramente! :)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo!
Spero che vi piaccia e poi mi piacerebbe sapere cosa ne pensate... sono fiduciosa, eh! xD
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e ringrazio Memy881 per aver già recensito ^__^
Vi lascio al capitolo... baci <3
                                                                  FIONA KAULITZ.

- Non voglio entrare - mi lamento con la voce da bambina.
Di solito papà si intenerisce sentendomi parlare così.
- Non ci provare... cammina -
- Ti prego papi... non ho voglia di stare con loro - sospira pesantemente.
- Fiona se non ti muovi ti ci porto io - che vuol dire?
Cioè che intende? Vuole portarmi lì con la foza? Io chiamo il telefono azzurro.
- Che intendi? -
- Questo - si piega verso di me e, con un braccio, mi avvolge i fianchi. Mi solleva e, anche se io mi dimeno come una matta, resce a portarmi fin fuori la porta.
La prossima volta non esco proprio dalla macchina, voglio vedere poi come fa.
Mi mette giù e respira a fatica.
- Dovresti dimagrire un pò - prendo un profondo repiro per evitare di urlargli in faccia e poi gli sorrido.
- E tu dovresti smetterla di fumare... sai potrebbe sfuggirmi qualche parola con Paul -
Mi piace essere vendicativa e, visto che Paul avrebbe vietato a papà di fumare per il lavoro che fa, lo sarei molto se lo dicessi.
- Se solo ti permetti puoi dire ciao ciao al tuo amato cellulare o ai tuoi CD...non so... poi decido... e comunque sto smettendo - mi scappa una di quelle risate sguaiate, tipo gallina.
- Certo papà... ti ho riccattato mille volte su questa cosa e la tua risposta è sempre la stessa - mi da una spinta e mi fa entrare in casa.
Una volta arrivati in salotto vedo Ben già spaparanzato sul divano insieme al nonno e la nonna arrivare dalla cucina con un grande sorriso.
Da quando la ricordo, non è cambiata quasi per niente. Forse c'è qualche ruga in più.
- Ciao Fiona.... da quanto tempo - si avvicina e mi abbraccia mentre io guardo papà stranita.
- Era solo la settimana scorsa nonna - le ricordo sciogliendo l'abbraccio.
- Bhe a me sembra tantissimo tempo... ti fai ogni giorno più bella - che gran bugiarda.
Vorrei dirle: nonna se fossi bella mi sarei già scopata il migliore amico di tuo figlio, ma Andreas è troppo impegnato con la sua favolosa Ellen.
- Grazie nonna - purtroppo le ho risposto così.
Il nonno si alza dal divano e ci raggiunge. Stringe la mano a papà con freddezza. E' sempre così, ogni volta. Fanno sempre finta che le cose vadano bene quando poi vanno uno schifo. Non capisco perchè si ostinano a far finta di volersi bene. Lo so benissimo che lo fanno solo per me e Ben però potrebbero pure farsi un sorriso ogni tanto.
- Ciao Fiona -
- Nonno - gli sorrido e vado da Ben.
La situazione fra quei tre è troppo dura da reggere.
- Non ho mai visto tre persone fingere così male - dico sottovoce dopo essermi seduta.
- Wow per una volta nella tua vita hai detto una cosa intelligente - gli rivolgo uno sguardo altamente omicida e poi mi alzo.
- Vado nella mia pseudo camera - annuincio avvicinandomi a papà.
Gli poso entrambe le mani su una spalla e lo porto leggermente verso il basso dandogli un bacio sulla guancia.
- Ci vediamo lunedì - mi dice prima che io scompaia dalla sua vista.
Arrivata al piano superiore, vado nella camera che mi ospita quasi tutti i fine settimana. La ex camera di mia mamma.
Apro la porta e mi fiondo sul letto.
