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Autore: Haniel    18/06/2004    0 recensioni
In un mare di pericoli e misteri, due giovani vite impareranno finalmente ad amare...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Terra in vistaaaa!!!-

Rubber, seduto in cima all’albero maestro, urlava come un forsennato indicando una lingua di terra davanti a sé. Bibi accorse sul ponte e guardò nella stessa direzione.

-Bene ragazzi! Finalmente abbiamo trovato un’isola. Anche se è stato abbastanza difficile senza Nami!-

Dopo qualche minuto ormeggiarono la Going Merry nel porto dell’isola e si diressero nel cuore della città di Kenschi. Era un posto davvero carino e ospitale: le case erano basse e colorate, immerse in una vegetazione lussureggiante, le persone camminavano tranquille per le strade del mercato intente nelle loro faccende.

-Ma dove siamo capitati, nella città di Barbie?-

-Avanti Sanji, non abbiamo tempo per queste considerazioni! Tu e Usopp andate nel mercato a fare provviste mentre noi due cercheremo di scoprire qualcosa su Alek e Copa de Murt. Ci vediamo qui tra un’ora ok? Rubber andiamo!-

I due gruppi si separarono imboccando strade opposte con una strana sensazione di inquietudine nell’anima. Tutti e quattro sentivano un pericolo molto vicino a loro.

 

-Uffa, non è giusto! Perché Rubber può andare con Bibi mentre io sono costretto a girare con te?-

-Guarda che mi stai offendendo.-

-Perché, tu preferisci stare con me piuttosto che con quel bel pezzo di…-

-Ok Sanji, ho afferrato il concetto, ma adesso è meglio che ci concentriamo su quello che dobbiamo comprare se non vuoi che sia TU a finire in tanti pezzettini!-

-Va bene, va bene… Fermiamoci a quella bancarella!-

Entrambi notarono il grande assortimento di pesce di cui era provvisto il negozietto e la buona qualità della sua merce. In quel momento si avvicinò il mercante.

- Buongiorno signori! Siete nuovi di queste parti, vero?-

-Già, siamo arrivati da poco. Questa città è davvero favolosa, è talmente perfetta da non sembrare reale!-

-Sì sì, dicono tutti così! Ma non fatevi ingannare dalle apparenze…Ogni cosa bella nasconde un lato oscuro…-

Rimasero interdetti a quell’affermazione e lo guardarono straniti. Era un uomo alto e magro sulla cinquantina: aveva un’aspetto rassicurante e un sorriso aperto ma i suoi occhi emanavano una strana luce. Fu Usopp a prendere nuovamente la parola.

-Cosa intende dirci con questo? Insomma, sappiamo bene che la perfezione non esiste, ma cosa può avere di tanto oscuro questa città? La pirateria? Un tiranno cattivo?-

-No, niente di tutto questo…l’unica cosa che posso dirvi è di non rimanere troppo a lungo qui e di non litigare con nessuno. E ora posso esservi utile?-

Comprarono diversi tipi di pesce prima di andarsene, con ancora nella mente le parole di quell’uomo. Come si poteva litigare con persone cortesi e gentili come gli abitanti di Kenschi? Si guardarono intorno. Nessuno che rubava. Nessuno che discuteva. Nessuno che alzava la voce. Forse il mercante aveva ragione: quella città aveva davvero qualcosa di strano…

 

Rubber e Bibi entrarono in un bar piuttosto affollato e si sedettero al bancone.

-Buongiorno! Cosa prendete?-

La cameriera si fece avanti da dietro il bancone e sorrise loro allegramente.

-Allora…io prendo pollo arrosto, tre hamburger con patatine, quattro piatti di lasagne…-

-Ehm…solo due bicchieri d’acqua, grazie…-

-Ma come? E le mie lasagne?-

-Rubber! Non siamo qui per questo ma per un motivo molto più importante-

-Ma le lasagne…-

-Rubber…-

La ragazza prese il suo capitano per la maglietta con un’espressione trucida negli occhi.

-…smettila di fare il bambino e accontentati dell’acqua!-

Bibi si ricompose velocemente e tornò a rivolgere la sua attenzione alla cameriera che da parte sua li guardava abbastanza incuriosita. In pochi istanti portò loro i due bicchieri d’acqua ma prima di andarsene fu richiamata dalla sua cliente.

-Scusi signorina. Potrei farle alcune domande?-

-Certo, mi dica pure.-

-Ecco…lei per caso conosce un certo Alek? So che fa parte della banda di Mavis Blackwood, ma di lui purtroppo conosco solo il nome. Speravo che potesse darmi qualche informazione utile…-

-Ma-Mavis Blackwood? N-No no, di lui non so niente-

Sapeva che mentiva. Gliel’ aveva letto negli occhi. E l’aveva capito anche dal suo repentino cambiamento di umore: era diventata improvvisamente nervosa e circospetta, come se avesse paura di qualcosa…o di qualcuno.

