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Autore: _itsnickymine    17/10/2012    6 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 CHIEDO UMILMENTE PERDONO PER L'IMMENSO RITARDO, NON UCCIDETEMI<3

                                                                                   

                                                                                            'Do you believe in destiny?'


Capitolo 9.

 

“ehi finalmente tuo padre ti ha portato un po’ da me” disse Danielle abbracciando il piccolo Nate.

Danielle adorava Nate e Nate adorava Danielle.

Purtroppo però non si vedevano quasi mai a causa del brutto e scontroso carattere del padre.

“sei sempre occupata con il ristorante” si lamentò il piccolo

“ma per te ho sempre tempo, tesoro, lo sai” disse Danielle lasciandole un bel bacio sulla guancia “ciao Nick” disse poi la donna vedendo Nick entrare.

“ciao Dani, Kevin?” chiese il riccio

“in giardino” disse la donna “vieni Nate, lasciamo i noiosissimi fratelli Jonas a parlare da soli, e andiamo a giocare”

Danielle lo prese per mano salendo le scale.

Kevin e Danielle abitavano in una villetta in periferia di New York. Era molto carina, in stile molto moderno quasi simile al loro ristorante.

Nicholas uscì in giardino dove Kevin era seduto sulla poltrona sotto il gazebo intento a scrivere qualcosa con il suo iphone.

“Ehi, fratellino.. è da un bel po’ che non vieni qui… A cosa devo questa visita?” chiese Kevin posando il cellulare sul tavolino accanto al divano.

Intanto Nick si era seduto su un divano di fronte Kevin.

“Nate non vedeva Danielle da un bel po’ e gli mancavano le tue battute” disse il riccio sorridendo

“oh lo so, non avermi più in casa è davvero un lutto, ma sono cose che succedono” disse Kevin fingendosi modesto

“ma smettila” disse il riccio prendendo una birra che era sul tavolino e cominciando a bere.

“allora, sei venuto qui per parlarmi di Samantha, vero?” chiese Kevin, conosceva troppo bene il fratello e sapeva benissimo cosa voleva.

Nicholas rise.

“sei proprio mio fratello” ammise il riccio

“già” disse Kevin sistemandosi meglio sulla poltroncina.

“È bellissima”  ammise il riccio sospirando

“lasciala in pace” disse Kevin scandendo bene le parole.

“Troppo tardi” disse il riccio guardando il fratello

“What?” chiese Kevin incredulo.

“È troppo tardi, sul serio, dio ma l’hai vista? è la miglior ragazza che abbia mai visto, la più bella, la più sensibile, la più meravigliosa” disse il riccio

Kevin notò che mentre parlava di lei, i suoi occhi brillavano.

“Da quanto la consoci?” chiese curioso Kevin

“tre settimane credo, o forse di più” disse Nick passandosi una mano fra i capelli.

“Senti, se stai cercando di imitare quel film, uhm com’è che si chiama? Ah si, due settimane per innamorarsi, stai sbagliando di grosso, lascia in pace Sam, ha già troppi problemi” disse Kevin nervosamente

“Ecco, kev, lei… in realtà, lei non sa niente” disse il riccio torturandosi le mani

“Niente, niente?” chiese Kevin

“Niente” disse il riccio

Kevin sospirò.

“sei sempre il solito” ammise Kevin alzandosi e andando via ma Nick lo fermò.

“no aspetta, ho cercato di dirglielo ma non ci riesco, non è una cosa semplice, Kevin. Ho paura che possa scappare, lei è così fragile, avrebbe paura e scapperebbe” disse il riccio toccandosi i capelli.

“io non mi preoccupo per questo, nick. Sono sicuro che appena lei saprà di Nate non potrà non essere felice per te” disse il ragazzo al fratello

“E di che ti preoccupi?” chiese Nicholas.

“Del carattere che ti ritrovi, Nick. Tu cambi idea ogni dieci minuti, all’improvviso ti stanchi di tutto e ti sfoghi sulla prima persona che ti capita davanti, lei non lo merita e sono sicura che lì scapperebbe sul serio, dopo aver visto una delle tue sfuriate.”