Già sento la mancanza di casa mia. Qui si sentono pochi 'rumori molesti' mentre, dalla mia camera, si può sentire benissimo mio padre che urla contro la TV perchè i Chicago Bulls hanno perso la partita, si sente mamma che parla al telefono con una delle sue amiche, si sente Ben che ascolta musica lagnosa e, fidatevi, si sentono fin troppo bene i rumori notturni che provengono dalla camera da letto dei miei. La mattina dopo mi verrebbe da ridergli in faccia ogni volta, ma ok, lasciamo perdere questo discorso.
Prendo il cellulare dalla tasca e compongo il numero del mio bottoncino, Lars. Non c'è un vero perchè a quel soprannome idiota, ma mi piace. Lui è il mio migliore amico dalla seconda elementare. Ci vogliamo davvero tanto bene. Tranquilli, lui crede di essere gay quindi fra di noi c'è solo un rapporto di amicizia.
*- Chi è? -
- Bottoncino ma dormi a quest'ora? - gli chiedo sentendo la sua voce addormentata.
- Sì... ieri sono tornato alle 04:30 dalla festa -
- Bhe tu almeno ci sei andato... com'era vestita Alexis? - gli chiedo per non rimanere indietro sull'abbiagliamento della festeggiata.
- Portava un vestitino davvero carino... era grigio e poi le scarpe... bho non le ricordo - Tipico di Alexis, dopo le farò uno squillo.
- Va bene... io sto dai nonni... papà mi ci ha portata di peso -
- Condoglianze... ah lo sai alla festa c'era anche Adam... cazzo lo avrei stuprato - rido.
- Addirittura? -
- Sì, avresti dovuto vederlo... addosso aveva una di quelle magliette scopamiadesso e un paio di jeans stanotteseituttomio - dice con voce leggermente eccitata.
- Ah, ora capisco... senti... ci sentiamo più tardi ok? -
- Va bene... a dopo -
- Ciao -* chiudo la chiamata e mi rilasso un pò aspettando l'ora di pranzo.


                                                                            ***


- Fiona... svegliati che è pronto il pranzo - apro gli occhi lentamente e mi accorgo che la nonna è leggermente piegata su di me e mi tiene una mano sul braccio.
- Mi sono addormentata? - le chiedo mettendomi a sedere.
- Sì... dai ricomponiti e scendi - se ne va via sorridendo mentre io annuisco.
Prendo il cellulare e guardo l'orario: 13:10.
Ho dormito parecchio. Bene, stanotte starò sveglia e domani non avrò sonno. Che modo meraviglioso di iniziare il week and dai nonni.
Mi alzo e scendo al piano inferiore.
Sono già tutti seduti. Io, allora, occupo il posto che a quanto pare era di papà. Che figata pazzesca mamma mia.
Cominciando a mangiare, è impossibile che non inizino anche le solite domande: fra quanto inizierete la scuola? Mangiate a casa? I fidanzatini?
Cavolo li odio quando fanno così. Ma perchè ci chiedono queste cose? Ma cosa importa a loro?
Che poi sono domande del tutto inutili perchè ogni settimana ce le fanno. Ma è possibile che in una settimana abbiano spostato la data della fine delle vacanze estive? E' possibile che in una settimana, anche se mangiamo un pò meno, moriamo? E' ancora più possibile che in una sola, sacrosanta e beata settimana io trovi un fidanzato?
Vorrei risponderle così: la scuola inizia per quelli che ci vogliono andare, io mangio e forse anche troppo e, se potessi, sarei già convolata a nozze cari nonni ma, sapete, lui purtroppo non è un pedofilo.
Però rispondo come un angelo sceso dal cielo anche se per me vengo più dall'inferno.
- Io ritorno di sopra... Ben aiuta la nonna in cucina - dico appena finisco di mangiare.
Una volta ritornata nel mio modo, mi rituffo a letto e fisso il soffitto.
Mi sono già stancata di stare qui. Non che non mi piaccia stare con i miei nonni, è solo che vorrei uscire e divertirmi, invece sto qui a fare cosa? Bho, forse ad annoiarmi.