-Signorina, la prego! I nostri amici sono stati catturati e se sa qualcosa deve dircelo…-

-Mi dispiace ma non voglio entrare in questa storia. Mi scusi…-

La cameriera si voltò e si avviò verso la cucina del bar ma Rubber, scavalcando il bancone, si piazzò di fronte a lei.

-Perché non vuoi dirci niente? Ah, forse ho capito, hai paura di questo Mavis vero? Ma non devi preoccuparti perché io, il futuro re dei pirati, riuscirò a batterlo e darò una bella lezione anche ad Alek così imparerà a rapire la gente senza permesso!-

Bibi, arrivata in quel momento, sussurrò all’orecchio di Rubber.

-Ehm…forse è meglio che lasci parlare me! Credo di essere un tantino più diplomatica!-

-Va bene, come vuoi!-

Bibi si raccomandò di usare tutta la pazienza di cui era capace prima di cominciare a parlare.

-La prego, non la metteremo in pericolo, vogliamo soltanto sapere chi è Alek e dove si trova Copa de Murt! E’ in gioco la vita di due persone!-

La ragazza la fissò un momento. Sospirò e si guardò intorno.

-Ok vi dirò quello che so, ma non pronunciate mai più il suo nome su quest’isola! Alek non è altro che un burattino, il vero pericolo non è lui: ma è Mavis. Un uomo…anzi no…una bestia assassina dotata di misteriosi poteri. Molti anni fa invase questa città e non avete idea di quello di cui è capace…E’ spietato e senza scrupoli, ha fatto del male a molta gente solo per la sua insaziabile sete di conquista. Quel periodo è stato davvero terribile…-

Si asciugò gli occhi con un fazzoletto. Accidenti, non poteva permettere che crollasse proprio ora, aveva bisogno di altre informazioni!

-Che poteri ha Mavis?-

-Non lo so…non mi ricordo…-

-E Alek? Che mi dici di lui?-

-Te l’ho detto, è uno dei suoi scagnozzi…-

-Sì ma è forte quanto il suo capo?-

-Non lo so, non lo so…-

La cameriera si stava innervosendo. Le dispiaceva rievocare brutti ricordi, ma era indispensabile se voleva salvare Nami e Zoro.

-Che succede qui dietro? Qualche problema?-

In quel momento arrivò il proprietario del bar, insospettito da quella discussione. Bibi non ci fece caso e bloccò con una mano il braccio della ragazza.

-Almeno dimmi dove si trova Copa de Murt!-

-Copa de Murt? E’ l’isola dove ormeggia la ciurma di Mavis.-

-Sì questo lo so, ma dove si trova?-

-Senti, credo di averti aiutato già abbastanza, adesso se vuoi scusarmi ma devo tornare a lavoro.-

-Avanti, dimmi solo questo e ti prometto che ti lascio stare.-

-Ehy, non hai sentito la ragazza? Ha detto che vuole tornare a lavoro…-

-E invece non ci tornerà fin quando non mi dirà dove si trova quella maledetta isola!-

Bibi era sull’orlo di una crisi isterica. Ma perché quella ragazza la faceva così lunga?

-Alla faccia della diplomazia…-

Si voltò e vide Rubber seduto sul bancone che mangiava noccioline. Come al solito i suoi interventi non erano di alcuna utilità. La cameriera vide che il suo capo si stava spazientendo e cominciò a proccuparsi sul serio.

-Ascolta…l’isola si trova a circa 150 kilometri da qui viaggiando verso est. E adesso andatevene vi prego.-

-Ah, finalmente ti sei decisa a parlare! Però, che ci è voluto per farti uscire quelle quattro parole!-

-Come dici, scusa?-

Ok, adesso l’aveva fatta incazzare sul serio. Sì, forse aveva esagerato un tantino troppo, ma certe persone sono così testarde! Ma guardala come si contorce e come ansima! E pure il suo capo non scherzava. Ma cosa credevano, di farle paura?

-Voi…non capite…dovete andarvene…subito…perché se ci arrabbiamo…-

-Se vi arrabbiate cosa? Ci sculacciate?-

La guardò piegarsi e inarcarsi violentemente su di sé. Incrociò le braccia sul petto. Povera, sciocca ragazzina…Improvvisamente però successe qualcosa. La massa muscolare dei loro corpi crebbe velocemente, i loro occhi uscirono fuori dalle orbite, la pelle assunse un colore rossastro…e dalla bocca spuntarono un paio di affilatissimi canini. Bibi rimase senza parole e si pentì amaramente di ciò che aveva detto giusto un momento prima. Rubber, d’altro canto, sembrava un moccioso nella casa degli orrori al luna park…ovvero, era eccitato.

-Ehm…Bibi? Non credo che si limiteranno a sculacciarci…-

 

Sanji e Usopp erano fermi al punto dove si erano divisi dai compagni e li aspettavano sotto il sole cocente. Avevano comprato provviste per un mese e non vedevano l’ora di sapere cosa avevano scoperto i loro amici.