“credo che lei sia diversa” ammise il riccio

“diversa non vuol dire stupida, che passerà davanti a tutte le cazzate che fai” disse Kevin

“Kevin, ho un figlio e un lavoro che mi richiede molte responsabilità, sono un uomo maturo”

“lo sei solo con Nate, poi te ne freghi di quello che pensa la gente o come si sentono le persone dopo le tue urla” urlò Kevin

“ce l’hai ancora con me per quando ho litigato con Danielle, vero? Mi dispiace Kev, sul serio, ho perso la pazienza e sono scoppiato, non ne potevo più di nessuno” disse il ragazzo sbuffando.

Erano passati più di cinque anni dalla litigata con Danielle e a Kevin non gli era ancora passata. Nicholas sapeva di aver avuto torto, infatti aveva anche chiesto scusa a Danielle ma a Kevin le scusa non erano bastate.

“e non dovevi prendertela con Danielle, lei voleva solo aiutarti” disse il ragazzo

Nick sbuffò, alzandosi e andando via.

“hei Nate, andiamo”

Nick entrò in cucina dove Danielle e Nate stavano ridendo.

“voglio rimanere un altro po’” si lamentò il piccolo

“sono le sette” disse Nicholas avvicinandosi a lui.

“puoi anche lasciarlo qui, lo accompagno io più tardi” disse la donna sorridendo

“siii” urlò il piccolo facendo ridere Nick e Danielle.

“fai il bravo, mh?” disse Nicholas scompigliandogli i capelli e lasciandogli un dolce bacio sulla guancia.

“a dopo, allora” disse il riccio a Danielle “salutami tu Kevin”

In due secondi si trovava già al volante dell’auto.

Sospirò.

Non ne poteva più di nessuno.

Kevin che gli ripeteva sempre le stesse cose, Danielle che si mostrava così fredda con lui ed infine Samantha, che appena avrebbe saputo di Nate, sarebbe scomparsa dalla sua vita.

Sbuffò per la millesima volta e mise in moto l’auto dirigendosi verso casa di Sam.

“hey, puoi scendere devo parlarti”

“hey ciao.. io ho un figlio e sua madre non c’è, mi dispiace dirtelo così”

“ciao Sam, sai che ho un figlio di sei anni e mezzo?”

Mentre si dirigeva verso casa della ragazza ripensava agli infiniti modi per dirglielo ma nessuno gli sembrava adatto.

Un figlio non è una cosa con cui si scherza.

Non lo aveva mai detto a nessuna delle sue ‘fiamme’.

Ma Sam era oltre che una semplice fiamma, Samantha era diversa. Se lo ripeteva in continuazione, non sarebbe scappata. Ne era sicuro.

Sicuro era solo la morte, pensò.

La verità era che aveva paura, tutte le ragazze a cui l’aveva detto erano scappate, senza nemmeno sapere la sua storia e lui non voleva perdere Samantha, non voleva perdere l’unica persona che oltre Nate gli aveva riportato il sorriso.

“hey che ci fai qui?”

Samantha si avvicinò alla macchina.

Aveva ancora la divisa della scuola e in mano portava alcuni libri.

“Sam, oh beh.. io..volevo vederti” disse il riccio uscendo nervosamente dall’auto.

“ci siamo visti questa mattina” disse la ragazza scoppiando a ridere.

Nick non potè non pensare che quella risata era davvero una delle più belle che aveva mai sentito.

Sorrise.

“sono felice di vederti” ammise la mora avvicinandosi a lui.

Nick la attirò a se e la baciò.

Aveva bisogno di quel contatto, aveva bisogno dei suoi baci, così dolci e diversi da quelli che aveva dato in tutta la sua vita. Aveva bisogno del suo profumo, della sua voce, della sua risata.

Quella ragazza stava diventando una vera droga per lui.

Una volta staccati, si sorrisero.

“dove sei andata?” chiese appoggiandosi all’auto e prendendole una mano.

