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Autore: CrHacker98    17/10/2012    2 recensioni
Se state cercando una Fanfiction Yaoi, sbagliate a scegliere questo racconto. Se cercate stessi personaggi, ma in un ambiente diverso, sbagliate ancora.
Questa storia parla del nostro mondo. Quello reale dove Death Note è solo un anime ed un manga. Ma, con nostra grande fortuna...o sfortuna a seconda dei casi, i personaggi della tanto famosa serie, per qualche misterioso motivo ( Errore di un qualche Shinigami? ) si ritrovano nella nostra epoca a combattere gli uni contro gli altri...nell'ombra.
Il più grande scontro di tutti i tempi sta per iniziare.
Ma la domanda che accompagna tutti è: chi vincerà?
Genere: Azione, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Neko stava seduto sulla poltrona girandosi a scatti come faceva di solito.
Tra le mani aveva ancora il cellulare con il quale aveva chiamato Raito.
Sembrava particolarmente contento della reazione che il proprietario del Death Note aveva avuto parlando con lui. Sorrideva con quel suo modo soddisfatto, girando la sedia ed intervalli.
Staccò il modificatore di voce dall’apparecchio e lo mise sulla scrivania. Sbuffò e si alzò dalla sedia, andando nella camera da letto.
Aveva subito riconosciuto il quaderno nero quando l’aveva visto la prima volta.
Dove, vi domanderete voi....
Beh, bastava scrutare dalla finestra provvista di cannocchiale per vedere la camera di Raito con la scrivania ed il quaderno.
Gli veniva da ridere da quanto fosse vicino all’assassino, ma di come il ragazzo non si accorgesse minimamente della sua presenza.
Si tastò le bende sugli occhi e constatò che non erano bagnate di sangue.
Meno male, almeno questo era una cosa buona.
Neko non era cieco, anzi, ci vedeva benissimo.
Attraverso le bende poteva scorgere le persone, gli oggetti e la città intorno a sé. Soltanto che se si toglieva le bende la gente cominciava ad urlare spaventata.
Perché?
Beh, Neko soffriva di una malattia rara che faceva arrossare e spezzare le vene degli occhi, fino a farli sembrare color cremisi come quelli di un demonio. Quando da piccolo gli sanguinavano gli occhi a causa di questo virus, i suoi amici, i suoi genitori e tutte le persone che conosceva si allontanavano da lui, spaventate e disgustate.
Finchè non era rimasto del tutto solo.
Aveva così deciso di mettersi quelle bende sugli occhi, in modo che la gente per le strade non lo guardasse con disprezzo o pietà. Ora veniva semplicemente ignorato dal mondo intero, ed era meglio così del resto.
Almeno così poteva tranquillamente passeggiare per la città senza che nessuno gli dicesse nulla.
Frequentava soprattutto un posto.
Un posto che i ragazzi per bene non avrebbero mai dovuto conoscere.
Un posto talmente orribile e crudele, che si addiceva perfettamente a Neko.
La Fogna delle Anime.
Un posto dove solo la feccia della città si radunava per combattere, fumare, bere e parlare.
Il posto migliore per ottenere informazioni preziose e segrete, oppure per beccarsi un coltello nella schiena.
A Neko piaceva soprattutto combattere e picchiarsi con i malviventi. Era l’unica cosa che lo faceva sentire vivo, la sensazione di avere superato qualcuno, di poterlo guardare dall’alto in basso ed avere in mano la sua vita.
Non era un tipo tutto muscoli, anzi, era anche quasi denutrito.
Soltanto che aveva una buona resistenza e riusciva a piazzare i colpi al momento e nel punto giusto.
Conosceva perfettamente le parti più deboli del corpo umano, e tra queste vi era la mente.
Se volevi annientare del tutto qualcuno, dovevi fare a pezzi i suoi ricordi e la sua mente.
Dovevi fare a pezzi la sua essenza.
E Neko era bravissimo in questo. Tutto l’odio che aveva avuto intorno a sé era maturato in una cattiveria ed una crudeltà spaventose.
Era un cacciatore, non un assassino.
Non aveva mai ucciso nessuno in vita sua, ma aveva conciato davvero male molte persone. Una notte chiuso con lui in una stanza stava a significare che presto saresti impazzito da quanta pressione ti metteva.
Il ragazzo si rizzò in piedi e prese la felpa per uscire.
Si sentiva piuttosto carico e tutta la sua pelle fremeva eccitata.
Ora, quando Lawliet mi descrisse con questa cura Neko, io rimase scioccata.
Perché un tipo del genere, così cupo e solitario, ce l’aveva con Raito?
L mi spiegò subito tutto.
Raito era una specie di minaccia per Neko.
Non essendo del tutto un angioletto e con la fedina penale pulita, quest’ultimo preferiva sbarazzarsi del Death Note.
Era anche un favore per tutta l’umanità.
Lui avrebbe pestato a sangue un assassino e il mondo intero si sarebbe salvato da una terribile minaccia.
Tutto al meglio.
Chiusa la porta con un tonfo e scese pazientemente le scale.
Una signora lo incontrò sull’ultima rampa e storse il naso disgustata.
Ma che cosa diavolo voleva quella da lui? Si facesse un pacchetto di affaracci suoi.
