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Autore: cookiedough    17/10/2012    5 recensioni
"C’erano momenti in cu sembravo la persona più socievole di tutti altri invece, in cui chiudermi in me stessa diventava la mia specialità.
Ero un controsenso vivente, un cubo di Rubik mentale.
Nessuno sapeva mai cosa pensassi davvero."
Salve Gente!
Ecco la mia nuova FF.
mi piace scrivere, mi piace condividere ciò che scrivo, perciò mi piacerebbe trovare magari delle recensioni piccine piccine.
Mi auguro che l'intro. vi inviti a leggere, non pretendo molto, solo un parere.
Ok, inizialmente potrà sembrare una storia stupida, ma vedrete che con l'andare dei capitoli si farà più bella.
Sono la stessa autrice di 'Hope of a New life' [se vi va di leggerla segue il link]. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1011045&i=1
Ok, vi lascio che vado a scrivere ;).
Leggete e recensite!
Baci
-Glo.
Genere: Commedia, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao Ragazze!
Come state bellezze mie!?
Devo ringraziarvi per le recensioni, come sempre siete molto gentili e carine.
Ho un annuncio un po’ importante da fare, facciamo così, vi leggete il capitolo, e poi LEGGETE il mio spazio A FONDO PAGINA.
MI RACCOMANDO, POTREBBE INTERESSARVI!

 
Chapter 19 : Clarity
 
(Lucy’s Pov)
La situazione era davvero imbarazzante, no anzi, era molto più che imbarazzante.
Così, decisi di togliermi di mezzo, l’ultima cosa che volevo era che Justin e mio cugino litigassero per me.
Ma le persone che litigavano non erano loro, a mia sorpresa erano Chaz e Ryan.
Davo ragione a mio cugino, non perché fosse mio parente ma perché Chaz era stato un coglione patentato a portare Denise.
Andai in camera, mi vestii e poi uscendo non trovai nessuno. [ 
http://ak1.polyvoreimg.com/cgi/img-set/cid/57507379/id/bqGtgpRYQ0mEOQloO6PatA/size/y.jpg ]
Mi squillò un messaggio : Ryan.
"Lucy io e gli altri siamo andati in piscina, non ti volevamo disturbare. scusami".
Non mi andava di stare con loro quella mattina, dovevo chiarirmi le idee, insomma, avevo baciato Justin ben due volte.
“Tin Tin”
Parli del diavolo e spuntano le corna "Sono Justin, volevo chiederti di uscire. Sta sera. Ci troviamo alla hall per le 9."
Non risposi, ma non avrei potuto ignorare il suo invito, infondo voleva solo una possibilità, la diedi a Chaz, perché non a Justin?
Camminavo tranquilla e decisa verso l’uscita dell’hotel, sarei andata in spiaggia, avrei fatto due passi in riva al mare per schiarirmi idee e sentimenti.
Cosa provavo io per Justin?
Non potevo dire di amarlo, era prematuro, però era forte l’emozione che provavo ogni volta che si avvicinava a me, o solo quando mi parlava.
Mi sentivo avvampare solo sapendo che il suo sguardo era posato su di me.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno, volevo che qualcuno che ne sapesse più di me mi aiutasse a capire qual era la cosa migliore da fare, volevo chiarezza.
Era bello camminare sulla spiaggia umida, appena più sopra di dove toccavano le onde, le scarpe in mano e l’altra mano in tasca, i capelli sciolti mossi leggermente dalla brezza marina, l’odore salmastro nelle narici, gli schiamazzi della spiaggia e il rumore delle onde.
Era talmente rilassante, camminai per molto, arrivai inconsapevolmente in un pezzetto di spiaggia vuota, dominato per la maggior parte dagli scogli.
Mi sedetti su uno di essi e presi il cellulare dalla tasca, guardai le chiamate , i messaggi ma nulla, papà non aveva risposto.
Ero abbastanza disperata che controllai anche i messaggi in segreteria ce n’era uno, sperai con tutta me stessa che fosse papà.
Aprii il messaggio e lo ascoltai.
Era papà : "Ciao amore. Scusami se non mi sono fatto sentire. Vorrei parlarti, mi manchi tanto adesso devo andare, ci sentiamo."
Mio papà mi mancava come l’aria, era l’unico uomo che amavo davvero e che avrei amato per sempre.
Avrei chiesto aiuto a lui; digitai il suo numero a memoria sui tasti touch del mio I-Phone e aspettai che rispondesse dall’alto capo.