“dovevo prendere alcuni libri in libreria” disse la mora sorridendogli

“oh, ecco cosa sarà il prossimo regalo, una libreria” disse il riccio sarcastico.

Samantha amava i libri e aveva scritto una lista di tutti i libri che doveva leggere prima di morire. La ragazza rise.

 “mi basti tu” disse guardandolo negli occhi e cercando di gestire quel vortice di emozione che invadeva il suo corpo ogni volta che Nicholas la guardava.

Il cellulare di Samantha cominciò a squillare.

“rispondo un secondo” disse la ragazza frugando nella borsa, in cerca del suo cellulare.

Dopo averlo trovato, rispose velocemente.

“si?” chiese

“ciao Sam, sono Tom”

Tom? Il ragazzo che lavorava da Kevin, perché la chiamava?

L’ultima volta che l’aveva chiamata era perché voleva uscire con lei.

“c..ciao Tom” disse la ragazza abbassando lo sguardo.

Nick rimase a guardarla. Chi era Tom? Che fosse il ragazzo che lavorava da Kevin? Naaah non aveva il suo numero.

“beh volevo chiederti se sabato ti andava di uscire con me, è da tanto che non mi vieni a trovare da Kevin” disse il ragazzo.

“oh..no mi dispiace io sono…ehm..im..non ci sono” disse la ragazza balbettando.

“oh allora facciamo un’altra volta?” chiese il ragazzo

Nick la guardò e lei alzò lo sguardo.

“chi è?” le chiese

“mi dispiace Tom, ma devo attaccare, ciao” disse senza dar il tempo al ragazzo di rispondere.

“chi era?” chiese Nicholas

Samantha tentennò un po’ prima di aprir bocca.

“era Tom, il ragazzo che lavora da Kevin” disse

“perché ti chiamava? Che voleva? Non devi parlaci.” Disse il ragazzo cambiando subito espressione una volta sentito la frase ‘il ragazzo che lavora da Kevin’

Non lo aveva mai sopportato ed ora che chiamava anche Sam stava cominciando ad odiarlo.

“perchè?” chiese la mora

“mi da fastidio?” era più che una domanda retorica.

“sei geloso?” chiese la ragazza guardandolo.

“da quanto lo conosci? Ci sei mai uscita?” chiese Nicholas passandosi una mano tra i capelli e cambiando discorso.

“rispondi alla mia domanda” disse la ragazza

“tu rispondi alla mia” controbatté il moro.

 “si, lo conosco da un bel po’” ammise la mora

“siete usciti assieme?” chiese poi Nick

“q..qualche volta, ma perché?” chiese la mora fingendo di non capire quello che Nick volesse dire.

“vi siete mai baciati o-” Sam non lo fece finire.

“ma che stai dicendo? Nick,  che hai?”

“rispondimi” disse prendendola per un polso e facendola voltare verso di lui, ormai erano a 5cm di distanza.

“lasciami nick, mi fai male” disse la ragazza

“scusa.. mi ..  mi dispiace sul serio” disse lasciandola immediatamente e voltandosi verso la macchina

‘sei uno stupido, uno stupido’ continuava a ripetersi

“mi dici cosa c’è? Cos’hai?” chiese la ragazza prendendogli una mano.

Era fredda a differenza della sua, che era molto calda. Nick era così freddo fuori ma caldo dentro, forse anche troppo.

Quella sua aria da scazzato asociale si contrapponeva alla dolcezza che aveva dentro.

“c’è che quando si tratta di te.. io..io non sono più lo stesso, impazzisco, sono continuamente nervoso e in ansia.. Mi chiedo dove sei, con chi sei e cosa stai facendo, se mi starai pensando o addirittura se mi starai sognando.. sembro un ragazzino di diciassette anni alla sua prima cotta.. E non è un buon segno” disse il riccio nervosamente.

Quasi non le venne un colpo. Quelle parole, non le avrebbe mai dimenticate, sarebbero rimaste per sempre impresse nella sua mente e nel suo cuore.

