Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Sbren    17/10/2012    2 recensioni
Quando una ragazza decide di fare i compiti, le arrivano simultaneamente mille pretesti per distrarsi.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oggi stranamente, mi è venuta voglia di fare i compiti. Apro la cerniera dello zaino, tiro fori il libro di storia, stappo l'evidenziatore e lo punto sulla prima lettera del titolo. Fa un caldo bestilale, così lascio la finestra aperta.
  << Spike! Spike! Torna qui! Vieni, ho detto! Spike! >> urla la signora del quarto piano, rincorrendo, come può, con il tacco dieci il chiuaua fugiasco.
  << Qualcuno lo prenda e me lo riporti! Per favore! >> continua ad urlare. Lascio solo per un attimo l'ascesa di Ottaviano Augusto e mi affaccio. La scena è la seguente: una signora di cinquant'anni, completamente rifatta e vestita praticamente da barbie, tenta di acciuffare il piccolo cagnolino compresso in una tutina rosa per cani che saltella e s'imbratta nel fango. Tutti i presenti guardano la scena come se fossero a casa, davanti alla TV, con i pop-corn e i piedi allungati sul tavolino. Sospiro, chiudo la finestra e decido di tornare al lavoro.
  Cinque minuti dopo, sentendo che le acque si sono calmate, riapro l'infisso. Mi riaccomodo sulla sedia, afferro l'evidenziatore giallo e incomincio a leggere e sottolineare un po' a caso.
  << Scendi stronza! Io rivoglio tutti i miei soldi! Smettila di fare la puttana e affrontami! >> un uomo sulla trentina urla davanti al palazzo di fronte. Per le vie non c'è anima viva, ma tutti spiano da dietro le tende. Ogni compaesano sa chi sta cercando quell'uomo. Dorina è una bella donna con due figlie e che fino a sei anni fa era sposata. Dopo l'improvviso divorzio con il marito è entrata a far parte di giri strani. C'è chi dice che si droga, c'è chi dice che spaccia e c'è chi afferma di vederla tutte le notti tornare a casa all'alba ubriaca. Alcuni sono arrivati a sostenere che, per qualche soldo in più, si prostituisca. Ma la verità nessuno la sa. Apparte le due innocenti creature, figlie della donna, che sono costrette a vivere a tredici anni come fossero adulte, a sentire tutte le parole dispregiative ed insulti rivolti alla loro madre e che meriterebbero molto più affetto di quel che ricevono. E questo tutti lo sanno, ma nessuno lo dice. << Sei solo una troia ladra, che ruba soldi per professione. Vaffanculo. >> continua ad urlare, sempre più forte, l'uomo. I volti dietro alle tende sono sempre più disgustati.
  Di nuovo chiudo la finestra per dedicarmi alla vicende tra Marco Antonio e Cleopatra. Ma il caldo persiste e mi vedo costretta a riaprire la "ventana" (come dice la mia professoressa di spagnolo).
  Prendo una penna in mano e passa un gruppo di ragazzi, sotto casa mia, con i motorini truccati.
  << Fabiola ti amooooo!! >> grida uno di loro. Un momento... Fabiola sono io! Questa volta non mi affaccerò. << Sei la mia vita! Perchè non capisci? Ma un giorno sarai mia! >>
  Oh gesù, che figura di merda. Devo mettere fine a questo strazio. So chi è. E' il tipo del 2°E che ogni mattina, quando passo, mi fa l'occhiolino e subito dopo fa swish con il ciuffo. Non vuole capire che è troppo piccolo per me.
  Mi affaccio e vedendo che qualcuno esce dalla finestra, scappa a tutto gas con i suoi amichetti producendo un frastuono plateale.
  A questo punto mi risiedo spazientita, quando qualcuno entra dalla porta.
  << Ma ce l'avevano con te? >> è mio padre.
  << Non credo. Mi sono affacciata, ma erano già andati via, papà. >> mai vuotare il sacco con mio padre. Ne ha già fatto esperienza mia sorella, quando è andato a a casa del suo ragazzo a dirgli di non toccare più la sua bambina se no l'avrebbee denunciato per stalking e molestie sessuali ai carabinieri. E tengo a precisare che mia sorella ha ventitrè anni.