Il ragazzo uscì dalla palazzina e si diresse verso la zona malfamata della città, ripensando a chi stavolta avrebbe fatto a pezzi.
Si sentiva piuttosto depresso.
Non se ne spiegava il motivo, ma aveva un brutto presentimento.
Si spostò la frangia soffiandoci sopra. Da quant’è che non si tagliava i capelli? Ormai gli arrivavano sul collo, prima o poi sarebbe dovuto andare dal barbiere.
Forse, dopo però aver vinto una puntata alla Fogna delle Anime.
Si notava immediatamente il distacco tra la città, così pulita ed ordinata, e la periferia, così sporca e pericolosa.
Il giovane sorrise ghignando.
Era arrivato.
In precedenza la Fogna delle Anime era stato un magazzino adibito per lo scarico merci, ma poi la compagnia aveva fallito così tutta la malavita si era concentrata lì.
Appena entrati si poteva sentire la puzza di sangue e di alcool.
Neko si diresse direttamente sulla pedana, il posto dove avvenivano gli scontri.
C’era il solito tizio tutto muscoloso ed alto almeno due metri.
L’avrebbe messo al tappeto in meno di dieci minuti.
- Ehi, tu, Mister Muscolo. Che ne dici di farti sotto?- urlò all’uomo. Quello si girò e quando lo vide si mise a ridere.
- Salta sul ring,  pulce, Ti farò sputare tutto il sangue che hai in corpo – gridò con un secondo urlo da parte degli spettatori.
Il ragazzo si tolse la felpa e rimase in canottiera.
Salì sulla pedana e si mise di fronte al tizio tutto muscoli.
Neko si sentiva piuttosto piccolo di fronte a quel gigante, ma sapeva bene che più il nemico era grosso e potente, più alte erano le possibilità di vittoria.
Il gigante attaccò con un destro verso la sua mascella.
Il bicipite che si sforzava in allungamento e tutti i muscoli del pungo tese come corde di violino.
Il ragazzo non fece in tempo a scansarsi e ricevette il colpo in pieno viso.
Sentì subito il sapore del sangue in bocca e lungo la guancia. Il colpo aveva fatto sanguinare l’occhio destro.
Erano lacrime color cremisi.
Neko scosse la testa ed alcuni schizzi vermigli sporcarono per terra.
Il giovane si mise in difesa con i pugni alzati, pronto ad un nuovo confronto.
Il gigante si stupì della resistenza del ragazzo. Un colpo del genere come minimo faceva perdere l’equilibrio ed il nemico cadeva a terra.
Ma Neko non era il primo tizio che capitava a tiro.
Quando l’uomo, innervosito, attaccò di nuovo, il giovane era attento come non mai.
Evitò un colpo alle costole spostandosi a destra ed un altro colpo alla testa abbassandosi.
Al contrario tirò un colpo potente al ginocchio destro dell’uomo che cominciò a tremare per lo sforzo.
I due nemici si allontanarono e si misero di nuovo in posizione di difesa.
Intanto intorno ai due si era formata una folla di uomini che urlavano e gridavano scommesse.
Fu stavolta Neko ad attaccare per primo, con un sinistro alla gola. Il colpo bloccò la trachea per un momento, impedendo al nemico di respirare. Due altri colpi al petto del gigante per togliere l’aria dai polmoni ed il gioco era fatto.
Neko scattò all’indietro con un balzo, veloce e rapido come un gatto.
L’uomo zoppicò per un po’, per poi finire a terra di schiena.
A quel punto arrivava il bello per il ragazzo.
Si fiondò con tutto il suo peso sullo stomaco nel nemico che gemette per il contraccolpo.
Iniziò a picchiare selvaggiamente con i pugni serrati la faccia del nemico, finchè non ebbe le dita sporche di rosso ed il gigante ebbe perso i sensi.
Non si fermò neppure in quel momento, era preso da una furia crudele.
Voleva fare a pezzi tutto quello che aveva sotto le mani, e in quell’incontro poteva farlo.
Solo quando due uomini robusti lo tirano indietro di peso e lo bloccarono finalmente si allontanò dalla sua vittima.
Si dimenava come un indemoniato, cercando di raggiungere il corpo inanimato che aveva di fronte.
Voleva continuare con la sua follia, ma quella gente non glielo permetteva.
Nonostante avesse la soddisfazione di aver messo in ginocchio uno di quei palloni gonfiati, si sentiva non ancora del tutto appagato.
I due uomini lo buttarono giù dalla pedana in modo rude, facendogli sbattere il fianco contro il terreno e gemere di dolore.
Da quant’è che non mangiava più? Due, tre giorni?
Si rialzò appena, quando qualcuno gli diede una mano.
Alzò gli occhi, di cui uno pieno di sangue, e vide un ragazzo più grande di lui.
Un ragazzo dagli occhi di diverso colore ed i capelli color fuoco.
- Io posso farti avere quello che tu non riesci ad ottenere...-
Un fremito di eccitazione invase il suo corpo.
Era pronto.

Commento dell'autrice (Neko-chan)
Volete spiegazioni?
Ebbene,  ecco tutto.
La mia creatura più perfetta.
Un ragazzo assetato di sangue, crudele e spietato.
E naturalemente con chi può far coppia questi genio del mio creato?
Ma con Alfa...

p.s. provvederò a trovare un'immagine per il capitolo, anche se al momento non me ne veniva nessuna in mente. ^.-

   
 
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