“perché?” chiese la mora

“perché ho venticinque anni, cazzo”

“n..nick…io non ti capisco.. quello che..che mi hai appena detto è la cosa più bella che potessi dirmi” ammise la mora abbassando lo sguardo.

Nick le sorrise, alzandole il mento in modo da poterla guardare negli occhi.

“tu..sei..così..sensibile e piccola e vorrei tenerti sempre con me, non sopporto pensarti o vederti con qualcun altro.” Disse per poi attirarla a se e baciarla come solo lui sapeva fare. Poi però si fermò un secondo, e Sam lo guardò interrogativa.

“ah e per la cronaca, sono geloso”

 

 

 

 

 

 

Quella mattina Sam era stranamente felice, non sapeva nemmeno lei il motivo ma era felice. Forse finalmente la ruota aveva finalmente girato, ed era finalmente arrivato il suo momento.

Avete presente quelle mattina in cui vi svegliate e avete la forza di fare ogni cosa? Beh lei si sentiva così e non sapeva nemmeno il motivo.

Dopo aver fatto colazione, e aver comprato due cornetti ed un cappuccino da portare, si stava dirigendo a casa di Nick.

Era sabato e non doveva andare a scuola così aveva pensato di andare a fare una bella sorpresina a Nicholas visto che anche lui non andava in ospedale.

Arrivò sotto il palazzo ed una volta arrivata davanti la porta dell’appartamento di Nicholas bussò.

Ad aprirla fu un bambino, con dei bellissimi ricci, simili a quelli di Nicholas pensò.

Era biondo e aveva due profondi occhi color cioccolato.

“ciao” le disse il bambino vedendola

“ciao” disse la ragazza sorridendo stranita “ehm.. sto c..cercando Nick”

 “mio padre? Oh.. papàààà, c’è una ragazza per te” urlò il piccolo voltandosi verso il corridoio.

Sam rimase pietrificata. Aveva sbagliato casa, sicuramente. Forse l’appartamento di Nick era al piano superiore.

“arrivo”

Sentì la voce di nick da un’altra stanza e quasi svenne.

Le si fermarono le parole alla bocca quando notò che quel bambino era l’esatta fotocopia di Nicholas.

Il viso era uguale. Gli occhi. I capelli. Le labbra.

Era veramente suo figlio.

Non sapeva che fare.

“s..scusami..i..io non sarei dovuta venire mi.. mi dispiace, c..” disse per poi scappare via da quella porta, da quel palazzo, da Nicholas.

Perché non le aveva mai parlato di suo figlio? Nemmeno un accenno, niente.

Eppure avevano parlato tanto da quando si erano conosciuti.

Lei si era aperta con lui, gli aveva detto tutto.

“ehi Nate, chi era?” chiese Nick entrando in salotto dove il piccolo era ancora fermo davanti alla porta.

“una ragazza, ti cercava ma poi è scappata via” disse il piccolo chiudendo la porta e andando verso il padre che si era seduto sulla poltrona di fronte il televisore

“forse avrà sbagliato” disse il riccio invitandolo a sedersi accanto a lui. Nate non se lo fece ripetere due volte e si sedette accanto al padre.

“cosa guardiamo?” chiese il piccolo guardando il padre

“quello che vuoi” disse il padre sorridendo

 

 

 

SPOILER.

“Mi dispiace Sam, ogni volta cercavo di dirtelo ma non trovavo mai le parole adatte. Non è una cosa facile da dire” disse Nick

“stiamo insieme da quasi un mese e non mi hai mai detto di avere un figlio, di sei anni e mezzo” disse la ragazza

“avevo bisogno di tempo prima di dirti tutto, m..mi dispiace.” Ammise il riccio

“avevi bisogno di tempo per dirmi che avevi un figlio?!” chiese la mora





Saaaaalve :3 chiedo di nuovo scusa per il ritardo, ma per due settimane non ho avuto il computer e l'ispirazione era scappata :O

Anywayyyy ho già pronto il prossimo capitolo quindi se mi scrivere tante belline recensioni, io potrei postare anche domani.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Baci.

Valentina<3

 

  
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