  Tornando a noi... << Mah, vabbè. >> risponde e se ne va.
  Ma porca carota, giusto per non essere volgari, è mai possibile che i miei genitori non capiscano che se quando arrivano trovano la porta chiusa, quando escono la devono chiudere? Ma è tanto difficile? Quando si cresce si sviluppa una profonda avversità per le porte chiuse? E che cazzo.
  Vado a chiuderla e ritorno al mio posto per l'ennesima volta. Sto per riprendere quando mi squilla il telefono.
  << Pronto? >>
  << Fabi, ma è vero che sono venuti dei tipi sotto casa tua? >> è la mia migliore amica, Jane.
  << Sì, ma nulla di esaltante. >>
  << Lo sai che tra quei tipi c'era mio cugino? Ahahah >>
  << Quale? Quello bono? >>
  << Sì! Ha detto che voleva andare con il suo amico per vederti, ma appena sei uscita sono scappati. >>
  << Infatti è così. Comunque non l'ho visto. >>
  << Peccato, per una volta che ne avevi l'occasione. >>
  << Già, comunque ti sei chiesta se chiamandomi mi stai disturbando? >>
  << Disturbo? >>
  Sono a dir poco spazientita << Sì! >> e attacco.
  Torno alle riforme di Augusto quando i miei annunciano che andarnno a fare la spesa e quindi sarò sola a casa e che quindi devo badare al cane. Ookay... ho capitò. Continuerò dopo a studiare.
  Dopo che loro escono dalla porta d'ingresso sbattendola con non molta delicatezza dietro di loro, mi guardo attorno. Non vedo il mio cane! Lo chiamo e non viene. Nessun abbaio. Vado sul balcone... è il putiferio. Dopo aver sradicato le piante di basilico della mamma e aver strappato per bene i petali alle viole, si è guardato bene dal non impantanarcisi in mezzo. E ovviamente toccherà pulire tutto a me. E persiste un altro problema. Come lo spiegherò alla mamma?
  - mezz'ora dopo -
  Scansando le più grandi zollette di terreno e completamente sporca di fango vado ad aprire la porta, convinta che  siano i miei.
  << Ehi ciao... ehm... non è un buon momento? >> chiede colui che mi è davanti.
  Me ne ero completamente dimenticata. A quest'ora avevo promesso a Denis (il ragazzo che mi piace da due anni) di dargli ripetizioni di matematica.
  << Scusa... a dire la verità... >> cerco di spiegare.
  << No capisco. C'è... ho capito. E pensare che ho fatto di tutto per riuscire ad avere un momento solo con te... >> ed accorgendosi di aver detto più di quello che avrebbe voluto, scappa di corsa giù per le scale.
  Non solo mi sono dimenticata di lui, non solo mi ha praticamente rivelato di provare qualcosa per me dopo che gli sto appresso per due anni, ma mi sono anche presentata a lui in maniera a dir poco oscena! Dio mio... perchè tutte a me?
  Suona di nuovo il campanello e apro di corsa, pronta a chiedere scusa.
  << Che ti è successo? >> è mia mamma che mi squadra da capo a piedi.
  << Un piccolo incidente tra Bobby e le piante. >> mi sforzo di sorridere.
  Lei affacciandosi al balcolne e vedendo le macerie della lotta grida << Ti dico sempre che il cane sul balcone non ci deve stare! Un motivo ci sarà, no? Ti giuro che se non hai fatto neanche i compiti oggi passi i guai. >>
  UNA VOLTA CHE VOLEVO FARE I COMPITI, MI VIENE IMPEDITO.
  DIO, PERCHE' CE L'HAI CON ME OGGI?
  
  
  
  - Questo racconto non è autobiografico e riferimenti a fatti e persone sono puramente casuali.
 Chiedo scusa se ho fatto qualche errore, ma l'idea mi è venuta in mente mentre studiavo economia e mi era venuta solo voglia di scriverla e so che per la fretta non ho dato il massimo. Però se vi è piaciuta sono contenta, se non vi è piaciuta si accettano critiche costruttive :)
 Torno a studiare economia, va :)
 -Sbren

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Sbren