Sbuffo e mi alzo.
Voglio uscire un pò. Una passeggiata non può farmi male.
Vado verso l'armadio e lo apro. Ho trasferito alcuni dei miei vestiti qui visto che, anche dopo le mie continue proteste, mi portano sempre in questa casa.
Prendo una maglietta a maniche lunghe e per i jeans decido di tenere questi. Mi piacciono e non li voglio togliere.
E' il 22 Agosto e qui fa un freddo cane. Non tutti hanno freddo, tipo Ben mette le maglie a mezze maniche, ma io sì. Potrei morire di ipotermia da un momento all'altro. Mi prendono sempre in giro per questa cosa e dicono che, visto che sono fredda in ogni parte del corpo, sembro un cadavere.
Metto la maglia che ho scelto e corro in bagno. Mi do solo una sitemata veloce ai capelli lasciano cadere quello che c'è al centro, su un lato e riaggiusto un pò il trucco. Sì, qui ho portato anche i miei trucci del week end.
Mi lavo le mani e scendo.
- Io esco - urlo aprendo la porta.
- Torna presto e stai attenta - mi raccomanda il nonno prima che io, con non troppa grazia, sbatto la porta e corro in strada.
Forse avrei dovuto mettere una felpa. Un'altra cosa intelligente era quella di mettere un pò di lacca nei capelli perchè si stanno scompigliando tutti. Un giorno mi raserò completamente invece che tenere questi capelli a mezza cresta.
Vabbè, tralasciando il discorso acconciature, inizio a camminare sul marciapiede.
Questo posto da quando lo conosco, non è cambiato di una virgola. Le case sono sempre le stesse, forse alcune le hanno ritinteggiate, ma sono sempre uguali: giardinetti ben tenuti, tegole rosse, finestre sempre mezze aperte. Il tutto contornato dai cancelli in ferro grigi e neri.
A volte non le sopporto queste casette che danno tipo l'aria di una famigliola felice. Anche quella dei nonni è così e, invece, la nostra famiglia non è molto contenta. I rapporti fra di loro vanno da schifo e io ho deciso che prima o poi concederò ai miei e a mio fratello di dirmi solo due parole a testa ogni giorno. Probabilmente saranno: biongiorno e buonanotte.
Guardo il cielo. E' grigio come non mai oggi. Ma perchè vivo in un posto dove in inverno il cielo è nero e in estate e grigio? Un pò di sole lo si vede solo, forse, di mattina poi però scompare.
A volte credo che sia questa la causa dei miei sbalzi d'umore.
Continuo a camminare e mi addentro in una di quelle strade larghe, piene di negozi e fast food.
Quasi quasi mi prendo qualcosa da mangiare.
Entro in un McDonald's e velocemente prendo solo delle patatine fritte e una lattina di coca-cola. Vado a mangiare fuori però, perchè dentro c'è un odore nauseante e poi, anche se è piacevole, fa caldo. Fuori fa freddo, ma lo preferisco.
Camminando, arrivo accanto ad un muretto abbastanza basso da potermici sedere. Dietro c'è una distesa di terreno con dell'erba abbastanza incolta. Mi fanno paura posti del genere, ma non ce la faccio a mangiare e a tenere la coca-cola fra le mani contemporaneamente. Mi siedo e comicnio a mangiucchiare serenamente le mie deliziose patatine bollenti e a bere quando, ad un certo punto, vedo un tipo che salta il muretto e corre verso la strada facendomi sussultare.
Non è tanto per lo spavento che mi sono presa, ma per la coca-cola che è caduta.
- Brutto stronzo me la ricompri tu questa? - gli urlo rimettendo i piedi a terra.
Lui si volta solamente verso di me e accigliato e poi corre via senza degnarmi di una risposta o di chiedermi scusa.
Ma guarda che tipi esistono da queste parti.
Poi da dove è sbucato questo? Perchè correva così? Non lo sta inseguendo nessuno.
Porca troia, cosa bevo adesso?

  
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