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Autore: viky4forever    30/04/2007    8 recensioni
Una ragazza sconvolegerà la vita di Shinichi...che intenzioni ha? Perchè assume questi strani comportamenti? e ha qualche collegamento con l'organizzazione? Il giovane detective è alle prese con una strana faccenda che non sarà molto facile risolvere...
Genere: Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima FF su Conan! Ne ho scritte molte, ma sul mio anime preferito, cioè DragonBall però volevo fare un esperimento sul mio secondo preferito, il Detective Conan. Ditemi cosa ne pensate e se ne vale la pena continuare.

Baci la vostra Kiara (Viky)

 

CAP1: SGUARDI.

-        Uffa, ma per forza dovevo venire?! – si lamentò il giovane e bello Shinichi trasportato con la forza dalla sua amica di sempre, Ran.

-        E dai Shinichi! Sarà bello, dovrai stare solamente seduto su una poltrona a guardare – continuava lei senza neanche guardarlo in viso bensì cercando tra la folla l’amica che a breve avrebbe iniziato ad esibirsi. Mentre si faceva spazio tra la folla, molte ragazze squadravano quei due ragazzi.

-        Non si può stare dietro le quinte se non si è addetti – li fermò una ragazza molto alta, sulla ventina con un tutù rosa confetto.

-        Veramente noi…-

-        Ran! Eccoti!!! – disse Sonoro spuntando finalmente dietro quella ragazza altissima – Scusa Sarah, vanno subito via, la mia amica deve consegnarmi una cosa e scappano!! – continuò con un sorriso a 32 denti. La ragazza altissima si allontanò con sguardo scettico e senza replicare.

-        Che tortura che è questa qua…comunque Shinichi, ci sei anche tu!! –

Il ragazzo scoppiò a ridere.

-        Ma cosa diavolo ridi?! – disse lei con le mani ai fianchi.

-        Fai troppo ridere con questo tutù!!! – cercò di dire fra una risata ed un’altra.

-        Hai finito? – lo rimproverò Ran.

Lui annuiva trattenendosi il resto delle risate.

-        Bene. Allora buona fortuna, e vedi adocchiare qualche bel ragazzo, sai ce ne sono in giro parecchi con tutte queste ragazzine che si esibiscono stasera! – le raccomandò Sonoko facendole l’occhiolino – adesso andate prima che torna quella rompi!! –

I due ragazzi si fecero nuovamente spazio fra la folla per uscire dalle quinte, incredibilmente affollate, quando Shinichi sbattè contro qualcuno facendo un gran rumore. La ragazza con cui si scontrò aveva in mano un po’ di libri che caddero a terra.

- Scusami – fece lei iniziando a raccogliere i libri che si rivelarono pieni di fogli al suo interno e anch’essi finirono sparpagliati per terra.

- Scusa me – rispose lui aiutandola. Le porse tutti i fogli e lei con un veloce sguardo, ma intenso, andò via sparendo tra la folla.

“Che strano, una ballerina pronta per ballare, con tanto di tutù, aveva dei libri in mano” pensò Shinichi rimanendo fermo a fissare la folla che si agitava.

- Shinichi, ma che fai? Dai sbrigati! – lo chiamò Ran che era molto più avanti di lui, accorgendosi solo in quel momento che il ragazzo non era più vicino a lei.

 

-        é stato fantastico! – esclamò Ran finito il saggio di danza, fuori il teatro, all’amica attorniata di compagne del corso.

-        Si, una meraviglia…- ironizzò Shinichi.

-        Ma non eri obbligato a venire, sai?! – gli rispose a tono Sonoko.

-        Veramente…- ma non riuscì a completare la frase che Ran ci parlò di sopra col tono più alto.

-        Andiamo a prendere qualcosa!? Per festeggiare! –

-        Ma certo!! Sai, voleva venire quel bel biondino laggiù! È amico di una mia compagna di corso…che ne dici? –

-        Niente male –

-        Vieni, andiamo a parlarci che voleva una risposta! –

-        Ok, Shinichi, vieni? –

-        No, vi aspetto qua. Si sta più comodi appoggiati ad un muro anziché in piedi sai?! –

Ran sbuffò facendosi trascinare da Sonoko per non perdere altro tempo in chiacchiere, e così Shinichi si appoggiò al muro infilando le mani nella tasche del giubbotto guardandosi in giro annoiato. L’uscita del teatro era davvero affollata, l’età media andava dai 14 anni, le più piccole dei corsi di danza, ai nonni di alcune allieve che probabilmente erano lì per assistere alle nipoti, ma gli adolescenti erano davvero un sacco. Erano più gli amici coetanei delle ballerine a popolare la piazza, che i parenti.

Poco distante da lui, un ragazzo alto attirò la sua attenzione, buttando un urlo e afferrando con forza il braccio della ragazza che aveva di fronte.

-        Lasciami stare! – gridò lei.

-        Eh no invece! Hai finito di fare il doppio gioco, eh? –

-        Ma che doppio gioco, non capisci, io…-

La ragazza stava continuando, quando la mano del giovane di fronte a lei era partita per essere diretta al suo viso ma qualcun altro la bloccò.

-        Non c’è bisogno di alzare le mani, capito? –

-        Umpf, lo sapevo. Addio, sei stata solo una stupida – rispose beffardo il giovane rivolgendosi a lei e togliendosi dalla stretta di Shinichi venuto per soccorrerla. Dopo uno sguardo sprezzante per quest’ultimo salì sul suo motorino e sparì via.

-        Tutto ok? – le chiese. Per un attimo lei rimase in silenzio dopo averlo guardato in viso. Era la ragazza con cui si era scontrato prima dell’inizio del saggio, solo che questa volta i suoi capelli erano sciolti cadendogli appena sotto il collo e il trucco era tutto sciolto con qualche lacrima che le rigava il volto.

-        Si. Grazie – rispose tremante.

-        Hai bisogno di aiuto? –

-        No, grazie – rispose asciugandosi il viso. Il suo sguardo si fece più serio e riprendendo il suo zaino buttato per terra sospirò.

-        Io vado. Grazie dell’aiuto –

-        Prego…- rispose vago cercando qualche risposta nel suo sguardo.

Lei girò i tacchi e andò via, sparendo tra la folla della piazza, proprio come la prima volta che la vide, qualche ora prima. E proprio come prima, lui rimase li a fissarla finché non ne perse le tracce e finché la voce di Ran lo riportò alla sua uscita.

Ma lui continuava a pensare a quello strano volto che, da qualche parte, aveva sicuramente visto. Ma non ricordava assolutamente dove.

Continua…

  
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