-Ma dove sono finiti quei due? Dovevamo vederci qui venti minuti fa!-

-Sicuramente Rubber si sarà fermato a mangiare da qualche parte, non preoccuparti! Ah no, eccoli che arrivano!-

In lontananza videro due figure conosciute correre nella loro direzione. All’inizio si chiesero come mai avessero tanta fretta ma guardando alle loro spalle compresero il motivo.

-Oh mio Dio…-

Rubber e Bibi erano inseguiti da una trentina di orribili mostri rossi piuttosto assetati di sangue. Appena passarono loro accanto, si unirono alla corsa dei loro amici.

-Cosa avete combinato questa volta?-

-Niente di male, giuro! Stavamo parlando con due tizi quando di colpo sono diventati quei…cosi!-

-Di colpo eh?-

-Ok ok, FORSE li ho fatti arrabbiare un po’ ma non è colpa mia se soffrono di crisi d’identità!-

-Ma almeno siete riusciti a scoprire qualcosa?-

-Sì ma ne parliamo dopo…ora pensa a correre!-

Fortunatamente riuscirono a seminare quelle creature e a imbarcarsi in tutta fretta sulla Going Merry. Presero il largo, diretti verso l’isola di Copa de Murt.

 

 

Sentì un trambusto provenire dal ponte, probabilmente dovuto a qualcuno che correva avanti e indietro lungo l’imbarcazione. La nave oscillava più del solito. Perfetto! Stavano per approdare sulla terra ferma. Era il momento giusto per tentare una fuga, ma prima doveva trovare la sua amica, sperando che non le fosse capitato niente di male. Scosse bruscamente la testa per scacciare via quel pensiero. Ora doveva solo aspettare…

Pochi minuti dopo, come previsto, due pirati scesero nel sottocoperta.

-Avanti bello, siamo a casa!-

Uno di loro aprì la sua cella e si diresse nell’angolo in cui era accucciato Zoro.

-Ehy tu, svegliati! Non hai sentito quello che-

Non riuscì a completare la frase perché un pugno in pieno viso lo raggiunse. Zoro balzò all’impiedi e finì l’uomo con un pugno nello stomaco. L’altro non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che si ritrovò anch’egli a terra colpito da un calcio.

-Mai sottovalutare Zoro, idioti!-

Cautamente arrivò in cima alle scale e valutò la situazione: c’erano sette uomini intenti a scaricare dei barili, altri cinque che arrotolavano la vela principale e due di guardia davanti ad una stanza. Senza contare le decine di pirati sulla costa e il misterioso capitano che si avviava già verso l’interno dell’isola. Per sua fortuna, l’oscurità della notte giocava suo favore.Sospirò. Sarebbero dovuti scappare per via mare e nuotare fino ad una costa nascosta alla vista dei nemici. Il problema era convincere Nami a buttarsi in acqua…Prima di agire, considerò che la ragazza si trovasse nella stanza sorvegliata e scivolò sino alle due sentinelle che stese con facilità. Entrò nell’alloggio e dopo un po’ vide una figura rannicchiata su una sedia: il sollievo che provò in quell’istante fu talmente immenso che i suoi occhi lo tradirono. Anche se un po’ arruffata e con il viso celato dalle braccia ne era certo, era Nami. E appena alzò la testa verso lui si sorprese a pensare a quanto fosse bella con lo sguardo pieno di gioia e gratitudine. Fortunatamente riuscì a mascherare le sue emozioni.

-Zoro!-

-Shhh, fai silenzio, non devono scoprirci!-

Si mise a frugare tra i cassetti finchè nell’armadio trovò quello che cercava: le sue adorate spade e il bastone di Nami. Porse all’amica la sua arma e indossò le proprie poi le prese la mano e la condusse alla finestra che dava sul mare, dalla parte opposta della costa.

-Ci sono troppi uomini sulla riva e se fuggiamo da lì sicuramente ci vedranno.-

-E quindi?-

Zoro indicò l’acqua sotto di sé e la ragazza capì al volo.

-Oh no…no no…non puoi costringermi a farlo…-

Alzò gli occhi al cielo, maledicendosi per la sua generosità a volerla salvare. Ma perché, perché era così masochista verso se stesso?

-Guarda, c’è qualcosa che brilla là sotto! Sembra un diamante…-

-Dove? Dove?-

Con la bava alla bocca, Nami si affacciò dalla finestra. Gesto incauto. Perché Zoro, con una spintarella la fece cadere tra le onde gelide. Aveva sempre pensato che quella ragazza non avesse tutte le rotelle a posto. Prima di gettarsi anche lui, pensò che lei gliel’ avrebbe fatta pagare MOLTO cara per questo piccolo scherzetto…Nuotarono senza troppa difficoltà lontano dalla nave pirata con Nami che imprecava ad ogni bracciata contro il povero Zoro, che sopportava in silenzio. Il mare era buio e minaccioso e non era facile vedere ciò che si trovava davanti a loro, ma nonostante questo, l’unica cosa a cui riuscivano a pensare era la sensazione di essere scampati ad un destino ben più terribile di qualche vestito bagnato.

 

  
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