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Autore: Beats of heart    17/10/2012    2 recensioni
Nera.
Lei era nera, ma non di carnagione: la sua anima lo era.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Eye liner, mascara, matita nera, rossetto rosso ed un velo di cipria.
Jeans strappati, maglie larghe e scollate, e stivaletti borchiati.
 
Cosa significa tutto questo?
Di cosa vi voglio parlare?
Vi voglio parlare di una vita.
Sì, una vita.
 
Una vita incompresa.
Una vita dolorosa.
Una vita difficile.
Una vita nera.
 
La causa?
La causa non erano altro che delle battute idiote, che i miei “adorabili compagni” di classe mi regalavano GENTILMENTE.
Ero la diversa, e quindi si sentivano grandi nel prendermi in giro.
Perché se anche tu prendevi in giro “La ragazza sfigata” eri figo.
Sì, avevo anche un nome: la ragazza sfigata.
 
Non era stata una mia scelta tutto quello, no.
Non l’avevo voluto io.
Non ci avevo ragionato più tanto su quel cambiamento.
L’avevo fatto e basta.
Fu tutto improvviso, talmente veloce da sembrarmi irreale.
 
Era una notte d’inverno, una di quelle notti da passare in famiglia davanti al camino con in mano una tazza di cioccolata calda.
Sì, come nelle belle storielle con un lieto fine.
Era una notte d’inverno, ma io non la passai così.
Quella fu la mia prima notte di incubi, paure, terrori.
Non facevo altro che dimenarmi, di tirar calci, di chiamare aiuto.. ma nulla fu possibile.
Quel verme.. non riesco nemmeno a pronunciarne il nome.. nonostante fosse anche il mio nome.
Già, quello che voi tutti chiamate: papà.
 
L’uomo più importante della vostra vita!
Ecco sì, proprio quello.
Io quella sera non vidi mio padre, quella sera vidi un animale.
Non era più l’uomo che mi portava al luna park se finivo tutti i compiti prima di cena, no.
Non era l’uomo che mi baciava la fronte all’entrata della scuola.
Non era l’uomo che mi raccontava la storia della buona notte per farmi addormentare.
Non lo riconoscevo più.
 
Aiuto.
 
Mi risvegliai in una stanza d’ospedale.
Una stanza a dir poco stretta e soffocante, ma forse era la testa che girava così forte da non permettermi di comprendere bene la situazione.
Avevo solo 9 anni.
Avevo solo 9 anni ed ero già sola, contro il mondo.
 
Ero sola perché quella sera, lui non abusò solo di me, ma anche di mia madre.. solo che con lei ci andò pesante con le botte.
Trauma cranico.
Morta pochi minuto dopo.
Ero piccola, non capivo ancora cosa fosse realmente successo, ma quando compresi.. fu in quel momento che iniziò il mio cambiamento.
 
Non versai una lacrima, non potevo farlo.. ne avevo versate fin troppe mentre mio padre faceva i suoi “giochetti” con me. Era segno di debolezza piangere.
 
Fui affidata ad una casa-famiglia, niente di più depresso.
Ottimo.
Iniziai a vestirmi di nero e quando fui abbastanza grande, inizia anche a truccarmi.
All’inizio era solo un po’ di mascara.
Poi tutto pian piano aumentò e arrivai a coprire i miei occhi con il nero pece dell’eye liner.
Il rossetto era l’unica cosa colorata che avevo sul corpo: sangue.
Rappresentava il sangue che ancora scorreva nelle mie vene.
I capelli li tinsi di un nero intenso, coprendo così i miei boccoli biondi.
Da quella volta non furono mai più ricci, non uscivo una volta di casa senza piastrarli.
I miei occhi azzurri.. ah, bei tempi quando li mostravo a tutti.
Sì, perché non lasciai fuori nemmeno il colore dei miei occhi dal cambiamento: lenti a contatto.
Indovinate di che colore?
 
Nero.
Nera.
Ero una persona nuova.
Ero una ragazza all’apparenza diversa, ma infondo io ero davvero diversa da tutti gli altri.
Io avevo provato dolore.
Ma non quel dolore che provano tutti quando cadono dalla bici.. no, il mio dolore era qualcosa di più profondo.
Era un dolore incurabile: nulla avrebbe potuto farmi tornare indietro.
Niente e nessuno avrebbe potuto togliermi quella maschera che copriva perfettamente il mio essere.
 
Tutto questo, costituiva la nuova ME.
 
Poi un giorno.
Un giorno qualunque, un giorno di pioggia.
Tutto era tranquillo in classe, nessuno parlava.
Io ero come sempre a fissare la grande quercia posta al centro del cortile, e le goccioline d’acqua scivolare sul vetro della finestra.
Quel rumore era rilassante.
Al diavolo la lezione di storia.
 
Bussarono.
Non mi girai per capire cosa stesse succedendo.
Un rumore.
Un ragazzo.
Uno sguardo.
Un battito.
Un sorriso.
Un paio d’occhi.
Il ghiaccio si era rotto.
Il mio cuore era tornato a battere, o almeno sembrava.
Una parola.
Capii di essermi persa.
 
Sì, persa.
Persa in quell’oceano di emozioni che mi faceva provare quel ragazzo.
Un ragazzo normale per tutti, ma speciale per me.
Un ragazzo in grado di vedermi dentro.
Il ragazzo che mi trattò, per la prima volta dopo anni, come una comune umana.
Il ragazzo che non si annoiava a parlare con me.
Il ragazzo che mi capiva.
Il ragazzo che, quasi come fosse una salvietta per il viso, mi stava pulendo l’anima.
Il ragazzo che mi stava liberando dal peso che mi portavo addosso ma quando potevo ricordare.
Il ragazzo che per la prima volta, mi convinse a non truccarmi per un giorno.
Un giorno in cui non andai a scuola, perché avevo paura che la gente mi potesse “vedere” per ciò che ero, e la vera me era fragile. Me lo ricordavo bene.
Quel ragazzo che lo stesso giorno suonò alla mia porta, per sapere che fine avevo fatto.
Quel ragazzo che mi trovò con gli occhi pieni di lacrime.
Colui che con un gesto dolce, mi fece alzare il viso e mi fissò negli occhi per un tempo indefinito.
Colui che mi faceva stare bene, ma allo stesso tempo male.
Forse, il ragazzo di cui mi ero innamorata.
 
 
Fu in quel momento che capii che l’amore non ha una misura di grandezza: è infinito.
Fu in quel momento che riscoprii me stessa, e la mia capacità di voler ancora bene.
Fu in quel momento che capii che il vero dolore, era non avere lui al mio fianco, anche se per pochi minuti.
Fu in quel momento che compresi l’importanza di quel ragazzo nella mia vita: lui mi faceva battere il cuore.
Fu in quel momento che promisi di non lasciarlo mai andar via.

 
Fu quando le sue labbra toccarono le mie che ripresi a vivere.
 

















Spazio Autrice
buonsalve a tutti :)
questa è la mia prima OS, non so che effetto possa avervi fatto çwç
secondo me fa caghè, ma voglio sentire un po' di vostri commenti, quindi se hai letto questa OS
che ne dici di lasciarmi una recensione?
te ne sarei grata :)
grazie mille per aver letto, eeee direi che così può bastare ;)

Twitter: @thesecarrots
  
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