P: pronto cucciola!
Aspettai.
I: ciao papà…come stai?
P: bene amore e tu?
Non risposi subito, mi faceva male la testa, volevo digli di Justin, chiedergli consigli, ma avevo paura della sua reazione, volevo poter implorare per un aiuto, poter sperare che ciò che provavo io fosse ricambiato sinceramente.
I: papà ho baciato Justin.
Non ci  fu una risposta, solo un ‘oh’ stranito, probabilmente non si ricordava che il Justin di cui parlavo fosse lo stesso bambino di nome Justin che amava giocare a basket con un pallone più grande di lui, e che divenne famoso all’età di quindici anni.
P: quel Justin? Justin Bieber? Il ragazzino che giocava sempre con te, Ryan e Chaz?
I: ehm, sì.
Lo sentii tossire e sospirare.
P: cosa dovrei dirti? Non sono bravo in queste cose…
Sospirai.
I: voglio solo una mano. Io con lui sto bene e provo qualcosa di paranormale, di totalmente bello e sensazione di pienezza, felicità…com’è possibile che due baci mi abbiano fatto innamorare di lui.
Papà ci mise un po’ ad assimilare un discorso da sedicenne confusa, ma poi attaccò a parlare.
P: credo che tu lo amassi già, voglio dire, che ci fosse già qualcosa di più che ti legava a lui. Te ne sei accorta ora, forse, se non vi foste rivisti ti sarebbe successo perché ti sarebbe mancato. O magari avresti scoperto i tuoi sentimenti troppo tardi.
Sbuffai e iniziai a torturare un pezzo di roccia, ero frustrata.
I: quindi…
P: quindi se Justin è cresciuto come bravo ragazzo e ti fidi di lui, se lo ami o qualcosa di veramente simile, beh, fatti avanti.
Avrei dovuto darmi una possibilità di avere un rapporto con un ragazzo che non fosse parentela o amicizia?
Era ora che provassi a lasciarmi andare, ero chiusa dentro una bolla da tre anni, volevo uscire, ma avevo paura, paura di farmi male e finire di nuovo nella mia bolla.
P: tesoro ora devo scappare, ti voglio bene, fammi sapere come va con Justin.
Chiuse.
Guardai in alto e mi resi conto che la bella e soleggiata mattinata si stava trasformando in una specie di nuvole scure minaccianti pioggia.
Il sole era alto ma presto sarebbe stato oscurato da nuvole cupe.
Era il terzo giorno di vacanza e al contrario delle mie aspettative ero molto confusa e stressata, strano, avrei giurato che quella vacanza sarebbe stata un’opportunità  per rilassarmi.
Che poi, combattevo contro la mia mente per convincermi o meno di dare a Justin una semplice opportunità, mi sentivo così stupida e infantile.
La verità era che tutto ciò che avevo sempre – e inconsciamente – desiderato era lì. Per me. Servito su un piatto d’argento.
Quel faccino da cucciolo che sognavo nei miei pomeriggi estivi d’infanzia, quella vocetta così odiosa ma melodica al tempo stesso, quei capelli che ti facevano venir voglia di spettinarli, era tutto lì, davanti a me.
Adesso però, il faccino da cucciolo era solo un vago ricordo, al suo posto c’era il viso perfetto di un giovane uomo che stavo agognando da un po’, la vocetta non era più così acuta, era modellata in toni più gravi e seducenti, i capelli non erano più quel caschetto  particolare, erano a spazzola, con un ciuffo talmente spettinato da sembrare perfetto.
Quel ragazzino che faceva parte dei miei pensieri più dolci era diventato il ragazzo dei miei desideri.
Se solo Ryan avesse saputo che la sua cuginetta era cotta già allora del suo migliore amico, cosa avrebbe pensato?
E se Ryan scoprisse tutto ora, io, Justin cosa saremmo?
Quella mattina non avevo trovato chiarezza, solo molta più confusione.
Mamma sarebbe stata in grado di aiutarmi, e sicuramente mi avrebbe saputo dare una risposta unica, senza doppie uscite.
Certo, papà ci provava, ma in  certe cose, non era il massimo.

Il tempo stava peggiorando e io non avevo voglia di prendere della pioggia, così scesi dalla roccia e iniziai a camminare svelta verso l’hotel.
Iniziò a piovigginare ed io ero solo a metà strada, accelerai il passo, e fortunatamente riuscii ad arrivare in albergo prima che potessi diventare un spugna.
Infilai le scarpe che avevo tenuto in mano durante la passeggiata e mi feci avanti nella grande hall.
L’ascensore era pieno e io morivo di freddo, ero pur sempre vestita con abiti umidi e l’aria condizionata non mi stava aiutando.
Decisi di fare le scale, mi sarei evitata la parete ghiacciata dell’ascensore contro la schiena e altre sei persone addossate alla sottoscritta.
Appena fui in camera tirai un sospiro di sollievo, erano le 12.30 e i ragazzi non c’erano.
Dovevo cambiarmi, o avrei rischiato un raffreddore. 
 
We!
Spero con tutta me stessa che il capitolo vi sia piaciuto, passiamo alle cose serie!
Allora, ho pensato al fatto che mi ci vorrebbe un po’ di pubblicità, insomma, mi piacerebbe che la mia storia venisse recensita da un po’ più di persone.
Così, ho fatto un paio di ragionamenti e sono riuscita a trarre vantaggio sia per me, sia per voi lettrici e scrittrici.

Allora, PROMETTO SOLENNEMENTE CHE DA OGGI A SABATO PUBBLICHERO' OGNI POMERIGGIO INTORNO ALLE QUATTRO.
In questi giorni (Oggi-Sabato) mi prenderò la briga di leggere almeno un paio di FF tra di voi, vi posterò il link scrivendo
“questa fanfiction mi ha colpita, mi piacerebbe farle un po’ di pubblicità : qwertyuidcfghjk” .
Allora, per essere pubblicizzate queste a seguire sono le “REGOLE”.
1: Pubblicizzo solo FF su Bieber.
2: Sceglierò FF con un numero di recensori non troppo alto, ovvero quelle che ne hanno più bisogno.
3: Dovreste mettere il link della vostra FF nelle recensioni ai miei capitoli.
4: RICAMBIATE.
Penso sia tutto.
Già da oggi metterò un link Questa FF mi ha colpita, le farò un po' di pubblicità : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1244368 
ok, ditemi che ne pensate della mia idea, se vi piace, se non vi piace…
Recensite!
Bacini Bacini.
-Glo

 
 
  
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